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Autore: xjelenas    19/02/2014    1 recensioni
Dite che se due persone dai caratteri freddi si avvicinano, riescono a scaldarsi?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Josh Cuthbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.VALENTINE'S DAY



Un altro San Valentino da single.
Non che le dispiacesse esserlo, ma vedere tutte le coppiette felici per le strade di certo non le metteva buon umore.
Ragazze mano nella mano con il ragazzo e chi stringeva regali in mano e rose rosse.
Ma dopotutto che senso ha tenersi per mano, amarsi, o scambiarsi regali senza farlo ogni giorno?
Quel giorno a scuola, Evie, ne avrebe visto di belle, dopotutto nell'istituto c'erano poche ragazze single (contando lei).
Ma sarebbe finito tutto presto: il concetto dell'amore lo capiscono solo un giorno all'anno se continuano in questo modo.
Ad Evie non importa più di tanto, ma vedere coppie amarsi solo perchè è San Valentino, la festa degli innamorati, le faceva un po' pena.
Bisogna amare una persona ogni giorno, ogni mattina, quando è appena sveglia, quando ti manda a fanculo, quando ti urla di andare via, bisogna amare una persona anche se è diversa da te, anche se fa la fredda, anche se rischi tutto e soprattutto bisogna amarla ogni giorno come se fosse la prima volta.
Purtroppo, a suo parere, era single proprio perchè nessuno aveva il suo stesso concetto di amore.
Sospirò mentre usciva dalla portiera della macchina per entrare nel cancello della scuola.
C'era tutto ciò che aveva temuto: rose rosse, regali a forma di cuore, baci.
Camminò fra tutte quelle coppie sentendonsi fuori luogo, guardava i loro corpi tutti vicini, era la sola ad avere le mani in tasca invece che sui fianchi di qualcuno.
Nessuno la notò, nessuno le diede peso e camminò a tesa bassa fino agli scalini interni ella scuola, guardando da quella prospettiva il grande caos davanti al cancello della scuola.
Sospirò di nuovo aspettando il suono della campanella e calciando un sassolino inesistente.
«Hey...Evie!» si sentì chiamare in lontananza.
Riconobbe la voce quindi si limitò a non alzare la testa aspettando che lei continuasse.
«Ho fatto tardi, oggi, scusami.» la figura snella ed alta della sua amica Helen le apparve da sinistra.
«Figurati.»  rispose lei, appoggiandosi al muro.
«Oggi è un tipo una giornata da suicidio.»  disse Evie, appoggiando anche la testa al muro.
«Dici così solo perchè non sei fidanzata.»
«Sbaglio o non lo sei nemmeno tu?» rispose all'amica alzando la testa.
«Sì, ma credo che tu sia solo gelosa e ti senta sola.»
Evie sbuffò e tornò a guardare tutte quelle persone lì davanti a loro.
Ai suoi occhi arrivò il profilo di un ragazzo circondato da milioni di figure femminili che stava cercando di crearsi un varco.
Lui guardò nella direzione delle due ragazze e partì spedito verso di loro: aveva notato che era un buon posto per cercare di sfuggire a tutte quelle femmine.
Intanto, Evie a braccia conserte fece un cenno nel suo verso. 
«Chi è quello?» chiese ad Helen.
«Oh, si chiama Josh. E' un ripetente. Suo padre è morto l'anno scorso e si è dovuto ritirare per questo ripete. E' un tipo misterioso, ma tutte gli vanno dietro.»
«Vedo.» rispose alzando le sopracciglia.
Ad un certo punto lo videro arrivare dagli scalini che si sitemava la giacca e posava lo zaino a terra.
I tre si guardarono per un po' senza dire nulla.
Evie non si mosse dal muro con le sue braccia conserte, Helen rimase in piedi e lui dopo un po' continuò a guardare avanti.
All'improvviso sentirono un urlo ed anche la ragazze si girarono nello stesso lato di Josh.
C'era una ragazza che stava urlando perchè il fidanzato le aveva regalato due rose rosse.
