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Autore: Cinziart_96    23/02/2014    1 recensioni
Buonsalve a tutti! Questa long tratterà le vicende della grande Guerra del Tempo. Tuttavia ho deciso di ambientarla in un Universo Alternativo perchè volevo cimentarmi nuovamente con una storia in cui il Dottore e il Maestro sono ancora dei ragazzi; e una guerra mi sembrava il momento migliore per la riuscita della mia impresa. Proprio perchè le cose non sono mai abbastaza complesse, eh. :)
Che altro dire... Buona lettura!!
"Anche la più piccola navicella attendeva impaziente un ordine.
Un’ ordine semplice, marchiato a fuoco sulla pelle di ogni singolo Dalek dell’Universo.
L’ordine che, qualche secondo dopo, mosse tutte le navicelle insieme.
“STERMINARE!”
Così iniziò la fine: con una sola parola."
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Master - Simm, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: Per questa storia ho deciso di raccontare gli eventi strettamente collegati alle meravigliose figure del Dottore e del Maestro durante la famosa Guerra del Tempo, che causò la distruzione di Gallifrey. Dato che, secondo la BBC, la Guerra de Tempo si svolge tra l'ottava e la nona rigenerazione del Dottore, ho deciso di ambientare tutte le vicende in un universo alternativo in cui i due Signori del Tempo sono ancora dei ragazzi di circa 18 anni.
Alcuni particolari potrebbero coincidere con l'idea originale della BBC, solo molti anni prima.
Buona lettura a tutti!
La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.



La grande Guerra del Tempo
Capitolo 09: Un pianeta sul punto di esplodere.

Kankon si costrinse a rimanere in piedi e continuare a sparare.
Devi fargli guadagnare tempo, si ripeteva, lo hai promesso.
Con un urlo alzò l’arma verso l’ennesimo Dalek e lo uccise con due colpi in rapida successione. Lesplosione danneggiò lo scudo degli altri alieni vicino a lui; un colpo a testa e gli uccise tutti. Questo gli diede la possibilità di rigenerarsi in pase, finalmente. La luce dorata esplose in tutte le direzione e l’uomo mutò ancora.
Ancora quattro colpi e sono morto per sempre, si disse.
-Generale! State bene?- chiese il comandante della truppa A56.
-Sì! Difendete l’accesso! Quanti ne arrivano?- urlò verso l’esterno.
-Troppi, Signore! Hanno smesso di salire!-
L’uomo imprecò. Se non altro Theta sarebbe stato più al sicuro.
-Dobbiamo resistere!-
-Ci proviamo Signore, ma siamo esausti!-
Kankon si guardò intorno sperando di trovare qualcosa che potesse salvarli tutti. Controllò le pareti spoglie, gli spigoli. Niente.
Ricontrollò anche la bomba in ogni sua parte. Un piccolo dispositivo nero collegato al centro del pianeta da tubi in gomma grigi. Non sarebbe servita a molto.
-Generale! Ne arrivano altri!-
Lui spostò lo sguardo sulla bomba. Era stanco di combattere. Pensò che forse sarebbe stato meglio farla finita ora. Senza aspettare. Con tutta probabilità sarebbe stata una liberazione. Però alla mente gli ritornarono gli occhi nocciola della madre di Theta. Profondi, dorati e bellissimi. Lo spinsero a guardare ancora una volta il nemico negli occhi.
-STERMINARE!-
No. Non sarebbe morto con quell’urlo nelle orecchie.
 
