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Autore: poetzproblem    18/02/2014    1 recensioni
Quinn Fabray è nella sua cucina. È il primo pensiero che occupa la mente di Kurt quando barcolla, con gli occhi gonfi di sonno, fuori dalla propria camera da letto per mettere su il caffè prima di cominciare con i suoi soliti rituali del mattino. E visto che è certo al novantanove per cento che Quinn non era nel loro loft quando era andato a letto la sera precedente, ora non può fare a meno di chiedersi se dovranno far riparare anche la serratura della porta principale. Faberry Week.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Worlds Away'
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui oppure qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e inviarla all'autrice

NDA: Scritto per la Faberry Week, giorno 2 - Pigiama Party. Una breve one-shot.  Il titolo è tratto da Morning song di Jewel. Eterni ringraziamenti e abbracci telematici a Skywarrior108 perché è la miglior beta del mondo.

Disclaimer: i personaggi di Glee non sono miei, mi piace solo giocarci...assolutamente senza trarne profitto.

* * *

Let the World Spin Outside Our Door

By poetzproblem

* * *

Morning without you is a dwindled dawn.

~Emily Dickinson

* * *

Quinn Fabray è nella sua cucina.

È il primo pensiero che occupa la mente di Kurt quando barcolla, con gli occhi gonfi di sonno, fuori dalla propria camera da letto per mettere su il caffè prima di cominciare con i suoi soliti rituali del mattino. Vivere con Rachel e Santana gli ha insegnato che la sua giornata deve iniziare presto se vuole godersi il momento della toeletta senza preoccuparsi del tempo impiegato. E anche così, in genere viene interrotto ancor prima di aver finito. Santana in particolare non si fa problemi a entrare, fregandosene se è mezzo nudo o se è impegnato in attività sensibili. Devono davvero mettere una serratura che funzioni.

E visto che è certo al novantanove per cento che Quinn non era nel loro loft quando era andato a letto la sera precedente, ora non può fare a meno di chiedersi se dovranno far riparare anche la serratura della porta principale. La ragazza ha un aspetto sorprendentemente fresco e riposato, mentre si versa una tazza di caffè dalla caffettiera che ha appena fatto. Quinn alza lo sguardo su di lui quando sente i suoi passi fermarsi, e gli sorride gentilmente.

"Buongiorno, Kurt. Ti va un po' di caffè?" chiede, già tirando giù un'altra tazza dall'armadietto con inaspettata familiarità. Per un attimo, Kurt si chiede se per caso non si trovi ancora a letto, e stia sognando.

"Quinn? Che sorpresa…inaspettata," mormora ravviandosi i capelli, imbarazzato. È certo che stiano sparati in tutte le direzioni nel modo più antiestetico possibile. Raramente permette alle sue coinquiline di vederlo prima della toeletta mattutina.

Quinn gli offre il caffè con un sorrisetto.

"Ero da queste parti."

"Alle sei del mattino?" chiede lui in tono inespressivo, accettando la tazza.

Lei si stringe nelle spalle, distogliendo lo sguardo.

"Ero in città l'altra sera e ho perso il treno di ritorno. Rachel mi ha invitata a restare per la notte."

"È stata Rachel?" fa eco lui, instupidito.

"Sì," sbotta Quinn. "Perché è così sorprendente?"

"Forse perché non ti sei fatta sentire per mesi," risponde, prima di riflettere. L'ultima volta che qualcuno di loro l'ha vista era il funerale di Finn. Non si era nemmeno disturbata a farsi vedere durante il memoriale. Kurt pensa di avere il diritto di essere un po' incazzato.

Guarda un muscolo della guancia di Quinn contrarsi mentre la ragazza lo fulmina con lo sguardo.

"Ero a New Haven. Telefoni e treni funzionano in entrambi i sensi, sai?"

"Non è questo il punto."

Alle sue spalle sente qualcuno chiamare il suo nome in tono irritato e si volta per vedere Rachel, già vestita per la giornata, con la fronte aggrottata e gli occhi arrossati.

"Quinn è mia ospite," lo rimprovera. "Apprezzerei che la trattassi come tale."

"Hai pianto," sottolinea lui senza che ce ne sia bisogno. "E non tentare di negarlo. Quegli occhi gonfi sono una prova schiacciante."

