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Autore: germangirl    18/02/2014    10 recensioni
Cosa è successo dopo le rivelazioni di Kate al termine dell’episodio 6x14?
Traduzione di "Epistles" di Shimy
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Johanna Beckett, Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sebbene Kate sembrasse dormire profondamente accanto a lui, Richard Castle se ne stava disteso ad occhi spalancati. Troppe idee e pensieri gli giravano in modo vorticoso nella mente e gli impedivano di abbandonarsi al sonno. “Sai cos’altro vorrei che lei avesse potuto conoscere? Te”, Kate gli aveva detto qualche ora prima, quando gli aveva confessato il vero motivo per cui l’idea di sposarsi in primavera anziché a settembre, come avevano deciso all’inizio, l’aveva momentaneamente terrorizzata.

Ora, non solo voleva che si sposassero in primavera, ma gli aveva anche detto che Johanna Beckett lo avrebbe adorato.

E mentre stringeva la presa sulla vita della sua fidanzata per attirarla ancora più a sé, si sentiva assurdamente orgoglioso, felice e in qualche modo triste all’idea.

Era piuttosto sicuro che Johanna Beckett gli sarebbe piaciuta, proprio come gli piaceva Jim. Lo sapeva già da tempo e desiderava con tutto il cuore di aver avuto il piacere di conoscerla. Quindi quando aveva sentito Kate dirgli che Johanna lo avrebbe adorato, che sarebbe stata felice di averlo come genero, qualcosa dentro di lui si era gonfiato di un orgoglio e un desiderio dolceamari.

Si disse che una delle ragioni di questa sua reazione era che lui non aveva mai avuto un bel rapporto con la madre di Meredith né tantomeno con quella di Gina, se è per questo. Per non parlare di quella di Kyra. Santo cielo, nello stesso momento in cui Sheila Blaine lo aveva degnato di un’occhiata, lui aveva capito immediatamente che quella donna lo odiava con tutto il cuore e che non avrebbe mai potuto fare nulla per farle cambiare opinione. Forse giusto se si fosse suicidato, ecco.

Non riuscì a trattenere una risatina al pensiero. Sì, un bel suicidio gli avrebbe fatto guadagnare diversi punti nella classifica di gradimento di Sheila Blaine.

“Mmm… a cosa stai pensando, tesoro?” mormorò sommessamente Kate, voltandosi verso di lui per accoccolarsi sul suo petto.

Oh. Allora forse non stava dormendo così profondamente come pensava.

Si chiese velocemente se fosse il caso di confessarle ciò a cui stava davvero pensando e alla fine decise di non farlo. Ebbe la chiara sensazione che accennare alla mamma del suo primo amore mentre era a letto con la fidanzata non fosse esattamente la mossa più furba da giocarsi in quel momento.

“Niente di importante, non ti preoccupare. E’ solo la mia immaginazione iperattiva che è, appunto, iperattiva.”

Kate reagì con una risata sommessa prima di lasciargli un paio di bacetti affettuosi sulla spalla e sul collo. Un confortevole silenzio li avvolse di nuovo.

“Ne vuoi parlare?” gli chiese mezzo assopita dopo un paio di minuti.

In tutta risposta, Rick sorrise e scosse la testa, sentendosi commosso e un po’ divertito. Riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti eppure voleva ancora provare a chiacchierare con lui. Ma lui sapeva che aveva bisogno di riposare.

“No, ma grazie. Penso che andrò a scrivere per un po’ nello studio” le disse, liberandosi lentamente dal suo abbraccio e alzandosi dal letto. “Torna a dormire.”

“Mmm ok. Ti amo.”

Sorrise prima di piegarsi sul piumone per baciarle la fronte.

“Ti amo anche io.”

Lei rispose affondando il naso nel cuscino di Rick e il suo respiro si fece più quieto mentre il suo corpo si rilassava completamente.

