A Desy,
Grazie.
Senza di te ed i tuoi
continui “Scrivi!” di ogni mattina,
questa storia non
avrebbe avuto inizio.
Ti voglio bene.
The Show Must Go On
#1 Previously Unexpected Call
“I’m the greatest
star!
I am by far, but no
one knows it..”
“Ma che cazz…?” Darren bestemmiò quando venne svegliato
bruscamente dal suono insistente del suo telefono, alle tre di notte.
“Chi cazzo scoccia alle tre di notte???” urlò nel silenzio della
casa, più al telefono che a sé stesso, quasi a sperare che l’apparecchio si risvegliasse
improvvisamente e iniziasse a parlare, dicendo con voce perfettamente cadenzata
“Il signor. Criss non è in casa, se vuole lasciare un messaggio…. e ora si
TOLGA DALLE PALLE!”
Ma niente. “I am the
greatest star” cantata dalla voce melodiosa di Chris continuava a suonare e
allora, sempre sbuffando, Dare decise di alzarsi.
Appena mise i piedi nudi a contatto col freddo del pavimento
rabbrividì da capo a piedi, maledicendo mentalmente il sonnambulo che lo stava
cercando e le sue ciabatte di Harry Potter sempre troppo lontane dal letto.
A tentoni, sbattendo contro i muri nel buoi della casa, raggiunse
il mobile a cassettoni su cui era poggiato il suo telefono.
Raggiungerlo fu quasi un sollievo per lui, che tuttavia non durò a
lungo.
La voce “Numero Privato” lampeggiava sullo schermo.
Seguendo quello che aveva sempre detto sua mamma, Darren non
rispose e tornò a dormire.
“Ricordati figliolo, non si risponde se non sai chi è!”
“I’m the greatest star
I am by far, but no
one knows it
If you’re gonna hear a
voice
A silver flute…”
Solo dopo cinque minuti di tranquillità il telefono cominciò a
squillare di nuovo, rompendo la calma appena
riconquistata per la seconda volta.
“Ma cazzo!” la scena si ripetè. Darren rimase incerto sul da
farsi, guardando il suo cellulare squillare, vibrare e lampeggiare, col rischio
che cadesse dal mobile.
Alla fine, più della curiosità o della voglia di rispondere, vinse
il rispetto che portava alle sue povere orecchie.
“Pronto?” disse, e avrebbe voluto aggiungere “Chi scoccia?” ma era
ancora troppo educato – o rimbambito dal sonno- per farlo.
“Salve! Parlo con Darren Criss? Mr. Criss? Mi sente?” la voce che
uscì dall’ apparecchio lo assordò. Era acuta, femminile e… italiana. Questo era
poco ma sicuro, e per quanto Dare
fosse addormentato, l’aveva capito.
“Buongiorno… ehi, ma lo sa che ore sono?” chiese l’attore,
cercando di concentrarsi e fare mente
locale.
“Si, certo, è.. l’una di pomeriggio!” la voce femminile gli
rispose sicura. Darren quasi si dispiacque di dover distruggere le sue
convinzioni “Ehmmm no, qui sono le tre di notte” .
La voce iniziò immediatamente a scusarsi, una sfilza di “Oh mio
dio! Mi scusi, mi scusi” uno più acuto dell’altro. Le orecchie di Darren
stavano tentando il suicidio, imploravano disperatamente l’attore di tornare a
sentire la soave voce di Chris- era meglio di quello strazio. Tutto era meglio
di quello strazio-
“Davvero non è necessario… non so neanche chi è…” tentava di
smorzare il colpo il ragazzo.
“La lascio dormire, la richiamo dopo!” e così dicendo, la voce riattaccò.
Darren rimase col telefono in mano, il tu-tu della segreteria e un’unica
domanda in testa: chi diamine era quella squilibrata?
Quando si alzò, alle 10- con calma, perché quel giorno non avrebbe
lavorato- si sentiva leggermente
sottosopra, soprattutto per quella telefonata.
Darren era sempre stato un tipo mattiniero e vitale anche alle
cinque del mattino, cosa che succedeva spesso quando girava Glee. Ma Glee era
ormai finito, da ben 10 anni!, e lui era stato impegnati in centinaia di
migliaia di progetti. Non aveva neanche avuto il tempo di pensarci, allo show.
Ma se lui era mattiniero, gli altri sembravano degli orsi appena
usciti dal letargo, perfino Chris. Soprattutto Chris. Se lo avessi svegliato
durante il suo sonno di bellezza, il soprano ti sarebbe venuto a cercare con i
suoi sai.
Chris… da quanto tempo non sentivaa né lui né gli altri ragazzi? Era
successo proprio quello che lui aveva sempre temuto: con la fine dello show, l’aveva
perso di vista.
Darren ci riflettè sopra, mentre faceva colazione e prendeva il
primo caffè della giornata, al quale avrebbero fatto seguito molti altri. Ecco perché
era sempre così schizzato!
Dopo essersi lavato ed aver deciso
di lasciar crescere un po’ la barba, perché non aveva voglia di radersi,
Darren si ritrovò a fissare il suo cellulare.
Doveva chiamarlo? Avrebbe dovuto farlo? Magari potevano organizzare
una rimpatriata…
“I’m the greatest star!”
Il telefono prese vita improvvisamente. Sembrava essere posseduto!
Il solito “Numero privato” ricomparve, e lui non esitò a
rispondere. Voleva vederci chiaro in quella faccenda.
“Pronto” la voce all’altro capo era diversa. Più marcata, e
decisa. “Buongiorno, signor Criss. Mi presento, sono Vittoria. Ho ragione di
credere che stanotte, la mia collega l’abbia chiamata. Le presento le mie più
sincere scuse. Vorremmo proporle un progetto”
Si… era decisamente più professionale! L’altra sembrava più una
fangirl impazzita.
