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Autore: Hi Fis    21/02/2014    3 recensioni
Documento originale conservato presso la Biblioteca Imperiale, donato durante il regno di sua maestà, Imp. Alorius Mede, 4E anno 3XX.
Prefazione a cura di Lady Serana Volkihar, magister del nobile Collegio di Magia e Stregoneria Di Winterhold. Prima Edizione stampata col consenso magnanimo di sua maestà, Imp. Alorius Mede, 4E anno 3XX. Gli dei conservino.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel nome dei nove Dei e delle oscure forze dell'Oblivion, Io, Lady Serana Volkihar, testimonio solennemente come questo documento sia la copia fedele e integra del suo originale, senza modifiche o alterazioni nella forma. Restaurato sotto il benevole patrocinio di Ansei Seren Canta Spada, Arcimago del nobile Collegio di Magia e Stregoneria Di Winterhold, possa questo scritto essere d'insegnamento.
 
"Cronache Licantropiche" è ad oggi un documento unico nel suo genere e la sua importanza non può essere messa in discussione, poiché esso fa luce laddove prima c'era solo ignoranza: proprio per questo, sono stati compiuti numerosi sforzi per identificarne con certezza le origini. In ultima analisi, determinare l'identità dell'autore, che si presenta semplicemente come "... uomo del Nord ed erudito", si è rivelato purtroppo impossibile: il confronto con manoscritti e libri occulti affini a questo, come il cruentissimo "Fisicità dei Licantropi" di Reman Crex o l'ingenuo "Leggende Licantropiche di Skyrim" di Lentulus Inventius non ha prodotto nessuna corrispondenza, rendendo "Cronache Licantropiche" o l'unico testo mai scritto dall'autore o un'abile esercizio di mimesi stilistica, volto a conservare l'anonimato dalla posterità. Dopo attente considerazioni, la sottoscritta e Radice che Danza, bibliotecaria anziana del Collegio di Winterhold, dove il manoscritto originale è stato fisicamente rinvenuto per la prima volta (cfr. Commentari delle Cronache Licantropiche), propendiamo per la seconda fra le due interpretazioni possibili: la presenza e l'uso appropriato di termini specialistici, e la natura peculiare dello studio, indicano una persona che difficilmente avrebbe potuto limitarsi a questo documento come unica memoria di sé.
Datare il documento è invece più semplice: sussistono al suo interno diversi indizi e tracce che ne fanno risalire la stesura originale ai turbolenti primi decenni del secondo secolo della quarta Era, rendendolo contemporaneo, o immediatamente successivo, alla visita del Dovahkiin a Nirn e alla Seconda Grande Guerra Elfica (ancora, cfr. Commentari delle Cronache Licantropiche). Nel periodo quindi in cui Arcimago in carica del Collegio di Winterhold fu Onmund Lancia di Ghiaccio, amico personale del Dovahkiin e che da lui venne scelto per succedergli nella carica di rettore del Collegio. Per quanto l'Arcimago Onmund si qualifichi certamente come "...uomo del Nord ed erudito", non va dimenticato come sotto la sua direzione venne promossa e incoraggiata la raccolta di volumi mistici da tutta Tamriel, specie da Skyrim, per meglio preservare e diffondere la nobile scienza della magia: ed è in questa iniziativa che va ricercato l'ingresso del manoscritto negli archivi del Collegio di Winterhold. È inoltre estremamente difficile, se non impossibile, che un divulgatore prolifico e rispettato come l'Arcimago Onmund Lancia di Ghiaccio possa aver abiurato un testo come "Cronache Licantropiche" che, ancora a distanza di un secolo, rende giustamente onore al suo autore, chiunque esso sia. Molte sono le caratteristiche peculiari di ciò che vi apprestate a leggere: l'argomento trattato ne è solo una fra molte.

***

Il mio nome non ha importanza: consideratemi semplicemente un uomo del Nord ed erudito. Un cronachista se volete, giacché il sapere contenuto in questo manoscritto è un dono che non mi appartiene, ma che mi è stato dato liberamente, in nome di una vera amicizia fra un uomo ed un licantropo. Affido queste conoscenze alla parola scritta, per onorare il legame che mi ha reso un uomo certamente più felice e spero, più saggio.
 
