Vegeta se ne va lasciando Bulma incinta di Trunks.
Scritta su Sparirò Luca di Risio.
Song-fic su: Luca Dirisio - Sparirò; https://www.youtube.com/watch?v=32aTFeaJuSw&ab_channel=lucadirisioVEVO.

Fuga nella notte

Vegeta socchiuse gli occhi, si rizzò in piedi e il lenzuolo gli scivolò giù dal corpo nudo lasciandolo scoperto.

Guardò Bulma al suo fianco, nel letto, la pelle chiara di lei e si mordicchiò il labbro a sangue, premendo le mani contro le tempie, cercando di regolare il respiro. "Non sono tornato solo perché era finito il carburante, come dicono i tuoi amici… Pensavo davvero di poterla gestire, ma ora che sono qui… Io non ci riesco, ti desidero troppo", i suoi muscoli erano in tensione e sentiva i nervi dolergli. Recuperò dal comodino un paio di boxer neri e li infilò, il moncherino della sua coda gli pulsava e s’intravedeva qualche ciuffetto marrone rimasto. "Ti guardo e l’Oozaru ruggisce dentro di me. Non ho mai provato un sentimento così forte", le sue iridi color ossidiana erano liquide e alcune ciocche larghe tre dita di una frangetta mora gli nascondevano parte del viso.

"Quel mollusco del tuo ex ti ha fatto soffrire, ma io ho paura che potrei farti ancor più del male. La mia è una specie selvaggia, violenta. Se ti vedessi sanguinare, se oscurassi la tua luce perfetta, angelica, con la mia ombra… Non lo sopporterei", osservava la giovane illuminata dalla luce lunare che filtrava dalla finestra: la sua pelle brillava di riflessi argentei, i capelli azzurri le incorniciavano il viso e creavano un’aureola sul cuscino, i suoi occhi erano chiusi e il suo respiro regolare risuonava nel silenzio della camera.

Vegeta riusciva a individuarne la forma del seno sotto il lenzuolo, si piegò in avanti e ispirò il profumo di lei: sapeva di mare. Si costrinse ad allontanarsi, strofinandosi la mano sul viso.

"Sto morendo, lentamente, non fai niente per provocarmi, ma ogni gesto ‘sentimentale’ o colmo d’affetto accresce solo questa mia natura selvaggio. Me ne vado come un codardo, è la prima volta che fuggo da una battaglia", camminò nella stanza, saltò degli slip decorati con un fiocchetto e un cuoricino rosso, passò oltre una camicia azzurra semi-trasparente e, raggiunta la scrivania, vi recuperò la battle suit adagiata sopra, indossandola.

"Agli occhi di tutti resterò sempre un mercenario e tuo nemico, Bulma" pensò.  Si passò la mano tra i capelli neri a fiamma, ritrovandosi nuovamente a fissare la donna assopita.

"Sparirò, neanche tu potrai ritrovarmi con la tua tecnologia, puoi contarci", si obbligò ad uscire dalla stanza e camminò lungo il corridoio. "Io finirei per ferirti, con la mia forza ti spezzerei… Maledizione, ti meriti un uomo che possa amarti più di me, possa amarti nel modo giusto". Serrò un pugno e si appoggiò alla parete, ignorando gli occhi che gli pizzicavano e digrignò i denti, dolorosamente.

"Sai così tanto di ‘donna’, di amore e di mare, tutto quello a cui non posso rinunciare, ma il nostro rapporto è impossibile. Ti voglio così tanto che potrei finire per far esplodere questo sasso".

«Dannato Kakaroth, se fossi stato ‘buono’ come te avrei potuto avere anche io una fetta di felicità su questo pianetucolo».