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Autore: xPresident505    23/02/2014    0 recensioni
Mi sono sempre considerata una ragazza strana, per così dire. Cadevo facilmente, per persone che nemmeno conoscevo! Si lo so è stupido, pensare di innamorarsi di qualcuno che nemmeno conosci, ma ero vittima dei colpi di fulmine, sempre, costantemente. Ero solita immaginarmi le persone, costruirle dentro la mia testa, e poi puntualmente venivo delusa. Avevo 15 anni appena e già mi affascinavano gli "uomini" più grandi, anche se nella mia città i ragazzi di 20 anni avevano la mentalità di 16enni. Mi piaceva il loro mondo, senza freni, sempre alle feste, quel linguaggio tutto loro, il loro stile, la barba, le macchine, le vacanze. Peccato che di tutti i ragazzi tra cui potevo scegliere, facevo sempre la scelta sbagliata, costantemente..
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lunghezza esagerata, scusate in anticipo, love you all! (Ne vale la pena dai, spero)


Sabato, 04 Luglio 2013

«Eveline andiamo, sbrigati o faremo tardi!»
«Sunny e dai! Non possiamo fare tardi, non c'è un orario, stiamo a casa dei Marchesi, la festa inizia alle 11.30 ma non dobbiamo stare lì puntate davanti al cancello!»
«Si ma per arrivarci ci vuole un po!»
«Va bene va bene. Eccomi sono pronta, andiamo forza!»

Dissi con voce esasperata mentre scendevo a fatica le scale per via dei tacchi alti, Sunny era così, si faceva sempre prendere troppo dalle situazioni, sempre in un ansia costante. Anche io ero sempre ansiosa, ma almeno mi impegnavo a nasconderlo.

«Allora? come stò?»
«Wow, mi viene da dire solo wow! O come direbbe qualcuno “Che Outfit!”»

Sunny fece il segno ‘ok’ con le dita e mi fece l'occhiolino, si riferiva ad un ragazzo della nostra città, fissato con lo stile, e di stile in effetti ne aveva molto! Non lo conoscevamo personalmente ma era conosciuto, lo conoscevano tutti in realtà. Era nipote di una famosissima famiglia in città, famosa perché aveva la catena di negozi che vendeva i vestiti più alla moda di sempre. C'era chi lo amava e chi lo odiava, la maggior parte per invidia, ma alla fine era un ragazzo comune, un po' strambo si, ma comune.
Uscendo da casa di Sunny trovai vicino alla macchina di sua madre Emily, appoggiata allo sportello con le braccia incrociate, si guardava intorno e sbuffava, all'interno della macchina c'era anche Macy che invece era tranquillissima e ondeggiava la testa a ritmo della musica. Emily si voltò di scatto verso di noi sentendo il rumore dei tacchi sull'asfalto con una faccia da ‘alleluja, ce l'hanno fatta!’, le sorrisi velocemente, un sorriso di scuse. Dall'auto uscì Louren, la mia migliore amica, che mi venne in contro per vedermi meglio alla luce del lampione, emise un verso d'approvazione e mi lanciò uno sguardo complice.

«Allora, are you ready girls? andiamo?»

Dissi per sdrammatizzare la situazione, erano tutte agitate, neanche fosse la serata degli oscar! Io invece ero tranquillissima, o almeno non ero così in ansia come al solito. Non poteva andare niente storto, non c'era nessuno per cui la serata poteva andare storta, anche se fosse successo qualcosa, non c'era nessuno di "importante" per me, alla festa ci sarebbero stati tutti ragazzi dai 13 ai 16 anni, massimo 17. Io puntavo a ragazzi più grandi, non sopportavo i puttanieri, passatemi il termine, che ci provavano con la prima che passa, volevo qualcuno di serio, con cui puoi fare un ragionamento serio.
Entrammo tutte nella macchina della mamma di Sunny, passavano una canzone appena uscita alla radio, molto in voga e adatta alla situazione: “Ode to Oi” ed Emily alzò il volume.

