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Autore: Evander    23/02/2014    3 recensioni
«Non l'ho creato io, l'ho solo costruito. L'ho trovato su un libro» disse Peeta prendendo in braccio il figlio. «Funziona con il vento, bisogna prendere il filo – no, Will, non la coda, il filo bianco – e correre, così prende vento ed è come se volasse» spiegò il padre, mentre i due figli lo guardavano meravigliato. Era così semplice quel meccanismo, e loro padre ne parlava come se fosse stata la scoperta del secolo, con quel viso illuminato che sicuramente quel gioco a vento non poteva non essere meraviglioso. «Si chiama Aquilone» aggiunse il fornaio. «Lo proviamo?» domandò, appoggiando per terra Rye, che volle subito riprendere in mano l'Aquilone, quell'invenzione fantastica che – nonostante il padre avesse spiegato il contrario – lui avrebbe sempre attribuito a Peeta Mellark, anche perché dopo tutto era stato lui a trovarlo in un libro che gli era stato donato da Effie. «Sì!» esclamò il più piccolo. «Andiamo a volare con l'aquilone!»
[Post-Mokingjay] [daddy!Peeta-figlioletti Mellark]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let's go fly a kite

Rilesse la pagina di quel libro per bambini che avrebbe potuto definire antico, ma che probabilmente molti anni fa era qualcosa di nuovo e innovativo. Aveva sempre pensato che i libri antichi erano quelli dalle pagine ormai divenute giallastre, con le copertine sgualcite e quell'odore di vecchio, di usato, che nessun'altro libro poteva avere. Eppure quel piccolo libretto dalle pagine solide, fatte di cartoncino, e azzurrine e le molteplici illustrazioni stampate a colori doveva aver diversi anni. Non aveva mai visto giochi simili durante i suoi numerosi viaggi alla Capitale. Eppure nella loro semplicità gli parevano fantastici, forse proprio perché non erano complessi o tecnologici, ma giochi ottimi per bambini del Prato, come i suoi figli. Peeta riusciva già a immaginarsi, con Willow e Rye, e se voleva anche Katniss, per quanto, col tempo, aveva imparato che non era il suo genere di cose, a far volare un aquilone colorato per il cielo blu del Distretto. Non aveva mai visto un aquilone in vita sua, ma era certo di poterlo far volare, non era un meccanismo difficile, era una cosa così semplice, che si stupì di come il gioco era sparito, forse nella Capitale per via degli spazi verdi che ormai erano inesistenti, e nei Distretti perché gli aquiloni erano ormai l'ultimo pensiero degli abitanti.


