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Autore: TheHellraiser    21/02/2014    3 recensioni
Storia horror... sulle uova. Sì, volevo fare qualcosa di diverso dal solito e ho cercato di tirare fuori una storia decente dal primo oggetto che ho visto xD Spero che vi piaccia. Attenzione quando preparate una frittata, gente ~
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mezzogiorno. Silenzio. La casa era vuota e priva di qualsiasi movimento o rumore, fatta eccezione per l'esemplare di bastardino che abbaiava alla padrona addormentata. Sì, addormentata. Ora che finalmente non viveva più a casa sua, Lea non aveva più sua madre che le dicesse di alzarsi alle otto, e poteva dormire quanto voleva. Solo l'insistenza del cane, ora, prendeva il posto della voce della madre. Lea fece una smorfia, riparandosi sotto il cuscino, ma il cane balzò sul letto e cominciò a tirare il cuscino dalla parte opposta. Lea fu costretta ad alzarsi, dando un'amichevole pacca su un fianco all'animale.
-Eddai Spike... Quanto sei cattivo...- disse con un mezzo sorriso. Il cane la guardò scodinzolando. Trascinando i piedi, Lea si diresse in cucina. Doveva nutrire Spike, e anche lei aveva una certa fame. Aprì il frigorifero e ci guardò dentro, scorrendo lo sguardo fra i ripiani semivuoti. Prese una scatoletta di cibo per cani mezza piena per il cane, e optò per cucinare una frittata per sé. Quindi, tirò fuori anche la confezione di dodici uova e la posò sul ripiano della cucina. Diede la scatoletta a Spike che si mise a mangiare avidamente, e prese il libro di cucina. Se doveva essere sincera non aveva mai cucinato una frittata in vita sua, ma poteva pur sempre provarci.
-Hm... Ok, mettere le uova... Cipolla, riscaldare... Non dovrebbe essere molto difficile. Bastano due uova, quelle le ho!- disse, richiudendo il libro di cucina. Solo che, quando tastò il tavolo dietro di sé per prendere le uova, non le trovò. Guardò la superficie del tavolo, la confezione era sparita.
-Ma che... Spike!- sbottò, quando vide il bastardino con la confezione saldamente stretta fra i denti che la guardava con evidente sguardo di sfida. Si gettò su di lui, ma Spike la anticipò e si spostò di lato.
-Dannato cane! Restituiscimi subito le mie...!
Non fece in tempo a finire, che il cane, correndo, andò a sbattere contro un mobile con il muso. La confezione si aprì e tutte e dodici le uova rovinarono sul tappeto rompendosi.
-SPIKE!- sbraitò la ragazza, indicando le uova irrimediabilmente distrutte. Il cagnolino scodinzolò mestamente con fare dispiaciuto. Lea non riuscì a rimanere arrabbiata con lui. Si chinò sulle uova, notando che avevano un colore strano. L'odore che le aggredì le narici le bastò a capire perchè avessero quel colore.
-Che schifo... Sono marcite tutte...- brontolò Lea tappandosi il naso e allontanandosi. Incurante dell'odore e del colore delle uova, Spike cominciò a leccare allegramente il contenuto delle uova rotte. Lea cercò di tenerlo lontano, mentre puliva quello scempio con un foglio di Scottex che gettò nel cestino. Il cane sembrava deluso e grattò con una zampa contro il cestino.
-Stai lontano da quella merda, per favore- disse Lea al cane, prendendo una scatoletta di Simmenthal dal frigo e rassegnandosi a mangiare quella, mentre il fetore delle uova continuava a impregnare il monolocale. Spike, avendo capito che non avrebbe avuto altro cibo, preferì tornare sotto il letto e starsene lì in tranquillità. Dopo circa cinque minuti, Lea finì di mangiare e gettò la scatoletta di metallo nel cestino. Mise il cucchiaio nel lavandino, evitando di vomitare per la forte puzza di uova marce. Il cane non si sentiva più.
-Spike?- chiese Lea, cercando il cane. Dov’era finito? Lo cercò per tutto il monolocale. Non poteva di certo nascondersi in quella casa minuscola, no? Un debole abbaiare attrasse la sua attenzione.
-Ah, Spike, eccoti qua...- disse Lea con un sorriso, prima di accorgersi che c’era qualcosa che non andava. Il muso di Spike aveva qualcosa di strano, sopra. Qualcosa di verdognolo dalla consistenza appiccicaticcia. Spike mugolò, e le zampe sembrarono come cedere facendolo cadere a terra, come se non ce la facesse più a stare in piedi. Lea, preoccupata per il cane, si avvicinò a lui cercando di farlo risvegliare e allo stesso tempo cercando di togliere quella robaccia verdastra che lo stava lentamente coprendo. Ma Spike non si svegliava, e la cosa verde continuava ad espandersi, come se fosse muschio, cominciando ad invadere anche il pavimento. Lea si rialzò di scatto, schifata da quella cosa. Non appena spostò lo sguardo sul tappeto dove le uova erano cadute, non poté non notare che quella roba era comparsa anche lì. Oramai Spike era diventato poco più che una massa verdastra informe, e anche il cestino cominciava a traboccare di materia verdognola. Il tanfo di uova marce si faceva sempre più forte, quasi asfissiante.