“Sicuro.. ehm, vuole parlare col mio agente o ora?” chiese Darren “Ora.
Se ci fa entrare, signor Criss” rispose la voce che ora collocava come
Vittoria, molto pacatamente rispetto alle parole che aveva pronunciato.
“Farvi entrare?” Darren era sbigottito “E.. dove sareste voi
precisamente?” il sorriso nella voce della donna si percepiva chiaramente anche al telefono mentre ribatteva “Sotto casa
sua, signor Criss!”
“Signor Criss, ha una casa bellissima, davvero!” osservò Vittoria “Grazie,
Vittoria.. ma chiamami Darren. A cosa devo l’onore di questa visita? All’inizio
non avevo capito chi voi due foste, ma quando vi ho visto vi ho riconosciuto
immediatamente. Siete due imprenditrici molto famose anche qui in America,
sapete? È un bene che le vostre idee siano arrivate fin qui” si complimentò l’attore
con le due donne.
“Grazie signor… Darren” intervenne la ragazza chiamata Beatrice,
visibilmente emozionata “Wow, non riesco a credere di essere davvero qui! Continui
tu per me, Vicky?” disse poi, decidendo di cedere il passo all’amica, per poter
continuare ad ammirare l’attore seduto davanti a lei.
“Cos’hai?” le chiese Dare confuso “Ah, non si preoccupi”
intervenne colei che d’ora in poi – per comodità- chiameremo Vicky “Normale
reazione di sclero, vero Bea?” l’amica le fece un cenno affermativo, troppo
sconvolta per anche solo pensare di aprire bocca.
“Siamo qui per farle una proposta, Darren..”
“Ah, potevate dirlo subito!” esclamò il ragazzo riccioluto dopo
che le due – solo Vicky, Bea era ancora persa- gli ebbero spiegato la loro idea
“Era da tanto che volevo rivedere i ragazzi! E poi tranquille, non sto lavorando
al momento, quindi potrei venire con voi a cercare gli altri membri del cast..
che ne dite?” propose il ragazzo, sorridendo al solo pensiero di rivedere i suoi vecchi compagni di set.
Darren era fatto così, passava da un eccesso all’altro. Se fino a
poco più di un’ora prima non era neanche sfiorato dall’idea di girare mezzi USA
per ritrovare tutti i suoi vecchi amici dei tempi di Glee, ora quella stessa
idea lo faceva saltellare allegramente nel suo salotto.
“È un si?” Bea sembrava sull’orlo di una crisi isterica, non si capiva
se stesse per scoppiare a ridere o a piangere. “È un si!” confermò Darren e la ragazza gli si tuffò tra le braccia,
contenta.
Darren guardò Vicky terrorizzato dall’improvvisa dimostrazione di
affetto della collega, e la ragazza sbuffò, prendendo l’amica per le spalle e
staccandola letteralmente dall’attore.
“Professionalità, Bea” le ricordò “Non perché il suo personaggio è
il tuo preferito di Glee tu devi stargli attaccata come una cozza!” la ragazza
si calmò e abbassò gli occhi col aria contrita, e Darren intenerito l’abbracciò.
“Se io sono il suo… il tuo chi è?” chiese poi, staccandosi, a
Vicky “Chris, Lea e .. Cory” rispose la ragazza, elencandoli sulle dita, e
rabbuiandosi all’ultimo.
Anche gli altri due ragazzi tacquero un attimo, poi Darren fece
una cosa che Beatrice aveva sempre adorato.
Alzò il pugno, dando un piccolo colpetto all’aria, e la ragazza
sorrise mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, come succedeva
puntualmente da quando lui l’aveva fatto durante l’intervista da Conan per la prima
volta.
Lui gliele asciugò con i pollici e poi sorrise. Per stemperare l’atmosfera,
diventata così cupa, si aprì in un gran sorriso e urlò “Lea è a New York!”
Le due amiche si guardarono, poi Vicky rispose con fare sognante “Lo
sappiamo”. Grata per il cambio di argomento, la ragazza condivise un’altra
informazione importantissima “Jonathan è con lei. Stanno lavorando insieme in
teatro”.
“Chris è a Denver” aggiunse ancora Dare, gli occhi grandi per la
soddisfazione di esserselo ricordato “Gli altri non so” aggiunse, quasi a
scusarsi, con una scrollata di spalle.
Le due amiche si guardarono
“Sottovaluti il potere di internet” disse Bea, una luce pericolosa negli occhi.
“E queel odi due imprenditrici pronte a tutto!” La stessa
scintilla si stava accendendo in quelli di Vicky. Darren non sapeva spiegarsi
il perché, ma aveva paura di quello sguardo.
A prescindere.
Le due si girarono verso di lui, la luce folle negli occhi.
“Oh, no” si lamentò “ È in
arrivo una crisi di fangirlismo!”
Angolo dell’autrice:
Si lo ammetto, sono pazza: con questa ho tre fanfiction in corso,
più occasionali one- shot che vanno e vengono. Non vi voglio svelare tutti i
particolari subito, non sapete niente neanche del piano delle due… vi terrò
in sospeso per un po’.. muahahahahaha
(Desy dice che non dovrei traumatizzarvi. Ops! Troppo tardi) dove ero rimasta? Ah,
si: grazie a chi recensirà! Ma soprattutto grazie a Desy per farmi scrivere e a
Camilla, perché ogni volta che parlo con lei tutte le trame diventano più
chiare e comprensibili perfino per me che le scrivo.
Xoxo Bea.
P.S. Il rating è arancione, così mi sento obbligata ad inserire
ogni tanto scene un po’.. spinte J