Quando Kate si risvegliò, circa un’ora più tardi, non poté far a meno di mugolare appena si rese conto che il suo fidanzato non era ancora tornato a letto. Sapeva bene che il suo scrittore a volte aveva bisogno di buttare giù i propri pensieri affinché gli lasciassero la mente libera – di questo era perfettamente consapevole – ma stanotte avrebbe voluto averlo vicino.

Con riluttanza sospirò – una volta sola, giusto per farsi forza – e lentamente si alzò dal letto prima di indossare una vestaglia. I piedi percepirono all’istante il freddo del pavimento ma non volle perdere altro tempo a cercare le ciabatte. Stropicciandosi gli occhi, uscì dalla camera e si diresse verso lo studio di Castle.

Lui le voltava le spalle e sembrava stesse rileggendo ciò che aveva avuto bisogno di far uscire dalla sua mente. Kate lo osservò in silenzio per un po’ e notò l’inchiostro nero e la stilografica posati sulla scrivania accanto al suo avambraccio destro.

Sollevò le sopracciglia, sorpresa. Conosceva bene quella penna – era di sua madre. Era quella che suo padre aveva regalato a Rick diversi mesi prima. Quando aveva saputo che sua figlia avrebbe sposato lo scrittore, Jim era stato sopraffatto dalla gioia per loro due. Un paio di settimane più tardi, era andato a trovare Rick e gli aveva regalato la penna stilografica più preziosa di Johanna, dicendogli che lei avrebbe voluto che qualcuno se ne prendesse cura, invece che starsene a raccogliere la polvere nel cassetto principale di quella che una volta era la sua scrivania.

Rick era rimasto profondamente colpito dal gesto del padre di Kate. Da scrittore, conosceva bene il valore di una penna affidabile. Cavolo, le penne erano una di quelle cose che Kate sapeva bene di non potergli comprare senza avere il suo consenso preventivo. E per quanto riguardava le sue stilografiche, lui non le prestava mai né a lei né a nessun altro, sia ben chiaro. Biro? Nessun problema. Poteva prenderle ogni volta che le desiderava. Ma le stilografiche? Nossignore. Sulle stilografiche era irremovibile.

Kate sapeva anche che Castle usava le sue stilografiche solo per le occasioni speciali – occasioni che lui considerava degne del tempo e della cura speciale che l’uso di quella particolare penna richiedeva.

La sua curiosità la spinse a coprire i pochi passi che la separavano da lui. Fece scivolare le sue braccia intorno alle spalle e al collo dell’uomo, appoggiandosi allo schienale della sedia. Rick trattenne a stento un urlo per la sorpresa e lei non poté non fare un sorrisetto compiaciuto. Era davvero troppo facile farlo saltare per la paura quando lo beccava nella sua “zona dello scrittore” come lui la definiva.

“Santo cielo, Kate, perché continui a farlo?”

“Perché è divertente”.  Gli dette un bacetto sulla guancia, regalandogli un largo sorriso per farsi perdonare. Continuò a baciargli il collo prima di sbirciare al di là della sua spalla e realizzare, con un improvviso dispiacere, che lui aveva avuto il tempo di nascondere alla sua vista ciò che stava scrivendo.

“Che facevi?”

“Scrivevo una lettera. Un’epistola, per essere precisi.” Rispose semplicemente, sollevando una mano per accarezzare quella di lei.

Kate assottigliò lo sguardo e lui dovette accorgersene dal modo in cui l’abbraccio di lei si era irrigidito. Non le piaceva proprio l’idea che il suo fidanzato scrivesse una lettera e che chiaramente non gliela volesse far vedere. Tuttavia, quello fra le sue braccia era Castle e ormai Kate sapeva che, trattandosi di lui, saltare troppo in fretta alle conclusioni spesso si rivelava la decisione sbagliata.

“Okay. A chi?”

Rick girò la testa per poter vedere meglio il volto della donna, apparentemente cercando di capire se fosse il caso di essere sincero in merito a ciò che stava facendo o meno.

