Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: NienorDur    20/02/2014    1 recensioni
-STORIA INTERROTTA (per ora eh)-
Lovino ha sempre dovuto viaggiare per l'italia a causa del lavoro dei suoi genitori, ma questa volta dovrà trasferirsi all'estero, in Spagna.
In una città dove l'italiano non sembra voler vivere, Antonio, un ragazzo spagnolo, cercherà di fargli cambiare idea. Nonostante le difficoltà, Antonio riuscirà a far piacere a Lovino il suo paese? O se tornerò in Italia alla prima occasione?
La loro amicizia si trasformerà in qualcosa di più? O si separeranno senza capire i loro sentimenti ?
-----
Rieccomi dopo un anno di silenzio con una nuova storia in una nuova sezione,
spero vi piaccia ;w;
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 1

"Lovino."


Lovino odiava questo tipo di situazioni, quelle dove non sapeva cosa fare, quelle dove l’imbarazzo prendeva il sopravvento e l’unica cosa che potevi fare era sentirti in imbarazzo mentre le guance diventavano rosse come pomodori .
 
Lovino odiava dover cambiare scuola in base al lavoro dei suoi, odiava doverli seguire nonostante a questi non interessasse dove fosse.
 
Lovino odiava doversi presentare ed essere catalogato come quello nuovo, quello strano.
 
Lui era Lovino Vargas.
 
