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Autore: Uzzaah    24/02/2014    2 recensioni
"Questo non è il posto giusto per una ragazza di fuoco"
Questa frase si pone come il filo rosso conduttore di tutta la ff. Il momento è quello del saluto di Cinna a Katniss nella Sala di Lancio, durante la 75° Edizione della Memoria degli Hunger Games. Il contenuto riguarda i pensieri del nostro stilista preferito per la sua Ghiandaia Imitatrice, rivivendo i momenti passati con lei, a partire dalla prima volta che la vide in televisione durante la diretta della Cerimonia della Mietitura. Siete pronti a tuffarvi anche voi nelle rievocazioni mentali di Cinna, in questa fan fiction dal leggerissimo sapore appena accennato KatnissxCinna?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cinna, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scampolo di fuoco
 

La prima volta che l'ho vista è stata via etere, durante la diretta televisiva della Cerimonia della Mietitura. Si è frapposta tra quel piccolo anatroccolo e il palco, le braccia spalancate come l'apertura alare di un uccello pronto alla difesa del suo nido, senza curarsi di quale fosse il costo. Ce l'aveva già stampata in faccia l'etichetta “simbolo della ribellione”. O meglio affissa alla spalla destra sotto forma di spilla dorata, ma questo l'ho capito solamente in un tempo successivo.
Dopo la visione di quella scena ricordo di aver vissuto una sorta di esperienza extracorporea: sapevo che le gambe che sono guizzate di scatto dal soffice divano del mio appartamento erano le mie così come ero perfettamente conscio che quella voce ferma, autorevole che pretendeva dagli autori dei Giochi di essere lo stilista assegnato al Distretto 12 appartenesse a me, ma non ricordo di aver mai ordinato al mio cervello di trasmettere segnali elettromotori ai muscoli degli arti e delle labbra. Probabilmente ho rischiato di perdere un posto di lavoro che ancora non avevo ottenuto ufficialmente per una ragazza osservata una sola volta in televisione. Quando al Centro Immagine ho incontrato i suoi occhi dal vivo ho compreso com'era riuscita a spingermi ad espormi così tanto: io e lei siamo uguali. Non mi ha mai guardato con quello sguardo che, quando si è offerta Volontaria per la sorella, ha riservato all'intera nazione. Ha capito subito, non appena ho messo piede nella stanza fredda dalle pareti bianche in cui lo staff dei preparatori l'aveva abbandonata al suo destino, che io ero diverso. Che non avevo la mentalità da cittadino di Capitol City. E che nella nostra diversità potevamo essere affini: io l'abito di seta e lei l'unica modella meritevole di indossarmi. All'improvviso un ricordo lampeggiante, il flashback del gesto che prima di lei nessuno aveva mai compiuto nella storia del suo Distretto mi ha fatto provare un immediato istinto di farla risaltare tra la massa, di renderla indimenticabile come la squisita ed elaborata acconciatura di trecce che ornava i suoi capelli scuri.
La più grande soddisfazione della mia vita è quella di esserci riuscito, non conto più oramai quante volte. Le ho creato un costume che ha letteralmente sciolto gli spettatori durante la parata dei Tributi. Cucendo io a mano ogni singola pietra preziosa sull'abito che ha indossato per l'Intervista ho contribuito a coniare il suo soprannome mentre lei era divorata da una piroetta infuocata: Katniss Everdeen, la ragazza di fuoco. E a fare in modo che lei vedesse in me un amico, a spingerla a stipulare un contatto visivo verso tribuna centrale, nel caso avesse bisogno. Tutti questi pensieri hanno continuato a vorticarmi nella testa mentre la accompagnavo alla Camera di Lancio, tanto che non sapevo bene cosa dirle per confortarla, infonderle sicurezza. Ho ricercato il suo sguardo, quelle iridi grigie nelle quali ci si può perdere in sbuffi evanescenti, impalpabili di fumo, ma anche ritrovare la robustezza di una roccia. In questo passaggio da stato gassoso a solido ho capito cosa dovevo fare: comportarmi come lei fa di solito, essere se stessa e mostrami senza barriere, senza cilindri di vetro a separarci; noi siamo uguali, continuavo a ripetermi. Così mi sono rivolto a lei affermando “non mi è permesso scommettere, ma se potessi, punterei i miei soldi su di te”. E lo penso ancora adesso.
Dal conto alla rovescia e l'inizio dei 74° Hunger Games la mia memoria si fa più offuscata, come se qualcuno vi avesse gettato sopra della polvere di carbone. Credo che a ciò abbia contribuito lo shock dato dall'ascolto del discorso del Presidente Snow per l'Edizione della Memoria. Nell'udire il suo messaggio, “affinché i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra i vincitori ancora in vita”, la manica di uno degli abiti da sposa che avevo appena finito di appuntare mi è rimasta in mano. Non so quanto tempo sia passato prima di realizzare che ero stato realmente io a strappare la mia opera, insieme ad una parte di me stesso. Si, un pezzo di stoffa lacerata, così si è sentita la mia anima in quel momento. L'unica opzione che mi era rimasta per riprendermi era dare un taglio ai perbenismi, alla mia ligia condotta da capitolino rispettoso di regole senza alcuna giustizia e gettare quello scampolo nelle fiamme crepitanti che di lì a poco avrebbero alimentato la tenue scintilla della rivoluzione. Dovevo bruciare per la seconda volta nello sguardo di Katniss sul carro dei Tributi, lasciarmi inseguire dalla scia di fuoco che lei lasciava dietro di sé come un'ombra. Capire che una spilla può essere un simbolo, ma non solo. Che sono le persone che conferiscono potere ai simboli. Che da solo un simbolo è privo di significato, ma che con un bel numero di spettatori alle spalle un vestito nero con chiazze bianche, ornato da minuscole piume d'uccello e due ali da Ghiandaia Imitatrice può cambiare il mondo. Può ridare speranza laddove è stata tolta. Può far respirare una ventata di libertà.
Questa volta mentre ci conducono verso il Lancio so esattamente cosa fare: colmare la distanza che esiste fra noi con un abbraccio che esprima quanta paura ho avuto di perderla mentre era bloccata dai Favoriti su quell'albero, durante il suo scontro diretto con i coltelli della ragazzina del 2 o quando ha tirato fuori dalla tasca quelle bacche velenose; persino adesso. La voglio sentire mia come lo stesso giorno di un anno fa. Non è cambiato niente da allora: “Io scommetto ancora su di te, ragazza di fuoco”. Io e lei siamo uguali. Non sento il primo colpo arrivare a tradimento di lato. Accecato dal sangue che zampilla come un torrente in piena dal mio naso le rivolgo ancora un'ultima fugace occhiata. Non è tanto la sua espressione disperata, da animale in gabbia impotente a sconvolgermi. E' la rapida analisi del tessuto che costituisce la sua tuta: non offrirà molta protezione dal freddo o dall'acqua. L'acqua. Un altro pugno, mirano allo stomaco. Un altro ancora, stavolta un calcio. E so di essere già morto. Perché l'acqua è l'unico elemento in grado di domare le fiamme che divampano dentro di lei.

