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Autore: Aine Walsh    23/02/2014    1 recensioni
Guardati intorno, non resta nient’altro che non sia la sabbia a fare da sfondo a tutto. Cosa dei diventata anche tu, se non un mucchio di polvere del deserto? E cosa ti impedisce di tornare a sognare ancora, in qualche modo?
Fissi inespressivamente e con occhi vuoti la siringa poggiata sul tavolo di fronte a te.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morfaminomani
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Things that stop you dreaming

Il fischio di un treno in lontananza ti fa sobbalzare, ridestandoti da quel groviglio di cupi pensieri che ti annebbiano la ragione. Non ti è mai piaciuta la stagione secca, con il suo sole ardente e le sue vallate di erba arsa racchiuse tra i monti, men che meno inizierai ad apprezzarla adesso.
Lanci un’occhiata distratta all’orologio appeso al muro e ti rendi conto di non sapere nemmeno quando hai deciso di affacciarti alla finestra. Probabilmente hai anche dimenticato di mangiare, di nuovo.
Un passo indietro, poi ti volti e vai alla credenza, aprendone un cassetto. Prendi la boccetta tra le mani, con movimenti lenti e curati che quasi non si addicono alle tue dita tremanti. Osservi attentamente il liquido contenutovi all’interno, con il peso del futuro che grava sulle tue spalle indebolite e la mente che divaga cercando rifugio altrove.
È questa la strada giusta? La soluzione che hai disperatamente cercato nei negli anni successivi alla tua vittoria? Così facendo, non starai forse imboccando la via più breve, quella dei codardi?
Eppure, pensaci: è stata proprio la Vigliaccheria a consacrarti vincitrice della Sessantesima edizione dei Giochi della Fame. Non hai fatto altro che nasconderti e aspettare, sbirciando, riparata dalle fronde degli alberi, i conflitti e le morti che si consumavano sotto di te. Ne hai visti cadere molti, hai assistito a barbarie di tutti i tipi, e quelle immagini sanguinolente, quelle urla strazianti, continuano ancora ad infestare i tuoi giorni e le tue notti. Lo sai, non passeranno mai.
Ogni tuo tentativo di tornare alla vita precedente, o di avvicinarti ad essa, è stato totalmente vano e privo di senso perché, per quanti sforzi tu possa fare, la vita prima dell’Arena non esiste più. Forse non esiste nemmeno più la vita.
Guardati intorno, non resta nient’altro che non sia la sabbia a fare da sfondo a tutto. Cosa dei diventata anche tu, se non un mucchio di polvere del deserto? E cosa ti impedisce di tornare a sognare ancora, in qualche modo?
Fissi inespressivamente e con occhi vuoti la siringa poggiata sul tavolo di fronte a te.
Ti hanno detto che funziona e, si sa, a mali estremi, estremi rimedi. Sei ancora troppo giovane per convivere con così tanto orrore.
La smorfia dovuta al flusso di morfamina che entra in circolazione nel tuo corpo viene quasi subito sostituita da un ghigno appena accennato sulle labbra screpolate.
E a poco a poco la pesentezza, la paura e le aride vallate zeppe di sabbia del Distretto 6 lasciano il posto all’erba fresca, alla luce, ai colori e alle stelle alte in cielo.


 


Heart beats fast...
Ma salve a tutti voi approdati qui! :D
State bene? Me lo auguro, dopo aver letto questo scempio...
Ho due precisazioni da fare:

  1. Dei morfaminomani si sa poco o nulla, quindi ho immaginato io che la protagonista avesse vinto la Sessantesima edizione. Se vi sembra che vi siano discrepanze o se quella particolare edizione avesse già avuto qualche altro vincitore testimoniato da quella pazza sadica di zia Susanna, beh, fatemi sapere e provvederò a correggere (ho la memoria molto corta, sì ._.)
  2. Questo stile pesante (pesantissimo) e quasi baroboso (potrebbe annoiare, cià) è voluto intenzionalmente. Anche se ammetto che mi sarebbe piaciuto ottenere un risultato diverso, avrei voluto rimarcare di più la sofferenza di questa povera disgraziata... ma mi sa tanto di non esserci riuscita. Sarà per un'altra volta. O forse no (?).
E basta così, ora vi lascio e vado a sfogare i miei feels su qualcos'altro.
Mando un inchino a tutti voi lettori temerari,

A.
  
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