Capitolo 1.
 
L'amicizia tra il sottoscritto e colui che sarebbe diventato il mio mentore sulla Licantropia cominciò come cominciano molte amicizie: furono interessi e desideri comuni ad avvicinarci, ma i nostri destini si intrecciarono definitivamente soprattutto a causa della comune passione per l'avventura ed ad un certo sprezzo del pericolo, che condividiamo tutt'ora nonostante le differenze fra noi. Non descriverò quel periodo iniziale, necessiterebbe di una cronaca tutta sua, ma posso dire che furono mesi pieni di avventure, pericoli e meraviglie in cui non una sola volta ho mai sospettato la vera natura del mio amico: come ho appreso, grazie alla loro intrinseca duplicità è relativamente facile per i licantropi mescolarsi alle persone comuni. Perfino tu, mio ignaro lettore, potresti avere tra le tue conoscenze un licantropo... se non lo sei già tu stesso.
Scoprii la vera natura del mio amico durante una delle nostre avventure assieme: una grave necessità ci obbligò un giorno ad esplorare un'antica rovina dei Nord, risalente all'era Meretica. I miei lettori più avventurosi o eruditi già sanno quanto una simile esplorazione sia pericolosa: mi si permetta di spiegarlo brevemente anche a tutti gli altri. Esistono a Skyrim molte rovine risalenti all'epoca in cui i Draghi dominavano sugli uomini: nessuna di esse è un luogo in cui ci si dovrebbe avventurare alla leggera. Non solo perché ognuna di queste rovine è la somma di bui corridoi labirintici e una vasta gamma di trappole mortali che funzionano ottimamente ancora oggi, ma soprattutto perché in quei corridoi di pietra e sale dimenticate, gli antichi Nord camminano ancora oggi. Sono chiamati Draugr: non vivi, ma incapaci di morire del tutto, essi conservano quasi intatta la forza e l'astuzia che avevano in vita, combattendo con ferocia ogni intruso che osi avventurarsi nel loro dominio. Data la loro natura non morta, queste creature sono quasi del tutto immuni agli effetti delle armi normali: il mio personale consiglio se vi trovate ad affrontarli è mai combatterli da soli e bersagliarli costantemente con sortilegi di fuoco elementale almeno di livello apprendista.
Sfortunatamente per noi, l'artefatto che stavamo cercando in quella particolare rovina era in mano ad una di queste creature: un lich, uno stregone non morto di estrema potenza, che governava su tutti gli altri Drauger così come doveva aver fatto in vita tanti secoli prima. Nonostante i pericoli e le orde di creature a sbarrarci il passo, il nostro bisogno per l'artefatto custodito in quella rovina fu più forte della nostra paura: a rischio della vita, riuscimmo a farci strada fino al lich, che si rivelò però un avversario al di fuori della nostra portata. Ricordo ancora distintamente il terrore che provai quando ognuno dei nostri sortilegi e delle nostre armi si rivelò ugualmente inefficace, mentre il lich diventava ad ogni momento più forte nutrendosi della nostra energia vitale. Ricordo che fu il mio amico a cadere per primo: mi scansò di peso, ricevendo al mio posto un sortilegio che lo lasciò a terra. Ammetto che in quei momenti concitati lo credetti morto e mi avventai sul lich per vendicarlo: fu un gesto stupido, che mi si rivoltò immediatamente contro quando il negromante mi afferrò per la gola preparandosi a nutrirsi della mia anima, una morte che non auguro nemmeno al mio peggior nemico.
Potete quindi immaginare la sorpresa, miei lettori, quando artigli lunghi come pugnali mi separarono dal lich, facendolo letteralmente a pezzi in meno di un istante: sopra di me, c'era il lupo più enorme che avessi mai visto.
 
Capitolo 2.
 
