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Autore: TheRebelInk    19/02/2014    0 recensioni
-Fermati! – urlai correndogli incontro – No! Fermo! Non lo fare! Aspetta!
Tremava come una foglia. – Lasciami in pace!
-No! Scendi per favore! Non sai quello che stai facendo!
- TU non sai quello che stai facendo! – e si alzò in piedi. Ero nel panico, disperata. Non sapevo come fermarlo e lui sembrava sempre più deciso.
- Come ti chiami? – gli chiesi.
Lui esitò poi, tra le lacrime, rispose:- Ettore.
Due vite.
Le stesse scelte.
La storia di come ognuno di noi può rialzarsi anche nei momenti più difficili.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 8
 
- Raffaele, Ettore. Ettore, Raffaele.
- Ciao – disse timidamente mio fratello porgendogli la mano. Era un bambino paffuto, con un bel po’ di pancetta e una massa disordinata di capelli castani. Non erano né ricci né mossi. È che lui sosteneva di non saper usare un pettine.
Non mi somigliava affatto, eravamo come il giorno e la notte. Ciò che più invidiavo di lui erano i suoi occhi azzurri e limpidi, a differenza dei miei, semplicemente marroni.
 – Hai un nome… strano.
- Anche tu – gli rispose Ettore sorridendo.
- Allora dovremo trovarci dei soprannomi.
Raffy aggrottò le sopracciglia. – Ok – disse guardingo.
- Quindi… in cosa sei bravo?
- Uhm.. puoi iniziare tu?
Ettore si sistemò contro i cuscini e incrociò le braccia esili dietro la testa. – Allora, mi piace la matematica…
- Zero? – propose Raffy.
- Direi di no… Adoro la saga di Harry Potter.
- Felpato? – azzardai.
Lui posò gli occhi su di me. Ero in piedi in fondo al suo letto e mi rivolse un sorrisetto complice che ricambiai.
- No, e in ogni caso avrei preferito Norberto. In effetti adoro anche i draghi – aggiunse.
- Furia-Buia? – disse Raffy. I suoi cartoni preferiti dovevano avere almeno un drago, altrimenti li considerava tristi e banali.
- Troppo… forzuto – rispose Ettore – A quanto pare non sono un tipo da soprannome.
- Raffy, andiamo? – chiese mia madre, affacciata alla porta. Mio fratello si alzò sbuffando , ci salutò e uscì.
- Tu resti qui? – mi chiese.
- Solo un altro po’. Tranquilla, torno a casa prima delle nove – risposi rivolta a mia madre. Lei chiuse piano la porta e per un po’calò il silenzio. I respiri di Ettore si mescolavano al ronzio dei neon.
Lo guardai mentre si stropicciava gli occhi e decisi che quello poteva essere comunque un buon momento:
- Ettore… senti, vorrei solo dirti grazie. Per tutto ciò che hai fatto per me.
Le pupille iniziarono a pizzicarmi mentre lui piegava la testa e mi rivolgeva uno sguardo interrogativo.
- E cosa avrei fatto io?
- Mi hai salvato la vita. Se non ti avessi sentito mi sarei buttata. Quindi tecnicamente mi hai fermata tu…
- Si, ma la stessa cosa vale anche per me, perciò grazie Bet.
- Fammi finire per favore. – Chiusi gli occhi, concentrandomi sulle parole da dire:– Grazie per avermi fatto capire che devo affrontare i miei genitori e gli amici, soprattutto Christian.
Ci fissammo ancora un po’, finché lui, sorridendo stancamente, disse:- Mi piace aiutare gli amici.
Spostai lo sguardo sulle ombre che si allungavano fuori dalla finestra. – Tu non sei né un libro di matematica, né un numero, né un personaggio di Harry Potter. Tu sei Ettore, e il tuo nome dice chi sei, non uno stupido soprannome.
Lo abbracciai per la prima volta e poi tornai a casa.
 
  
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