Ed all'improvviso la pioggia. Una corsa sotto la loggia di quella casetta deserta, davanti a noi la spiaggia aperta. Due ragazzi, allor solo amici, sorpresi, bagnati, felici, con i vestiti stretti addosso, guardavamo il mare mosso. Ci sedemmo presso il muro cercando riparo sicuro dall'acqua, dal vento ribelle che scivolava sulla pelle, spettinava la nostra testa, minacciava grande tempesta. Maggio era giā sul finire, eppur ritardava ad aprire la bella stagione balneare, la spiaggia, la vita di mare: non c'erano nč ombrelloni, nč sdrai, nč turisti e mosconi, solo sabbia nuda e scura. Ed il mare faceva paura. Quelle onde impetuose, nere, inghiottire parean volere la spiaggia, e tutto dintorno. Intanto moriva il giorno. Il freddo faceva tremare, tu, continuando a parlare, mi cingesti con il tuo braccio. Ti guardai, desiderai un bacio. Ma non dissi, non feci niente. Da quel dė pensai solamente che con te io ci stavo bene, che il futuro sarā insieme. Quando l'acqua si fe' pių rada corremmo via, verso la strada, salimmo sull'auto cantando, l'un l'altro lo sguardo evitando, consapevoli, ma felici d'esser non pių, or, solo amici. Fu giugno, il vento sul molo che in alto sospinse il volo di quest'amor forte, eterno fino ad oltre il nostro inverno.