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Autore: ISI    20/06/2008    6 recensioni
“Sto per sposarmi...”
Quelle tre fottutissime parole avevano rallegrato tutti.
Tutti eccetto Greg Sanders.
Sì, perché quelle tre semplici, insignificanti, misere parole non erano uscite dalle labbra di Sara, di Sofia o di chiunque altra donna della sua squadra, ma da quelle morbide e rosee dell’unica persona, in quel manicomio, che più volte era stata la protagonista assoluta delle sue fantasie erotiche e delle sue sedute di sesso solitario che, da un po’ di tempo a questa parte, si stavano facendo sin troppo assidue.

Una NickXGreg senza troppe pretese... spero che vi piaccia e vi auguro buona lettura!
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg Sanders
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Guardare, ma non toccare

 

 

“Sto per sposarmi...”

 

Quelle tre fottutissime parole avevano rallegrato tutti.

Tutti eccetto Greg Sanders.

Sì, perché quelle tre semplici, insignificanti, misere parole non erano uscite dalle labbra di Sara, di Sofia o di chiunque altra donna della sua squadra, ma da quelle morbide e rosee dell’unica persona, in quel manicomio, che più volte era stata la protagonista assoluta delle sue fantasie erotiche e delle sue sedute di sesso solitario che, da un po’ di tempo a questa parte, si stavano facendo sin troppo assidue.

 

“Sto per sposarmi...”

 

Quando Nick aveva dato il lieto annuncio -anche se, per Greg, tanto lieto non lo era stato- la sua voce aveva tremato per l’emozione e nei suoi occhi tutti avevano potuto scorgere una gioia ed una felicità inaudite che avevano reso il suo volto ancor più bello, la sua immagine, l’immagine della persona amata, ancor più dolorosa di quanto non lo fosse mai stata in passato.

Era come se Nick avesse sempre avuto, attaccato al collo, un cartello con su scritto, a caratteri cubitali: GUARDARE, MA NON TOCCARE, un divieto preciso che, per una precisa persona era diventato, giorno dopo giorno, un vero e proprio castigo, una vera e propria punizione.

E come Catullo, il grande poeta latino, era in grado, senza però capire come, di amare ed odiare nel medesimo, fulgido, istante, anche Greg si era ritrovato più volte diviso tra quei due sentimenti, così diversi eppure così simili, così dannatamente vicini l’uno all’altro da risultargli addirittura inscindibili nel loro esistere.

Vederlo, parlargli, stargli accanto e, peggio ancora, doverlo sfiorare, toccare era diventato per Greg, volendo usare un paio d’eufemismi, insopportabile, straziante: avere l’oggetto dei propri desideri a meno di un paio di metri da sé e dover tacere ogni dannatissimo sentimento, ogni dannatissima emozione, fare finta di niente, negare se stessi fino a calpestare la propria dignità.

Quante volte aveva mortificato il proprio io pronunciando il suo nome, con il solo, devastante, risultato di sentirlo ancora più lontano di quanto non fosse normalmente quando veniva da solo?

E quante volte aveva soffocato lo stesso, maledetto, nome sciogliendosi in corpi diversi da quello di Nick, l’unico in cui avrebbe mai voluto insinuarsi, venire e sentirsi vivo fino in fondo?

 

“Sto per sposarmi...”

 

Il cuore di Greg aveva perso un battito; il mondo intorno a lui s’era fermato di colpo, come congelato; un’ondata di dolore l’aveva investito con una violenza inaudita, troncandogli il respiro nel petto; in un attimo, ai suoi occhi s’era fatto tutto assurdamente buio, come se, nella sua testa si fosse verificato un enorme blackout che però, contrariamente a quanto avrebbe mai immaginato, era durato solo pochi decimi di secondo, solo pochi attimi in cui aveva dovuto fare appello a tutte le proprie forze per non lasciarsi scivolare a terra.

Con uno sforzo sovrumano, poi, aveva applaudito come avevano fatto tutti gli altri, anche se le mani avevano preso a tremargli come mai prima di allora e quando Nick aveva puntato le proprie iridi scure nelle sue, sorridendo felice, lui aveva fatto finta di non vederlo e s’era voltato verso Hodges, da poco entrato a far parte del team investigativo vero e proprio, per dirgli qualcosa.

 

“Sto per sposarmi...”

 

Una coltellata forse sarebbe stata meno dolorosa, meno nefasta; una coltellata avrebbe fatto sanguinare il corpo, non l’anima; una coltellata avrebbe ucciso il corpo, non l’anima.

Sicuramente avrebbe sofferto di meno, l’avrebbe tollerata meglio e, nella peggiore delle ipotesi, sarebbe morto dissanguato in capo ad un paio d’ore, mentre per dimenticarsi di Nick, sempre che ciò fosse possibile, non sarebbero bastate un paio d’ore, né un paio di giorni o un paio di settimane.

Forse non gli sarebbe bastata una vita.

Rassegnato si chiese perche fosse permesso agli uomini di arrivare ad amare così tanto e con così tanta perseveranza qualcosa o qualcuno; come potesse l’amore degenerare in quel modo sino a diventare la pestis ed il furor latini che avevano portato Didone, regina di Cartagine, a rivolgere la violenza estrema e liberatrice della morte contro se stessa.

Quel giorno Quel giorno Greg Sanders aveva imparato un secondo, importante significato del verbo amare, un secondo significato che nei dizionari, purtroppo o per fortuna, non veniva mai riportato, perché amare significa diventare autolesionisti, perché amare vuol dire lasciarsi divorare da un fuoco eterno e senza scampo, perché non esiste un perché che vada a giustificare quel che si prova e l’uomo , misera creaturina insignificante, confinata stretta dai e nei suoi limiti, non può far altro che subire, mentre la sua anima si disfà piano, senza far rumore, senza disturbare nessuno, fino a scomparire.

 

“Sto per sposarmi...”

 

“...Ne sono felice.”

 

Mai avrebbe pronunciato parole più false.

 

 

Fine.

 

Spero che questo mio piccolo pastrocchio che spaccio per fanfiction vi sia piaciuto e sia riuscito ad emozionarvi almeno un po’...

Vi ringrazio per avere letto e mi raccomando, recensite!

Isi.

  
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