Evie roteò gli occhi alla vista della scena.
«Potrei vomitare.» disse ad Helen e al che Josh la guardò.
«Sembri Piton.» disse l'amica prendendola sul divertente.
Lei sorrise appena e la campanella suonò.
Prese lo zaino da terra e seguita da Helen e Josh si avviò in classe.
Arrivò all'armadietto e notò che quello del ragazzo era dalla parte opposta del suo, più a destra.
Helen intanto la raggiunse.
«Dovremmo essere in classe.» le disse l'amica.
«Lo so, ma avevo dimenticato il borsello nell'armadietto. Andiamo.» 
La invogliò a camminare e girarono a destra al primo 'incrocio' per arrivare nella classe di letteratura.
Le due erano sedute all'ultimo banco nella fila centrale e potevano parlare senza che il prof le vedesse.
«Devo dire che mi ha fatto strano vedere Josh.» le disse Helen, mentre lei stava scarabocchiando sul quaderno.
«Cioè, un ragazzo come lui non è fidanzato, deve essere molto strano.» 
Evie la guardò e poi tornò a scarabocchiare.
«So cosa vuoi dire.» disse Evie senza alzare lo sguardo dal quaderno e sorridendo.
Vide le gote di Helen farsi improvvisamente rosse.
«No...cioè...sì, hai capito male...» 
La ragazza sorrise vedendo l'amica in quello stato e per tutta l'ora continuò a fare strani scarabocchi e disegni senza interessarsi minimamente alla lezione.
E la seconda ora passò allo stesso modo, era San Valentino, ma dopotutto era un giorno come gli altri.
Suonata la campanella della ricreazione, mise tutto nello zaino ed andò verso il suo armadietto.
Aveva 30 minuti di ricreazione, avrebbe preso il libro che conservava nell'armadietto, mentre Helen si truccava o le parlava e lei faceva finta di ascoltarla.
Con la coda dell'occhiò si guardò dietro le spalle e vide Josh aprire il suo armadietto.
Helen la raggiunse poco dopo.
«Ancora?» le disse vedendo il libro fra le sue braccia.
Josh intanto le stava guardando.
«Avrai letto questo libro circa cento mila volte e quando rileggi le morti dei tuoi personaggi preferiti diventi depressa e ti devo sorbire per giorni.» 
Evie rise.
«Meglio di truccarsi come un pagliaccio.»
«Questa non me la dovevi, Stone.»  
La prese sottobraccio ed andarono in cortile dove erano disposti i tavoli.
Josh le aveva precedute ed era seduto al loro solito tavolo, ma le ragazze mentre parlavano non si accorsero della sua presenza, anche perchè il ragazzo era molto silenzioso.
«E comunque ti ricordo che tan...» si girarono entrambe verso il tavolino notando la figura di Josh.
Indietreggiarono, notando di aver fatto una figura di merda e cercarono con lo sguardo un'altro tavolo.
Ne trovarono uno un po' più lontano da quello del ragazzo e si sedettero.
Evie aprì il suo libro e lasciò che Helen parlasse.
«Insomma, potevamo chiedergli di sederci lì, c'erano ancora posti.» sbottò la ragazza lievemente imbronciata.
«No.» rispose secca Evie, girando una pagina.
«So che non ti piace la gente nuova, ma dopotutto prima o poi lo conoscerai!» replicò l'amica.
Evie sbuffò e continuò a leggere, mentre Helen stava dicendo qualcos'altro che lei, ovviamente, stava ignorando.

Finita la ricreazione, al suono della campanella alcuni rientrarono subito a scuola, altri (coppie) rimasero ancora fuori a sbaciucchiarsi o a tenersi per mano.
Evie strinse di più il suo libro al petto: provava più amore per i libri che per le persone.
Seguì Helen per l'entrata e fu raggiunta da Josh che si posizionò di fianco a lei nella lunga fila che c'era.
