La porta di legno nero si aprì di scatto e una donna sula trentina entrò con passo sicuro. Jenny Paylor era una bella donna, con i capelli scuri un po’ arruffati e gli occhi luccicanti. Era molto più bassa di Plutach, ma più autoritaria e sicuramente meno agitata di lui.
-Presidentessa Jenny Paylor-
Plutach sentì la sua voce uscire goffa mentre sporgeva la mano alla donna. Lei, quasi con esitazione, gliela strinse. Era piccola e delicata in confronto alla sua, ma sicuramente meno sudata. Lui pensò che fosse molto gentile a non pulirsi il sudore sui pantaloni attillati grigi che indossava. Si accomodò su una sedia con andatura sicura, ma Plutarch notò quanto quella determinazione mascherasse la sua stanchezza: aveva ombre scure sotto gli occhi e teneva le spalle leggermente in avanti, come se potesse cadere in avanti da un momento all’altro. Lui si accomodò nell’unica sedia rimasta, davanti a lei, e poggiò le mani sul tavolo di legno che c’era nella stanza. Come al solito, lei andò dritta al punto.
-La Coin è morta, e non si sa cosa fare per l’ultima Edizione degli Hunger Games-
Si fissavano dritti negli occhi, lui sentì la pesantezza dei suoi mentre lo scrutava. Era solo una sua impressione, o la donna aveva fretta?
-Non sento di avere…-
Per un attimo la Paylor esitò e Plutarch si chiese se avesse voluto dire l’autorità. Ma sarebbe stata una cosa ridicola, soprattutto perché lei governava Panem.
-Il diritto di decidere sulla vita di quei ragazzini-
La donna si portò le mani agli occhi, se li strofinò. Plutach vide le piccole cicatrici chiare che le percorrevano le mani e le unghie leggermente mangiucchiate alle estremità. Ma per il resto, le sue mani erano perfette e impeccabile, le unghie levigate e le dita affusolate. Si mise una ciocca dietro l’orecchio e concentrò la sua attenzione su di lui.
-Tu cosa ne pensi, Plutarch? Ne sai più di me, di queste cose-
Lui sapeva che era vero, ma non poté fare a meno di chiedersi se nella sua frase non ci fosse un briciolo di accusa. Moriva dalla voglia di rispondere a tono, ma si morse la lingua, sapendo che avrebbe solo allungato il tempo che Jenny Paylor non voleva sprecare.
-Non saprei… Snow ha una nipote, Paige Kimberly…-
-Ma ci sono certi bambini-
Plutach notò come la donna sottolineò la parola bambini.
-Che hanno a malapena sei anni-
Le guance della Paylor erano diventate rosse e notò come i suoi occhi ambra stessero diventando pieni di rabbia. Lui capì al volo che pensare di uccidere dei bambini portava dei brutti precedenti, che si imitavano le persone che si erano tanto preoccupati di distruggere…
-Questa è la mia idea-
Disse fermamente Plutarch.
-E se lei non è d’accordo, si cerchi un altro stratega-
Vide l’esitazione sul volto di Jenny Paylor: tutti gli altri strateghi erano morti. E solo Plutarch aveva l’abilità di rendere gli ultimi giochi indimenticabili, com’è giusto che siano.
-Va bene-
Disse infine con aria riluttante.
-Ma si sbrighi. Abbiamo solo due anni di tempo per costruire l’arena-
La Paylor si alzò. A Plutach sembrò di scorgere un’ondata di tristezza negli occhi della donna mentre questa si voltava.
-Ah, basteranno-
Disse Plutach alzandosi a sua volta. Stava per tornare Stratega.
Ciaoo a tutti ragazzi! Come vi sembra questo capitolo? Vi prego, recensite, ditemi cosa ne pensate, persino se fa vomitare le interiora vi prego ditemelo così correggo immediatamente la mia scrittura e vedo di migliorare! Grazie mille a quelli che faranno una piccola piccola piccola recensione!
Baci
__Shadowhunters__
Baci
__Shadowhunters__