«Eveline ma sei così tranquilla? stai per vedere il tuo amore»

Disse Emily guardandomi, con un tono smielato. Non mi era mai andata troppo a genio, o meglio, mi spiego, la adoravo, era una delle mie migliori amiche, ma alcuni suoi atteggiamenti non li sopportavo per niente! Un po' infantile, un po' strana, voleva sempre avere ragione, si sentiva superiore anche se non lo avrebbe mai ammesso, sempre concentrata solo sui suoi problemi e il “non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te” non era assolutamente nel suo modo di fare. Ma era una buona amica, sapeva ascoltarti quando si ci metteva (poche volte), e con lei ti divertivi sempre alla fine.

«Ma di chi parli?»
«Kevin Noger»
«Ma chi se ne frega di Noger! Ho solo detto che è un bel ragazzo, mi sta antipatico! E poi ti pare che viene? sono tutti '99/'98 alla festa»
«Ma se va sempre in giro con McMiller, Sanders e compagnia bella, loro sono '98»
«Si ma... no dai non credo che venga, solo? lui? non è il tipo, e anche se fosse, non mi importa, non sono qui per lui»

La conversazione al riguardo cadde lì, ma mi lascio un dubbio dentro. E se...? no, no e no. Non era possibile. E anche se fosse, non me lo filavo proprio.
Dopo poco arrivammo alla rotatoria del quartiere dove c'era la casa, da lì dovevamo proseguire a piedi, non sapevamo bene dov'era ma sicuramente l'avremmo trovata. Scese dall'auto la musica era vicina, si sentiva forte e chiara, eravamo vicine.
Era la nostra prima festa in assoluto, era una versione un po' light perché era a casa di tre fratelli (che comunque non conoscevamo), e ci sarebbero state al massimo una trentina di persone. Ma era sempre una festa ed una bella esperienza, la prima festa, mi sembrava il top del top.
Lungo il viale dove avrebbe dovuto essere la casa, dei ragazzi stavano uscendo, alcuni motorini si fermarono poco distanti da noi. Riconoscemmo chiaramente McMillers dai suoi capelli un po' a cespuglio e il proprietario di casa, Marchesi, affacciato al cancello con suo cugino Allisins a fianco. Per un periodo McMillers mi era piaciuto, un periodo breve, era un bel ragazzo, non molto alto che frequentava la mia stessa scuola l'anno prima, poi era uscito (ora frequentava il primo liceo ed io l'ultimo anno delle medie). Mark Allisins invece era altissimo, non molto affascinante a dir la verità, uno di quei ragazzi "fascintoni", sempre sulle loro, che ci provano con tutte. Per un periodo lui e Sunny si erano frequentati ma poi la storia non era andata avanti, erano rimasti appena amici. Anche Marchesi era come lui, con la differenza che non aveva un'orientamento politico definito ed era leggermente più carino, poi si sa, le sue origini italiane aiutavano con le ragazze. Sunny li conosceva entrambi, io invece conoscevo solo Allisins, e neanche molto bene.
Dunque la casa era sicuramente quella, ci avvicinammo e i due ragazzi ci salutarono calorosamente, inspiegabilmente. Allisins mi prese la mano, io all'inizio mi trovai un po' spaesata, e feci quasi per indietreggiare, invece lui mi impresse un timbro sul dorso e mi sorrise. Ok, si vedeva che non ero mai andata ad una festa.
Percorremmo il vialetto, la casa era enorme ,stupenda, aveva un giardino abbastanza spazioso con una piscina, ah si, la festa era in piscina, ma nessuno aveva portato il costume. Entrammo attraverso un varco nella siepe, che portava al giardino. C'era un piccolo stand dove si erano posizionati i dj (tra cui anche McMills), una casetta di legno che per quella serata si era trasformata in un piccolo bar e delle sedie sparse in giro. Mi guardai intorno sorridendo, c'era abbastanza gente, ma comunque non più di quella che mi ero immaginata. Guardai il chioschetto, c'era Crispoher seduto ad un tavolo che faceva la cassa, era un po' buffo, il tavolo era più grosso dell'entrata della casetta ed era incastrato lì in mezzo, senza uno scopo preciso. Ad un tratto poi, un ragazzo seduto poco più distante da Cristopher, la faccia annoiata, si guardava intorno. Era lui, era lì, Kevin, lì, seduto, ah. Mi fermai di botto, Louren mi venne a sbattere contro e tutte le altre si fermarono dietro di me. Lo guardai, lui alzò lo sguardo e cambiò espressione, mi guardò. Io continuai a guardarlo immobile, lui non distoglieva lo sguardo. Sentivo le guance un fuoco, forse un bagno ci sarebbe stato bene ora che ci pensavo.