Lea? Ciao, Lea.. Grazie per avermi liberato, si stava stretti lì dentro...
Lea si guardò intorno. Che diavolo stava succedendo? Di chi era quella voce? Inavvertitamente calpestò un po’ di quella roba verdastra, che si appiccicò sulla sua scarpa.
-Che merda! Staccati, stupida cosa!- sbottò Lea, ma appena provò a toccare quella roba sentì una bruciante sensazione sulla pelle. Una macchia verde comparve sulle sue dita, mentre il marciume aveva ormai ricoperto tutte le pareti. Le sembrava di stare nello stomaco di una grossa bestia. Ormai Lea aveva difficoltà a respirare a causa del fetore che aleggiava in casa come se fosse una cappa, e quasi le sembrava che ci fosse una nebbiolina verde che impregnava l’aria. Lea tossì, nel panico. Si guardò intorno con paura sempre più crescente, incapace di capire cosa stesse succedendo o di trovare una via d’uscita. Ormai porte e finestre erano coperte da quella roba verde. Afferrò il telefono e compose il numero delle emergenze, respirando a fatica.
-...Aiutatemi...- fu tutto ciò che riuscì a mormorare, prima che il telefono le cadesse di mano e le ginocchia le cedessero, facendola rovinare a terra. L’intera stanza era coperta di roba verde e la nebbiolina si era addensata. Istintivamente Lea si trascinò verso quel mucchio verde che era stato Spike. Con le lacrime agli occhi ci appoggiò una mano, come se sperasse di riportare fuori Spike, ma in risposta la cosa verdastra si avvinghiò sulla sua mano. Con le poche forze rimanenti Lea urlò e cercò di strappare via la mano dal mucchio ma fu inutile, anzi, la roba verde si attaccò anche sulla sua mano.
Come, non sei felice di stare qui con me? Invece io sono molto felice, e ho molta fame!
Lea urlò più forte. Chi era!? Che cosa voleva da lei!? Avendo coperto ogni superficie possibile ora la roba verde non aveva più spazio in cui andare e stava cominciando a riempire la stanza e a ricoprire Lea, bruciandole ogni centimetro di pelle che le toccasse. Lea continuò ad urlare cercando di dibattersi, ma otteneva soltanto di farsi ricoprire ancora di più da quella roba. Improvvisamente quella che un tempo doveva essere la porta di spalancò, schizzando ovunque quella roba verde e appiccicosa. Lea guardò la porta, speranzosa e ormai quasi coperta completamente dal marciume, ma le sue speranze furono presto stroncate dal vedere anche gli uomini della polizia attaccati da quella roba, ormai sempre più aggressiva e proliferante. Se non avesse mai deciso di fare quella frittata... L’ultima cosa che vide fu la roba verde che copriva completamente anche i suoi occhi, prima del buio.
***
-Dottore, che ne pensa della paziente?
-Se devo essere sincero, non so che cosa l’abbia ridotta così. Se devo fare un’ipotesi, direi che abbia avuto le allucinazioni.
-Allucinazioni? Questo spiegherebbe il suo stato. Chissà cosa ha visto. A cosa potrebbe essere dovuto?
-Abbiamo rilevato un’intossicazione da acido solfidrico, il gas che puzza di uova marce. Ma è strano, non capisco come una quantità così leggera possa averle causato queste allucinazioni.
-Non lo so nemmeno io. Può essere che abbia un fisico particolarmente sensibile.
-Mah. In ogni caso, ha bisogno di cure psicologiche. È sotto fortissimo stato di stress.
***
Verde. No, non c’era più. Niente più pareti verdi. Quelle pareti erano bianche, ora. Bianche. Lea si strinse a sé, guardandosi intorno con sguardo terrorizzato, tremando. Non l’avrebbe raggiunta. Era stata lei a liberarlo, aprendo i gusci di quelle uova. Ora era al sicuro, o almeno credeva. La porta si aprì, ed entrò un uomo. Per un attimo lo vide mentre si dibatteva in quella sostanza verdastra, divorato anche lui, ma le bastò sbattere le palpebre e l’immagine svanì. Sembrava portare del cibo.
-Ciao, Lea. Stai meglio, adesso? Ti ho portato da mangiare. Indovina cosa c’è per cena?- disse l’uomo, avvicinando un vassoio a Lea. Lea guardò il vassoio, in silenzio.
-Non vuoi indovinare? Allora te lo dirò io! Uova! Spero che ti piacciano!
Lea fissò il piatto con gli occhi sbarrati.
Ciao, Lea.Mi sei mancata.


NdA: Ok, è la fan fiction meno seria che io abbia mai scritto, ma considerando che ho avuto l'ispirazione guardando la prima cosa che ho beccato in giro.... u.u" Spero che vi piaccia ugualmente. xD
  
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