"Sto bene, Kurt," lo rassicura lei, entrando in cucina. "È vero che io e Quinn ci siamo fatte un bel pianto l'altra notte," dice, guardando Quinn con un sorriso timido, "ma stiamo meglio, adesso."

Kurt osserva Quinn guardingo, anche se in questo momento lei sta guardando Rachel con espressione tenera.

"Sul serio?" risponde lui con una risata ironica, notando gli occhi limpidi di Quinn.

Lo sguardo della ragazza lo inchioda all'istante, ogni traccia di tenerezza è cancellata dal gelo.

"Sì, sul serio."

"E io dov'ero quando è successo tutto questo?" chiede lui a Rachel.

Lei alza gli occhi al cielo.

"Dormivi." Prende la caffettiera per versarsi la propria dose mattutina. "Siamo tornate a casa tardi." Inclina la testa con aria pensosa. "O, suppongo che dovrei dire presto. Non volevamo svegliarti. Svegliare accidentalmente Santana è già stato abbastanza scocciante."

Quinn fa una risatina prima di prendere un sorso di caffè. Kurt scivola su una sedia e appoggia la tazza sul tavolo, alzando su Rachel uno sguardo incerto.

"E a te sta bene che lei si presenti così all'improvviso?"

"Guarda che sono ancora qui," ringhia Quinn.

"Dov'eri quando lei aveva bisogno di te?" la sfida lui, sentendosi giustificato quando la vede sussultare—finchè Rachel non sbatte la propria tazza sul tavolo.

"Adesso basta," ordina, mettendosi le mani sui fianchi e guardandolo male.

"Per tua informazione, Kurt, Quinn mi è stata vicina. Nonostante quello che pensi, non sei a conoscenza di ogni dettaglio della mia vita, di ogni email e di ogni telefonata. Naturalmente sarebbe stato bello se Quinn fosse riuscita ad essere fisicamente presente, ma io," e qui esita, rivolgendo lo sguardo verso Quinn che si sta pensosamente mordicchiando il labbro inferiore.

"Capisco perché non ha potuto," conclude Rachel risoluta.

Le due donne si scambiano uno strano sorriso che Kurt non riesce a interpretare prima che Rachel si volti verso di lui con uno sguardo duro.

"Ora, mi piacerebbe che ti scusassi."

Lui si accascia sulla propria sedia e incrocia le braccia sul petto con aria petulante. Sta solo tentando di occuparsi del benessere di Rachel. Dopotutto è stato lui a tenerla stretta quando era crollata dopo aver sentito la notiza della morte di Finn, ed è ancora lui che la conforta quando un ricordo improvviso la fa stare male—bè, vale anche per Santana. Quinn non si è fatta vedere fino ad oggi.

"Bene," borbotta con un sospiro rassegnato. "Mi dispiace di aver pensato che tu sia stata distante con Rachel come lo sei stata con il resto di noi."

Gli occhi di Quinn lampeggiano al sentire quell'insulto travestito da scusa, ma stringe le labbra e annuisce.

"Suppongo che avrei dovuto scusarmi per essere stata…poco disponibile. Sono stata costretta a...ad affrontare alcuni problemi," ammette, balbettando.

Kurt inclina la testa, incuriosito. Non può fare a meno di chiedersi di che cosa stia parlando ma decide di non insistere, per il momento. Dalla comprensione sul volto di Rachel, è abbastanza sicuro che lei capisca di cosa l'altra stia parlando. Probabilmente è meglio chiederlo a lei, più tardi. Lui e Quinn non sono mai stati molto vicini e Quinn è—bè, Quinn.

In ogni caso, non ha il tempo di riflettere sullo strano comportamento di Quinn perché Santana entra in cucina con un irritato, "Ay, dios! Non bastava che voi due stronze mi svegliaste così presto stamattina coi vostri drammi, cazzo, ora che è l'alba dovete per forza essere ancor più casiniste e rompiballe."

Apre uno degli armadietti e prende una tazza, chiudendo lo sportello con un tonfo mentre versa le ultime gocce dalla caffettiera.

"Non me ne avete lasciato neanche una tazza," brontola.

"Buongiorno anche te, Santana," risponde Quinn, appoggiandosi al bancone.

"È così gentile da parte tua onorarci con la tua incantevole presenza."

"Succhiamelo, Fabray."

"Già fatto," mormora l'altra nella sua tazza di caffè.

