L’hotel
che avevano scelto dopo il concerto il Norvegia,si affacciava su un
fiordo.
Nei
giorni precedenti Thomas
aveva contemplato
quelle acque quando era
preoccupato per l’esito dell’esibizione. Si
affacciava alla finestra e si
rilassava cercando l’orizzonte,percorreva con lo sguardo le
lunghe distese di
acqua gelida e quando poi suo fratello lo chiamava per andare,lui si
sentiva
felice.
La
voce del fratello gli dava tutta la sicurezza di cui aveva bisogno.
Quel
pomeriggio però,anche se le previsioni indicavano bel tempo
fino a
sabato,l’acqua aveva cambiato colore. Sugli scogli,che si
trovavano sotto la
finestra della sua camera,l’acqua si infrangeva,provocava
rumori strani e il
cielo era coperto
da nubi grigie.
L’unico spazio libero era occupato da un sole che stava per
tramontare. Il
tramonto quel giorno era viola. Né il sole e né
lo stesso hotel si riflettevano
nelle acque e gli scogli sembravano diventati più alti.
Nei
giorni precedenti Thomas si era tuffato insieme agli altri da scogli
più
alti,mano nella mano con il fratello,accanto a laghi riscaldati da geyser ,non
aveva avuto paura. Era con suo fratello
e la paura era come scomparsa. Oggi invece il fiordo e
l’acqua che passava solo
da un cataletto gli dava i nervi;lo
soffocava e in più aveva l’impressione di
morire,cadendo dalla finestra,per il
forte vento. Nonostante questa paura,era lì affacciato,il
suo volto rifletteva
attraverso il vetro. Aveva paura ma non riusciva a non fissarsi,non ci
riusciva
perché voleva vedersi piangere. Nella sua vita,il suo
adorato fratello era
sempre stato con lui,aveva affrontato tutto con lui,e in quel momento
sapeva
che non avrebbe sentito più la sua voce.
Il
suo riflesso si faceva sempre più cupo e più
grigio e intanto non smetteva di
guardarsi.
Immaginava
Bill che gli spostava i rasta per asciugarci gli occhi. Non avrebbe
più
sopportato quei ricordi.
Si
allontanò dal vetro,si tolse via il cappellino e prese un
paio di forbici dal
cassetto. Sapeva che quei capelli avrebbero coperto le sue lacrime e
lui da
quel giorno avrebbe voluto piangere per sempre. Prese le
forbici,l’avvicinò ai
capelli e tagliò. Migliaia di ciocche caddero sul
tappeto;prese una scopa,le
spazzò e le lanciò giù dalla finestra.
I
suoi capelli ora erano molto più corti e sapeva
che,guardandosi allo specchio
mentre versava lacrime,avrebbe visto Bill,il suo
gemello,dall’altra parte. Per
lui vedersi era come vedere Bill quando chiedeva il suo aiuto. Nello
stesso
momento qualcuno bussò alla porta della camera 483,e un
lampo seguito da un
tuono violento,separò le nubi e illuminò
metà camera.
Thomas
notò che la valigia di Bill era ancora sul letto assieme
alle sue
cose:smalti,trucchi;tutto pronto per essere usato. Prese
così le forbici che
aveva ancora in mano e le scagliò sulla porta.
La
persona dall’altra parte capii il messaggio e andò
via lasciando però una
bustina bianca sotto la porta. Contemporaneamente la targhetta della
camera 483
cadde a terra: era finito tutto per sempre.
Si
sedette, agitò le gambe,rivisse ricordi,emozioni,pensieri e
il sapore di un
bacio dato nella notte mentre lo guardava dormire.
Aveva
la lettera tra le mani,e la pioggia provocava senza sosta note
ribattute sulla
ringhiera. La testa gli scoppiava ma voleva sapere,voleva capire
perché la
calligrafia di Bill era su quella lettera. Frettolosamente
l’aprì e lesse:
“Caro
Tom,
è
stupido,ti vedo sempre ed ora che sei in camera con quella ragazza,ti
voglio
scrivere. Non ho niente da fare;Georg e Gustav sono fuori e tu ti
starai
divertendo. Non la far soffrire troppo,non l’ho merita,mi
è simpatica.