«Evelinee, ragazze, siete qui!»

Santo Joseph, santo subito! Lo avrei amato per sempre d'ora in poi. Ci radunò tutte e ci portò davanti alla casetta, dalla parte che doveva essere il bancone. Lì c'erano anche Veronica, Sam, e Joice che stavano ridendo e bevevano, ci avvicinammo velocemente a loro e facendo finta di nulla ci immergemmo nella conversazione. Io ero nel panico, più totale, cosa ci faceva lì, solo, annoiato, SOLO. Guardai le ragazze, mi stavano letteralmente fissando con delle facce assurde. Ma perché mi importava tanto?

«Ragazze cavoli! Se mi guardate così non mi aiutate! Fate finta di niente vi prego, non ne voglioparlare, non ne parliamo.» sussurrai a denti stretti
«Si Eveline ok, ma ci stà guardando, da tre minuti buoni.» disse Sammy
«Ha trovato qualcosa che gli interessa a quanto pare» disse Emily toccandosi i capelli, eccola là, ci risiamo.
«Ignoratelo ok, ignoratelo e basta. Non mi importa.»

Cuore? che cos'era? in quel momento non ne avevo più uno, era esploso. Cosa mi era successo? non avevo mai pensato a lui come uno che mi potesse far provare determinate cose. Era solo un ragazzo di 19 anni che si sentiva un dio greco.

«Ehi belle ragazze, cosa vi offro?» una voce familiare dal "bar"

Eccone un'altro. Affacciato al bar c'era Frederick, il ragazzo degli outfits di cui vi dicevo prima.

«Fred, già ci provi? ahah» disse Joseph avvicinandosi al bancone, ci fece cenno di raggiungerlo

«Scusa, ma quando vedo delle belle ragazze vestite così bene non resisto! Allora che volete?»

Dopo aver ordinato 4 vodka lemon più diluiti del solito, aveva deciso lui, mi concessi di lanciare un'occhiata veloce a Kevin, ero più che intenzionata ad ignorarlo ma finchè lui non mi scopriva, un'occhiatina ogni tanto non avrebbe rovinato il mio piano. Mi misi in una posizione tale da vederlo, lui stava guardando verso di me, e appena incrociò il mio sguardo fece un sorrisetto compiagiuto a mezza bocca e si alzò. Il mio cuore cominciò a ribattere a mille. Cosa voleva fare?

«Eveline? il drink..» disse Frederik sorridendo divertito

Afferrai il bicchiere e cominciai a bere velocemente, Kevin si avvicinò ai DJ e sussurrò all'orecchio di McMillers che aveva da poco preso posizione alla consolle. Partì improvvisamente "I Need Your Love" un'altra delle canzoni più famose del momento, che era anche la mia preferita, ma lui non lo sapeva, non poteva saperlo. Sussurrò qualcosa ad un altro ragazzo, entrambi si tolsero la maglietta e si rigirarono i pantaloncini, mi lanciò un occhiata maliziosa e prese la rincorsa. Si buttò in acqua. Tutti i presenti si voltarono verso di lui, mentre riemergeva dall'acqua, tutti stupiti, tutti un po' divertiti. Altri ragazzi lo seguirono ma io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, mentre usciva e si asciugava con un'asciugamano.

«Perché si asciuga e ci guarda con quella faccia?»
«Non ne ho idea Emily, non ne ho idea..»

L'avrei uccisa, quel tono con cui diceva "ci", ma cosa diavolo vol.... ok calma Eveline, calma.
Louren mi diede una piccola botta sul braccio, una botta gelida, mi voltai verso di lei shockata pensando che fosse lei così fredda, invece era un altro drink, mi guardò mentre aspirava dalla sua cannuccia. Con lei non c'erano bisogno di parole, la capivo da uno sguardo. Voleva dirmi cosa voleva Noger, se ne era accorta anche lei, cominciai a credere che se ne fossero accorti un po' tutti, ma sicuramente non stava guardando me, perché me? quando mai..
Allisins si avvicinò a noi con una bottiglia di Rum Orange e dei bicchierini.