Non trovo strano che un licantropo nasconda la sua natura: oggi comprendo questa scelta e non mi sento di condannare il mio amico per avermelo taciuto. Inoltre, sono convinto che ognuno abbia diritto ai propri segreti e saper rispettare questo è a sua volta una forma di amicizia.
Ho scoperto inoltre che le persone comuni, anche gli eruditi come il sottoscritto, hanno una visione distorta della licantropia: supponiamo molto, ma sappiamo davvero troppo poco su di loro, trattandoli come miti e disprezzandoli come superstizioni. Come imparai a mie spese quel giorno, seduto sulla fredda pietra che i miei antenati avevano lavorato tanti secoli prima, i licantropi esistono davvero: non sono però solo le creature ferali prive di raziocinio e schiave di una incontrollabile fame di carne umana che ci piace pensare. Quel giorno il mio amico mi salvò da un terribile supplizio e da una morte ingloriosa: passarono pochi istanti prima che tornasse nella forma che mi era più familiare, aiutandomi ad alzarmi di nuovo. Ero scosso, lo ammetto, ma il mio amico mi disse che anche lui aveva vissuto un'esperienza simile a quella, in cui un suo compagno aveva rivelato la sua duplice natura per salvarli entrambi, e che non avevo niente da temere: i licantropi come lui non mangiano i propri amici.
Le sue parole placarono il mio spirito e incoraggiarono la mia curiosità. Tutto ciò che segue sono le informazioni che condivise con me nei giorni e settimane successive: in alcune occasioni ho trascritto le sue parole, così come mi furono dettate.
 
Mi si permetta di cominciare dalla fine, se volete: esiste una cura per la Licantropia? La risposta è inequivocabilmente, sì. Solo a Skyrim, esiste almeno una cura per la Licantropia: è stato il mio stesso amico a riscoprirla e perfezionarla. I dettagli del rituale o dove esso debba essere compiuto, non mi sono stati rivelati, ma mi è stato detto che si tratta di una cerimonia arcaica, precedente persino ai draghi, in cui il lupo e l'uomo si fronteggiano in uno scontro fino alla morte: uccidendo il proprio lupo in questo combattimento, un licantropo è liberato dalla sua metà animale. Nei suoi sforzi per riscoprire la cerimonia, il mio amico è stato generoso: ogni licantropo a Skyrim è libero oggi di godere dei benefici di questo rituale, se così egli desidera, perché il segreto è condiviso liberamente tra tutti i clan dei lupi mannari di Skyrim. Il mio amico ignora però, se questa cura possa funzionare anche sulle altre forme di Licantropia, ma egli è cautamente ottimista: se a Skyrim è stato possibile riscoprire una simile cerimonia, i leoni mannari di Elsweyr o i coccodrilli mannari della Palude Nera dovrebbero essere in grado di replicarla con successo, adattando il rituale alla loro forma specifica di Licantropia.
Posso immaginare la tua domanda seguente lettore: perché il mio amico, nonostante abbia riscoperto ciò che noi persone comuni consideriamo la salvezza da una terribile maledizione, ha scelto di non usarla? Posi anch'io questo interrogativo quando mi narrò della cerimonia e la risposta che ricevetti fu la seguente:
"Hai mai sperimentato la vera libertà? Libertà dal giudizio degli altri? Perfino dal giudizio di te stesso? Hai mai osservato l'alba e annusato il vento o corso nel buio, come se queste cose facessero parte di te? Tamriel è così piccola se misurata con il metro degli uomini comuni, che spesso vivono in piccole città, occupati da piccole vite. No, amico mio, non rinuncio a questa libertà, non posso tornare a guardare il mondo con piccoli occhi, facendo finta che non sia mai esistita. Hircine, padre di tutti noi uomini bestia, è forse un principe crudele, ma illuminante."
 
Capitolo 3.
 