Mi
vengono strani pensieri,sono un egoista,ho sempre sbagliato nella mie
scelte ed
ora lo so.”
Mentre
leggeva,il mare sbatteva sempre più forte sugli scogli. Il
cielo tuonava e ogni
secondo si sentivano rumori provenienti dell’acqua.
Ritornò
con gli occhi alla lettere:
“Ho
sempre pensato alla mia vita senza di te e mai alla tua senza di me,ed
ora che
so quanto stai male,mi sento il peggior fratello del mondo”
Tom
avrebbe voluto smettere di leggere,invece continuò:
“L’importante
è che ho passato gli ultimi giorni con te. Ho passato i
diciotto anni più belli
perché c’eri tu. Non ti ho mai detto che aspettavo
sveglio i tuoi baci per la
buona notte e che poi quando ero sicuro che tu stessi dormendo
ricambiavo il
gesto;non sai neanche che quando facevo degli incubi,la maggior parte
delle
volte erano finti solo per stare accanto a te.”
Ormai
Tom aveva ripreso a piangere più forte,le lacrime cadevano
incessantemente,il
rumore di rocce che si rompevano lo faceva distrarre ancora di
più.
Ripensò
a tutti i baci che aveva dato al suo cucciolo e poi sorridendo riprese:
“Mano
nella mano per sempre Tomi,io e te saremo sempre una cosa sola. Non
devi morire
anche tu,sei troppo bello per salire in paradiso. Voglio che tu trovi
il vero
amore,che tu sia felice e che continui la tua vita senza di me
perché non
voglio vederti piangere. Sono io che devo asciugarti le lacrime e senza
di me
tu non hai il permesso di versarle. Ti amo troppo fratellino.”
Chiuse
la lettera ormai bagnata e la mise in tasca. Prese uno smalto di Bill e
scrisse
sul muro della camera un messaggio per la ragazza che Bill citava nella
lettera. Aprii il tappo,estrasse il pennellino e scrisse:
“Ich Liebe Dich”.
Uscì
dalla camera,entrò in quella della ragazza che poi conduceva
al corridoio e le
diede un bacio sulla fronte. Si avviò all’uscita
dell’hotel;il vento fuori era
incessante,c’era nebbia ovunque e l’alta marea
aveva superato ormai i limiti.
Si avvicinò allo scoglio per lanciarsi e mentre stava per
farlo si voltò e vide
la ragazzina spaventata con gli occhi rossi che lo fissava. Aveva
intuito
quello che stava per fare Tom e preoccupata si stava avvicinando per
impedirgli
di fare una stupidata. Lui invece la spinse indietro,le
consegnò il suo
cappellino,la lettera di Bill e la congedò con un bacio
sulle labbra. Un bacio
rubato alla morte e il bacio più sofferto,più
voluto,più desiderato e più
triste.
Non
potè fare più niente,il rumore del corpo di Tom
infrantosi su uno scoglio le
aveva fatto dimenticare tutto.
Con
le lacrime agli occhi iniziò a correre all’hotel
per dirlo a tutti.
Mentre
correva il cielo cambiò d’un tratto colore.
Riapparvero
le nuvole bianche,le sfumature dell’acqua turchesi,la marea
si ritirò e l’hotel
si rispecchiò di nuovo nell’acqua. Il corpo di Tom
era scomparso o diventato
schiuma.
Era
tutto normale e ciò significava che Tomi aveva riabbracciato
Bibi. Il vento era
ritornato caldo e la camera vuota dei gemelli era immersa dalla luce
soave e
calma di quella giornata che anche se triste aveva riunito due anime.
Un’ombra
di una nuvola copriva quel “Ti Amo” scritto in nero
per la piccola fanciulla.