“Castle” lo mise in guardia, facendogli capire che non avrebbe mollato la presa finché lui non le avesse risposto.

“… mi prometti che non ti arrabbi?”

Beh, quella non era certamente la cosa più intelligente da dire, se ne rese conto fin troppo velocemente, quando sentì il corpo di lei irrigidirsi di nuovo dietro di lui. Questo decisamente non avrebbe giocato a suo favore.

“Castle. Dammi la lettera. Ora.”

Dal tono della sua voce Rick comprese che la sua fidanzata non avrebbe accettato un no come risposta. L’uomo sospirò – solo una volta – e allungò la mano verso il primo cassetto a sinistra della scrivania, tirando fuori un foglio di carta ben piegato e porgendolo a Kate che ora stava in piedi impaziente accanto a lui.

Prese la lettera dalle mani dello scrittore e la spiegò velocemente. Prima di iniziare a leggere, però, si assicurò di lanciare un’occhiata al suo compagno e il modo in cui lui abbassò lo sguardo verso il pavimento non la rassicurò per nulla.

Iniziò a leggere.

E quello che trovò era una cosa che mai e poi mai avrebbe immaginato.

 

Cara Johanna,

sento di dovermi scusare. So che è passato molto tempo dall’ultima volta che ti ho scritto, ma a mia difesa posso dirti che le cose sono state piuttosto intense qui. Dopo stanotte, però, sapevo di non poter rimandare ulteriormente.

Partiamo dalle cose importanti: ci sposeremo prima di quanto avevamo pianificato. Puntiamo a primavera 2014! Non è fantastico?

Kate e io abbiamo fatto delle esperienze grandiose negli ultimi mesi.

Alcune sono state piacevoli, altre proprio l’opposto, alcune sono state addirittura raccapriccianti – ma non ci pensiamo – e altre hanno connotato l’aggettivo “meraviglioso”  di un significato completamente nuovo.

Una di queste esperienze riguarda un bambino che abbiamo portato a casa subito prima del Ringraziamento.

Benny – questo è il nome del bambino, nel caso in cui tu te lo stessi chiedendo – ha trascorso solo una notte qui al loft, ma mi è bastata per vedere quale madre strepitosamente fantastica sarà Kate un giorno.

Lei ha detto “quando avremo un bambino nostro..” Quando, non se. E questo mi rende così felice e così orgoglioso di lei. Ho la sensazione, tuttavia, che se avremo un maschio non me lo farà chiamare Cosmo. Però forse mi permetterà di soprannominarlo così. Staremo a vedere.

Parlando del Ringraziamento, Jim è venuto a festeggiarlo con noi. Siamo stati davvero bene insieme. Lui è in forma e sembra sinceramente felice di far parte della nostra famiglia. Gli ho anche chiesto se potevo andare con lui a una partita di baseball uno di questi giorni e lui ha detto di sì. Se mia madre verrà con noi, beh, quella è tutta un’altra storia.

Johanna, tua figlia non smette mai di stupirmi.

Giusto un paio di settimane fa ha fatto sapere al mondo che siamo fidanzati. Io volevo annunciare pubblicamente il nostro fidanzamento già da tempo ma rispettavo il suo bisogno di privacy e non volevo certo incrinare la fiducia che ha in me.

E il fatto che lo abbia fatto di sua iniziativa – che lei abbia lottato per noi – che abbia reso noto a tutti che non saremo più stati sul mercato, mai più, beh, era qualcosa che certo non mi aspettavo e mi ha reso tremendamente felice.

Non ti dico quanto significhi per me l’affetto profondo che prova per mia figlia. Se vuoi che cominci a parlarne, temo che questa lettera sarà molto più lunga di quanto ci aspettassimo.

E stasera – stasera, Johanna, Kate mi ha detto che tu mi avresti adorato.

E Kate non mentirebbe mai su questo.

Ne sono profondamente onorato.

