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Autore: no_love_dark    19/02/2014    2 recensioni
E se i nostri fratelli Salvatore avessero una cugina (non di sangue) che, rimasta senza nessun'altro parente si presenta a casa loro?? bene, questo è quello che ho immaginato, in un pomeriggio piuttosto vuoto... ditemi cosa ne pensate, siate clementi, please!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
Ero seduta su quella macchina da ore, diretta a Mystic Fall, alla ricerca degli ultimi parenti che mi sono rimasti.
Appena superai il cartello di ben venuto mi resi conto di essere finita in un buco di città, nulla in confronto della mia amata Seattle, che però nell’ultimo periodo mi aveva riservato solamente dolore e sofferenza.
Dopo 5 minuti arrivai all’indirizzo che avevo trovato su internet, in corrispondenza del cognome di mio zio: Salvatore. Mi ritrovai davanti ad una villa immensa, in stile antico, molto affascinante. Parcheggiai l’auto nel giardino e mi avviai con passo deciso verso la porta d’ingresso.
Bussai ed attesi qualche istante.
-Posso aiutarti, ragazzina?
La voce era del dio greco che mi aveva appena aperto la porta: alto, muscoloso al punto giusto, capelli neri spettinati e occhi azzurri come il ghiaccio, il tutto completato da un abbigliamento interamente nero.
-Ehm, sì-, la mia sicurezza iniziava a vacillare dinnanzi a cotanta bellezza.-Sto cercando i fratelli Stefan e Damon Salvatore.
-E potrei sapere il motivo di questa tua ricerca?-, mi chiese con voce bassa e sensuale, un sopracciglio sollevato a mostrare la curiosità, senza accennare minimamente a farmi entrare.
-Sono dei miei lontani parenti acquisiti…
-Come prego?
-Mi dispiace, ma sono tenuta a dare spiegazioni solamente a loro.
-Damon! Chi è alla porta?-, sentii urlare, probabilmente dal piano superiore.
-Una ragazzina che sostiene di essere una nostra lontana parente, fratellino…-, rispose il ragazzo davanti a me, senza preoccuparsi di alzare la voce per farsi sentire da suo fratello.
-Quindi tu sei mio cugino Damon? Potevi dirlo subito!-, esclamai, rendendomi conto di avere un cugino acquisito da schianto.
-Potrei sapere il nome della mia presunta cugina, ragazzina?
Mi dava fastidio che mi chiamasse ragazzina, ma mi morsi un labbro per impedirmi di mettermi a discutere subito con lui.
In quell’istante comparve un altro ragazzo, alto quanto Damon, con i capelli castani, la mascella pronunciata  e gli occhi verdissimi.
-Tu sei nostra cugina?-, mi chiese sorpreso.
-Tu devi essere Stefan, quindi. Piacere, io sono Noa Stevenson-, mi presentai con un sorriso, stringendogli la mano.
Stefan mi stava decisamente più simpatico: aveva un aria molto più tranquilla e gentile del fratello, e mi faceva sentire molto meno in soggezione.
-Piacere mio, Noa. Prego entra, così ci spieghi come mai dovremmo essere parenti.
Entrai seguendoli nel salone enorme.
-Accomodati pure. Desideri qualcosa da bere?
Stefan era DECISAMENTE più gentile, visto che Damon si era avvicinato tranquillamente a un tavolino sul quale era appoggiato un bicchiere di liquore, sorseggiato e poi si era stravaccato su una poltrona, il tutto senza degnarmi della benché minima attenzione.
-Un bicchiere d’acqua, magari, grazie.
-Astemia?-, mi chiese Damon con tono beffardo.
-No, semplicemente non ho intenzione di ritrovarmi ubriaca di prima mattina,bevendo alcolici a stomaco vuoto.-,risposi stizzita.
Lui ghignò senza dire nulla. Nel frattempo tornò Stefan con un bicchiere di Coca.
-Mi sembrava troppo poco offrirti un bicchiere d’acqua- si giustificò.
Si sedette sul divano accanto a me. –Allora, puoi spiegarci come facciamo ad essere parenti?-, mi chiese gentile.
-Beh, il secondo marito di mia zia era un vostro lontano zio, da quanto ho saputo…
-Come hai fatto a trovarci?
-Mi aveva raccontato di avere dei parenti qui, ho cercato su internet dei residenti che si chiamassero Salvatore di cognome e vi ho trovati.
-E questo nostro zio ora dov’è?-, chiese Damon, con tono indifferente.
Mi rabbuiai all’istante. –Purtroppo è morto poco più di un mese fa…
-Mi dispiace molto, Noa-, disse Stefan tristemente, avvicinandosi a me mettendomi un braccio intorno le spalle, in un goffo tentativo di consolarmi. –Eri molto legata a lui?
-Ho vissuto con lui e mia zia da dopo la morte dei miei genitori, 7 anni fa… Vi ho cercati perché siete gli ultimi parenti che mi sono rimasti, anche se non abbiamo un legame di sangue…
-Quanti anni hai?
