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Autore: RomeoEGiulietta    21/02/2014    3 recensioni
Sara, una timida e dolce ragazza, e Vittorio cresciuto con la passione per le moto.
Un incontro fatale che potrebbe farvi brillare gli occhi.
Un incontro avvenuto grazie ad una stupida superstizione.
...
Nuova storia scritta da me, leggete!! Spero che vi piaccia.
Baci :*
^.^
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A volte una stupida superstizione può condizionare le tue scelte, e le scelte ti cambiano la vita.
Ad esempio la stupida superstizione sui gatti neri può portarti ad incontrare una persona speciale con cui normalmente non avresti scambiato neanche una parola.
A me è successo.
Stavo tornando da scuola e, come sempre ero immersa nei miei pensieri con le cuffie nelle orecchie che riproducevano la mia canzone preferita.
Io sono sempre rinchiusa nel mio mondo, spesso non lo faccio neanche a posta, passo dal vedere un gabbiano che vola fino a pensare a come sarebbe volare o avere dei poteri per farlo.
Il fatto è che la mia vita non è mai stata nulla di che e, di conseguenza, io cerco sempre qualcosa in cui immedesimarmi e immaginare.
Stavo percorrendo una stradina che portava a casa mia quando, poco lontano da me vidi un gatto nero fermo in mezzo alla strada.
Normalmente io non credo alle superstizioni e detesto chi lo fa ma, in quel momento, senza sapere perché, mi gettai sul lato destro (spazio in cui il gatto ancora doveva entrare) e feci per superarlo. 
Ero così concentrata sul gatto che non mi accorsi del ragazzo poggiato alla motocicletta sul lato destro. 
Con la mia solita goffaggine gli finii addosso ed entrambi cademmo a terra. 
"scusa, scusa, scusa" iniziai a ripetere " non ti avevo visto, mi dispiace. Stavo camminando ed ero distratta e non ti ho visto, mi dispiace tanto, scusa" 
Il mio più grande difetto? Quando sono nervosa inizio a parlare a raffica e nessuno sa più come fermarmi.
Perciò, mentre esibivo le mie scuse con voce tremante e frettolosa,mi rialzai dal petto del ragazzo e rimasi inginocchiata al suo fianco per vedere se si era fatto qualcosa. 
Aspettavo di sentirlo urlare e dirmi di togliermi da mezzo e, invece, quando alzai lo sguardo, mi ritrovai a guardare un volto sorridente.
"non mi sono fatto nulla, non preoccuparti" sorrise il ragazzo " tu invece ti sei fatta male?" 
" no, no, sto bene" risposi balbettando per l'imbarazzo" il tuo petto ha attutito la mia caduta" 
"per fortuna, allora. Mi sarebbe dispiaciuto se ti fossi fatta male" disse come se fosse la cosa più normale al mondo" mi chiamo Vittorio" aggiunse poi allungando la mano verso di me"
"Sara" risposi ricambiando timidamente la stretta
"come mai mi sei finita addosso, Sara?" chiese poi aggrottando le sopracciglia 
"Io beh.. Ho visto quel gatto nero e.. Io non sono superstiziosa.. Anzi il contrario.. Ma oggi.. Mi dispiace.. Non era mia intenzione" più le parole uscivano dalla mia bocca più arrossivo dall'imbarazzo.
Sentii il ragazzo ridere e, all'improvviso, mi resi conto con chi stavo parlando.
Avevo visto spesso quel ragazzo in quella stradina, faceva il meccanico e spesso veniva a lavorare ad una moto in uno di quei garage che si trovavano sulla strada.
Ogni volta che passavo di li i miei occhi erano attratti da lui. 
Era un ragazzo stupendo, capelli nero pece, carnagione pallida e occhi azzurro ghiaccio.
Ma forse il motivo per cui mi sentivo attratta e allo stesso tempo intimorita da lui era quella sua aria un po' ribelle. Indossava giubboni di pelle, guidava una moto molto,costosa e i muscoli sviluppati si potevano intravedere benissimo dalle maglie aderenti che indossava.
Lo avevo sempre considerato un gran play boy e non ero mai stata capace di rivolgergli la parola. 
All'improvviso mi resi conto che aveva smetto di ridere e che mi fissava mentre io ero intenta a perdermi nei miei pensieri.
"ti vedo spesso da queste parti" disse cercando il mio sguardo " passi di qui sempre all'ora di pranzo, nel primo pomeriggio e prima di sera"
Mi aveva già vista e conosceva i miei orari! Alle sue parole il mio cuore prese a battere forte e, prima che me ne rendessi conto mi ritrovai a parlare.
"anche io ti vedo spesso, lavori sempre in quel garage" dissi poi, se era possibile, arrossii ancora di più 
"lavoro ad una moto" mi informò sorridendo per il mio imbarazzo "mi piace costruirla da me" 
"forte" risposi annuendo 
Lui continuava a fissarmi mentre io guardavo le mie mani intrecciate in grembo.
Non ci eravamo neanche alzati da terra e stavamo parlando l'uno seduto di fronte all'altro.
Avevo appena alzato lo sguardo per fissarlo negli occhi quando sentii qualcosa sfiorarmi la gamba e saltai dallo spavento.
Era il gattino nero che avevo evitato prima. Stava facendo le fusa contro la mia gamba mentre i suoi meravigliosi occhi gialli fissavano me e Vittorio.
"che dolce" esclamai accarezzandogli il pelo morbido
" non so come si chiami" disse Vittorio sempre sorridendo "gironzola sempre da queste parti senza un padrone"
Quel gatto era così bello! Com'era possibile che non avesse un padrone?!
"Lo prenderei io ma purtroppo ho già un cane, e mia madre mi ammazzerebbe se portassi un gatto casa" commentai tristemente accarezzando il gattino "Se potessi lo terrei sempre con me"
"Allora lo prendo io" rispose Vittorio sorprendendomi " così avrò una scusa per vederti tutti i giorni, e inoltre questo gatto avrà un padrone. Ma soprattutto per vederti" aggiunse sorridendomi dolcemente 
"Lo faresti sul serio? Per vedermi?" chiesi abbassando lo sguardo dall'imbarazzo 
"Ti osservo da un po', ora è il momento di agire" rispose lui accarezzando il gatto steso sulle mie gambe " quindi si"
"Grazie" sorrisi e arrossi senza guardarlo "Ora ci vuole solo un nome"
"Io lo chiamerei destino" disse afferrandomi il mento costringendomi a guardarlo negli occhi "è grazie a lui che ho trovato il coraggio di parlarti" 
E così ho trovato la persona più importante della mia vita, grazie al tempo e grazie a Destino. È stato grazie a lui che ho conosciuto meglio Vittorio e, sempre grazie a lui ho smesso di rifugiarmi nelle fantasie per lasciarmi andare ai ricordi.
  
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