Per tua informazione, anche io ti avrei adorato. Penso che noi due insieme avremmo fatto una squadra fantastica!

Passando ad un argomento molto più triste, non abbiamo ancora trovato il modo di far pagare William H. Bracken per quello che ti ha fatto. Per quello che ha fatto a Jim e per quello che ha fatto a Kate.

Stiamo aspettando che commetta un errore – e lo farà, prima o poi.

E allora lo metteremo davanti al suo passato e alle sue azioni.

Te lo prometto, Johanna, non riuscirà a sfuggire alla sua colpa per sempre.

E Kate non dovrà affrontare di nuovo i suoi demoni.

Nessuno ferisce la mia famiglia e se ne va impunito. E poiché io e Kate adesso siamo fidanzati, anche tu fai parte della mia famiglia.

Le nostre storie, proprio come le nostre vite, sono intrecciate.

Nel frattempo – e fino alla mia prossima lettera – ti prego di continuare a vegliare su di noi.

Hai fatto un ottimo lavoro finora e non vedo perché le cose dovrebbero cambiare.

Dopo tutto, Kate ha detto che mi avresti adorato.

Ti saluto e ti mando un abbraccio – mi hanno detto che sono bravissimo ad abbracciare – con tutto il mio affetto.

Il tuo futuro genero,

Rick Castle

 

Quando Kate sollevò di nuovo lo sguardo verso di lui, gli occhi erano colmi di lacrime che minacciavano di inondarle le guance da un momento all’altro. Osservando il suo fidanzato non poté fare a meno di sentire il suo cuore colmarsi di amore per lui.

“Rick – questo è… non trovo nemmeno le parole. Io…”

“Allora non sei arrabbiata?”

Lo guardò come se gli fosse cresciuta un’altra testa prima di sedersi velocemente sulle sue gambe e gettargli le braccia al collo.

“Sei matto? Certo che non sono arrabbiata! Perché dovrei?”

“Beh, ecco… non so dove sia la tomba di tua madre e non ero sicuro che tu fossi contenta che io ci andassi con te, così scriverle delle lettere mi sembrava la migliore alternativa per poter… ecco… comunicare con lei. Non te l’ho detto perché pensavo che forse l’avresti presa come un’invasione in qualcosa che non mi compete. E non volevo ferirti, così…”

Kate lo interruppe immediatamente stampandogli un bacio sulle labbra. Lui non sembrò dispiaciuto di questa mossa. Quando la donna si staccò da lui un minuto dopo, gli prese il viso fra le mani e lo obbligò a guardarla negli occhi dai quali le lacrime stavano scendendo copiose.

“Dio, Castle. Hai scritto delle lettere a mia madre!”

“Ebbene sì” confessò.

“Da quanto va avanti questa storia?”

“Mmmm… più o meno da quando mi hai raccontato cosa le era successo.”

Kate spalancò la bocca e rimase in silenzio per lo shock, mentre lui ne approfittò per asciugarle le lacrime, poi si riprese. “Ma stai dicendo sul serio? Quante lettere le hai scritto finora?”

“Non lo so. Ho perso il conto”

“Posso… potresti mostrarmele? Per favore?”

“No. Mi dispiace, Kate, ma non posso.”

“Oh” fu tutto ciò che gli rispose prima di abbassare lo sguardo con un senso di scoramento.

Eppure lo capiva. Quello che gli stava chiedendo era probabilmente troppo privato. Nell’era delle email, dei messaggi vocali, delle telefonate e dei messaggini, le lettere vere – o epistole, come Castle aveva puntualizzato – racchiudevano un incredibile livello di intimità.

“Kate, non capisci” la voce rassicurante del suo scrittore la risvegliò. Sollevò di nuovo lo sguardo e fu quasi sbalordita nel vederlo sorridere teneramente.

“Se potessi mostrarti le lettere che ho scritto a tua madre lo farei. Ma non posso perché le ho spedite.”