Si guardarono entrambi e poi lo sguardo del ragazzo ricadde sul libro e poi ancora su di lei.
Rientrati, Helen doveva andare in un corso diverso di quello di Evie.
«Ti lascio.» disse prendendo la borsa di fretta. «Sono molto in ritardo.»
Non le diede il tempo di rispondere che già era sparita dietro l'angolo nel corridoio.
Evie intato era entrata nella sua classe e si era seduta da sola in fondo.
Nessuno la calcaolava mai, se non Helen.
Mentre nel casino generale, tutti parlavano fra di loro, lei era l'unica a starsene appoggiata con la testa sulla mano e a giocherellare con qualcosa che trovava.
Si soffermò a pensare a Josh.
Ancora non aveva sentito la sua voce, ancora non aveva capito che tipo di ragazzo fosse e, come aveva detto Helen, prima o poi l'avrebbe conosciuto, no?
Purtroppo a lei non piaceva il contatto con nuove persone, era molto introversa e preferiva leggere piuttosto che sentirsi sola anche in una stanza affollata.
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce del bidello: «La professoressa non c'è.»
Urli e battiti di mani si levarono per tutta la classe.
Uscirono a poco a poco dalla classe tutti quanti: chi tenendosi per mano, chi parlando con qualcuno.
Lei non si mosse, appoggiò la testa sul banco: si sentiva un po' scombussolata e le faceva male la testa.
Il preside entrò per controllare l'aula.
«Oh, Stone, lei non esce insieme ai suoi compagni?»
«No.» rispose alzando la testa.
Il preside fece un mezzo sorriso.
«Beh, dopottto quando manca un professore lei rimane sempre da sola in classe.»
«Mi piace la tranquillità.»
«Aprezzo che ci siano ancora giovani che non pensano solo al casino e robe varie.»
Il sorriso di Evie accompagnò il preside finchè non uscì chiudendo la porta che si aprì nuovamente, ma stavolta non era il preside, ma bensì Josh.
La guardò e si sedette al primo banco sulla sinistra.
Cacciò una penna ed un quaderno dalla sua cartella ed inizò a scrivere.
Notando che Josh non le prestava attenzoni (come tutti dopotutto) tornò ad appoggiare la testa sul banco lasciandosi trasportare dal suo mal di testa.
Da quella posizione poteva vedere la finestra e dalla finestra poteva vedere che il giorno di San Valentino ancora non era finito.
Sbuffò e ricomincò a pensare di sentirsi davvero sola.
Apperte qualche eccezione era l'unica a non avere un 'partner' e di solito si incolpava di questa cosa per via del suo carattere chiuso ed un po' acido con le nuove persone.
«Sei ovunque.» disse una voce spezzando il filo dei suoi pensieri.
Lei alzò di scatto la testa.
Josh era ancora lì al primo banco e le dava le spalle e quella voce non sembrava riconoscerla per niente.
«Eh?» chiese sedendosi in modo eretto.
«Voglio dire che ti trovo ovunque.» disse la solita voce e capì che era quella del ragazzo, anche se le parlava senza guardarla in faccia, anzi continuava a scrivere.
Evie trovò che era meglio così: almeno non poteva vedere quanto fosse imbarazzata.
«Già.»  rispose.
E ci fu di nuovo silenzio.
«Perchè sei qui? Questa è la mia aula.»
«Non mi pare tu l'abbia comprata.»
«Non è per niente spiritoso.»
Lui sospirò.
«Volevo un po' di tranquillità, sapevo che la prof non c'era. Pensavo non ci fosse nessuno, dopotutto chi è che rimane in classe da solo quano è San Valentino?»
«Io.» rispose automaticamente Evie. «e tu.» 
Per la prima volta Josh, si girò e la fulminò con lo sguardo.
Aveva gli occhi azzurro mare, le labbra serrate e i capelli più spettinati del loro primo incontro.
«Senza che mi guardi così, sei venuto da solo qui.» 
«Chi ti dice che io non abbia una fidanzata?»
