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Autore: Tsu_Chan    23/02/2014    3 recensioni
"Ti voglio raccontare la storia di un uomo spaventato che viveva nel buio e di una bambina che gli regalò una fiammella di speranza." (LokixJane)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane Foster, Loki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jane,
mia piccola, innocente e caparbia Jane.
Se stai leggendo questa lettera.”
 
Getto con rabbia la lettera appallottolata a terra. Non è mai stato da me essere a corto di parole. Prendo un altro foglio e intingo di nuovo la penna nel inchiostro.
 
“Jane, amore mio…”
 
Digrigno con forza i denti. Com’è possibile che non ci sia un modo per iniziare questa stupida lettera. Potrei anche non scriverla, sinceramente, ma credo che tu ne abbia diritto: che tu abbia diritto alle mie ultime parole.  Che cosa stupida, queste non saranno di certo le mie ultime parole. Sì… sì lo sono. È inutile che tenti di negare la verità.
Mi volto sulla sedia con la penna in mano e ti cerco con lo sguardo nella penombra.
La tua sagoma è appena delineata sotto le coperte del letto. La luce della luna si spande delicata sulle increspature della coperta che ti stringi con forza la petto.  Sospiri profondamente e ti volti dall'altra parte. Hai i capelli arruffati e sparsi ovunque. Eppure sei bella. No, nessun eppure. Tu sei bella.
Mi sollevo dalla sedia tentando di fare il più silenziosamente possibile. Mi avvicino al nostro letto e mi fermo con una spalla appoggiata al baldacchino.
Lascio scivolare lo sguardo sulle ombre proiettate dalle tue ciglia e sulla strana piega che hanno preso le tue labbra. Chissà cosa stai sognando. 
Ti volti un’altra volta arricciandoti le coperte intorno alle gambe e chiami il mio nome nel sonno.  Un’improvviso calore mi si spande dal centro del petto a tutto il corpo. Mi lascio sfuggire un sorriso. Non credo mi sia mai capitata una cosa bella quanto te, sei tutto ciò che mi tiene in vita…
Torno di corsa verso la scrivania e impugno con forza la penna. La fiamma della candela che mi fa luce tremola leggermente.
Ora so cosa scriverti.

 
“Jane ti voglio raccontare una storia.
È la storia di un uomo che è nato due volte.
Nacque la prima volta in un angolo sperduto, freddo e desolato. Nessuno era vicino a lui. Tutto intorno a lui c’erano solo ombre. Aveva paura, molta, troppa paura… era così spaventano che non osava nemmeno respirare. Stava annegando nelle tenebre e nelle ombre. Non sembrava esserci via d’uscita. L’uomo pensava che non sarebbe mai riuscito ad uscire da lì. Se sei nato in un posto allora significa che è lì il luogo a cui appartieni, non ha senso provare a scappare. Non aveva senso lottare, non aveva senso provare a scalare le montagne tutte intorno. Il suo destino era morire, nella polvere e nel buio.
Un giorno però, mentre l’uomo stava dormendo, una piccola bambina gli arrivò a toccare una spalla. In un qualche modo era riuscita a scavare una strada nelle montagne. Portava con sé un piccola fiamma che illuminava tutt'intorno con dolcezza. L’uomo si sorprese nel vedere la bambina e le chiese come una creatura così piccola fosse riuscita ad arrivare fino a lui. La bambina gli rispose che aveva sentito la sua voce dall'altra parte delle montagne.
L’uomo si alzo in piedi sconvolto: come aveva fatto quella piccola bambina, fragile come un fiore, a trovarlo? Come aveva fatto a sentire la sua voce? 
La bambina gli raccontò di tutte le cose belle che aveva visto oltre le montagne dove viveva l’uomo. Gli parlò del calore della luce del sole, del sapore delle pesche in estate e l’uomo rimase ad ascoltarla a lungo. Ogni parola della bambina suonava come una promessa di pace per l’uomo sempre spaventato.
Passarono tante ore a parlare insieme ma presto la bambina dovette tornare da dove era venuta. Quando si alzò in piedi per andare via l’uomo sentì di nuovo le ombre farsi vicine, strozzarlo, trascinarlo verso il basso… Ma la bambina non andò via. Si voltò, gli tese la mano e lo aiutò ad uscire dalle ombre dove era nato. Fu così che l’uomo nacque la seconda volta, per mano a una bambina che lo guidava verso la libertà dalla sua prigione.
 
Tu sei quella bambina, mia amata Jane.
Sei arrivata nella mia vita quando oramai credevo di essere destinato a morire solo e mi hai portato una piccola luce per combattere i miei incubi. Non credo tu capisca quanto sei importante per me.
Prima di te ero solo, perso, dannato a vivere rintanato nel mio stesso odio. Tu mi hai salvato. Mi hai dato la mano quando tutti mi temevano.
 
Non posso nascondere il motivo di questa mia lettera. Non potrò rimanere ancora a lungo con te, per quanto lo desidererei con tutto il mio cuore.  Non credo di aver mai desiderato qualcosa così ardentemente come poter avere più tempo da spendere con te.
 
Ti scrivo perché non ho il coraggio di parlarti apertamente, non posso affrontare questo discorso con te. Tu piangeresti… io piangerei e probabilmente non riuscirei a dirti tutto ciò che vorrei.
Ascoltami Jane, in molti ti verranno a dire cose orribili su di me. Ascoltali, sappi che ciò che ti diranno è vero. Maledicimi, odiami, danna il mio nome e la mia anima. Dimentica il mio volto e il suono della mia voce ma ricordati che l’uomo spaventato ti ha sempre amato. Dal primo momento che ti ho vista il mio mondo è cambiato. Mi hai reso più forte, mi hai dato un motivo per combattere… un motivo per morire.
Morirò con il tuo nome sulle labbra e il tuo volto negli occhi perché sei la creatura che ha cambiato la mia vita.
Promettimi che non permetterai al dolore per la mia perdita di schiacciarti. Chissà poi se mi piangerai, probabilmente no… Mi è impossibile pensare a qualcuno che pianga per me. Nessuno lo ha mai fatto.
Ricordati che sei nata per essere forte e per essere felice.
 
Scrivo questa lettera mentre tu stai dormendo nel nostro letto, la nasconderò in un posto dove sono sicuro che la troverai al momento giusto.
 
Sappi che hai salvato un uomo spaventato e gli hai donato una nuova vita. Sappi che ti ho amato e sempre lo farò.
 
Per sempre devoto,
Loki”
 
Vorrei dirti altre cose, tante altre cose, ma il sole sta quasi per sorgere e devo preparami per la mia ultima battaglia.
Infilo la lettera dentro una busta robusta e la sigillo con alcune gocce di ceralacca.  Mi alzo in piedi e mi avvicino di nuovo al letto. I primi raggi del sole si stanno allungando attraverso le imposte socchiuse. Mi avvicino al mio lato del letto e nascondo la busta sotto al mio cuscino. Mi hanno detto che quando sono lontano ti piace abbracciare il mio cuscino per ciò la troverai sicuramente.
Ti accarezzo con dolcezza i capelli e tu mugugni. Vorrei poterti baciare un’ultima volta, abbracciarti un’ultima volta, sentirti ridere per l’ultima volta…
Mi sollevo dal letto e mi giro verso la porta della nostra stanza. Cammino a passi lunghi e decisi. Sento lacrime amare pungermi gli occhi. Le lascio libere di bagnarmi il volto; sarà la prima e ultima volta che permetto alle lacrime di dominarmi. Lascerò che siano il mio dono d’addio per te. Le prime lacrime d’amore dell’uomo spaventato.
   
 
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