Sisu of the Finns (Tale
of a Sniper)
Man to man, soldier to soldier, dust to
dust
Call me a coward but I can’t
take it anymore
Tenth Man Down –
Nightwish
Certe
notti, quando la neve cade da un cielo nero e vuoto
e il gelo si insinua sotto le lenzuola per mordere la sua carne, sogna
sogni di
bianco e di rosso. Certe notti, i sogni diventano ricordi che puzzano
di
polvere da sparo.
Certe
notti, si sveglia con il fiato bloccato nella
gola e le labbra aperte come per gridare, anche se alla fine non grida
mai. La
sua bocca è troppo fredda e la lingua rimane intorpidita e
inutile sul palato,
e lui sente ancora la neve soffocare il suo respiro, sciogliersi piano
piano e
mischiarsi alla saliva. Il cuore batte forte e veloce contro la cassa
toracica,
come se volesse spezzare le ossa e squarciare la carne, come se volesse
fuggire
dalla prigione del suo corpo. Ma non è il cuore la cosa
importante, adesso.
Tiene
gli occhi chiusi, le palpebre serrate e dietro
di esse solo distese candide e nebulose. Rimane immobile, con le
lenzuola
morbide contro la schiena e il sudore che si raffredda veloce sulla
pelle, e
concentra la sua attenzione sul braccio sinistro – la
solidità e il peso della
carne e delle ossa, e il calore. Flette le dita e muove piano la mano
– una
volta, due, tre – solo per sentire le falangi piegarsi, per
constatare la realtà
della pelle tesa sulle nocche e
del polso e dei tendini. A quel punto, il ritmo del suo respiro si
calma un
po’.
Quando
apre gli occhi, Svezia lo sta guardando. Voi vittu.
Ѐ
sdraiata su un fianco, una guancia pallida
appoggiata sul dorso della mano e i lunghi capelli biondi che ricadono
disordinati sulle spalle magre, e in effetti non lo sta guardando, lo
sta fissando. Il
suo viso è impassibile come
sempre, ma lui la conosce: sa distinguere la tensione nella linea
severa delle
sue labbra, la stanchezza e la preoccupazione che ammorbidiscono appena
il suo
sguardo. Non gli chiede se sta bene, ma Finlandia sente che dovrebbe
dirglielo
comunque.
Eppure
le parole non ne vogliono sapere di uscire
dalla sua bocca, si fanno strada a fatica su per la gola e muoiono
sulla punta
della lingua, si infrangono contro la barriera delle labbra. Prova ad
aprire la
bocca, e poi la richiude e distoglie lo sguardo. Non può
guardarla in faccia,
non adesso – non quando si sente così dannatamente
debole.
-
Finland.
La
voce di Svezia è sempre chiara e sicura, salda
come acciaio: perfino il suo nome suona come un ordine, pronunciato da
lei.
Finlandia chiude di nuovo gli occhi. – Va tutto bene
– riesce a dire alla fine,
e la sua
voce trema, si fa strada
fuori dalle sue labbra in un mormorio strozzato che nelle sue
intenzioni doveva
essere più dolce, rassicurante. – Va tutto bene,
torna a dormire.
Si
volta su un fianco e le dà la schiena, prova a
calmarsi e a non pensare a niente e a tornare a dormire – non
ci riesce, né
pensa davvero di poterlo fare. Vittu.
Vittu. Perkele. Sta tremando, e
lei non
deve vederlo tremare.
Rimangono
un silenzio per un po’, i secondi che
scivolano via e qualcosa di freddo e duro che gli riempie sempre di
più il
petto, pesa sul cuore e si arrampica sui polmoni. Poi, sente il
frusciare delle
lenzuola e per un attimo – per un attimo sa
che lei se ne andrà,
perché lei merita un uomo forte,
un uomo che sappia proteggerla, un uomo che –
Poi
quell’attimo passa e il calore del corpo di
Svezia si mischia al suo, il suo seno piccolo e sodo che preme contro
la sua
schiena e la sua bocca contro la sua spalla. La sua mano tiepida e
morbida gli
sfiora il braccio e tasta i muscoli con i polpastrelli, dalla spalla al
gomito
fino al polso, fino a sentire il battito del suo cuore sotto due dita.
-
Ruotsi
…
- la chiama lui allora, per dirle di nuovo di non preoccuparsi, che non
ha
bisogno di aiuto. Ma la sua voce incespica tra lingua e denti e, ancora
una
volta, non riesce a dire più niente.
-
Tino – risponde Svezia mormorando contro il suo
collo e stringendo forte le dita attorno alla sua mano. Questa volta
non è un
ordine – questa volta è sta zitto e
rilassati e
è
finita, tutto in una volta. Ѐ
una promessa, è protezione.
E
anche se dovrebbe essere lui
a proteggere lei,
Finlandia
sospira e si rilassa contro il suo corpo snello e delicato,
mentre Svezia gli cinge la vita con
le braccia e
lo stringe di più a sé.
Certe
notti, con la donna che ama nel suo letto,
Finlandia smette di sognare.
NdA:
Il
titolo viene da White
Death dei Sabaton, la lyrics
citata all’inizio da Tenth
Man Down dei Nightwish. La
storia
è stata scritta per la challenge Hetalia
Challenge di Minori-chan.
Il
particolare del braccio sinistro è un riferimento
a Suomi-Neito, la personificazione “ufficiale”
della Finlandia:
http://masksoferis.wordpress.com/2009/03/07/suomi-neito/
http://bigthink.com/strange-maps/473-a-map-of-one-arm-waving-suomi-neito
Voi
vittu: imprecazione
finlandese, simile a “oh cazzo”.
Perkele:
la più nota imprecazione finlandese. Vittu
dovrebbe essere più
usato, ma perkele
è più
famoso anche a livello internazionale.
Un
interessante (e utile ;)) link sulle imprecazioni
finlandesi: http://en.wikipedia.org/wiki/Finnish_profanity
Finland:
“Finlandia”
in svedese (duh).
Ruotsi:
“Svezia”
in finlandese.
Grazie
per aver letto fin qui, spero che questa storia vi
sia piaciuta. :)