Evie prese il suo libro dallo zaino e lo aprì dove c'era il segnalibro, cercando di ricordare la riga esatta in cui si era fermata.
«Sono affari tuoi, quindi buon per te.»  
Lui non la rispose, evidentemente Evie l'aveva messo K.O.
«Comunque sono Josh.» disse sempre senza girarsi, cambiando argomento.
«Io sono Evangeline.» 
Presto Joshfinì di scrivere e seguito dallo sguardo di Evie si affacciò alla finestra.
La sua espressione sembrava tradire un'emozione di disprezzo e di tristezza.
La ragazza lo guardò e le parole di Helen le sembrarono molto sensate.
Era un bellissimo ragazzo, era molto strano che non avesse una ragazza con cui passare il giorno di San Valentino.
Continuò a guardarlo mentre lui si era spostato all'altra finestra.
«Cerchi la tua fidanzata?» disse con un tono sarcastico e portandodi nuovo gli occhi sul libro.
«Se anche fosse?»
«Spero tu la trova.»
Evangeline lo guardò, aspettandosi un'altro sguardo come risosta, ma vedendo che gli occhi di Josh erano fissi sul cortile, ritornò a leggere.
«Odio San Valentino.» disse poi la ragazza.
«Solo perchè lo passo da sola.» 
«Sarà, ma qui le coppie ricordano di amarsi solo questo giorno e mi fanno venir voglia di vomitare.»
«Su questo sono d'accordo.»
C'era ancora distanza fra i due, ma si era creato già qualcosa di diverso, non sapeva come spiegarlo, ma provava una sorta di attrazione per quel ragazzo.
«Vado.» disse infine Josh al suono della campanella.
«Ciao...Josh.» disse Evie distogliendo lo sguardo dal suo libro.
Il ragazzo arrivò alla porta e si fermò guardandola: «Ciao...Evangeline.» 
Nessun 'a dopo' nessun 'a domani', Evie aveva sperato che nel momento in cui lui si fosse fermato, le avrebbe dato appuntamento più tardi, anche solo per parlare, le sarebbe piaciuto trascorrere del tempo con lui.
Sospirò di nuovo, come stava facendo dalla mattina, e chiudendo il libro entrò in corridoio, trovandosi la lunga figura di Helen davanti alla porta.
«Ho visto Josh uscire da qui, non mi ha degnato di uno sguardo, ma sembrava sorridere. Cosa gli hai detto?»
Così Evie le raccontò la loro conversazione.
«Non credi di essere stata un po' troppo fredda ed un po' troppo sarcastica?» le disse mentre si avviavano agli armadietti.
Evangeline notò un po' di tristezza negli occhi dell'amica, evidentemente le piaceva Josh, anche se non gliel'aveva detto e sentire che Evie aveva avuto quell'occasione di stare sola con Josh, non sfruttandola, la faceva sentire triste ed un po' scoraggiata.
Helen non voleva ammettere che c'era un feeling fra i due, anche se molto sottile ed un po' diverso dai feeling normali.
«Io sono così.» ribattè guardandola.
«Lo so, ma sei sempre tutto ad ottenere tutto! Anche quando non lo vuoi, hai sempre tutto e finisci per sprecarlo o non renderti conto che la tua non curanza verso quel 'tutto' fa solo stare male le persone.» 
«Non è colpa mia.» sbottò Evie. «Credi che io abbia una bacchetta magica che mi faccia apparire tutto quello che voglio?»
«No, ma almeno cerca di apprezzare quello che hai, invece di trattarlo da merda e cerca di essere meno acida!»
«Ma tutto quello che stai dicendo è ridicolo e senza senso! Dici così solo perchè secondo te sono stata scortese con Josh, mentre tu al mio posto avresti subito cercato di instaurare un rapporto e dici così perchè lui ti piace e sei gelosa del fatto che abbiamo parlato mentre tu eri a fare una stupida lezione di matematica!»
La verità doveva far male, lo vedeva dagli occhi lucidi di Helen e dalla sua bocca semi-aperta.