Rachel esala uno sbuffo irritato prima di squadrare le spalle e fare un sorriso forzato e fin troppo luminoso.

"Oggi porto Quinn a fare un giro," annuncia allegramente, prendendo la sua tazza di caffè. "Se volete potete venire con noi."

Santana emette un suono negativo mentre si accomoda su una sedia accanto a Kurt.

"No grazie. Ho già superato la mia dose quotidiana di scene melense."

Sul viso di Rachel passa un'espressione strana—Kurt pensa che assomigli molto al sollievo. Prende un sorso di caffè prima di dire, "Anch'io devo declinare. Ho ancora diverse cose da fare prima che Blaine si trasferisca ufficialmente qui."

Non può fare a meno di sorridere mentre pensa al suo fidanzato. Tra sole due settimane, sarà a New York.

"E avremo ancor meno spazio qui dentro," si lamenta Santana.

"Sei libera di andartene quando vuoi, Santana," le ricorda in tono tagliente.

Gli occhi scuri di lei diventano due fessure, mentre lo guarda aggrottando la fronte.

"O tu e Bilbo Baggins potrete trovare un comodo buco hobbit nella vostra personale contea."

Kurt sbuffa indignato mentre Quinn ridacchia.

"Attenta, Santana, la tua passione per Tolkien comincia a farsi vedere."

Santana rivolge la forza del proprio sguardo verso Quinn.

"Dice la donna che ha nell'armadio una cravatta, una giacca e una sciarpa di Grifondoro."

Le guance di Quinn diventano immediatamente scarlatte, e la ragazza cerca di nascondersi dietro la sua tazza di caffè. Rachel le sorride, urlando leggermente con la propria spalla quella di Quinn.

"Davvero?" chiede con sincera curiosità.

"No," si affretta a negare Quinn.

"Bugiarda."

"Stà zitta, Santana," sibila Quinn.

"Penso che sia carino," mormora Rachel con un dolce sorriso.

C'è qualcosa in quel sorriso che Kurt trova dolorosamente familiare, si meraviglia al vederlo—finchè Santana non lo fa sparire con un sarcastico, "Almeno non è Twilight."

Rachel si irrigidisce, abbassando lo sguardo mentre arrossisce.

"Okay, Quinn adesso andiamo," si affretta a dire, togliendo a Quinn la tazza di caffè nonostante la ragazza protesti e mettendola assieme alla propria nel lavello, prima di afferrare Quinn per un braccio e trascinarla verso la porta.

"Ci vediamo dopo," li avverte, fermandosi solo il tempo necessario per prendere entrambe le loro borse mentre escono.

"Non fate niente che io non farei," urla loro Santana, allegramente, prima che Rachel chiuda la porta con un tonfo. La ragazza scoppia ridere e si dedica di nuovo al proprio caffè.

Kurt si passa un mano fra i capelli (ancora spettinati) e cerca di dare un senso a quello che è appena successo.

"Ma sapevi che Quinn stava venendo a New York?" chiede a Santana dopo un attimo.

"Non finchè non mi sono svegliata per trovare quella stronza sopra di me," gli risponde stringendosi nelle spalle.

"E non nel senso più divertente, l'ho-stancata-dopo-il-sesso."

Kurt arriccia il naso per il disgusto.

"Questa è un'immagine di cui non avevo bisogno."

"Allora è un bene che a San Valentino fossi impegnato altrimenti," borbotta lei.

"Che vuoi dire?" chiede insospettito.

"Niente," risponde Santana con un gesto noncurante. "Senti, ammetto che ero un po' arrabbiata quando Quinn ha saltato i piagnistei per restare a Yale per qualche motivo sconosciuto, ma a quanto pare a Rachel sta bene, quindi chi siamo noi per giudicare?"

Kurt sospira. Sa che tutti affrontano il dolore a modo proprio. Forse è questo che Quinn ha fatto. In ogni caso, Rachel sembra felice di averla qui adesso, ed questo quello che importa davvero.

"Credo tu abbia ragione," ammette.

"Ho sempre ragione," conferma Santana, alzandosi dalla sedia posando la tazza vuota sul bancone. Comincia ad uscire dalla cucina, dicendo, "Ora, perché non fai un po' di caffè mentre io vado a farmi una doccia?"

Kurt sta per dire 'okay,' prima di balzare in piedi, spingendo via la propria sedia.