«Uno shottino ragazze? Ah Evelinnee ancora con questo vodka lemon? dallo a me passa a qualcosa di più forte»

Mi prese il bicchiere e me ne porse un altro più piccolo, e lo riempì di Rum. Non mi tirai indietro e feci il primo sorso, aveva un buon sapore, ma quando scese nello stomaco, un bruciore assurdo. Trattenni a stento una facciaccia, volevo fare la dura, quella che resisteva a l'alchool.

«Brava Ev, pensavo reagissi peggio, tu si che sei una ragazza!» disse Mark ironizzando, sapeva che bruciava e che stavo per sentirmi male ma apprezzava il fatto che cercassi di nasconderlo.

«Eveline stai bene? vuoi che te lo allunghi un po'? non è troppo forte?» disse Frederik con faccia preoccupata, feci di no con la testa e mi appoggiai al bancone.

Cominciai a parlare co lui visto che io e Lou eravamo rimasta sole, le altre erano sparite. Parlammo per alcuni secondi, Allisins lo raggiunse dentro e si aggiunse alla conversazione. Ad un tratto mi guardai dietro, avevo perso Kevin, chissà dov'era, non mi importava ok? non mi importava. Ma come se mi avesse sentito, entrò dalla porta della casetta e si sedette dietro Fred, mentre si asciugava i capelli con l'asciugamano, aveva un leggero fiatone.

«Kevin eccoti! -si voltò verso di me- Eveline tutto bene? hai finito tutto il Rum e ancora non sei morta? grande!» Kevin e Fred sorrisero insieme senza però guardarsi
«Fagli un'altro vodka lemon visto che è così fissata, ormai con quello si sciacqua la bocca!» disse Allisins e tutti e tre scoppiarono a ridere.

Forse non avevo capito la battuta, cioè l'avevo capita ma non mi faceva ridere, non capivo se era una cosa positiva o se c'era qualcosa sotto, come un doppio senso, un contorto doppiosenso perché non lo capivo,e poi perché Kevin rideva come se fosse stato a parlare con noi tutta la sera? chi era? perché era lì a parlare con noi? Si lo odiavo, era solo un pallone gonfiato. Mi convinsi che tutti quei battiti erano solo frutto dell'emozione generale per la festa e mandai giù il vodka lemon con rabbia.
Poco dopo ci raggiunsero le altre, Emily mi lanciò uno sguardo e subito dopo guardò Kevin, gli sorrise, lui non se ne curò più di tanto, ma non la ignorò nemmeno. Stà calma Ev. Guardai l'ora, cavoli era l'una, dovevo tornare a casa, i miei non erano molto permissivi, ne espansivi, sopratutto alla prima festa. Così io e Louren salutammo tutti.

«Ciao ragazzi, complimenti per la festa è stata magnifica, noi andiamo però!» dissi
«Noo, già andate? non potete restare ancora un po'?» disse Frederik
«Si Fred, vorrei restare ma davvero non possiamo»
«Che rottura, vabbé ci sentiamo, è stato un piacere conoscervi e spero di rivedervi alla prossima festa!»
«Ci vedrete sicuro! ahahah»
«Noi restiamo però!» disse Emily maliziosa, come sempre.

Le lanciai uno sguardo brutto ma lei, e spero anche gli altri, lo interpretarono come uno scherzo. Salutammo definitivamente tutti e uscimmo dal vialetto. Eravamo euforiche, ma non potevamo ancora sfogarci perché c'era il padre di Lou in macchina. Perché non avevo la patente?!
Arrivata a casa chiusi la porta, mi buttai sul letto e cominciai a fissare il soffitto, ripensando a tutto quello che era successo, quelle immagini non le avrei mai più dimenticate, anche a distanza di anni.
Il telefono squillò, risposi con voce quasi ultraterrena, non so da dove mi era uscita.

