Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: HellWill    19/02/2014    2 recensioni
Song-fic. La canzone a cui è ispirata è "Scared", dei Three Days Grace.
Elsa ha otto anni e si è ritrovata in balia di Pitch, che ha provocato l'incidente con Anna e che, da allora, si nutre della paura della bambina dai capelli candidi; lentamente la piccola Elsa precipita in un baratro di quella che crede pazzia... mentre in realtà altro non è che lo Spirito che manipola i suoi pensieri, li distorce, convincendola di cose irreali. Elsa perde la cognizione del tempo e tutto ciò che sa è che è sola e spaventata... anche se non vuole esserlo.
Pairing:
ELSA x PITCH (Black Queen)
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Sorpresa
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ho provato un approccio nuovo e ho scritto una song-fic. Ci sono così tante canzoni che mi fanno pensare ad Elsa e Pitch che questa, probabilmente, sarà solo la prima song-fic di una lunga serie.
La fic si intitola “Scared”, così come la canzone dei Three Days Grace a cui è ispirata.


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«I wish you never told me
I wish I never knew
I wake up screaming
It's all because of you»

Il tormento è così profondo in me da essere quasi tangibile nella penombra della mia nuova camera.
Di notte lo sento quasi strisciare, muoversi lento sul pavimento, quasi facesse scricchiolare il ghiaccio che accompagna ogni mio movimento. Quando Anna è a lezione a volte scappo da qui, perché queste pareti sono sconosciute, anche se dentro vi sono le mie cose; ritorno nella nostra stanza e odoro il cuscino di mia sorella.. non voglio dimenticare il suo odore. Quando ritorno in fretta fra queste mura, sono incredibilmente più buie rispetto a quelle che una volta erano le ‘nostre’. E ora, invece... sono solo ‘sue’. E fra le ‘mie’, allora, inizia a nevicare.
Quando vado a letto la situazione peggiora: non una stella illumina le mie notti. Mi inquieta sapere che se apro gli occhi mi ritroverò nel buio più completo, persino quando ci dovrebbe essere la luna ad illuminare la volta celeste.
Vorrei non dover mai più dormire qui, in queste pareti ostili, eppure so che qui è l’unico luogo nel quale non posso fare del male a nessuno. Vorrei che con me ci fosse Anna, ma al tempo stesso non lo vorrei.. mi manca così tanto giocare con lei e costruire Olaf, ma non voglio farle del male come l’ultima volta. Mi manca come mi svegliava quasi ogni notte perché l’unica cosa che le importava era giocare con me. Ora l’unico motivo per cui mi sveglio di notte sono gli incubi.
 
Vorrei che non me l’aveste mai detto,
«Elsa, cos’hai fatto?»
«Anna... è gelida..»
vorrei non averlo mai saputo,
«Nel tuo potere c’è anche un grande pericolo»
vorrei non aver mai scoperto di poter fare del male per disattenzione,
vorrei.. vorrei non ucciderla ogni notte nei miei sogni.
 
Mi sveglio urlando, e so che è tutto a causa tua.
 
Sono così reali queste voci nella mia testa che stanno cominciando ad assumere un corpo, una forma, ed io do’ loro del ‘tu’ anche se sono solo fantasia; eppure mi fanno paura e mi consolano, mi confortano e mi inquietano.. tutto allo stesso tempo. Mi confonde il meccanismo secondo cui quando io tento di tirarmi su, loro mi trascinano giù; la loro forma è sempre più nitida e chiara, tanto che ad un certo punto mi è parso chiaro che fosse un lui... e lui sottolinea cose che già so:
«Sei sola e spaventata».
Mi sale il magone in gola, perché io
«Non voglio essere..»
«..sola e spaventata».
Ed ogni volta che me lo dice lui trova sempre meno resistenza, odio non poter vedere Anna, odio averle fatto del male, odio me stessa. Sono un mostro, un abominio, e so che non posso fare nulla...
 
So real these voices in my head
When she comes back you won’t be
Scared and lonely
You won't be scared, you won’t be
You won't be scared and lonely
You won't be scared you won't be lonely
 
..null’altro che arrendermi.
Eppure mi conforti, tu. Sei causa e cura di ogni cosa, sei sempre qui con me e so che ci sei, ti percepisco, ti sento nella notte quando aspetti paziente che io mi svegli agitata, e mi accogli fra le tue braccia anche se ho paura... soprattutto se ho paura. Sorridi. Ridi delle mie paure di bambina. E io mi addormento di nuovo, perché non cedere alla stanchezza è impossibile: sono così stremata che anche se sono terrorizzata i miei occhi si chiudono da soli.
 