"Stai fuori da quel bagno, Santana Lopez," strilla, inseguendola.

Santana accelera l'andatura e corre in bagno prima che Kurt riesca a prenderla. "Quella è la mia doccia," urla lui, sbattendo le mani comtro la porta chiusa.

"Non più," lo prende in giro lei dall'interno.

"Santana!" scuote la maniglia, ma è bloccata, così bussa sul legno, frustrato. "Perché questa serratura funziona solo quando ci sei tu in bagno?"

La risata di lei giunge chiara e limpida attraverso la porta.

"Non ti piacerebbe saperlo?"

Visto che i suoi piani sono stati rovinati, finisce col fare altro caffè. È ormai freddo quando Santana esce, e lui le rivolge un'occhiataccia mentre corre in bagno. Non avrebbe dovuto bere una seconda tazza. Una volta che si è rinfrescato e preparato per la giornata, comincia ad occuparsi delle proprie commissioni. Ha dei completi da ritirare alla pulitura a secco—alcune delle sue camicie e delle sue giacche non possono sopravvivere alle lavanderie automatiche di New York—e ha bisogno di comprare nuovi appendiabiti e trovare un nuovo, miracoloso sistema di stoccaggio che possa massimizzare lo spazio del suo armadio. Pensa che riuscirebbe ad infilare una cassiettiera in un angolo della sua stanza, se riuscisse a trovarne una delle dimensioni giuste.

Tutto sommato, è una giornata abbastanza produttiva. Rachel gli manda un messaggio di testo nel pomeriggio, per fargli sapere che lei e Quinn porteranno a casa la cena. Lui non riesce a resistere e le chiede se si stanno divertendo, e Rachel risponde che è stata una bella giornata. Lui inarca un sopracciglio. Devono senz'altro fare un discorso.

Quando finalmente ritornano al loft, Rachel sta portando due grandi cartoni di pizza, e Quinn ha un contenitore pieno di insalata. Santana praticamente le attacca appena entrano, afferrando uno dei cartoni con un irritato, "Era ora che portaste le chiappe a casa. Muoio di fame."

Apre la scatola e tira fuori un pezzo di pizza per dargli un morso, ancor prima di arrivare in cucina.

Kurt scuote la testa al vedere il suo tipico atteggiamento rozzo riguardo al cibo, e comincia a preparare la tavola. Quinn crolla su una delle sedie, grugnendo, sfilandosi gli stivali e massaggiandosi i piedi con aria assente. Santana ridacchia, con la bocca piena di pizza.

"Berry ti ha stancata?"

Quinn sbuffa, di buonumore, alzando gli occhi al cielo.  

"Credo che abbiamo percorso ogni centimetro di Manhattan."

"Non è affatto vero," protesta Rachel mentre mette forchettate d'insalata in un piatto per poi posarlo davanti a Quinn. "Semplicemente non ti sei messa delle scarpe comode."

"Non avevo capito che ne avrei avuto bisogno," ribatte Quinn.

Rachel aggrotta la fronte e la guarda preoccupata.

"Mi…mi dispiace Quinn. Ho solo pensato che sarebbe stato bello passare la giornata assieme. Non volevo stancarti."

Kurt guarda Quinn accarezzare il polso di Rachel per poi prenderla per mano.

"Ehi…non l'hai fatto. Oggi mi è piaciuto," le dice a bassa voce, e Rachel sorride immediatamente, con dolcezza, mentre stringe con affetto la mano di Quinn. Oh sì, pensa Kurt, dovrà senz'altro discutere con Rachel, più tardi. Perché sinceramente, non l'ha mai vista reagire in questo modo fin da—bè, da Finn.

Il resto della serata è sorprendentemente piacevole. Chiacchierano, sentendosi a loro agio, di cento di cose importanti e non. Kurt passa metà del tempo a guardare Rachel che guarda Quinn e l'altra metà a guardare Quinn che guarda Rachel. Quando prende la sua seconda fetta di pizza, si rende conto, stupito, che quegli sguardi non sono del tutto nuovi. Ricorda di averli visti al liceo, di tanto in tanto, ma li aveva ignorati perché si trattava di Quinn e Rachel, e il suo fratellastro si era sempre trovato in mezzo a loro.