Alcuni giorni dopo il nostro scontro con il lich, il mio amico mi ha offerto di diventare un licantropo: offerto, non obbligato. Dopo le sue spiegazioni, ho considerato attentamente la mia vita, ma alla fine ho rifiutato la sua offerta: nonostante questo, la nostra amicizia e le nostre avventure assieme non ne hanno sofferto in alcun modo. Meditando su cosa questo significhi, mentre scrivo queste parole non posso fare a meno di considerare la facilità con cui noi distribuiamo giudizi su tutto ciò che non comprendiamo a fondo. I doni che provengono dall'Oblivion, come la magia, sono privi di una connotazione morale: è ciò che noi possiamo fare con essi a determinare il giudizio che diamo loro, il che dovrebbe insegnarci ad essere più umili e aperti vero le forze occulte.
È legittimo chiedersi se dopo le mie esperienze con un licantropo io li consideri innocenti quando divorano gli uomini. La mia risposta è non più e non meno di quanto lo sia un lupo quando divora del bestiame: entrambi fanno quello per cui sono stati creati. Anche se cerchiamo di trovare una giustificazione più o meno morale, o divina, per le nostre cacce di entrambi, la verità è che noi uccidiamo i licantropi perché ci spaventano e ci spaventano al punto che non solo non possiamo lasciarli vivere in mezzo a noi, ma ci sentiamo in obbligo di cacciarli anche nei luoghi che non ci appartengono. Dovremmo essere più sinceri di fronte ai nostri terrori e il mio amico aveva qualcosa da dire a proposito:
"È sempre la malvagità e la debolezza nel cuore degli uomini a creare i mostri più terribili, non la loro natura. Ma dandoci la caccia, ai Licantropi così come a mostri simili a noi, alcuni uomini riescono a fuggire dalla loro malvagità e debolezza e si convincono di star compiendo il bene. Non si accorgono di aver bisogno di noi per giustificare la loro esistenza. È vero, noi divoriamo gli uomini quando possiamo, nella notte e nel buio, celebrando una Caccia che è più antica di Nirn. Oppure semplicemente perché così vogliamo. Ma non abbiamo mai odiato gli uomini, ne detto menzogne su di loro: come potremmo, quando condividiamo la stessa origine?"
È il mio amico un comune licantropo? Certamente no, tuttavia mi sono convinto che il dono della Licantropia non sia di per sé malvagio come alcuni vorrebbero far credere. I miei lettori però non credano per un solo momento che i Licantropi non siano pericolosi: sono stato testimone di quanto terribili possano essere le armi di un licantropo, ma non per questo dovremmo avere paura di loro. Un cauto rispetto è a mio parere la giusta via di mezzo.
La prima è più terribile arma di un licantropo sono senza dubbio i suoi artigli: accecato dalla sete di sangue o meno, un licantropo, che sia lupo, orso, leone o coccodrillo, avrà sempre i suoi artigli. Gli artigli di un licantropo posseggono la straordinaria capacità di fendere qualsiasi materiale fino alle leghe daedriche: armi e armature di acciaio, oricalco o anche del minerale d'ebano, non difendono in alcun modo dagli artigli di un licantropo. Vi rendono solo più goffi, e quindi facili da catturare: solo l'argento è in grado di ferire davvero un Licantropo ed è vero, come tramandano alcune storie, che belladonna e aconito sono per loro estremamente tossici. Tuttavia, se la dose somministrata è insufficiente ad ucciderli immediatamente, il sangue di Lupo li sanerà in pochi minuti: non esiste malattia, morbo o ferita che sia in grado di sconfiggere il naturale vigore di un licantropo.
La seconda arma di un Licantropo è la sua forza: col passare delle lune e col nutrirsi, i Licantropi accumulano vigore, non diversamente dal modo in cui un giovane diventa uomo. In generale, più un licantropo è anziano più esso è forte, anche se esistono eccezioni a questa regola. Sfortunatamente per noi uomini, non c'è modo di capire a occhio nudo da quanto tempo un Licantropo possegga la sua seconda natura: può essere un problema, poiché mentre cinque uomini coraggiosi potrebbero sconfiggere un giovane licantropo, cinquanta non potrebbero mai sperare di sopraffare un esemplare nel pieno delle sue forze. So che queste mie parole possono sembrare un'esagerazione, ma ho raccolto abbastanza testimonianze indirette sulle cacce del mio amico da essermi convinto che siano la verità: non sembra esistere un limite alla forza che un Licantropo accumula col nutrirsi e col passare delle lune. La nota positiva per noi uomini, è che solo i giovani licantropi si avvicinano alle città e ai nostri insediamenti: gli esemplari che vengono catturati e uccisi e di cui normalmente si ha notizia, sono sempre esemplari confusi ed inesperti. Perlopiù sono individui solitari e senza un branco, stremati e senza più forze, che hanno perso se stessi a causa della fame. Un Licantropo completamente sviluppato conserva invece la sua intelligenza, affinata ulteriormente dai suoi istinti animali, ed è impossibile che possa farsi catturare da una banda di cacciatori umani: sarà lui a cacciarli, attaccandoli nel buio, dall'angolo più inaspettato della selva, scomparendo prima che qualcuno si accorga di lui.
Infine, l'ultima, e forse più terribile arma di un licantropo, è che raramente essi cacciano da soli: se siete così sfortunati da avvistarne uno, quasi certamente c'è ne sarà un altro poco distante. Probabilmente alle vostre spalle, pronto a balzare sulla preda.
 
