Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Luna Spenta    21/02/2014    0 recensioni
Laila e Jamie stanno insieme ormai dai sei anni e, lentamente, la loro passione sembra si stia trasformando in abitudine. Laila ha ancora tanta voglia di amare e sarà un ingresso misterioso nella sua vita a farle capire che è ancora possibile. La loro storia si inserisce tra colpi di scena, misteriose lettere, e ritorni da un passato sempre più presente, che rischia di compremettere anche il futuro che i due avevano sempre sognato insieme.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Se oggi è la festa degli innamorati, non mi spiego perché noi non siamo insieme, perché tu sei lontana, ed io qui da solo ad impazzire. Ti immagino con lui ed è una sensazione che se anche volessi non ti saprei spiegare, ma è brutta, credimi.
Oggi non riesco a smettere di pensarti, né di scriverti. Lettere su lettere che ho accartocciato e che ora sono nel cestino, a custodire gelosamente i segreti del profondo amore che provo per te e che non potrò mai provare per nessun'altra.
Vorrei essere con te stasera, a mettercela tutta perché tu sia felice. Vorrei ricoprirti di fiori, di cioccolatini, e soprattutto di attenzioni, perché lo so bene che il sentimento non si misura in base a quanto spendi, ma a quanto dai, ed io a te, Laila, sarei disposto a dare tutto.
La mia vita è in stand-by da un secolo, ferma al momento in cui ho capito che eri tu quella che volevo davvero, e che era tardi per fare qualunque cosa.
Posso irrompere nella tua vita, amore mio? Posso rapirti dalla tua realtà per portarti con me in un mondo nuovo, nostro, da inventare insieme?
Spero che tu abbia passato un bel San Valentino; io forse sarò un folle, ma sono sicuro che con me sarebbe stato ancora migliore. Ti amo Laila, e se tu sei felice lo sono per te, ma la tua felicità mi sta costando infinitamente.
                                                                                                                                                                                                   Io che ti ho dentro
"

L'ultima frase provocò alla ragazza una stretta allo stomaco. Neanche sapeva bene perché, ma se a quello sconosciuto stava così a cuore a lei, allora forse anche a lei avrebbe dovuto stare a cuore il dolore di lui, di cui era responsabile.
Si sentì in colpa, quasi come se avesse tradito qualcuno.
Scacciò però presto questo pensiero, del resto lei aveva passato il San Valentino col suo fidanzato, come era giusto che fosse, e non doveva nulla a questa persona misteriosa.
Certo, quelle lettere erano riuscite a farla sorridere nei momenti di difficoltà tra lei e Jamie, ma quella era stata una parentesi, ora le cose tra i due stavano tornando a posto e non poteva di certo rischiare di rovinare tutto.
Ripiegò il foglio bianco, e lo infilò nel solito cassetto, che poi chiuse a chiave.
Si spogliò, cambiò, e mise a letto.
Scrisse, in fine, la buonanotte a Jamie con un dolce sms: GRAZIE PER STASERA. HAI RESO TUTTO FANTASTICO. TI AMO
E lui subito dopo: GRAZIE A TE. SEI TU CHE SEI FANTASTICA, TI AMO ANCH'IO
Laila sorrise rannicchiandosi sotto le coperte pronta a dormire.
Intanto Jamie non era tornato a casa.
Se ne stava fuori dalla villetta che Amirah aveva preso in affitto in quei mesi, appoggiato alla sua macchina, fumando la terza sigaretta di fila, indeciso se citofonare o meno.
Le luci in casa erano tutte spente eccetto una, da cui si intravendeva ogni tanto passare l'ombra di una donna dai lunghi capelli lisci.
Era quasi l'una, probabilmente Amirah si stava preparando per mettersi a letto.
Improvvisamente anche quella luce si spense.
Il ragazzo si avventò quasi famelico sul citofono buttando a terra la sigaretta, ed istantaneamente la stessa luce di prima si riaccese, e la testa di Amirah fece capolino dalla finestra.
Lanciò un'occhiata verso Jamie e tornò dentro, poco dopo il cancello si aprì.
Lui percorse il vialetto e si trovò di fronte ad una piccola porta rossa.
Stava per poggiare l'indice sul campanello, ma la porta si aprì prima che potesse farlo ed Amirah uscì chiudendosela alle spalle.
-Chi ci fai qui?-
-Tu piuttosto, perché non sei in ospedale da Maddie? Sono stato lì e mi hanno detto che non potevo salire, ho chiesto di te e mi hanno detto che non c'eri. Ma dico, sei impazzita? Ha solo 6 anni, non puoi lasciarla da sola!-
Amirah lo guardò come se stesse dicendo delle assurdità. Cercò di contenersi e di spiegarsi con calma per quanto in quel momento avrebbe voluto cacciarlo via: la stava mettendo in dubbio come madre, lui che non aveva ancora neanche deciso se voler fare o meno il padre.
-Quando sei stato in ospedale?-
-Poco fa-
-Se fossi arrivato cinque minuti prima mi avresti trovata lì, e anche se fossi arrivato cinque minuti dopo. Ho fatto addormentare Maddie, e ho chiesto a un'infermiera di controllarla mentre io tornava a casa a prendere qualcosa per quando si sarebbe svegliata-
La donna teneva in mano un borsone, lo aprì e Jamie intravide dei fumetti e qualche peluche.
Si sentì un idiota. Lei aggiunse: -Non avevo nessuno a cui chiedere di portarle queste cose-
Ora era un idiota che si sentiva in colpa.
-Amirah io...- provò a balbettare, ma lei lo interruppe -Jamie io non ti obbligo a fare nulla, però se devo cavarmela da sola, non è giusto che tu venga a giudicare come lo faccio. Non puoi presentarti di notte a casa mia per rimproverarmi di non essere con mia figlia. Io sono con mia figlia da anni, tu stasera dov'eri?-
Stava parlando piano, non era arrabbiata, sembrava solo stanca e ferita. Aveva gli occhi lucidi, esattamente come quando sette anni prima in Egitto si erano salutati.
-Scusa- disse piano il ragazzo, mentre con un dito le asciugò una lacrima poco prima che si posasse sulle sue labbra carnose.
Amirah sospirò per trattenere le altre, che sentiva pronte a distruggere la diga di durezza che aveva costruito con tanta fatica per non piangere mai, per convincere Maddie che aveva una mamma forte, una che non aveva paura di crescerla da sola, per quanto fosse difficile.
-Devo tornare in ospedale- disse chiudendosi il paltò.
-Vengo con te-
La donna avrebbe voluto obbiettare, ma proprio mentre stava per rispondere lui le prese la mano e istintivamente lei lasciò che le loro dita si intrecciassero mentre Jamie la conduceva alla sua macchina.
Passò la notte con lei, su due scomode sedie di fronte al letto della loro bambina.
Per la prima volta Amirah non si sentì sola in quella sua lotta con la vita.
Sembravano una famiglia, e quel pensiero la rassicurò al punto che riuscì ad addormentarsi, con la testa poggiata sulla spalla forte di Jamie.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Luna Spenta