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Autore: marvellously_percico    23/02/2014    2 recensioni
- Tu sei una semidea - mi guardò fiero. - Sei la figlia di Demetra. -
- Persefone è la mia sorellastra? - fu la prima cosa sensata che mi uscì di bocca.
Cosa accadrebbe se dei giovani semidei che vivono nell'Antica Grecia dovessero sventare una guerra imminente?
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Chirone, Nuova generazione di Semidei
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre pensato di essere una ragazza normale, semplice, di umili origini.
E’ difficile pensare quanto può esserlo una ragazza che vive nel Tempio di Apollo a Delfi da quando è nata.
Ma fino a quando ho compiuto sei anni ho veramente creduto di essere un’orfanella presa in custodia da un vecchio uomo malfermo che viveva lì, un certo Chirone.
Conoscevo la storia di un centauro, un uomo col corpo di cavallo, con quel nome. Quel Chirone aveva addestrato il mitico Eracle. E’ un uomo.. cavallo, ehm, un centauro davvero importante e potente.
Il mio Chirone non poteva muoversi però è stato come un padre per me. L’unico che ho avuto.
Quindi il giorno in cui compì sei anni arrivò nel Cortile del Tempio una bambina un poco più grande di me.
Avrà avuto quasi nove anni. Indossava qualcosa di esageratamente grande, cioè indossava qualcosa.
Sembrava un’armatura, ma vista sopra di lei era davvero gigante. Era ferita, qualcosa la inseguiva.
In un primo momento non potei vedere quel qualcosa, la mia vista era sfocata. Osservando meglio lo vidi.
Era un abominio. Aveva la parte inferiore del corpo quasi umana, piena di muscoli.
La parte superiore era.. indescrivibile. Sembrava un toro, un toro con due corna gigantesche.
Caricò verso di me, stava quasi per colpirmi quando una barriera invisibile lo fermò.
Il contraccolpo lo fece volare lontano, fino a Micene spero. Era il famigerato Minotauro, ed era qui, a Delfi.
La ragazza che era arrivata da poco perdeva ancora più sangue e sentì degli zoccoli.
Il mio Chirone era diventato quel Chirone. Era davvero alto, prese la ragazza con un unico braccio.
Ero scioccata, pensavo di essermi immaginata tutto con la mia fervida immaginazione di bambina.
Magari era unicamente un sogno, perché queste cose capitavano soltanto nei miti.
Però poi qualcuno mi toccò le spalle. Ehi, Aranel - era Chirone - Dobbiamo parlare un po’. Ti va? -
Io annuì e dolcemente mi prese e mi fece salire in groppa. Ero spaventata ma fu fantastico.
Non avevo mai cavalcato qualcuno, perciò mi aggrappai al suo busto facendo una domanda.
- Tu sei il Chirone che ha addestrato Eracle?
- Si, mia fanciulla. Esistono molti più semidei di quelli che ci narrano i miti - mi rispose, con voce calda.
- Quindi quella ragazza, è una semidea? - chiesi ora incuriosita, mentre pensavo a qualcosa di intrigante.
- Certo, ma non so ancora di chi sia figlia. Credo di Atena perché è stata saggia a venire qua.. - lo fermai.
- Perché? Questo è una specie di rifugio magico?>> Chirone annuì.
- I confini sono magici, solo i semidei e gli autorizzati posso entrare. Tengono lontani i mortali e i mostri.
- Come il Minotauro? - dissi.  - Ma non era rinchiuso? No, Teseo poi lo ha ucciso!
- I mostri non muoiono, semplicemente le loro anime vanno.. beh, diciamo che è difficile - Chirone sospirò.
- Sappi solo che dopo un periodo dalla loro morte si ricompongono.
Adesso ero molto più scioccata di prima. I mostri erano immortali, ma dovevo fare un'altra domanda.
- Hai detto che i mortali non possono entrare. Cosa sono io?
- Tu sei una semidea - mi guardò fiero. - Sei la figlia di Demetra.
- Persefone è la mia sorellastra? - fu la prima cosa sensata che mi uscì di bocca.
Qualche giorno dopo la ragazza di svegliò, quando aprì gli occhi e mi guardò sembrò che il mare mi avvolgesse.
- Hai dei bellissimi occhi verdi - le dissi, e lei si limitò ad annuire chiedendomi  - C’è del nettare?
Avevo imparato che il nettare e l’ambrosia potevano farci ritornare le forze molto velocemente.
Fantastico! avevo pensato ma poi ho scoperto che se esageravamo era la fine, la morte.
Le passai il nettare e lei lo bevve d’un sorso. - Io sono Tabetha, mia giovane amica -  mi disse.
- Io sono Aranel, figlia di Demetra. Tu conosci.. - non sapevo come chiederlo, e se sua madre fosse stata mortale?
- Io sono figlia di Atena. Ma tu sei ancora una bambina Aranel, conosci il tuo genitore mortale?
Feci di no con la testa, così lei mi prese la mano e mi fece una promessa.
- Da oggi saremo amiche, va bene Aranel?
Sussurrai un si e l’abbracciai, mi venne naturale. E così siamo amiche sin da allora.
Eravamo cresciute insieme, allenandoci insieme e divertendoci un mondo. Sia lei che io vivevamo al Tempio sempre.
C’erano altri semidei, e mi sembro strano quando la scopri.
Si, non l’avevo mai notata ma a destra del Tempio c’era una valle e lì le cabina per ogni genitore divino.
Nella mia cabina c’erano due gemelle, Primula e Violetta, due ragazze molto gentili e disponibili.
Erano simpatiche davvero, però erano molto più grandi di me e sapevano usare meglio i loro poteri.
Mi sentivo una novellina, ma adesso avevo sette perle, una per ogni anno trascorso al Tempio.
Quella mattinata era arrivato al Tempio un giovane semidio, della mia stessa età.
Il suo nome era davvero complicato. Lo salutai. - Ehi, benvenuto al Tempio di Apollo. Come ti chiami?
Io capii qualcosa come Nikandros, ma era impronunciabile per me, quindi lasciai perdere dandogli un soprannome.
- Ok, Nik! Io sono Aranel e sono figlia di Demetra, tu? - chiesi. Nik mi guardò spiazzato.
- Non lo so, ancora non sono stato riconosciuto - rispose con un fil di voce. Capii che era timido, ma molti ragazzi non erano stati riconosciuti.
- Andrai nella Cabina di Ermes perciò! Almeno fino a quando non capiremo chi è il tuo genitore divino!
E poi successe qualcosa di strano. Quel Nikandros svenne per terra, davanti ai miei occhi increduli.
 
  
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