Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |       
Autore: Francine    25/02/2014    1 recensioni
GOLD si conclude con una giravolta.
Il lettore segue con lo sguardo il volteggiare nell'aria di una foglia che si perde all'orizzonte, dimenticandosi della casa in cima alla collina. Ma che cosa succede a Tonio, che sta per vivere il suo personalissimo Mezzogiorno di Fuoco?
Non sarà piuttosto un... Mezzogiorno di cuoco?
La risposta vi aspetta tra le pagine di questa storia.
Prima pubblicazione 31.05.2006
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Un, deux, trois'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
GOLD - La Sinfonia del Caffè è uno spin off di GOLD, la cui lettura è caldamente consigliata; consideratela come propedeutica a questa storia. Questo che vi accingete a leggere è un racconto vecchiotto e molto, molto ingenuo, che purtroppo manifesta tutti gli anni che ha; non rientrerà all'interno della nuova produzione sui Santi di Athena (al contrario di GOLD), ragion per cui ho deciso di non sottoporlo ad alcun cambiamento radicale. Ho giusto limato i refusi qua e là, ma suppongo ve ne siano rimasti lo stesso. In tal caso, segnalate, grazie. Ve lo mostro così com'è uscito dalla mia penna otto anni fa; prendetelo per quello che è.


La Sinfonia del Caffè

Ouverture



 

Help!
I need somebody
Help!
Not just anybody
Help!
You know I need someone
Help!
(The Beatles, Help, 1965)




