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Autore: sapphireye    19/02/2014    1 recensioni
Avete mai pensato di scappare? Di andarvene di notte da casa vostra e non farvi più ritorno? Avete mai pensato di viaggiare, di scoprire il mondo, magari assieme all'amore della vostra vita?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faceva freddo. Tanto freddo.  Di certo avrei dovuto aspettarmelo, era Febbraio e in Alto Adige c’era almeno un metro e mezzo di neve fresca che sicuramente non mi rendeva le cose più facili. Come se non bastasse stava imperversando su di me una bufera di neve che mi oscurava completamente la vista e lo zaino teoricamente impermeabile ma praticamente bagnato che portavo in spalla sembrava pesare come un macigno. Ebbene si. Avevo finalmente deciso di abbandonare la mia vecchia e triste vita per ricominciare da capo e ora, camminavo decisa verso quello che sembrava un fienile abbandonato, in Alto Adige. 
Avevo deciso di venire qui per iniziare la mia grande fuga perché avevo sempre pensato che quella fosse la mia vera casa,l’unico posto in cui mi fossi sempre sentita al sicuro e protetta. Tutte le estati, fin da quando ero nata, io e la mia famiglia venivamo qui per un mese, perciò credevo di conoscere queste montagne come le mie tasche. Ricordo che a cinque anni, dopo aver litigato con mio fratello, ero scappata dall’albergo, rifugiandomi nei boschi, dove camminando avevo incontrato un piccolo lupacchiotto che si era messo a rincorrermi saltellando, per poi lasciarmi quando fummo arrivati in una piazzetta che confinava con il bosco. Da li ero poi tornata in albergo, dove mi aspettavano due genitori terrorizzati e un gruppetto di poliziotti insonnoliti… erano le tre di notte…
Qui avevo anche avuto il mio primo amore, Alexander,un tenero ragazzo che lo scorso anno mi aveva fatto innamorare,con i suoi capelli mossi e ramati, i grandi occhi verdi e quel suo accento leggermente tedesco che mi faceva sorridere ogni volta che parlava. Era il figlio di un contadino del sudtirol e ci eravamo conosciuti un pomeriggio durante una delle mie solite escursioni in solitudine pomeridiane nei boschi, mentre lui era in cerca di legna. Veramente era stato anche il mio ultimo amore, il primo e l’unico ragazzo che io abbia veramente amato. Poi però, dopo un mese di paradiso con lui, era arrivato un settembre scuro e triste che ci aveva separati, facendoci ritornare alle nostre rispettive vite. Decisi che sarei andata a trovarlo quando sarebbe calata la notte, per non farmi vedere. Sapevo che lui avrebbe capito, sapevo anche non mi avrebbe tradita e forse… forse mi avrebbe anche seguita…
Mi svegliai piano, con lo stomaco che mi brontolava come un cane affamato e una decina di vesciche ai piedi per cui dovetti aspettare cinque minuti prima di riuscire ad alzarmi. Guardai l’orologio: erano le quattro e mezza del pomeriggio, il che significava che ero ancora in tempo per andare da Alexander, sperando che non avesse cambiato casa. Volevo rivederlo da mesi e non vedevo l’ora di trovarmelo davanti e abbracciarlo. Infilai gli scarponi che magicamente si erano asciugati e misi in spalla lo zaino in meno di trenta secondi e come una furia corsi fuori dal capanno. Finalmente aveva smesso di nevicare e un pallido sole splendeva timidamente nel cielo, per poi riflettersi sulla neve fresca e mandare bagliori luccicanti ovunque. Quanto amavo quel posto… Presi una grossa boccata di aria pura e partii speranzosa verso la casa di Alexander.
Quando arrivai era quasi buio, il sole si era appena nascosto dietro la cima di una montagna innevata, liberando i colori caldi del tramonto. Raggiunsi correndo la casa e sbirciai attraverso le finestre, ma non vidi nessuno. Provai a bussare alla porta ma la casa era vuota. No. Non potevo partire senza nemmeno averlo salutato, non potevo e basta. Mi accasciai a terra con la schiena appoggiata sulla porta della casa, distrutta.      
<< Elizabeth? >>  Balzai in piedi, stupita.
<< Alex? >>
<< Elizabeth! >> mi girai e lo vidi arrivare correndo verso di me, i suoi occhi verdi che mi fissavano ridendo.
<< Alex!! >> gli andai incontro correndo anche io.  Ci schiantammo l’uno contro l’altro stritolandoci, le sue braccia come tenaglie attorno a me.
<< mi sei mancata Lizab… tantissimo>> mi sussurrò all’orecchio.
<< anche tu Alex, non sai quanto >> Risposi io piangendo.
 
  
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