«Hai visto papà?» domandò Willow al fratello, seduta sul bancone della panetteria. In realtà non avrebbe dovuto sedersi lì, suo padre glielo aveva detto esplicitamente, ma nonostante ciò amava quel posto, dove poteva avere una visuale completa del locale. «Senza papà non possiamo preparare i biscotti che ho promesso a Kaypa» si lamentò la bambina, irritata dall'idea di perdere la scommessa che aveva fatto con la coetanea, la quale aveva osato sfidarla, insinuando di saper preparare dei biscotti migliori di lei. «Ma se ti fai aiutare da papà è come se bari, no?», replicò Rye. «E se bari è come se perdi. Dovresti prepararli da sola, tanto li sai fare. E Kaypa perderà di sicuro, no?» Il più piccolo smise di parlare, fermandosi ad osservare una torta coperta di glassa che era esposta in vetrina. «Tu vuoi stracciarla, no? E allora prepara questi biscotti!», esclamò infine, come se fosse una questione di vita o di morte – una gara di dolciumi. «Però sicuramente lei si farà aiutare da sua madre» osservò Willow. «Comunque seriamente, hai visto papà? È tutto il giorno che non c'è, magari gli è successo qualcosa» ripeté la bambina, saltando giù dal bancone, mentre il fratello osservava delle ciambelle – sempre glassate, amava la glassa. «Dovremmo cercarlo!» esclamò, con aria importante, come se stessero per partire per una spedizione incredibilmente difficile e pericolosa per salvare il padre rapito da qualche mostro nascosto sotto al suo letto. Rye sbuffò, trovandosi costretto a spostare gli occhi dalla vetrina. «Okay, hai ragione» concesse alla sorella. «Comunque i biscotti dovrai farli da sola!» aggiunse sollevando l'indice della mano sinistra. «O lo dico a Kaypa, così impari a barare.» continuò con frasi del genere per tutto il tragitto fino a casa loro – il primo posto in cui avevano deciso di cercare Peeta – come se lui fosse stato un angioletto dalla coscienza immaccolata, cosa che Willow osservò un paio di volte.
«Aspetta!» esclamò Rye prima che lei aprisse la porta della casa situata in quello che un tempo era stato il Villaggio dei Vincitori – c'era ancora l'arco con sopra l'insegna “Villaggio dei Vincitori”, all'inizio di esso, ma ormai vi vivevano un po' tutti, e quello non era che un monumento storico. «Se papà è sparito, allora magari in casa c'è chi lo ha fatto sparire!» osservò, sicuro di aver creato una teoria molto intelligente. «Altrimenti papà sarebbe sano e salvo... e non dimentichiamoci di pensare alla mamma!» Per un occhio esterno la scena avrebbe potuto risultare comica, per la serietà e la determinazione che i due bambini stavano mettendo in quella ricerca, ma secondo i diretti interessati quello era un momento assolutamente tragico. «Hai paura?» replicò Willow con un pizzico di ironia «sicuramente sarà stata un'oca di Haymitch, che è scappata, è entrata in casa e ha fatto prendere uno spavento a papà!» disse la più grande spalancando le braccia, per evidenziare il terribile danno causato da uno degli animali di Haymitch, sfuggito al suo padrone sicuramente ubriaco. «Quindi non devi avere paura se troviamo un'oca in casa» ripeté, convintissima della verità di quello che stava esclamando. «Papà avrà bisogno del nostro aiuto – e di quello della mamma. Però lei è nei boschi!»Willow parve notare solo in quell'istante la gravità della cosa – si trovavano soli contro un potenziale nemico probabilmente sconosciuto. «Dovremo occup-» la bambina non riuscì mai a finire la frase, visto che in quell'esatto momento la porta si spalancò, rivelando Peeta sull'uscio, con in mano uno strano oggetto a forma di rombo fatto con della stoffa verde. «Papà!» esclamò immediatamente Rye. «Pensavamo fossi morto!» aggiunse Willow. «Ucciso dalle oche di Haymitch!» completò il minore, spalancando le braccia come aveva in precedenza fatto la sorella parlando dello stesso argomento. Peeta si limitò a sorridere dell'innocenza dei due bambini, mostrando loro l'aquilone, lo strano oggetto di stoffa verde. «Ho creato questo» spiegò, ben sapendo che i suoi due figli non ci stavano capendo molto. «Inventato? Sei un inventore, papà? Come Beetee?» chiese Rye, prendendo in mano il gioco e osservandolo da più vicino, per poi passarlo alla sorella – come quando a scuola avevano portato un pezzo di cartone e tutti i bambini della classe se lo erano passato, perché ognuno potesse osservarlo. «Non l'ho creato io, l'ho solo costruito. L'ho trovato su un libro» disse Peeta prendendo in braccio il figlio. «Funziona con il vento, bisogna prendere il filo – no, Will, non la coda, il filo bianco – e correre, così prende vento ed è come se volasse» spiegò il padre, mentre i due figli lo guardavano meravigliato. Era così semplice quel meccanismo, e loro padre ne parlava come se fosse stata la scoperta del secolo, con quel viso illuminato che sicuramente quel gioco a vento non poteva non essere meraviglioso. «Si chiama Aquilone» aggiunse il fornaio. «Lo proviamo?» domandò, appoggiando per terra Rye, che volle subito riprendere in mano l'Aquilone, quell'invenzione fantastica che – nonostante il padre avesse spiegato il contrario – lui avrebbe sempre attribuito a Peeta Mellark, anche perché dopo tutto era stato lui a trovarlo in un libro che gli era stato donato da Effie. «Sì!» esclamò il più piccolo. «Andiamo a volare con l'aquilone!»

Che gran gioia andar
là sulla terra e in mar
e con l'aquilon poter volare
Là dove tutto è blu
su puoi salire tu
più su con l'aquilon.


Angolo di River
Boh. Io so di non saper caratterizzare Peeta. E a dirla tutta non mi convincono nemmeno i suoi figliuoli.
Allora, diciamo che "Het" è messo perché è implicito che Peeta e Katniss sono sposati, nella storia. I nomi dei figli mi hanno detto da qualche parte che sono questi, e mi pareva attendibile.
La citazione finale in corsivo è da Mary Poppins, e il titolo è il titolo originale di quella canzone.




 

 

  
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