Ora non riesce a fare a meno di notarli. Si accorge di piccole cose—come il fatto che Rachel insista perché Quinn si rilassi mentre lei mette in ordine dopo cena, o il modo in cui Quinn la tranquillizza con un semplice tocco, o come gli occhi di Rachel indugino su Quinn dopo che questa si è cambiata in paio di pantaloni da tuta e una maglietta presa in prestito, o che Quinn ricordi dettagli di cui Rachel ha parlato in passato e che tutti quanti, lui incluso, avevano dimenticato.

È quasi l'una del mattino quanto la conversazione si sposta sulle complessità degli studi di Quinn a Yale, e Santana si annoia e va a letto, ricordando loro che, "Qualcuno ha interrotto il mio sonno l'altra notte. Apprezzerei che non accadesse più."

Kurt non dura molto, dopo che lei se n'è andata. Ad essere sincero, non crede che nessuna di loro due se ne accorga quando augura loro la buonanotte.

Il mattino seguente, quando esce in punta di piedi dalla propria stanza per andare in cucina, trova Quinn e Rachel raggomitolate sul divano, profondamente addormentate. Quinn è girata per metà sulla schiena e per metà su un fianco, con un braccio attorno alla vita di Rachel. Kurt non è proprio sicuro di dove sia l'altro braccio, ed è ancor meno sicuro di volerlo sapere. Rachel è comodamente raggomitolata sopra Quinn, la bocca premuta contro la gola dell'altra ragazza e la testa posata sulla sua spalla. Lui non può fare a meno di sorridere per alcuni istanti, prima di dirigersi silenziosamente in cucina e mettere su il caffè.

Tornando in salotto, si ferma a guardarle di nuovo proprio mentre Santana esce dalla propria camera da letto. Si stropiccia gli occhi assonnati e si ferma accanto a lui, guardando con un sorrisetto ironico Rachel e Quinn avvinghiate sul divano.

"Sono adorabili," sussurra Kurt, posandosi una mano sul petto.

"Hanno bisogno di scopare, e subito," mormora Santana, a voce più alta. "Tutta questa tensione sessuale mi fa venir voglia di montare una sedia."

"Shhh," sibila lui, aggrottando la fronte, "le sveglierai. E poi, Rachel sta ancora male per Finn," dice tristemente, "e chi sa se Quinn sarebbe disposta a… lo sai," conclude, indicando le due ragazze addormentate. Fino a ieri, avrebbe potuto giurare che Quinn Fabray non era affatto attratta dalle donne.

"Oh, lo so," risponde Santana, irritata. "E sarebbe disposta senz'altro."

"Davvero?" chiede Kurt a bassa voce.

"Davvero davvero," conferma la ragazza, con un sorriso d'intesa. "E Rachel non starà male per sempre. E potrebbe avere di peggio di Quinn," ammette Santana stringendosi nelle spalle.

"Forse dovremmo convincere Quinn a farci visita più spesso," suggerisce lui dolcemente.

Santana sbuffa.

"Solo se dividerai la tua stanza con loro."

Lui incrocia le braccia sul petto, irritato.

"Hai intenzione di smettere di interrompermi quando uso il bagno?"

"No."

"Allora no."

Santana sospira e scuote la testa.

"Ti rendi conto che se Q comincia a passare più tempo qui ci sarà una persona in più con cui litigare per il bagno?"

"Rachel vi farà una tabella con i turni," sussurra Quinn, seccata, spaventandoli entrambi. "Ora smettete di parlare e andate via," ordina.

"Non devi dirmelo due volte," risponde Santana, anche se in tono più sommesso, prima di andare in cucina.

"Giuro che se la svegliate," minaccia Quinn a bassa voce—in modo molto convincente secondo Kurt, considerando il fatto che non si è mossa di un centimetro e non ha nemmeno aperto un occhio.

"Scusa," sussurra Kurt, voltandosi per andare in bagno, solo per essere fermato dalla voce di Quinn che chiama il suo nome.

"Per tua informazione," gli dice, con gli occhi ancora chiusi e il sorriso sulle labbra, "Ho intenzione di dormire qui molto più spesso."

Lui indugia per un attimo, e la vede girare la testa e affondare il naso nel capelli di Rachel. Quest'ultima sospira e sussurra il nome di Quinn mentre si stringe a lei. Sorridendo, Kurt va a dedicarsi alle sue faccende, felice di cominciare un nuovo giorno.

  
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