«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH» ok era Louren

Parlammo per quasi due ore, due ore! Ma nessuna delle due era riuscita a chiarirsi il perché di quegli guardi, di quelle azioni, fatto sta che non avevo intenzione di rovinarmi l'"after" per quello stupido pallone gonfiato.


*il giorno dopo*

«Ma allora a che ora siete tornate non ho capito!» diedi un morso al panino
«Ma ci senti? e la terza volta che te lo dico! alle 3» mi rispose Sammy
«I miei mi avrebbero uscciso» si, lo so che non è educazione parlare con la bocca piena
«Ma non ti ho ancora raccontato che cosa è successo dopo con Kevin!» cominciò Emily

Mi andò quasi di traverso tutto, presi un sorso di cola per mandare giù il boccone e l'ansia. Sammy lanciò un'occhiata a Lou che stranamente non riuscì a decifrare.

«Allora praticamente Macy stava parlando con Siria Marchesi, la proprietaria, no?! Allora io mi sono avvicinata e inosomma alla fine siamo diventate amiche, dopo un po' Kevin (lei e Kevin si conoscono da tanto) si avvicina e le fa “Io e Fred andiamo a fumare in bagno, venite?” lei ha detto si di e quindi siamo andate tutte in bagno a fumare...»

Guardai Sammy, aveva lo sguardo basso e stava nervosamente mordendo la cannuccia. Non ero stupita per il fumo, avevamo fumato per la prima volta insieme, pochi mesi prima, non fumavamo mai ma se ci chiedevano di fare un tiro non ci tiravamo indietro, Sammy invece non fumava, Lou nemmeno, solo un tiro ogni morte di papa.

«..e allora eravamo in bagno, e Kevin mi passa la sigaretta, io avrei voluto fare un tiro però mi vergognavo troppo quindi gli ho detto di no, lui mi ha sorriso e mi ha detto “vabbé” e l'ha passata agli altri, facevano a giro.»

Lo so, ho detto che non mi importava niente di lui, ma in quel momento volevo strozzarla.

«E poi Sammy ha detto che dovevamo andare via e lui ha detto “ma come già andate via?” e io “eh si, non c'è nessuno che mi accompagna, quindi devo andare con lei” speravo che mi dicesse tipo “ti accompagno io” ma.. vabbé, però credo che ci abbia pensato per un attimo sai? quant'era bello e poi..»

Giuro che le stavo persaltare dopo. Mi chiusi in me stessa, non volevo sentire altro. Ma perché? che mi stava succedendo? non poteva essere lui, no! Quel deficente, no.

 

NOTE DELL'AUTRICE:
Ok lo so, lo so che non è il massimo, però mi dovete perdonare, non scrivo ormai da un anno e ci devo riprendere un po' la mano. Detto questo, salve! Sono una nuova, ma non proprio nuova, "scrittrice" (o almeno cerco di esserlo). Questa è una storia tratta da una storia vera, la mia storia, con un ragazzo, o forse..., boh poi vedrete (e.e). L'ho scritta qui perché da un lato avevo bisogno di raccontarla a qualcuno, da un lato la voglio un po' inventare, come faccio con le persone (se avete letto l'introduzione capirete) e riscrivere a mio modo. Vi dirò episodio per episodio quello che è realmente successo e cosa no, così vi regolate, magari è successo qualcosa di simile a qualcuna di voi.
La storia di questo primo capitolo è vera, verissima, è successa nella data che ho riportato sopra e i fatti sono quelli riportati, tranne per il fatto di Frederik, si ci ho parlato, ha detto "belle ragazze" e cose varie ma alla fine non siamo rimasti in rapporti, ci guardiamo solo come a dire "ehi ma tu sei quella/o lì della festa" e niente... dai commentate e fatemi sapere se vi piace, se trovate qualche errore e se avete qualche onsiglio e anche se non capite qualche espressione, non so se alcune si usino solo da me o... Ripeto, scusatemi la scrittura poco professionale e la lunghezza esagerata ma devo riabituarmi. Seguitemi se volete sapere cosa accadrà tra Eveline e Kevin e tra Ev ed Emily. Commentate commentate commentate. Vi voglio bene.
xx La vostra President.



 

  
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