Capitolo 4.
 
Come si diventa un licantropo? Esistono molte superstizioni, per la maggior parte false: per diventare un vero licantropo, un uomo deve bere il sangue di lupo ed accettarlo nel suo corpo.
È vero che alcuni licantropi, non tutti, sono in grado di trasmettere Sanie Lupinus, una condizione che, se non trattata, dopo tre giorni di incubazione trasforma in ciò che il mio amico definisce un mezzosangue: ovvero licantropi in cui non vi è alcun dialogo tra la parte animale e quella umana. Tuttavia questi esemplari non sono veri Lupi, perché un mezzosangue non ricorderà mai ciò che la sua parte animale ha fatto: fino al punto di non sapere lui stesso di essere un licantropo. Potete facilmente immaginare perché questi mezzosangue siano assai più pericolosi di un vero licantropo, dato che non sanno il pericolo che essi rappresentano per se stessi e le persone che hanno attorno. Sanie Lupinus è comunque una condizione facile da trattare se identificata: impacchi di belladonna curano completamente questa variante della licantropia, se somministrati durante il periodo di incubazione.
La vera trasformazione in licantropo, ovvero quando un uomo accetta in sé il sangue di lupo, è invece istantanea e inarrestabile: ed è anche il momento in cui i licantropi purosangue sono più pericolosi, perché assaporano per la prima volta la chiamata di Hircine. Il mio amico cacciò e uccise un gigante durante la sua prima notte, ma fu solo grazie al resto del suo clan che riuscì a dirigere il suo istinto lontano dalle città degli uomini.
Come spero anche voi, sono rimasto stupito quando il mio amico mi accennò l'argomento dei clan di licantropi e ho ricevuto il consenso per trascrivere il resto: sorprendentemente, i sangue di lupo sono la razza di Licantropi più sociale fra tutte quelle esistenti e sono abituati a vivere normalmente in gruppi in cui la vita è regolata dai due esemplari più anziani, generalmente un maschio ed una femmina, chiamati Alfa.
Per spirito di confronto, gli orsi mannari sono invece l'esatto opposto: sono creature solitarie, che non esitano ad attaccare anche altri esemplari della loro razza, usando la forza smisurata che Hircine ha garantito loro al prezzo della ragione. Secondo il mio amico è per questo che esistono così pochi orsi mannari e perché sono così noti: a differenza di quanto credevo, esistono a Skyrim, al momento in cui scrivo queste parole, solo tre esemplari di orsi mannari cui il mio amico abbia notizia, ma spargono più distruzione di tutti i Licantropi di Skyrim messi assieme. Per questo motivo, generalmente i branchi di Lupi evitano i territori degli Orsi Mannari, situati nelle foreste a sud ed attorno Riften e il versante meridionale della Gola del Mondo. Come ho detto, i Licantropi tendono invece a vivere in comunità, più o meno clandestine: esistono tre clan principali a Skyrim e un quarto al di fuori di esso, di cui però non parlerò, perché fin troppo facile da trovare. Mi è stato permesso raccontare dei tre clan, ma dovrò mantenermi sul vago e spero mi capirete.
