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Autore: Becka74    18/02/2014    7 recensioni
Era tardi, la sveglia non aveva suonato, e lei doveva partire per la casa sul lago assieme a Stefan. Il primo week-end insieme da soli. Era da tanto che non andava alla casa sul lago, da quando i suoi erano morti. Un paio di jeans oplà, una maglietta, una giacca, un filo di lucidalabbra è giù di corsa per le scale.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era tardi, la sveglia non aveva suonato, e lei doveva partire per la casa sul lago assieme a Stefan. Il primo week-end insieme da soli. Era da tanto che non andava alla casa sul lago, da quando i suoi erano morti. Un paio di jeans oplà, una maglietta, una giacca, un filo di lucidalabbra è giù di corsa per le scale.
Arrivata in cucina, Jenna stava preparando la colazione, Jeremy doveva decidere se era sveglio no, ma lei non poteva stare dietro era tardi. Un sorso di caffè e poi via di corsa, chiavi della macchina e il fuoristrada sfrecciò fino a casa Salvatore.
Il rapporto che aveva Elena con quella casa era strano, si sentiva a casa, ma a volte tremendamente a disagio, sapere tutte quelle cose sui proprietari, il suo ragazzo Stefan, i vampiri, Kathrine e poi Damon, ancora non lo aveva inquadrato non sapeva cosa pensare. Buono o cattivo?
Entrò ed nell'ingresso e nell'immenso salone salotto non c'era nessuno, lasciò la borsa sul divano e andò diritta alla scala per salire e andare verso la camera di Stefan.
Un corridoio lungo con molte porte chiuse. La curiosità era tanta, la camera di Stefan l'aveva vista, sembrava un tunnel dei ricordi, una macchina del tempo, ma c'era un'altra stanza che moriva dalla voglia di vedere, ma non osava. Tutte le volte che ci passava davanti diceva tra sé, “la prossima volta se trovo la porta aperta entro”.
Detto fatto, il destino beffardo, la porta era aperta, anzi spalancata.
Elena andò avanti,dicendo a se stessa “ è tardi sbrigati, Stefan aspetta”. Passò di corsa di fronte a quella camera, arrivata un po' dopo, ma non tanto, si fermò, si girò tornò indietro, ma la paura di essere scoperta era troppa, e tornò di nuovo verso la camera di Stefan, masi fermò un'altra volta. Sarà stata un paio di minuti ferma a pensare su cosa doveva fare “andare o non andare?”. Fece un respiro, tornò indietro, chiuse gli occhi ed entrò.
Non ci poteva credere, niente di quello che pensava, di quello che aveva immaginato in quella camera c'era. “Damon, lenzuoli di seta nera, una camera che trasudava di sesso, lussuria, doppi sensi, insomma Damon”, ma invece di tutto questo trovò un immenso letto di legno massello, noce scuro, e un arredamento essenziale, ma molto elegante tutto avvolto dalla luce del sole. Una luce così potente e calda che faceva sembrare la camera avvolta come in un sogno.
Ma le soprese non erano finite, su un comodino vicino al letto libri.
“Oddio – pensò Elena– legge, chi se lo sarebbe mai aspettato”.
La sua sorpresa fu ancora più grande quando vide i tipi di libri che erano messi ordinatamente sul comodino, “La capanna dello Zio Tom, Dr. Jekil e Mr. Hyde”, i grandi classici e lei che aveva pensato di trovare il manuale “1000modi di uccidere tra indicibili sofferenze”.
Sentì un rumore e si girò spaventata, nessuno doveva sapere della sua esplorazione.
Forse un miraggio, ma in un angolo della stanza video un bambino che giocava con un pezzo di legno e poi un piccolo uomo che leggeva nella grande poltrona tra la finestra e il letto, assorto, sereno, felice. Non capiva quello che le stava succedendo e poi guardò la finestra e vide un uomo, con un bicchiere di bourbon in mano, occhi blu profondi come il mare, jeans neri e t-shirt nera. Ma non fu l'abbigliamento a colpirla, ma la tristezza, quel velo di profonda disperazione negli occhi molto diversi da quelli che aveva visto nel giovane di prima. Ma poi fu tutto chiaro. Era Damon, aveva visto Damon nella sua vita  prima da bambino,  poi da giovane e quello che conosceva o pensava di conoscere. Girò ancora nella stanza tutto era in ordine, perfetto, c'era un buono odore e si scoprì a pensare che si sentiva bene, tranquilla a casa. La camera era bella, accogliente, famigliare e questo la spaventò.
Si accorse allora che lo aveva mal giudicato. Non era cattivo, non curante, indifferente. Facciata solo facciata, il sarcasmo, l'ironia pungente tutto nascondeva il suo grande dolore, la sua grande perdita. Passò davanti al bagno e rimase incantata dalla vasca, dai lavandini di marmo e da un profondo senso di pace che la invase. E si spaventò di nuovo.
Era come se fosse andata lì per vedere quella camera per capire quello che da fuori in apparenza era incomprensibile.
Un rumore la fece torna realla realtà: “Stefan. Oddio sono in ritardo!”
Veloce come era entrata uscì, lasciò tutto come aveva trovato, ma lei era cambiata dentro, o meglio cambiato il suo punto di vista su Damon, lo aveva visto come nessuno mai prima. Sentiva come se gli avesse toccato l'animo e lui gli avesse confidato tutti i suoi 160 e passa anni.
Arrivò in camera di Stefan e lui stava preparando la borsa, si salutarono e iniziarono ascendere. Quando ripassò di fronte a quella porta aperta, un sorriso apparve sul viso di Elena, impercettibile, Stefan non se ne accorse.
Da quel momento Elena fu consapevole che il Damon che vedeva sprezzante spavaldo, cinico, duro e disumano non era lo stesso Damon che aveva visto in quella camera.
La visita, l'esplorazione l'avevano cambiata per sempre.
Stefan tirò fuori la sua decappottabile rossa e partirono per la casa sul lago. Arrivati, i pensieri affollavano la mente di Elena, le domande, i dubbi su come una camera così bella, pacifica, rilassante e rassicurante potesse essere quella di Damon. Il Damon che aveva trasformato Vicky, il Damon che aveva ucciso Jeremy, lo stesso Damon che aveva quasi ucciso Bonnie per liberare la sua amata Kathrine. Elena si impose di non pensarci più, ma era difficile, dannatamente difficile. Gli occhi tristi di quel giovane uomo non la lasciavano un'instante. Il weekend passò. E furono due giorni belli ed intensi quelli di Elena e Stefan, ma anche di Elena e Damon.
Al lago andò tutto bene, ma Elena non riusciva a togliersi dalla mente i flash back e la camera di Damon. Per fortuna Stefan non se ne accorse di questi suoi momenti di black out. Ma qualcosa dentro Elena era cambiato, qualcosa di nuovo stava nascendo.
Ma questa è tutta un'altra storia che potremo raccontare più avanti.

  
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