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Autore: jotiamor    26/02/2014    6 recensioni
Un bacio non sarebbe mai sufficiente...
Con quella pelle cremosa, gli occhi seduttori e quella deliziosa bocca, Martina Stoessel stava facendo impazzire Jorge Blanco. Ma lui sapeva che non doveva nemmeno avvicinarsi alla sorella minore e vergine del suo migliore amico, per quanto irresistibile la trovasse. La sua missione era di proteggerla dagli attacchi degli altri uomini. Ma tutti gli uomini avevano un limite... e Jorge trovò il suo quando Martina stessa si lasciò trasportare dalla passione...
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ludmilla
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Martina: Se mi chiami di nuovo ringalluzzita, giuro che ti rompo tutte le ossa del piede. - Seduti in un tavolo del Resto Bar, con un ciglio alzato, Jorge Blanco osservò il ciglio increspato di Martina Stoessel. E gli parve che parlava sul serio. La sua amica era sul punto di cacciare fuoco.
 
Jorge non aveva mai potuto resistere alla tentazione di farle degli scherzi, e per puro cocciutaggine decise di continuare a scherzare, ma prima doveva mettersi in salvo. Quindi nascose le gambe sotto la vecchia panca di plastica rossa per impedire che la signorina Stoessel, sul punto di esplodere, non gli rompesse le ossa del piede con l'aguzza stecca del suo studio di disegno.

-Jorge: Sei in quei giorni del mese, non è così, dolcezza? - chiese, fingendo compassione. Quando lei emise un grugnito di protesta, lui guizzò, tutto innocente – Ho detto qualcosa di male?
-Martina: Per un uomo di tanta esperienza con le donne, dici proprio il peggio per impressionare una donna.
-Jorge: Quindi adesso sei una donna, non è così?

Non era molto tempo che la piccola Martina Stoessel, la sorella minore del suo migliore amico Ruggero Stoessel, aveva dichiarato che sarebbe stata una cow-girl e che sarebbe morta prima che qualcuno la vedesse con altri panni che non fossero i suoi pantaloni, i suoi stivali ed il tipico cappello da Texas.

Bene, poteva dare testimonianza che ancora stava viva, e molto viva, anche se pochi anni prima aveva cambiato il tessuto da cow-girl per quello di seta ed i suoi vecchi stivali per dei leggeri stivali italiani. Grazie ad un fondo che Ruggero aveva stabilito per lei, Martina non doveva lavorare, anche se la ragazza viziata de Royal, Texas, sempre era occupata in qualcosa. Quando non faceva la volontaria all'ospedale o alla biblioteca, dedicava molte ore settimanali a prendersi cura degli anziani della casa di riposo che non resistevano al suo sorriso.

E, si. Definitivamente era viva, tornò a pensare Jorge prima di lanciare un breve sguardo di apprezzamento ai seni ben formati che premevano contro la seta avorio della camicia.

Ma si supponeva che non doveva notarlo. Si supponeva che non doveva avvertire niente di lontanamente sensuale o femminile in Martina.

Jorge si abbassò la visiera del cappello fino alle ciglia. Il problema era che lei aveva ragione in una cosa. Ormai non era una ragazza ringalluzzita. Era un donna bellissima... stupenda con quegli espressivi occhi color nocciola, il corpo perfettamente proporzionato ed una bocca che faceva che un uomo di chiedesse come sarebbe sentire la pressione di quelle labbra sopra la sua pelle nuda.

Di certo lui non doveva farsi quelle domande. Non poteva pensare a lei in quel modo. Si sforzava enormemente per non farlo.

Con il ciglio alzato, tornò a guardare il viso della giovane, gli occhi color nocciola e si obbligò a riprendere i suoi panni di fratello adottivo.
-Jorge: Perché sei così infastidita, orsetto Tini? - lei gli lanciò uno sguardo furioso.
-Martina: Sei peggio di mio fratello. - farfugliò mentre beveva un sorso di caffè pieno di crema – Non mi prendete sul serio. - Jorge si piegò nella panca mentre resisteva all'urgenza di confessarle quanto sul serio la prendeva, e quanto sul serio lei poteva fargli impazzire il cervello se non lo controllava con fermezza.
-Jorge: Che fa Ruggè?
-Martina: Il solito. Mi tratta come una bambina.
-Jorge: Ti vuole molto bene. - disse lentamente.
-Martina: E tu? Che fai qui? - chiese bruscamente.
-Jorge: Bene, che io ricordi, ti ho chiamato per sapere come stavi. Allora hai detto che avevi un giorno molto lungo davanti e mi hai chiesto di vederci qui per bere un caffè. - disse con cautela perché non voleva che lei sapesse che, a richiesta di Ruggero, da due settimane non le toglieva occhio di dosso.
Martina mosse la testa da un lato all'altro.

-Martina: No, non mi riferisco al fatto che stiamo bevendo un caffè al Resto Bar. Quello che voglio dire è che diamine facciamo io e te qui. Per l'amor di Dio! È sabato e quasi sera. Perchè non siamo fuori città insieme ai nostri rispettivi amici bevendo qualcosa, con aspettative di una notte ardente, appassionata?
-Jorge: Ferma lì! - disse bruscamente – Non voglio discutere della mia vita sentimentale con te.
-Martina: Per non dire che non vuoi discutere nemmeno della mia.
-Jorge: Farò come se non avessi ascoltato quello che hai appena detto. - rispose con fermezza – Perché se lo avessi ascoltato, dovrei informare tuo fratello, e plausibilmente lui si sentirebbe obbligato ad ammazzare il messaggero, che sarei io, prima di venire a cercarti. Ed il Signore si avveda dell'uomo che avrebbe avuto il coraggio di toccare la sorella minore di Ruggero Stoessel.

Martina negò con la testa mentre lasciava scappare una risata carente di umore.

-Martina: Puoi respirare tranquillo, fifone. Attualmente non esiste la minima possibilità che mio fratello uccida qualcuno. Vuoi sapere perché? Perché non ho una vita sentimentale. – Jorge sentì che la conversazione le scappava velocemente dalle mani.


Nota Autore: Buon giorno! Sono tornata con una nuova storia. Spero davvero che vi piaccia, quindi fatemi sapere cosa ne pensate con delle recensioni. Spero di poter continuare appena possibile nonostante i vari impegni scolastici. A presto :*

  
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