Il più antico dei tre clan di Skyrim è quello dell'ovest, saldamente arroccato fra le montagne e gli altipiani a nord di Markarth e sud ovest rispetto a Solitude: vivono all'ombra dei Rinnegati del Reach, mantenendo perfino qualche sporadico contatto con essi. La fondazione di questo clan risale probabilmente all'arrivo dei Bretoni da High Rock, ma conservano alcune tradizioni nordiche importate da Solstheim, in uno strano miscuglio di migrazioni che nessuno si è mai dato peso di mettere per iscritto. La ricchezza di questo clan è duplice: da un lato è il più numeroso di tutti, venti o trenta Licantropi adulti perfettamente sviluppati, tutti imparentati fra loro dal sangue, dal sangue di lupo o da entrambi. L'altra peculiarità di questo clan è che i suoi membri posseggono una particolare sintonia con la parte animale del loro essere: alcuni di essi sono in grado di sfruttare appieno le abilità del lupo anche nella loro forma umana, come la forza o addirittura gli artigli in un caso, mentre altri sono in grado di placare o di aiutare a controllare il lupo degli altri Licantropi. Il mio amico definisce questo clan quello degli sciamani- lupo: così a loro agio con se stessi e la loro natura, che si domandano perché qualcuno dovrebbe scegliere un'altro modo di vivere.
Il secondo clan è quello dell'est: numeroso anch'esso, anche se non quanto il suo corrispettivo dell'ovest, di cui ne è l'immagine speculare. Il mio amico li definisce un clan litigioso, facile all'ira e ad offendersi, in cui i membri vengono rimpiazzati continuamente: tuttavia, il clan dell'est è inarrestabile quando si mette in mente un obbiettivo. Questo clan è il più giovane di Skyrim, creatosi poco dopo l'eruzione della Montagna Rossa e ha accolto nelle sue fila alcuni emigranti da Morrowind, oltre a uomini del nord, costituendo una rara eccezione di questi tempi. La ricchezza di questo clan risiede nel suo territorio: il clan dell'est reclama come propria una regione immensa, per quanto inospitale, e nessuno ha ancora provato ad ostacolarli: a parte il sud, dove risiedono gli orsi mannari, essi sono liberi di cacciare da Winterhold a Dawnstar e in questi periodi di conflitti, le loro cacce passano doppiamente inosservate.
L'ultimo dei tre clan è anche il più piccolo: un clan che è quasi sempre riuscito a passare inosservato agli uomini e i cui membri si mischiano facilmente con le persone comuni, poiché essi vivono appieno entrambi i lati della loro natura, mantenendo da sempre una presenza attiva nelle città. Dopo aver toccato i suoi minimi in anni recenti, con solo i due alfa a costituire l'intero clan, i suoi numeri stanno lentamente crescendo: tuttavia è difficile che la sopravvivenza di questo clan venga mai più minacciata. Questo perché il clan delle pianure è estremamente peculiare, perfino fra i Licantropi: unico fra tutti, questo clan è capace di usare la magia anche nella sua forma di lupo. Non si tratta però della distruttiva magia moderna come la intendiamo noi, ma di una forma ancestrale di sortilegi che precedono la conquista della ragione da parte delle razze senzienti: il clan delle pianure ha imparato a canalizzare questa energia primordiale e a manifestarla in modi che mi ricordano alcune scuole di evocazione, divinazione e illusione.
Difficile definire quale fra questi tre clan sia il più forte, anche perché i Licantropi non si cacciano fra loro, ma collaborano invece, riconoscendo in ognuno di loro un fratello o una sorella nella caccia, indipendentemente dal fatto che siano uomini, elfi o uomini- bestia sotto la luce del sole.
 
Capitolo 5.
 