Ancora una volta, Kate non poté fare a meno di chiedersi se il suo fidanzato fosse completamente impazzito. Come si potevano spedire delle lettere a persone che non esistevano più?

L’uomo sembrò seguire lo svolgersi dei suoi pensieri e sorrise piano fra sé.

“Aspetta, metto questa in una busta e la spediamo insieme, ok?”

Annuì senza parole, la sua attenzione completamente rapita dalla scena surreale che si stava svolgendo davanti a lei. Castle gentilmente le prese la lettera dalle mani e la piegò di nuovo con la massima cura. Poi allungò una mano e prese una busta che era sul piano della scrivania, proprio accanto alla stilografica, e vi mise la sua ultima epistola indirizzata a Johanna Beckett.

Dopo aver adornato il retro della busta con un sigillo di cera – Kate aveva scoperto solo di recente che Castle amava alla follia i sigilli di cera – prese la stilografica e scrisse con cura il nome della madre della sua fidanzata sulla busta.

“Ecco, ora è pronta a partire” dichiarò soddisfatto. “Vieni con me.”

La prese per mano e lei si lasciò portare nel salotto. Non è che Castle l’avrebbe fatta uscire a quell’ora assurda della notte, vero?

Ma lui si fermò davanti al camino. Lasciandole la mano, le affidò la busta mentre apriva con attenzione la barriera di vetro che separava il salotto dal fuoco.

E allora tutto improvvisamente ebbe un senso. Sentì che i pezzi del puzzle trovavano ognuno il proprio posto e la scoperta le impedì quasi di respirare.

Castle riconobbe lo sguardo sul volto di Kate e capì che aveva compreso. Fece un largo sorriso e lei fu ancora una volta colpita da quanto fosse terribilmente bello l’uomo che si trovava di fronte. Non solo il suo fisico, ma tutto ciò in cui lui credeva.

“Castle…”

“Mi sembrava che fosse il modo migliore per fargliele arrivare. Vai” la spronò con un sorriso incoraggiante, indicandole le fiamme scoppiettanti che parevano danzare davanti a loro. “Spediscila.”

Kate abbassò lo sguardo verso la busta che teneva fra le mani e poi con attenzione la gettò nel fuoco dove si trasformò velocemente in fumo e cenere. E sia il fumo che la cenere risalirono su per il camino e verso il cielo notturno, dove sarebbero stati portati dal vento verso la loro destinazione finale, ovunque essa fosse.

Più tardi in quella notte, quando entrambi erano di nuovo sdraiati nel letto, Kate promise a Castle che lo avrebbe portato con sé la prossima volta che sarebbe andata a visitare la tomba di sua madre. Lui le sorrise e la attirò ancora di più a sé, chinandosi verso il suo corpo per baciarla con tutto l’amore che provava per lei.

Prima che finalmente si arrendessero al sonno, con i corpi caldi, rilassati e sazi d’amore, lei si promise che da ora in poi avrebbe scritto regolarmente a sua madre. Perché fra le numerose cose che Castle le aveva regalato fin da quando era entrato a forza nella sua vita oltre cinque anni prima, c’era la capacità di credere.

E questo era qualcosa di cui gli sarebbe stata grata per tutta la vita.

 

Nota della traduttrice

Quando ho letto questa OS su fanfiction.net sono rimasta colpita dalla sua profondità e dalla poesia che l’autrice aveva creato con l’idea delle lettere scritte a chi non c’è più e spedite attraverso il fuoco.

Shimy mi ha concesso il grande onore di tradurre la storia in italiano ed eccola qui. Spero di essere riuscita a rendere giustizia alla bravura dell’autrice e di avervi trasmesso le stesse emozioni che ho provato io nel leggere l’originale.

Grazie come sempre al mio angelo custode e grazie a chi di voi mi ha dedicato un po’ del proprio tempo ed è arrivato fino qui.

Baci,

Deb

  
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