Theta si era imposto di non piangere. Non di fronte a Chanto.
Ma ora, da solo, sotto la luce fredda della scialuppa, una lacrima sfuggì al suo controllo. Si sentiva male. Tremendamente male. Tutto il suo mondo stava crollando. Tutto ciò che era si stava sgretolando lentamente. Voleva scappare, ma dove sarebbe andato?
Non c’era nessun posto uguale a Gallifrey. Nulla uguale a casa sua, alla sua famiglia, ai suoi amici.
La sua mente corse al Maestro, sdraiato sul lettino della seconda scialuppa. Ebbe un brivido. Quando si sarebbe svegliato?
Presto? Tardi? Mai?
Cosa poteva saperne lui, un ragazzino, delle idee contorte del Sovrano?
A un tratto le luci si spensero e si accesero nuovamente.
Il Segnale. Tra dieci secondi esatti Chanto avrebbe dato il via all’espulsione delle scialuppe.
Il Dottore si alzò mogio dal tavolino su cui si era seduto. Doveva premere assieme all’aliena il comando per partire. Avevano un intervallo di gioco di pochi secondi, poi l’energia si sarebbe esaurita e sarebbero rimasti bloccati lì per sempre.
Solo una via di fuga. Una sola possibilità di sopravvivere.
Ma lo voleva davvero? Voleva veramente, con tutto sé stesso, lasciare Gallifrey? Il pianeta che lo aveva protetto per tutto questo tempo?
Tre… due… uno… zero.
Non ebbe più tempo per pensare. Premette il bottone azzurro.
Ma si pentì subito di ciò che aveva fatto.
-No!-
Con un sobbalzo e uno sfrigolio la navicella si sganciò dai supporti che la immobilizzavano al terreno. I motori si accesero e una pressione fortissima buttò il Dottore a terra. Era partito. Non poteva più tornare indietro.
Con un gemito si alzò, appena fuori la cupola distrutta. Appena la pressione che lo schiacciava a terra cessò. Il Dottore guardò fuori da uno degli oblò: il pianeta, il suo pianeta, si allontanava velocemente. Tra pochi istanti sarebbe diventato solo una palla rossa.
O peggio, pensò, non ci sarà più.
Un’altra lacrima cadde silenziosa sulla sua guancia sporca di polvere. Poi si ricordò dell’altra scialuppa. Con un sorriso pensò che non era solo. C’era ancora il Maestro. Sarebbero rimasti solo loro a governare le leggi del Tempo.
Il Dottore scattò verso un altro oblò della scialuppa cercando nello Spazio un punto bianco che rivelasse la presenza del Maestro. Niente. Solo buio. Buio ovunque.
Tranne…
Finalmente dopo molto tempo Theta esultò tra sé: la scialuppa era appena visibile tra le stelle ma c’era. Non era rimasto solo.
-Maestro! Sono qui, guarda fuori!-
Sapeva benissimo che non poteva sentirlo ma l’idea di non essere solo era troppo allettante per non provarci. Il Dottore rimase a fissare quel minuscolo punto bianco ancora per un po’, seguendo con lo sguardo la strada che percorreva nello Spazio. Continuò a guardarlo come se, nel caso avesse smesso, quel punto bianco sarebbe scomparso e lui sarebbe rimasto solo. L’ultimo Signore del Tempo.
Mentre iniziava a fantasticare su cosa avrebbero fatto sulla Terra insieme, un forte rombo fece ballare la scialuppa.
-Cosa… che cosa…?-
Il Dottore distolse, riluttante, lo sguardo dalla navicella bianca posandolo su Gallifrey.
Il suo pianeta, il suo meraviglioso pianeta stava esplodendo.
 
La nave Madre dei Dalek aveva in grosso vantaggio di riuscire a monitorare ogni cosa nell’arco di circa cinquanta chilometri. Nulla poteva sfuggire al potente radar posizionato in cima all’enorme navicella Dalek. Tutto ciò che succedeva veniva captato e inviato come segnale video su un centinaio di schermi controllati da quattro Dalek.
Quello era il loro scopo. Controllare e, in caso di problemi, sterminare a vista. Facile.
Ma qualcosa andò storto. Qualcosa che nemmeno i Dalek potevano sapere. Le loro conoscenze su Gallifrey erano estremamente limitate.
Un motivo in più per distruggerli, del resto.
Tutti sapevano che Gallifrey era un pianeta pericoloso.
Percorso internamente da magma ed elettricità cosmica, era permanentemente sul punto di esplodere. Solo la lontananza della stella più grande della costellazione di Kasterborous impediva la catastrofe. Ma, si sa, i pianeti percorrono orbite ellittiche intorno alle stelle. E quando Gallifrey si avvicinava troppo esplodeva. Tuttavia i Signori del Tempo idearono un meccanismo di contenimento per annullare gli effetti combinati di calore ed energia cosmica. Nessuno seppe come ci riuscirono.
Ma ogni essere dell’Universo ha bisogno di sapere, così i Signori del Tempo iniziarono a diffondere l’idea della bomba.
Disinnescata, o fatta esplodere, questa avrebbe distrutto Gallifrey. Un piano perfetto per la mente di un re Dalek, il cui unico obbiettivo era sterminare.
Ma i Signori del Tempo non erano stupidi. Crearono una rete di tubi appena sotto la crosta del pianeta, avvolgendolo; così che, una volta disinnescata una bomba, la Rete avrebbe trasmesso l’esplosione in ogni parte di Gallifrey, producendo un danno ben maggiore rispetto a quello di un singolo esplosivo.
E il meccanismo si era innescato.
 
Appena i Dalek si accorsero dell’errore commesso, cercando di invertire la rotta. Non prestarono minimamente attenzione alle due piccole scialuppe di salvataggio che velocemente lasciavano il bagliore della stalla di Gallifrey. Il pianeta stava esplodendo, rilasciando un’enorme quantità di energia cosmica.
La Nave Madre non riuscì a retrocedere abbastanza in fretta e un’onda blu-violacea si espanse nello Spazio, disintegrandola in molecole argentate.


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Note Autrice:
Ehilà! Ho trovato un po' di tempo per aggiornare finalmente questa ff. Ne ho in corso tre. TRE.
Ed è una cosa che non consiglierei nemmeno al mio peggior nemico. Ma comunque! Sto cercando di ipotizzare cose che non hanno nè capo nè coda, me ne rendo conto. Una grossa esplosione? Beh, tenete conto che tra tutte le cose che mi erano venute in mente questa era la "migliore". Immaginate voi cosa erano tutte le altre.
Spero (ma a questo punto non credo di riuscirci) che l'idea possa essere almeno passabile. ^_^
I prossimi capitoli verranno aggiornati con un po' più di rapidità, per quanto possano permetterlo le interrogazioni e le verifiche.
Grazie per aver letto e recensito il capitolo, mi fa molto piacere!

Un abbraccio
Gallifrey_96
  
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