19/02/2014
2 recensioni
Silent shadows
L'aria satura di pollini malati e fetidi respiri gli stringeva il petto in una morsa, spezzando ogni boccata d'ossigeno. Sentiva le gocce di sudore scendergli lungo il collo e la schiena, quella cappa d'umidità creata dalle intricate piante infestanti era insostenibile, ma, non si sarebbe mai mosso dalla sua postazione nonostante le membra intorpidite protestassero a causa del lungo tempo passato in quella posizione accovacciata. Distribuì il peso da una gamba all'altra per riprendere sensibilità; ormai le tinte usate per camuffare il volto con la macchia circostante si erano seccate, creando crepe ed increspature sdrucciolevoli sul suo viso, procurandogli un prurito a dir poco fastidioso.
Amava ed odiava il suo lavoro. Le imboscate potevano essere lunghe e noiose quanto caotiche ed eccitanti.
Seguivano gli Orchi da giorni, ed ora, finalmente scovato il loro accampamento attendevano pazientemente il segnale per dare il via all’imminente attacco.
Percepiva la bramosia dei suoi compagni appostati sugli alberi e rami vicini, così densa e palpabile quasi da vederla condensarsi davanti al suo campo visivo come nebbiolina. La pioggia, smessa da poco, contribuiva ad aumentare l’afa quadruplicando gli odori presenti tra la selva.
Puzzo di carogna arrivò alle sue narici ed arricciò infastidito il naso dal profilo perfetto.
Quelle maledette creature, come osavano fare il bello e cattivo tempo nella loro foresta sperando anche di uscirne incolumi?
In un moto di stizza calò il grande cappuccio nascondendo il volto, rendendolo una maschera di chiaroscuri accesa da ferini occhi ambrati. Il disgusto aleggiava sulle labbra dell’Elfo mutando la sua espressione apparentemente inscalfibile in un ringhio trattenuto da un immancabile contegno. La muscolatura della mascella era tesa così anche le braccia forti e scolpite fasciate da un’attillata divisa, la quale, rispecchiava la natura aspra e minacciosa della foresta: il confine tra abito e mimetizzazione risultava praticamente annullato. I contorni indefiniti e confusi come le chiazze di luce che filtravano tra la vegetazione dell’oscuro e fitto bosco.
Rapidi, invisibili, letali, silenziosi come il respiro. Ti accorgevi della loro presenza solamente quando era troppo tardi. Ecco chi sono i soldati addestrati come “Cacciatori”, ben più selvaggi e pericolosi delle altezzose guardie di Gran Burrone. Gli immortali di Imladris (alteri e sereni) non possono minimamente essere paragonati ai sudditi dell’austero sovrano di Mirkwood: irascibili e predatori.
Eccolo, il tocco del picchio rosso: il segnale.
Calarono dall’alto come una sentenza di morte, falchi in picchiata accompagnati da grida e urla di guerra.
Combattenti perfetti, fecero piazza pulita in poco tempo grazie all'asimmetria delle armi la quale si sposa con il modo rapido e pulito con cui attaccano e difendono.
Archi dalle frecce irte di spine, pugnali con l’impugnatura a rovescio, rivolta verso il polso; spade dalle lame ricurve.
La razza elfica non lascia mai le cose al caso: tutto è pensato in funzione al loro modo di agire, fluido ma pieno di scatti improvvisi come una danza mortale.
La legione nemica non ebbe neanche il tempo di contrattaccare, figure indistinte, lampi nel buio sopra le loro teste.
Un ombra, il luccichio di un coltello e poi più nulla.
Posticino dedicato a me:
Brava Prophecy invece di andare avanti con le storie che hai già ne scrivi un'altra *clap clap* IDIOTA!
Ok degenero...come dicevano? "Datemi un disegno e vi scrivero una fanfic!" (?) non proprio...
Questo tizio misterioso mi intrippa un po', che dite, lo amate anche voi e lo volete in una long o lo molliamo qui persempre?
Attendo recensioni :D
_Prophecy_