Milo si richiude la porta alle spalle.
È sollevato. Ha ritrovato Françoise. Ha sconfitto lo sgherro di Loki e con lui l'ultima propaggine del seguito del dio dell'Inganno. Non sa se riuscirà a conquistare anche la fiducia della sorella minore del suo migliore amico, e in un certo senso l'idea non sembra sfiorarlo. Adesso non ha più quel peso sul cuore che provava quand'era sull'isola di Milos, non percepisce più la tensione che ha sentito serpeggiargli addosso mentre scendeva alla gelateria ed entrava nel locale cercando tracce di lei con una visione panoramica del posto; non sente l'angoscia che ha provato nel vedere la casa invasa dai rovi sotto il chiar di luna.
Adesso è leggero.
E sa che lo sarà ancor di più non appena metterà piede tra il marmo accecante del santuario di Athena.
Si permette un bel sogghigno sadico dei suoi. Chissà come reagiranno gli altri Saint, trovandosi di fronte colei che ha tirato tutti loro per i capelli nell'ennesimo tentativo di scatenare l'Apocalisse! 
Una ragazzina, è vero, ma che li ha manovrati per bene come se fossero i pupazzi di un teatrino ambulante o le pedine della dama. Voglio proprio vedere se farai ancora la sostenuta una volta incontrati Shaka e Aldebaran, o se abbasserai la crestina, pensa il ragazzo mentre scende trotterellando i gradini che lo portano al pian terreno.
«Sì, sono Antonio Ferrari. Sì, lo zio di Ferrari della IV B. Vorrei parlare con la vice preside, per favore. Grazie…»
Ma che sta facendo?, si chiede Milo origliando: non erano rimasti d'accordo che, dopo la telefonata di qualche ora prima, Tonio si sarebbe recato di persona a scuola?
«Buongiorno… cioè, sì, buonasera, ha ragione lei… Sono Ferrari, lo zio di Rosalia della IV B. Sì, aveva il compito in classe di matematica stamattina, ma… no, non sta male. È partita. Per la Grecia. Sì, esatto. Sa, hanno ritrovato suo fratello…»
Rosalia? Ah, già, ha cambiato nome. Milo resta appiattito al muro del corridoio ad ascoltare i discorsi di Tonio. E il suo proverbiale sesto senso gli sussurra che l'ex Gold Saint di Cancer si sta cacciando nei guai.
«Sa, ha passato due anni privo di memoria. Che vuole, dopo un volo da una scogliera è già un miracolo che sia ancora vivo. Sì, da una scogliera. Come? Beh…»
E adesso che t’inventi? ridacchia Scorpio tra sé e sé, mentre la sua coscienza gli urla di andare ad estrarre Tonio dal ginepraio in cui è entrato di sua iniziativa.
«Sì, in moto… Ha tagliato una curva, ha sfondato il guard rail ed è piombato in mare.» Tonio ha scovato la pagina della cronaca nera di un giornale di un paio di mesi prima, e legge un trafiletto nella speranza di uscire da quella situazione ingarbugliata. Forse non ha avuto una buona idea. «Povero, povero il nostro… Stefanuzzo. Dove? A Capo Rizz… hem, Capo Sunio. Capo Sunio, sì. La moto è finita in fondo al mare, e lui l'hanno ritrovato le zie…»
Per Milo è più che sufficiente.
Irrompe nella stanza, le dita pronte a calare inesorabili sull'apparecchio ed interrompere quella baggianata cosmica. Le mani di Tonio fermano le sue, e l'uomo gli intima di restarsene in silenzio.
«Che stai dicendo? Ti rendi conto della valanga di fesserie che stai…»
Tonio, per tutta risposta, solleva l'apparecchio e si volta verso la finestra, dando le spalle all'ospite per riprendere la sua scena madre. Quando non sai più cosa inventarti, sparale grosse. E quando ti sembra di aver esagerato, è il momento di spararle ancora più grosse, diceva qualcuno; tanto vale tentare, no?
«No, no, con me non c'è nessuno, mia nipote è partita per Atene stamattina presto. Sono solo con i miei due gatti. Dicevo? Ah, sì! Le zie di Rosalia hanno trovato Stefanuzzo e ci hanno avvertito. Cosa? Sono delle… delle archeologhe. Una mezza specie…», e Milo ha l'assoluta certezza che chiunque sia dall'altra parte dell'apparecchio abbia mangiato non solo la foglia, ma un'intera piantagione di lattuga. «Sì, torna…»
«Che cosa?!», lo interrompe Milo cercando, invano, di parlare sottovoce.
«Volevo dire… che probabilmente mia nipote resterà per un po' con suo fratello e si iscriverà ad una scuola, lì ad Atene. E come farà se non sa il greco? Bella domanda. Beh, presumo che si iscriverà alla scuola italiana… ma sono solo ipotesi, suvvia! Come? Certo, certo, le manderò quei documenti non appena la tipografia… certo, che vuol farci, oggigiorno i giovani non sanno più come incanalare le energie. Ma che vadano a zappare la nostra bella terra, dico io. Sì, certo, certamente… d'accordo, d'accordo, d'accordo…»
«Ma sei impazzito? Cosa ti è saltato in quella testa bacata?», la voce di Milo assomiglia al sonaglio di un crotalo. «Non avevamo deciso che tu saresti andato a scuola con tanto di documenti falsi forniti dal Santuario? Non avevamo forse deciso tutto ciò appena un paio di ore fa? Perché hai cambiato idea? E soprattutto: perché non mi hai avvisato ed interpellato?»
Tonio scrolla le spalle.
«Ho pensato fosse meglio parlare direttamente con la vicepreside, almeno non si sarebbe presentata qui…»
Direttamente? Attraverso un telefono?, pensa Milo, mentre aggiunge tra sé e sé che l’ossessione della privacy di coloro che nascono sotto il Segno del Cancro ha un che di patologico. «Perfetto! Così invece che una sola professoressa, se ne presenteranno dieci. Meraviglioso!»
«Uh, quanto la fai tragica! Io sono più che sicuro che non verrà nessuno…»
«Davvero? Chissà perché, ma ne dubito…», si lamenta Scorpio con le mani sui fianchi e un'espressione imbronciata. 
«Vogliamo scommettere, invece, che si faranno tutti i fatti propri? Io propongo di giocarci un chilo di caffè della torrefazione Ottoni. Quella che s'incontra salendo, sulla destra.»
«Non ho presente…»
«Fa niente. Scommetto un chilo del loro caffé a tostatura speciale che qui non verrà nessuno.»
«E io », ribatte Scorpio incrociando le braccia, «rilancio con mezza dozzina di bottiglie di quel vino che mi ha fatto assaggiare ieri… come si chiama?»
«Cirò. E va bene, vada per sei bottiglie di Cirò. Affare fatto!», e Tonio gli stringe calorosamente la mano.
«Siamo tra galantuomini, immagino», la butta lì Milo, memore di come all'allievo di Tonio piacesse giocare sporco. Chissà da chi avrà preso… 
«Vorrei bene vedere!», replica l'altro con un gran sorriso snervante. Milo s'immagina già le gazzelle della Polizia Italiana arrancare a sirene spiegate per la salita e fare irruzione in casa. No, non va bene. Non va affatto bene. Gira sui tacchi e sale i gradini a due a due.
«E adesso dove vai?», lo richiama la voce di Tonio dal fondo della scala. «Non ti va di farmi compagnia mentre bevo una bella tazza di caffé?»
Ma è un cervello a senso unico?, si chiede Milo prima di voltarsi e rispondere: «No, grazie. Ad essere sfacciatamente sincero, sono abituato al caffé alla greca…»
«E tu chiami caffè quella brodaglia che sa di catrame? Bleah! Nemmeno durante la guerra si beveva una schifezza simile…»
La faccia di Tonio è disgustata, reprime a stento una boccaccia, ma Milo lo ignora. 
Deve sbrigarsi, Françoise deve sbrigarsi a preparare le sue cose: ci manca solo che arrivi la professoressa e li trovi in casa.
Chi spiega, poi, alla professoressa che cos'è il Santuario, che significa essere un Gold Saint e che la dea Athena non è più un personaggio mitologico, ma che in quest'epoca si fa chiamare Saori Kido?
Milo sente la tensione impossessarsi nuovamente di ogni fibra delle sue carni, cellula dopo cellula. Mentre apre – senza bussare – la porta della stanza di Françoise, e poco prima che una ciabatta si stampi sul muro, vicinissima al suo orecchio destro, comprende che potrà rilassarsi nel vero senso della parola solo quando saranno entrambi nella Sala del Sacerdote, al cospetto di Athena.


 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Francine