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Autore: I_S_Acquamarine    24/02/2014    5 recensioni
cosa succede quando riceviamo la notizia che la persona che amavamo di più al mondo è morta?
dove troviamo la forza per andare avanti?
che succede se non ci riusciamo?
i pensieri di una ragazza in una notte di pioggia che ha ricevuto la fatidica notizia e che non ha trovato la forza per rialzarsi e andare avanti.
spero che vi piaccia.
ps: sono suggeriti i fazzoletti. storia drammatica.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ok, dopo parecchio tempo che non torno in questa sezione (dalla prima storia che ho pubblicato in questo sito qualche anno fa) rieccomi qui a con una storia che non ha nulla in comune con quella che ho pubblicato all'epoca.

Infatti, se volete leggere questa, armatevi di fazzoletti perchè non finisce molto bene.

Io vi ho avvertito.

Se volete lasciare un commento, anche solo per dirmi che faccio schifo, fatelo pure. Anzi, ve ne sarei grata.

Con questo vi lascio e vi auguro buona lettura

Iaele



PS: ricordatevi i fazzoletti!!!!







Fragile quell'illusione che tuttavia porta via...







La pioggia lenta cade, tamburellando sul vetro della finestra intonando una malinconica melodia.

Ogni goccia che colpisce il vetro è una nota di questa triste canzone che mi arriva alle orecchie anche se sono raggomitolata sotto il piumone, sveglia, in piena notte.

Una notte triste, desolata, senza luna, senza un briciolo di conforto.

Cerco di attutire il rumore della pioggia che mi graffia le orecchie raggomitolandomi ancora di più nel piumone caldo.

Non voglio sentire quella nenia malinconica.

Non voglio sentire quelle stesse note che si agitano nel mio cuore tumultuoso riprese da madre natura.

Non voglio, non posso.

Non posso perchè, farlo, significherebbe ammettere che quello che è successo è vero, che non è stato solo un brutto incubo.

Non posso, non voglio.

Non voglio credere che lui mi abbia lasciato.

Non voglio credere che non lo rivedrò mai più, che mi ha lasciato per sempre, per non fare più ritorno.

Non voglio, non posso farlo.

La pioggia continua con quella sua melodia fatta di ticchettii, a volte lievi, altre più forti e rapidi.

Aumenta, decresce, ammutolisce, riprende e ricomincia tutto da capo.

Non posso ascoltarlo, non ci riesco.

Non ho abbastanza forza per sopportarlo.

Ormai sono allo stremo.

Il mio cuore è a pezzi e la energia al minimo.

Come posso ascoltare questa melodia?

Come?!

Ma lei continua imperterrita, senza curarsi del mio dolore, del mio stato.

Basta! Smettila!

Taci pioggia!

Taci tuono!

Sparisci fulmine!

Chetati vento!

Tacete tutti e lasciatemi stare!

Perchè non volete smettere di intonare la vostra sinfonia?!

Perchè non volete lasciarmi nel mio silenzio di dolore?!

Perchè?!

Basta, non ce la faccio più.

Butto da parte il piumone, mi alzo e vado alla finestra per poi spalancarla.

<< BASTA! SMETTILA! BASTA! >> urlo alla pioggia, al vento, al tuono, al fulmine, alle nuvole, al cielo.

Urlo così tanto che in breve mi si esauriscono le forze.

Non ho neanche più la forza di urlare ormai.

La pioggia mi colpisce il viso, nascondendo quelle lacrime che credevo di non avere più.

Lacrime amare, piene di dolore, rabbia e non so che altro.

Lacrime che credevo di aver finito questo pomeriggio dopo aver ricevuto la notizia.

La pioggia continua imperterrita e io non ho le forze per reagire, per chiudere la finestra.

Mi accascio contro il muro mentre il vento, ululando il suo grido di dolore, fa volteggiare le tende con la sua forza.

Resto così, immobile.

Ormai, a che serve lottare se non hai nulla per cui farlo?

A che serve provarci se sai che non servirà a nulla?

A cosa?

