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Autore: alepeeta_    21/02/2014    1 recensioni
Jessica è una ragazza carismatica, scherzosa e brillante. O almeno questo è quello che vuole fare credere. perché dentro di se nasconde qualcosa che nessuno sa, qualcosa che le persone non riescono a scorgere perché celato. Solo una persona sarà capace di varcare il confine e penetrare nei segreti più profondi della sua anima.
-vi prego di leggerla e di dirmi che ne pensate...accetto critiche di tutti i tipi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il suono assordante della sveglia mi risuona nelle orecchie. Con un mugolio mi siedo sul letto e la spengo. Sono le 7 e 30 minuti. Oggi è il primo giorno di scuola. Così mi alzo e mi reco verso il bagno. Ho un bagno enorme e tutto per me nella mia stanza. Mi spoglio e mi infilo sotto la doccia. Amo fare la doccia al mattino. Mi da subito energia e amo la sensazione dell’acqua calda sul mio corpo. Dopo essermi lavata esco dalla doccia e mi asciugo i miei lunghi capelli rosso fiamma. Sono del tutto naturali anche se nessuno della mia famiglia ha i capelli rossi. Mia madre e mio padre sono biondi con gli occhi azzurri da buoni inglesi. Io invece sono rossa, lentigginosa e con gli occhi verde smeraldo. Esco dal bagno e mi dirigo verso la cabina armadio. Si, ho anche una cabina armadio. Godo di molti lussi. I miei genitori sono degli imprenditori. Gestiscono un hotel molto rinomato in quelle zone. Inoltre possiedono diversi terreni e degli appartamenti. Insomma posso avere tutto ciò che voglio. Ma non mi considero particolarmente viziata. Nella cabina scelgo un paio di jeans, una camicetta rosa, un paio di ballerine coloro carne con il fiocco e poi una collana, un bracciale e un paio di orecchini. Prendo la borsa della scuola e scendo in cucina a fare colazione. Una ragazza che sarebbe la sua cameriera le portò una tazza di tè e dei crostini con la marmellata. Il tè caldo la mattina le piaceva da morire e amava la marmellata con il suo profumo e il sapore dolce e buono. Poi esco  di casa e attraverso  il giardino enorme fino al cancello dove il mio autista mi aspetta. La mia  scuola è una scuola privata, molto rinomata a Londra e nei dintorni. Ci vanno  i figli di persone ricche e i geni, quelli che hanno  il massimo in tutte le materie, i secchioni per l’appunto. Arrivata davanti la scuola saluto  il mio autista e faccio il mio ingresso. La scuola è circondata da un giardino, con le panchine, una fontana al centro, le aiuole con i fiori e gli alberi. La campana ancora non è suonata perché sono tutti fuori. Sono tutti ragazzi e ragazze ben vestiti, scherzosi e abituati a divertirsi. Sono tutti uno più viziato dell’altro. E poi ci sono quelli popolari. I ragazzi più ricchi, più belli uniti in un unico e compatto gruppetto. Mi dirigo verso un gruppo di ragazze tutte in minigonna e camicette attillate.
<< Ehi dolcezza! Tutto ok?>> esclamò una di loro. Si chiama Isabelle. Il padre è un avvocato, uno dei più famosi. La madre era morta quando lei era ancora piccola. Ha una cascata di capelli biondi che le scendono in boccoli fino a metà schiena, occhi verdi grandi e seducenti, un viso perfetto da modella. La sua camicetta molto scollata le mette in mostra il suo seno grande, perfetto che molti ragazzi lì nella sua scuola guardavano come a una meta impossibile. Non proprio impossibile. Isabelle si era passata metà dei ragazzi dal primo giorno che era arrivata lì. Era la tipica ragazza stronza. E di ragazze stronze quella scuola ne traboccava.
<> dico con un sorriso.
<< Mia cara Jess non sai che è successo!>> mi dice un’altra ragazza. È Chanel. È una delle ragazze più pettegole della scuola. Sa tutto di tutti e non le sfugge niente. Questa è una caratteristica che si aggiunge al suo essere stronza ovviamente.
<< Che è successo?>> chiedo.
<< C’è un ragazzo nuovo quest’anno. Sarà nella nostra classe. È praticamente obeso!>> racconta un ‘altra ragazza Lucy.
<< E appena ha visto Isabel è rimasto a bocca aperta a fissarla. E sbavava anche! Non sai che ridere, aveva proprio una faccia da ebete! Adesso tutti lo chiamano “l’innamorato sventurato”. Perché ovviamente non potrà mai mettersi con una come Isabel.>> dice Chanel. È in credibile come la demenza domini quella scuola. Quel povero ragazzo sicuramente si sentirà imbarazzatissimo e non potrà guardarsi attorno senza che non ci sia un ragazzo pronto a prenderlo in giro. Ma evito di dire quello che penso e fingo una risata civettuola. Poi suona la campana e assieme alle ragazze entro in classe. Come immaginavo il ragazzo obeso che di nome fa Tom è stato vittima di pesanti scherzi per tutta la giornata scolastica. Lo chiamavano “palla di lardo”, gli tiravano addosso libri, cartacce, penne, gli hanno buttato in testa il contenuto del cestino dell’immondizia, lo hanno picchiato. E mentre tutti ridevano e lo sbeffeggiavano io guardavo quella scena con orrore. A volte fingevo di ridere e di provarci gusto, ma un paio di volte ho chiesto di andare in bagno perché non ce la facevo ad assistere a quello spettacolo. Mi vergogno. Provo orrore e disgusto eppure non lo difendo. Perché ho troppa paura. "vi prego di lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate. così saprò se devo o no continuare la storia e magari se ne devo modificare qualcosa. grazie"
  
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