Calpestando foglie morte
di un inverno risucchiato dalla speranza
annido pensieri al vento
abile albergatore di anime inquiete.
Avvolgi la solitudine
nella luce abbagliante del giorno che verrà
affinché io possa celebrare le mie vittorie
rispecchiandomi nell’aurora.
Conserva l’abbraccio più mite
per riscaldare nel suo gorgo le paure
tristemente riaffiorate dal nulla.
Disintegrale in lampi di felicità dispersa
e fa che io ne accolga i frutti.
Calpestando foglie morte
di un inverno accecato dall’amore
invoco memorie
amiche dei giorni migliori.
Ascolta la volontà scalfire le ossa
consumate dall’ ingiustizia.
Asseconda i miei sogni
affinché io possa viverli davvero.
E dal regno d’indifferenza
rapisci il mio cuore
e salva la parte migliore di me.