So che c’è qualcosa là fuori, penso di sentirne i movimenti.
Un bussare alla porta: mi si rizzano i capelli sulla nuca, poi mi ricordo che fuori di queste quattro mura esiste un mondo intero... ultimamente tendo a dimenticarmene.
«Elsa... vuoi costruire un pupazzo di neve?».
Non mi sono mai sentita così prima d’ora,
così in colpa,
così sporca,
così triste ed arrabbiata.
«Vattene, Anna».
Posso quasi sentire il suo cuore che si spezza, come quando le ho chiuso per la prima volta la porta di questa stanza in faccia.. ma non potevo rischiare, non voglio farle del male, non di nuovo, non ancora.
Eppure mi chiedo se le faccia più male il ghiaccio o questo assassinio con il contagocce.
 
Vorrei che non me l’aveste mai detto,
«Dovremo tenere i tuoi poteri nascosti a tutti.. anche ad Anna»
vorrei non averlo mai saputo,
«Non ricorderà che ho i poteri...?»
«È il meglio per lei»
vorrei non aver mai scoperto di poter fare del male per disattenzione,
vorrei.. vorrei non ucciderla ogni notte nei miei sogni.
 
Mi sveglio urlando, e so che è tutta colpa tua.
Sei così reale, hai persino un nome, e quando lei tornerà di nuovo a chiedermi di costruire un pupazzo di neve io sarò forse meno sola e spaventata, meno distrutta e addolorata?
 
So real these voices in my head
When she comes back you won't be
Scared and lonely
You won't be scared, you won't be
You won't be scared and lonely
You won't be scared you won't be lonely
 
È tutto a causa tua, lo so, sento i tuoi sussurri nel mio dormiveglia: tu non dormi mai, nemmeno quando io sono sveglia. Così sei alla sera e così ti ritrovo al mattino, e sono solo io a cambiare: la mia pettinatura, prima sempre impeccabile, ora scivola via in ciocche dall’acconciatura, si disfa; i miei vestiti diventano stropicciati; la mia giornata non ha più distinzione fra giorno e notte, ho solo veglia e sonno e il cibo tre volte al dì... e tu invece, sempre uguale a te stesso, con quegli occhi d’argento che mi fissano nell’oscurità e nella penombra della mia nuova stanza.
Queste pareti mi sono estranee, e vorrei solo ritornare lì, nel mio letto di fronte a quello di Anna, nella stanza che abbiamo sempre condiviso da quando è nata.
Vorrei solo che nessuno mi avesse mai detto di non avere paura: nel momento stesso in cui mi hanno nominato il terrore, ho iniziato a provarlo. E ora mi sveglio urlando, le paure nella mia testa sono diventate così reali da avere un nome, sono così reali che le posso toccare e mi abbracciano persino, e io mi sveglio ancora urlando... Vorrei solo non aver saputo...
 
Scared and lonely
You won't be scared, you won't be
You won't be scared and lonely
You won't be scared you won't be lonely
 
Sola e spaventata, sono sola e spaventata, non voglio aver paura, non voglio essere sola, eppure sono sola e spaventata. È tutto così ossessivo e ripetitivo che a volte non so se mi sono solamente immaginata tutto, se sia tutto nella mia testa: ma poi mi sveglio urlando e di fronte a me non c’è il letto di Anna, solo eterni ghiaccioli alimentati dalla mia paura.
Lei è fuori la mia porta ogni giorno, con la bambola che le ho lasciato, perché vuole giocare con sua sorella. Anna aspetta me, e io aspetto solo di non essere così sola e spaventata.
Le mie paure sono così reali... le voci nella mia testa hanno assunto un solo timbro, ed è caldo, quasi rassicurante... Hanno persino un nome, me l’ha detto quando mi sono svegliata urlando per l’ultima volta e non sapevo cosa gridare, a chi appellarmi, per avere un po’ di conforto. E lui era lì.
«Puoi chiamarmi Pitch».
   
 
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