-17…
-E immagino che tu non abbia un posto dove stare…-, costatò Stefan. –Beh, in tal caso, vivrai qui con noi: siamo pur sempre parenti!-, decise, rivolgendomi un dolce sorriso.
-Davvero? Grazie mille!-, risposi grata, abbracciandolo di slancio.
-Devi sapere, però, che il mio caro fratellino è felicemente fidanzato: non mi farei vedere dalla sua amata Elena abbracciarlo in quel modo… se hai bisogno di coccole, io sono single, ragazzina…-, ammiccò malizioso Damon.
-Non ci provare, Damon.-, lo ammonì subito Stefan.
In tutta risposta, Damon alzò le mani in segno di resa senza perdere quel sorrisino malizioso.
-Vieni, ti aiuto a portare dentro le valige.-, mi propose Stefan.
Mentre stavo scaricando le valige dalla macchina, aiutata da Stefan, arrivò un auto. Alla sua vista il viso di Stefan si illuminò all’istante.
Dalla macchina scese una ragazza minuta dai lunghi capelli castani e gli occhi color cioccolato fuso.
-Elena!-, esclamò entusiasta Stefan.
Quindi la fidanzatina era arrivata.
-Ciao, amore-, lo salutò lei, depositando un dolce bacio sulle sue labbra.
-Vieni, voglio presentarti una persona-. La prese per mano e la portò di fronte a me. –Elena,lei è Noa, una lontana cugina mia e di Damon che è appena arrivata. Noi siamo i suoi ultimi parenti, anche se acquisiti, che le sono rimasti, quindi starà qui a vivere.
-Ciao…- la salutai timidamente.
-Sono contenta di conoscerti! Qui di sicuro non ti annoierai, anche se sarà un po’ snervante dover sopportare Damon tutto il giorno… Quindi, benvenuta a Mystic Fall!
-Grazie!
Mi sembrò subito simpatica e perfetta per uno come Stefan.
-La aiuto a portare dentro le valige e poi andiamo al Grill.
-Perché non vieni anche tu, Noa! Così ti presento agli altri ragazzi-, mi propose Elena, mentre superavamo il salone dove c’era ancora Damon.
-Elena.-, la salutò Damon. –Se volete la accompagno io tra un po’, così si sistema un po’, prima…-, propose, stupendomi.
L’idea di restare in macchina da sola con lui mi metteva un po’ d’inquietudine, però mi dichiarai subito d’accordo: avevo bisogno di una doccia.
-Allora ci vediamo là tra un po’. Fa’ come se fossi a casa tua, Noa, e non dare retta a quello che ti dice Damon. In quanto a te, fratello, comportati bene con la nostra cuginetta! A più tardi!
Salutai Stefan ed Elena e mi andai a fare subito una bella doccia.
-Damon! Che tipo di locale è questo Grill?-, gli chiesi dopo essermi asciugata e coperta con un asciugamano enorme.
Non mi preoccupai di vestirmi, anche perché se dovevo vivere con lui, si sarebbe dovuto abituare a vedermi girare per casa in mutande, cosa che avrei dovuto limitare in presenza di Stefan, se non volevo avere problemi con Elena.
Vedendomi apparire in salotto con addosso solo l’asciugamano, Damon rimase visibilmente sorpreso.
-Sei abituata a farti vedere mezza nuda da chi conosci a malapena, cuginetta?
-Tanto sei mio cugino…
-Acquisito… Potremmo avere tranquillamente una relazione…-, mi rispose sornione, avvicinandosi lentamente in modo estremamente sensuale.
-Metti a cuccia gli istinti, caro cugino. Se dobbiamo vivere insieme dovrai abituarti a vedermi girare per casa in mutande.
-La cosa non mi dispiace affatto: si da il caso che tu abbia delle gran belle gambe…
Ormai mi ero abituata alla sua presenza e non mi sentivo più in soggezione: mi sentivo a mio agio con lui e le continue provocazioni iniziavano a divertirmi.
-Parlando di cose serie… Che tipo di locale è il Grill?
-Molto informale… potresti venirci anche in mutande, se la cosa ti fa sentire più a tuo agio…
-Vada per i jeans…
Gli diedi le spalle e tornai nella mia stanza. Dovevo ancora disfare le valige, ma non me ne preoccupai. Tirai fuori solamente un paio di jeans neri stretti un po’ sgualciti e ci abbinai una canottiera rossa fuoco con delle rose nere stampate sopra ed infilai delle decolté nere scamosciate. Infine piastrai i lunghi capelli rossi, mi truccai leggermente e scesi di nuovo nel salone.
Notai che Damon si era cambiato, indossando una camicia nera con dei jeans del medesimo colore.
-Mi piace il tuo abbigliamento, mia cara pulzella…
-Da dove salta fuori “pulzella”?
-Non so, suonava bene… ora andiamo.
 
  
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