Evie aveva un talento particolare nel mettere K.O. chiunque con le parole.
«E comunque non ho un interruttore con scritto 'on' o 'off' sulla mia cidità, agisco in modo improvvisato e di certo non posso cambiare il mio carattere per una persona che nemmeno conosco e per di più è acida quanto me.»
«Finisci di dire stronzate? Io gelosa? Di te? Del tempo che hai passato con Josh? Ti rendi solo ridicola.» 
«Ah sì? Io ridicola? Parla quella che stamattina stava cercando di stare dietro a Josh, ma notando che non ti si filava sei tornata da me fingendo di essere in ritardo.» 
Helen balbettò: come poteva la sua amica diventare ogni giorno più intelligente?
Aveva mentino, in fondo era gelosa di Evie e soprattutto aveva mentito sul fatto di non provare nulla per Josh.
«Sai che ti dico? Che se le cose le dici, fai più bella figura.» detto questo Evie sbattè la porta del suo armadietto e dando le spalle all'"amica" se ne andò.
Non si parlarono per tutta la mattinata, quelle poche volte che si gurdavano, giravano entrambe lo sguardo altrove.
Ora che stava perdendo anche Helen, la sua unica amica, come avrebbe fatto?
Si ripetè che sarebbe dovuta andare avanti, anche senza di lei, ma non aveva senso andare a scuola o fermarsi in cortile senza poter parlare con lei o poterle fare qualche scherzo innocente.
Le mancava già anche se avevano litigato da due ore.
L'ultima campanella della giornata scolastica suonò ed Evie, prendendo il suo zaino, uscì di fretta, aspettando il padre in macchina.
«Non posso venirti a prendere. Puoi prendere il bus.» diceva un messaggio che aveva ricevuto da poco.
Il pulman si trovava al lato opposto da dove stava lei e sarebbe partito in meno di due minuti.
Svelta prese lo zaino da terra e corse per il marciapiede, mentre piccole gocce le cadevano sulla faccia: segno che stava per venire a piovere.
Arrivò alla fermata con il fiatone, ma il pulman non c'era già più.
Affannosamente, inizò a camminare verso casa, ormai non aveva nessuno che potesse portarla fino a lì e non avendo un ombrello lasciò che la pioggia la bagnasse.
Non aveva nemmeno un giubbotto e sentiva molto freddo.
I suoi amici erano già tutti andati via: chi con il pulman, chi con i genitori, chi con il fidanzato.
All'improvviso si sentì picchiettare sulla spalla.
Un ombrello le coprì la testa ed una figura più alta e massiccia di lei si accostò al suo fianco.
«Ti trovo davvero ovunque.» 
«Meno male, altrimenti sono sicura che stavolta sarei finita peggio di una bruschetta messa nell'acqua.»
«Dove abiti?» rispose facendo un finto sorriso.
Evie gli spiegò la via e lasciò che Josh la portasse fin sotto la soglia di casa sua.
Per la durata del 'viaggio' i due non parlarono, si guardavano solo ed era strano, di nuovo c'era distanza fra i due, ma si sentivano vicini.
«Beh, grazie.» disse Evie al riparo sotto casa sua.
«Figurati.»
«Alloraa...A domani.»
«A domani.» confermò Josh, ritornando sotto la pioggia con l'ombrello.
La ragazza prima di aprire la porta con le chiavi si girò.
«Buon San Valentino.»
«Buon San Valentino anche a te, Evangeline.» rispose Josh senza nemmeno guardarla.
Ora era così, entrambi freddi, entrambi con gli stessi pensieri, ma entrambi distanti.

 

ciao, belle :)
sono tornata con questa nuova fan fiction.
non voglio che il rapporto fra Evangeline e Josh sia già troppo evidente, vorrei farlo crescere pian piano, spero condividiate la mia idea!
Qualsiasi cosa, potete chiedere e se lasciate una recensione sarebbe molto carino. :)
Arrivederci e buona giornata <3

  
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