Regardless of warnings the future doesn't scare me at all / Nothing's like before (Simple and Clean, Hikaru Utada)


L'estate si avvicina mentre la primavera si fa più calda, e Michael può sentire il retro della camicia che si appiccica appena alle scapole e alla parte bassa della schiena. Tuttavia, non prende nemmeno in considerazione l'idea di allentare la cravatta o disfare i primi bottoni della camicia: gli piace indossare l'uniforme come si deve, come faceva Chris; ricorda se stesso, ancora avvolto nel grembiule blu pallido dell'asilo, osservarlo con un sorriso deliziato e desiderare di poter sembrare a sua volta così grande.

Ehi, ehi, lo chiama Yuma. Sta correndo verso di lui e, naturalmente, Kotori e Tetsuo sono al suo seguito, cercano di tenere il passo e falliscono perché non sono abbastanza incoscienti da correre a quel modo.

“Uf,” Yuma ansima intensamente, le mani sulle ginocchia. “Scusa per il ritardo! Gli ho detto che dovevo andare ma—”

“Ma era il tuo turno di pulire la classe!” Kotori si acciglia, gli pizzica un orecchio e già che c'è lo tira.

“Ahi ahi ahi! Di questo passo me lo stacchi! Tetsuooo! Aiutami!”

Per un po' Michael osserva i tre bisticciare, perché si tratta di un'immagine che gli scalda il cuore.

C'è un solo momento in cui si sente escluso, no, come se non appartenesse alla scena nonostante siano tutti amici e lo siano stati per anni; come se fosse un essere umano solitario che osserva pesci colorati giocare tra loro all'acquario: sente, in quel momento, il vetro tra loro, spesso e freddo, e poi lo dimentica nell'istante in cui Yuma gli afferra il braccio e inizia a trascinarlo via. Deve essere imbronciato, con il labbro inferiore che sporge in fuori in una maniera infantile, perché lo si può praticamente sentire nella sua voce mentre borbotta qualcosa riguardo a quei due, e anche questo scalda il cuore di Michael.

Yuma, lui lo sa, è in grado di scacciare tutti i pensieri strani ed infelici semplicemente essendo Yuma. Resteranno amici anche quando cresceranno e diverranno adulti proprio come i loro padri. Michael ride.

“Allora, allora! Tuo padre è già tornato dall'Egitto?” Yuma suona entusiasta. Gli brillano gli occhi; deve star pensando a tutti i nuovi tesori e tutte le nuove storie, le avventure che coloreranno i suoi sogni e li trasformeranno in un futuro meraviglioso.

“Oh no, ci vorrà almeno un'altra settimana: il sito che stanno scavando adesso è una tomba rinvenuta solo di recente, e richiede di molto lavoro,” risponde con un sorriso affettuoso.

“Eeeeh? Un'altra settimana? Caspita, che invidia... Persino essere maledetti dal Faraone morto sarebbe mooolto meglio che essere intrappolato a scuola tutto il giorno!”

“Yu... Yuma, non c'è nessuna ma—”

“Anche papà è via, e si è rifiutato di portarmi con lui questa volta perché ha detto che non dovrei fare così tante assenze!”

“Kazuma-san ha ragione, credo—”

“A proposito, posso venire da te oggi? Voglio vedere la maschera che tuo padre ha portato l'ultima volta! E ho questa nuova carta magia che voglio mostrarti—Ehi duelliamo!”

Yuma sorride, e Michael pensa alla giornata che hanno davanti: a quale tè preparerà oggi, e al fatto che dovrà sposarsi bene con il latte o la crema, perché a Yuma il tè nero piace quanto più dolce possibile. Spera che suo fratello—Thomas, non abbia già mangiato tutti i biscotti che Chris ha preparato ieri, altrimenti dovrà fermarsi al conbini per comprare degli spuntini. E se Chris è tornato presto oggi, cucineranno insieme—una cosa che a Yuma piace moltissimo, e gli chiederanno di restare. Forse finiranno col fare il bagno assieme come l'ultima volta: i fratelli più giovani e Yuma, e Thomas spruzzerà acqua bollente sul viso di Yuma se riterrà che si stia comportando troppo da stupido o da invadente.

Non c'è nulla di particolare nella sua vita e non è affatto difficile indovinare cosa accadrà il giorno dopo e quello dopo ancora, ma III non la cambierebbe per nulla al mondo, così continua a scivolare via, ogni giorno un po' più pallido con le vene che sembrano un po' più blu e il respiro che si fa più fievole: ieri IV è venuto a vederlo (non viene molto spesso) e ha imprecato, è bianco come un lenzuolo, ha detto allora. V invece pensa che III stia diventando trasparente come vetro, come qualsiasi lungo sogno stia facendo in tutto questo tempo, ma non dice nulla perché probabilmente suonerebbe come se III fosse sul punto di scomparire.