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Autore: Hollow_Eyes    20/02/2014    1 recensioni
L'aria bollente dell'estate iniziava ad allontanarsi con le rondini verso sud, lasciando il posto ad una brezza serale che profumava di sale. Il cielo era ancora limpido, ignorava la linea viola dell'orizzonte, che annunciava il futuro arrivo del tramonto.
Settembre: il mese del mare più bello, delle ultime passeggiate al chiaro di luna, e della fine delle ferie tanto anelate durante l'inverno.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se n'era accorta quando ormai era troppo tardi.
Erano passati sei anni. Anche quella settimana era passata, così come aveva fatto quell'ultimo giorno; ma era tardi.
Non poteva fare nulla, non più.

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L'aria bollente dell'estate iniziava ad allontanarsi con le rondini verso sud, lasciando il posto ad una brezza serale che profumava di sale.Il cielo era ancora limpido, ignorava la linea viola dell'orizzonte, che annunciava il futuro arrivo del tramonto.
Settembre: il mese del mare più bello, delle ultime passeggiate al chiaro di luna, e della fine delle ferie tanto anelate durante l'inverno.
Al di là dello scalino di cemento del porto, il mare sembrava incerto del suo percorso; dondolava piano e sospirava come un vecchio stanco.

Poco prima di quello scalino c'era lui. Gli abiti bianchi lo slanciavano come un proiettile di polvere magica; sui capelli neri portava il cappello dell'uniforme, lo stemma brillava orgoglioso. Era triste, ma dietro gli occhi lucidi si celava un sorriso, il sorriso di chi ha realizzato il suo sogno, il sogno di una vita; e in effetti, quello era proprio il suo caso.
Stava abbracciando sua sorella, Elena, più attenta ai movimenti dei colleghi del fratello, che al fratello in se. Sua madre, Irene, non parlava da almeno un'ora, ma in compenso piangeva di nascosto da giorni; gli occhi rossi accarezzavano il figlio da lontano.
Il padre, Simone, tentava di fare l'uomo, ma la cosa non gli riusciva tanto bene: aveva pianto tanto quanto la madre, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
E poi c'era lei. Era seduta su una panchina, poco lontano da loro,si torturava compulsivamente le mani.
Cosa devo fare? Come devo comportarmi adesso? Lì c'è la sua famiglia, io non sono nessuno per lui, cosa cazzo ci faccio qui?! pensò, guardando per terra. 

Sentì dei passi, e vide un'ombra avvicinarsi a lei; eccolo lì..
_ Che c'è, non mi vuoi salutare?_ disse il ragazzo, sorridendole senza esserne molto convinto.
Lei aprì la  bocca come per dire qualcosa, ma le uscì solo un balbettio senza senso. Cosa poteva dirgli, alla fine? 
_ Dai, tranquilla, scherzavo! La tensione la reggi bene vedo, eh?
Rise di gusto, e si fermò a guardarla. 
Il mare alle sue spalle si rifletteva negli occhi scuri della fanciulla, il vento le scompigliava i capelli corti. Lei sapeva che doveva dire qualcosa, DOVEVA...ma cosa?! Un gabbiano urlò, scutendola dal panico.. e si lasciò andare: gli si lanciò contro il petto, affondando tra le sue spalle e tremando di nascosto. Si sentiva stringere forte da quelle braccia abbronzate, sentiva le labbra umide del ragazzo sulla sua fronte.
_ Ehi.._ le sussurrò_..tornerò presto. Te lo prometto

Il rumore delle auto oltre il porto sembrò sparire per un secondo. I gabbiani si zittirono, e il mondo si dileguò nel giro di un battito di ciglia. Chiuse gli occhi.
Un calore improvviso le invase il corpo fin dentro le ossa, scuotendola e stringendola in una morsa di scosse e pulsazioni. Un sapore di sale e di pane le si fissò istantaneamente sulle labbra; poi il mondo tornò al suo posto, specchiandosi negli occhi neri del ragazzo, che dopo un bacio la guardava con l'anima. 

_ Issare l'ancora, marinaio_ gli sussurrò lei con le guance rigate.
_ A presto, Alice..
_ A presto, Davide..

Se n'era accorta quando ormai era troppo tardi.
Erano passati sei anni. Anche quella settimana era passata, così come aveva fatto quell'ultimo giorno; ma lui sarebbe tornato.
Oh, si.. lui sarebbe tornato a casa.







Una ventata di aria gelata penetrò nei vestiti di Alice. Si morse il labbro.
La nave partì con calma, macchiando il cielo di grigio e di bianco; il mondo si svuotò. 
  
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