 

Mi guardo i piedi con gli occhi semichiusi e vedo che la piastra di metallo è circondata da onde blu che mi sfiorano gli scarponi. Alzo lentamente lo sguardo e osservo l'acqua che si etende in ogni direzione.
Riesco a formare un unico pensiero coerente.

Questo non è il posto giusto per una ragazza di fuoco.


 

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-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Angolino dell'autrice ^^

Ci tengo a raccontare un pochino la storia di questa ff: l'idea originale era quella di scrivere una KatnissxCinna, sebbene alcuni accenni siano ancora lievemente presenti nella narrazione, leggeri e trasparenti come un velo. L'ho poi abbandonata in corso di scrittura, mentre mi addentravo nei meandri più reconditi della mente di Cinna. Mi sono chiesta, come si può definire in una parola il rapporto fantastico tra questi due? Cos'è Cinna per Katniss? Un padre? Un amico? Un amante? Sono arrivata alla conclusione che ingabbiare tutto in un'unico termine sarebbe stato riduttivo. Perchè Cinna è queste tre cose tutte insieme, non è solo una parte, è il tutto, la totalità. E io non mela sentivo di stravolgere un personaggio così fanrastico ><
Le frasi in corsivo sono direttamente prese dal libro; "Hunger Games la ragazza di fuoco", protetto da copyright ed il mio intento non era quello di plagio, ma meramente di citazione.
Ringrazio anticipatamente per chi ci farà un salto, e magari lascerà qualche commentino^^

Uzza

 

  
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