 
Almeno una ventina di studenti lo stavano fissando, teneva la testa bassa e stringeva i pugni mentre si preparava a presentarsi.
-Yo … Yo me chia …. Me llamo Lovino. –
Era fatta, lo aveva detto, ora voleva solo andarsi a sedere. Si voltò verso il professore, era vecchio, magari sulla cinquantina portati male, gli occhiali spessi come fondi di bottiglia lo facevano somigliare a un pesce rugoso.
- Bueno, bueno  Lovino … ¿y no tiene nada más que decir?-
Lovino si morse il labbro: non aveva voglia di dire altro, prese un respiro profondo.
- Tengo dieciocho año i vengo dall’italia-
Il professore lo guardò e fece un sorrisetto, Lovino si morse ancora più forte il labbro: sapeva che avrebbe avuto difficoltà con la lingua e che questo sarebbe stato un problema.
- Bueno, bueno …. Su escritorio está a la izquierda de Antonio, a lado de la ventana. –
Lovino aveva capito giusto Antonio e ventana doveva essere finestra … forse.
Guardò con occhi confusi la classe sperando che qualcuno gli facesse un segno.
Il prof. Pescerugoso stava iniziando la lezione quando un cenno miracoloso gli indicò la strada,  il santo che lo aveva salvato da morte per imbarazzo certa era un ragazzo, vestito con una semplice camicia bianca e dei jeans, aveva le spalle grandi, probabilmente faceva sport  e a giudicare dalla sua abbronzatura anche all’aperto, i capelli mossi e mori e con le labbra carnose, ma la cosa che attirò veramente lo sguardo di Lovino furono i suoi occhi innaturalmente verdi. Il ragazzo che doveva essere Antonio gli indicò il banco vuoto alla sua sinistra.
Con sguardo basso andò a sedersi mentre i sussurri accompagnavo i suoi passi.
Si sedette e nervosamente tirò fuori l’unico quaderno che aveva e una matita, si chiese perché li avesse portati: in ogni caso non li avrebbe usati non sapendo come si scriveva spagnolo.  Iniziò a disegnare sulle pagine a quadretti, non era il massimo ma almeno aveva trovato qualcosa da fare.
Le ore di lezioni passarono lentamente, Lovino si mise a pensare a dove fossero i suoi genitori in questo momento, sul perché non lo avessero semplicemente lasciato a casa di sua nonna, ma se lo erano portato dietro nonostante non si interessassero molto alla vita del figlio. Si perse nel vuoto un paio di volte e perse la cognizione del tempo.
Lovino aveva già riempito 4 pagine di disegni quando suonò la campanella che annunciava la fine delle lezioni. Sospirò e rilassò le spalle, rimase con gli occhi chiusi per riprendersi.
-Ciao.-
Lovino aprì gli occhi un po’ spaesato: quello era italiano e qualcuno gli stava parlando.
Ormai se ne erano andati via tutti, alzò lo sguardo e vide il volto di Antonio, le labbra incurvate in un sorriso e gli occhi luminosi, era in piedi davanti al suo banco ed era incurvato su di lui. Lovino si sentì leggermente in soggezione.
-C… Ciao … -
Lovino distolse velocemente lo sguardo e iniziò a giocare con le dita e a scloccarle nervosamente.
- Io me chiamo Antonio.-
Cosa voleva dai lui? Perché gli stava parlando in italiano?  Che sia uno scherzo?
-Lovino.-
Lovino cercò fermare la conversazione iniziando a sistemare lo zaino e si alzò.
-Ehi Aspetta … -
Troppo tardi, Lovino era già corso via.
-Ma cosa vuole quello da me?-
Lovino iniziò a borbottare tra se e se mentre scendeva le scale. Trovò l’uscita dell’edificio e tirò fuori la cartina dove era segnato il suo nuovo appartamento, dove in teroia erano già stati portati i suoi bagagli.
Lovino sospirò di nuovo e si mise a camminare verso la sua nuova casa, anche se avrebbe preferito non chiamarla così.
Le strade di Madrid erano molto movimentate, il traffico e i suoni della città gli fecero tornare in mente la sua nazione natale, ma sentire che intorno a lui tutti parlavano spagnolo gli fece venire un senso di nostalgia … .
Inspirò profondamente e  iniziò a camminare a testa alta, sicuro della strana che stada percorrendo.  
O forse non tanto sicuro: dopo qualche traversa si accorse che ciò che vedeva non corrispondeva con ciò che era segnato sulla cartina. Alzò lo sguardo al cielo, limpido come uno specchio d’acqua, non c’era nemmeno una nuvola se non qualche scia di aereo.
Tornò a guardare la cartina, ma dopo pochi minuti si arrese e iniziò a chiedere indicazioni, cercando di cavarsela con l’inglese che conosceva sicuramente meglio dello spagnolo.
Iniziò a fermare persone di tutte le età ma nessuna sembrava conosce l’inglese.
Frustrato si sedette su una panchina e iniziò ad insultare tra se e se tutti i passanti e a maledire la sua sorte.
Buttò la testa indietro e chiuse gli occhi, ormai rassegnato alla sua futura vita da barbone per le strade di Madrid, “Un barbone italiano a Madrid” oppure “Studente sfigato a Madrid” tipo titoli di film comici di serie infima ma che fanno successo perché ci sono attori famosi. Rise istericamente.
- E ora cosa faccio?-
-Se non scappi di nuovo ti aiuto io-
Lovino spalancò gli occhi: conosceva della voce, ed era anche l’unica voce di cui non sapeva se era felice di sentirla o meno.
Si tirò su con la schiena e vide davanti a lui Antonio che gli porgeva una mano come per incitarlo ad alzarsi.
Lovino ignorò il gesto e si alzò.
- Ecco … io stavo cercando il mio nuovo appartamento  … e mi sono perso.-
Antonio sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.
-Capita quando si viene a vivere in una nuova città, anche io mi perdevo quando andavo in Italia da mia nonna e quelle stradine sono intricatissime!-
Antonio gli sorrise.
Lovino si promise di dargli un pugno ogni volta che sorrideva.
I due si fissarono un po’ e Lovino iniziò a chiedersi cosa volesse da lui.
- Ecco .. se mi fai vedere il foglio ti aiuto io … -
Il ragazzo gli porse la mano per ricevere il foglio e lo guardò in attesa.
Lovino evitò il suo sguardo: quegli occhi verdi erano troppo intensi e poi nessuno lo aveva mai guardato negli occhi.
- Ehm, ecco- gli porse il foglio – è questa qui in basso … -
-Ah! Siamo vicini di casa!-
Antonio gli rivolse un sorriso a trentadue denti.
Lovino si trattene dal dare un pugno a lui e uno a se stesso, insomma, tra tutti gli spagnoli possibili proprio lui doveva essere il suo vicino di casa e ora cosa si aspettava? Di organizzare serate tra amichetti a giocare alla play? Oh, nono, Lovino non ne aveva proprio voglia, preferiva stare da solo, magari andare ad un bar a prendersi una birra, ma da solo, e in ogni caso non lo avrebbe fatto dato che non aveva la minima idea di come ordinare una birra.
Antonio iniziò a camminare ma Lovino rimase fermo.
-Dai, Lovi, andiamo!-
Il ragazzo fece per prendere la sua mano ma Lovino la ritrasse di scatto, come un felino e sbarrò gli occhi.
Antonio rimase fermo e lo guardò con aria interrogativa, poi abbassò lo sguardo.
-Scusami, non avrei dovuto essere così espansivo, infondo sono comunque uno sconosciuto … -
Lovino tenne il volto basso e cominciò a camminare nella direzione che aveva preso Antonio.
-Andiamo dai, ho sonno e vorrei arrivare il prima possibile.- 









_____________

Grazie a tutti per aver letto questo primo capitolo, spero vi sia piaciuto!
Tra domani e dopodomani dovrei pubblicare il secondo capitolo, poi inizierò ad aggiornare settimanalmente e scriverò di più, prendete questi due capitoli come una sorta di presentazione ... (?)
Chiedo scusa per eventuali errori di spagnolo ma il mio è arrugginito e google traduttore non aiuta ... 
Se ci sono frasi che proprio non si capiscono fatemelo sapere ed aggiungerò la traduzione in basso!
Grazie ancora!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: NienorDur