La professoressa tossì un paio di volte per attirare l'attenzione mentre gli alunni continuavano a parlare, ignorandola.
Riprovò alzando un po' la voce ma, stufa di non essere presa in considerazione, sollevò il registro e lo sbattè sulla cattedra.
"Silenzio!"
Tutti i ragazzi si girarono 'composti' per la lezione.
"Bene, iniziamo, chi manca oggi?"
"Ci siamo tutti, ma Romano e Antonio sono fuori." rispose un ragazzo dai primi banchi.
"E perchè non sono qua? Io li segno assenti." disse la dipendente statale impugnando la penna come solo un dio del nuovo mondo sa fare.
"Sono i rappresentanti di istituto, stanno risolvendo una cosa."
"Se... immagino le loro battaglie."
"NO! Lei non ha capito!" urlò Antonio sporgendosi in avanti sul bancone del bar.
"Noi abbiamo fatto tutto quello che ci avete chiesto, ora tocca a voi!" gli diede man forte Romano stringendo i fogli che si stavano stropicciando per l'entusiasmo.
"Mi dispiace, ma io non..." cercò di tirarsi fuori il povero malcapitato.
"Ci avete chiesto almeno 3/4 delle firme di tutto l'istituto, eccole qua." lo interruppe l'italiano sbattendogli in faccia l'oggetto in questione.
"E le avete raccolte in due giorni?" si stupì il barista.
"Sì, e ora il contratto." disse serio Antonio.
"Ok-ok, inizieremo a vendere cibi salutari. Tra frutta e verdura abbiamo mele, banane, carote..."
"Allora non ci siamo capiti." sussurrò cupo Romano facendosi sentire per i corridoi deserti della scuola.
"Noi vogliamo i pomodori."