Come ho già accennato brevemente, i licantropi non cacciano vicino alle città: questo perché essi hanno ciò che potrei definire un distorto senso dell'onore fra preda e cacciatore. Il loro dominio, la loro casa, è la foresta sotto le stelle e le lune: tutto ciò che si trova in esse è preda. Potendo scegliere però, i Licantropi non cacceranno mai gli indifesi, ma si concentreranno su prede forti che possono difendersi o fuggire, così da rendere la caccia la più interessante possibile: assaltare le belve più feroci della foresta, a due o quattro zampe, o cacciare in estrema inferiorità numerica, questo è il tipico comportamento di un Licantropo.
Il mio amico è convinto, e sembra essere un precetto diffuso nei clan di Skyrim, che una caccia è vera solo se la preda ha una speranza di sfuggire: i Licantropi rispettano e onorano la forza delle prede e per questo cacciano senza esitazione o rimorso. Ho chiesto al mio amico quanti tagliagole, quanti soldati e quante belve abbia cacciato da quando ha il suo dono: mi ha risposto chiedendomi se ricordassi quante volte ho mangiato carne nella mia vita. Tuttavia, ha ammesso di non avere mai attaccato per primo e che tutti coloro che vedendolo sono stati sopraffatti dalla paura e hanno lasciato cadere le armi hanno avuto salva la vita. Non so dire se questo possa essere un atteggiamento consistente fra tutti i Licantropi, ma ne dubito: dopo ciò che ho visto e appreso, temo che non passerò mai più una note all'addiaccio dormendo tranquillo. Muri di pietra e case sicure sono il dominio degli uomini, tuttavia invidio questo dei licantropi: invidio loro l'assenza di paura.
L'ultimo argomento che mi sento in dovere di riportare in queste pagine è dedicato alla gerarchia dei Licantropi: in base al dominio che essi hanno sul loro lupo interiore, i Licantropi conquistano ciò che noi chiameremmo titoli e rispetto tra i loro simili. Le definizioni sono accademiche e non hanno un nome vero e proprio: sono concetti, che ho cercato di riassumere in una parola in modo da organizzarle con ordine.
Prima di riportarle, mi si permetta di aggiungere che il progredire di un Licantropo tra l'uno e l'altro di questi gradi è legato esclusivamente al rapporto che ha con il suo lupo interiore: il fatto che maggior dominio e confidenza si acquistino con la caccia e il nutrirsi sono aspetti sicuramente collegati, ma in definitiva secondari.
 