Ditemelo se ci riuscite.

Sono tutta orecchie.

Ditemelo.

Ditemelo, per l'amor del cielo!

Ditemelo se lo sapete!

Vi scongiuro!

Non mi sovviene nessuna risposta da parte di quella che ormai è divenuta una tempesta.

Non riceverò risposta, né da madre natura, né da chiunque altro.

Lo so, lo sento che è così.

E, allora, perchè dovrei lottare? Perchè dovrei andare avanti?

Non ci riesco, non ne ho la forza.

Mi raggomitolo contro il muro per il freddo.

Aspetto, attendo la fine della tempesta.

Ma questo non avviene.

La tempesta continua a infuriare senza pietà, senza fermarsi mai.

Ad un certo punto non sento neanche più il freddo.

Chiudo gli occhi, mi addormento.

Forse, nei sogni, potrò ritrovare quella felicità che ho perso.

Si, nei sogni....



***



La mattina successiva splende il sole, la tempesta è finita.

Il cielo è limpido, il sole splende e tutto sembra tornare a risplendere.

Nel girare per le strade si nota subito una finestra aperta già di prima mattina.

Sembra che in casa non ci sia nessuno, ma, allora, perchè la finestra è aperta?

Una ragazza, preoccupata per la sua amica dopo la notizia della morte del suo ragazzo, la va a trovare per trovare come sta e se può dare un po' conforto.

Appena vede la finestra aperta comincia ad agitarsi.

Prova a chiamare l'amica con tutto il fiato che ha in gola, ma non ottiene risposta.

Entra con la chiave di riserva e si dirige di corsa nella piccola camera dell'amica.

Quello che vede quando spalanca la porta la lascia senza fiato per la sorpresa e l'orrore.

La sua amica era lì, raggomitolata sotto la finestra senza vita.

Il pigiama chiaro era zuppo di pioggia e i capelli le ricadevano fradici sul volto.

Eppure sembrava felice. C'era un'ombra di un sorriso sul suo volto.

Forse, dopo che si era addormentata, era entrata in un mondo dove poteva stare con il suo amore, ritrovando la felicità perduta.

Ha abbracciato quel mondo caldo e luminoso senza rendersi conto che era solo un'illusione e ne è rimasta prigioniera.

Ora è lì, che vive la sua illusione senza rendersi conto che, nella realtà, ha lasciato persone che le volevano bene e che l'avrebbero aiutata a ritrovare quella felicità che a lei sembrava perduta per sempre.

O forse, non sta vivendo un'illusione, ma questo non lo sapremo mai.

Non lo saprà la sua amica che ora sta piangendo senza riuscire a fermarsi sulla spalla del suo ragazzo, che la stringe cercando di darle forza.

Non lo saprà neanche la sua famiglia, che non riesce a capire come abbia potuto fare un gesto simile.

Non lo saprò io che sto raccontando questa storia.

Non lo saprete voi che siete solo dei lettori che sono incappati per puro caso in questo racconto.

E forse non lo saprà nemmeno lei, troppo accecata da quella felicità che ora ha ritrovato.

Nessuno lo saprà mai.

A me piace credere che quello che ha trovato non è un'illusione, ma non posso obbligarvi a pensarla come me.

Credete pure quello che volete.

Ricavate quello che vi pare da questa storia, anche nulla se volete.

Classificatela pure come storia di una ragazza come tante altre, una storia che non vi riguarda. Non ve ne faccio una colpa.

Io ho solo voluto raccontarla.

Il perchè? Non lo so nemmeno io.

Se avete trovato in questa storia che vi può essere in qualche modo utile, anche una stupidata, allora avrò fatto bene a raccontarla.

In caso contrario, mi scuso per avervi rubato del tempo prezioso.

In ogni caso, grazie per avermi ascoltato fino alla fine.

Spero, che ne sia valsa la pena.







Spero che nessuno sia diventato una valle di lacrime perchè altrimenti mi sentirei veramente in colpa.

Spero che vogliate lasciare un commento.

Alla prossima!

   
 
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