Sangue Nuovo: sono i nuovi nati, i cuccioli, coloro che hanno accettato da poco il sangue di lupo. Il loro controllo sulla forma di licantropo è labile e hanno molta difficoltà ad evocarla: un sangue nuovo difficilmente potrà trasformarsi più di una volta al mese, quando le lune sono piene. Come molti cuccioli, nella loro forma di lupo essi non hanno una vera percezione di ciò che stanno compiendo: per il mio amico, quello stato è un sogno lucido, che non si controlla del tutto. Può essere spaventoso e pieno di gioia indifferentemente, e ogni luna porta con se una nuova esperienza. Per quanto intenso possa essere però, questo stadio è transitorio ed estremamente breve: può perfino durare per una sola trasformazione.
Selvaggio: è lo stadio successivo. I mezzosangue difficilmente progrediscono oltre questo stadio della loro evoluzione ed è anche il destino che attende i sangue nuovo che lasciano o perdono il loro branco. Durante questa fase il licantropo vive emozioni vivide e violente, causate dalla crescita esplosiva della parte animale. I lupi non hanno un'adolescenza, nemmeno quando sono metà di un Licantropo: la complicità e confidenza tra l'uomo e il lupo cresce enormemente in questa fase, ma cresce anche l'influsso che ognuno ha sull'altro: può essere difficile da gestire, avere creature di puro istinto che rimangono annidate nelle profondità della nostra mente, incapaci di relazionarsi al mondo sotto al sole. Il mio amico ha viaggiato molto da solo in questo periodo della sua licantropia ed è convinto che questo l'abbia aiutato: gli immensi spazi aperti di Skyrim calmavano il suo lupo e rendevano possibile il dialogo tra i due.
Bruto: in questa fase inizia un processo di sintesi fra le due metà di un Licantropo. Lupo e uomo cominciano finalmente ad identificarsi l'uno nell'altro e cercano di comune accordo, perfino inconsciamente, modi per mettere alla prova la loro forza e intelligenza, cercando di definire i loro nuovi limiti. In questa fase, i Licantropi iniziano a determinare il rituale della loro caccia personale, inseguendo prede sempre più forti, in modo a volte insensato: stuzzicare orsi in letargo, o minacciarne i cuccioli è piuttosto comune per i licantropi di Skyrim. Mancando prede a quattro zampe, i licantropi a questo stadio si lanceranno inevitabilmente su quelle a due: bande di tagliagole e banditi che credono di essere padroni della foresta, scompaiono continuamente senza lasciare alcuna traccia, prede inconsapevoli dei veri signori della foresta.
Mutaforma: questa fase rappresenta una notevole conquista per il licantropo, che diventa in grado di passare alla forma di lupo a piacimento. I Mutaforma acquistano responsabilità nel branco, perché sono considerati completamente sviluppati a tutti gli effetti. Le due metà dell'insieme che compone il licantropo sono finalmente in equilibrio e comincia il processo di crescita come individuo, non diversamente dal modo in cui un uomo cerca la propria strada nella vita. I Mutaforma sono rivolti verso l'interno della loro natura: più che al pensiero della caccia, essi cercano una migliore comprensione di se stessi.
Maestro: tecnicamente, questo stadio non è un'evoluzione, ma un riconoscimento del branco verso l'individuo. A questo livello, un Licantropo assisterà i sangue nuovo nella transizione e tramanderà loro le tradizioni e i rituali di caccia, la storia orale del clan e ciò che ha imparato studiando la natura dei Licantropi. Non è necessario che l'esemplare sia anziano per raggiungere questo livello, ma se fosse umano, ne svolgerebbe la stessa funzione. Tutti gli Alfa sono almeno Maestri: nessun Licantropo si aggregherebbe mai ad un branco dove manca almeno uno di essi.
Vargr: i Vargr sono l'ultimo raggiungimento per un Licantropo. Il mio amico è lui stesso un Vargr, ma nonostante questo, spiegare esattamente il concetto è un compito arduo, perché la definizione esatta è nebulosa e difficile e non esiste un corrispettivo in nessuna lingua. Anche se potenzialmente tutti i Licantropi possono raggiungere questo stadio, sono pochissimi quelli che ci riescono: i Vargr sono oltre la comune licantropia. Il mio amico mi spiegò la sua natura con queste parole:
"Nei Vargr, la parte umana ha scoperto i suoi artigli di Lupo, mentre il Lupo ha accettato la sua paura negli occhi dell'uomo. Noi non siamo più divisi tra uomo e lupo, ma siamo un singolo tutto: nessuno dei due, ma più forte di entrambi. Anche se la nostra forma può cambiare, noi siamo sempre immutabilmente noi stessi."
 
Per concludere questa cronaca, mi sia permesso di trascrivere ciò che mi venne dettato una notte, quando il mio amico perorò la mia causa agli altri Licantropi e di nuovo mi salvò la vita:
"Noi siamo i sei Alfa dei Tre Clan di Skyrim: La Cacciatrice e Haynekhtnamet del clan delle pianure, Fuoco e Liz del clan dell'est, Anima e Yama del clan dell'ovest. Come Licantropi, noi non proviamo interesse nel giudizio dell'uomo: tuttavia, per la prima volta un uomo racconta alcune delle nostre vere storie. Uno di noi Lupi ha accordato amicizia a quest'uomo, perché vede in lui qualcosa di più di una preda: Padre Hircine giudicherà col tempo i frutti di questa fiducia."




Ben arrivati! Devo ammettere che questa one shot ha richesto più tempo e attenzione di quanto preventivassi quando ho iniziato a scriverla: prima volta che cerco di inventare un libro finto, ma almeno ho imparato qualcosa e devo ammettere che mi sono divertito.
Se vi è piaciuto o avete qualcosa da dire a proposito di questo pezzo,  sarei felice di saperlo: quindi recensite!
In ogni caso, con questa Cronaca Licantropica ho voluto organizzare al meglio delle mie (scarse) capacità le notizie sparse che abbiamo sulla Licantropia a Tamriel, cercando di dare loro una forma unica, ma soprattutto di renderlo interessante aggiungendo un po' di sale e pepe ad una situazione a Skyrim dal sapore un po' blando.
Alla prossima!   
  
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