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Autore: Whity    26/02/2014    0 recensioni
Post "Frenemies"
[Klaine - Dantana]
Santana non gli era mai sembrata così piccola, nemmeno durante le prime settimane a New York in cui si barcamenava tra lavori impossibili ed il terrore di non farcela. Se ne stava lì, seduta sul divano con un bicchiere di vino in mano e lo sguardo perso chissà dove.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Dani, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Santana non gli era mai sembrata così piccola, nemmeno durante le prime settimane a New York in cui si barcamenava tra lavori impossibili ed il terrore di non farcela. Se ne stava lì, seduta sul divano con un bicchiere di vino in mano e lo sguardo perso chissà dove.
Con un sospiro, Kurt prese il telefono sperando quantomeno di raggiungere Dani, bloccata a casa dei genitori a causa della morte improvvisa di un qualche zio.
 
“Dani, abbiamo un problema. Santana non sta bene”
“Cosa è successo? Se prendo il primo treno sono lì domani mattina.”
“Ha litigato con Rachel perché ha fatto un’audizione per la controfigura di Fanny”
“Ah”
“Domattina prima delle sette sono lì, vedo di portare anche qualcosa
per colazione. Sempre niente zucchero, vero?”
“Mica posso ingrassare prima del matrimonio… ;) ”
 
Si versò un bicchiere di vino prima di sedersi poco distante dalla latina, incerto se fosse o meno il caso di lasciarle i suoi spazi.
- Ho fatto un casino – mormorò questa – come se questa poi fosse una novità.. – mandò giù un sorso abbondante di vino.
- Rachel ha dato di matto. Le passerà – Kurt si decise a passarle un braccio attorno alle spalle – Spero solo non riempia il palco di sapone solo per farti scivolare – concluse, prima di prendere un sorso di vino e poggiare il bicchiere davanti a se.
La risata amara di Santana si trasformò presto in un singhiozzo che la latina soffocò come riuscì, non incline a lasciarsi andare a sentimentalismi del genere.
C’era qualcosa di maestoso e potente nel modo in cui Santana viveva il dolore, si ritrovò a riflettere Kurt, lo aveva visto dopo la morte di Finn ma anche quando quel video l’aveva costretta ad un coming-out che avrebbe volentieri evitato.
Il ragazzo si limitò a sfiorarle la tempia con le labbra.
- Vedrai che le passerà -.
- Lei non sa… - iniziò l’altra – Non sa cosa significhi essere additata come quella che ha le infezioni vaginali – Kurt storse il naso all’immagine – Quella che tutti scambiano per una puttana anche con la divisa del Diner, quella che non riesce a farne una bu… - l’indice di Kurt sulle sue labbra la bloccò.
- No, Santana – la voce di lui era ferma – Non dirlo perché non lo meriti. Sei qui, a New York, hai un lavoro e una parte in un musical di successo. Hai degli amici e una fidanzata adorabile. Non sei una fallita. Ricordi l’accordo che abbiamo fatto al Diner? -.
La latina sbuffò, prima di passarsi una mano tra i capelli e ravvivarli.
- Mi odia sul serio? – mormorò, e Kurt sorrise del suo essere così adulta e così bambina.
- Ti invidia, forse – mormorò – ma non credo ti odi… in ogni caso fai attenzione quando al Diner la vedi armeggiare con le posate – concluse.
Il telefono del ragazzo prese a vibrare.
- Lo chiamo dopo – mormorò, ma la latina lo bloccò.
- Salutami Dapper Dan, io vado a farmi una doccia… ti va un film? – chiese, prima di sparire in bagno.
Kurt sorrise, prima di rispondere.
- Ehi. Come è andata oggi? – aveva un disperato bisogno di buone notizie.
- Vedo che hai fatto amicizia con Elliot, mi fa piacere – fu la risposta che ottenne – Comunque sta andando tutto abbastanza bene. Artie e Tina hanno litigato, fatto pace, messo me in mezzo e poi risolto… -.
Kurt scoppiò a ridacchiare, accomodandosi meglio sul divano.
- Rachel se ne è andata di casa – mormorò, cercando di mantenere il tono di voce quanto più normale gli fosse possibile – Santana e sotto la doccia a meditare rimorso, suppongo -.
- Stai bene? – la domanda di Blaine lo fece sorridere. Era l’amore di tutta una vita.
- Sono stanco – confessò – ma intero. Pronto per il giorno del diploma? – cercò di cambiare soggetto.
Fallendo miseramente.
- Kurt lo sai vero che non dipende da te? Il fatto che quelle due litighino? Non puoi sempre risolvere le loro beghe… - la voce di Blaine ebbe il potere di rilassarlo, il biondo sperò quelle parole riuscissero a fargli passare quell’amarezza mista a rimorso che sentiva.
- Mah, magari torna… - borbottò – Hai visto la foto con Elliot, a quanto pare – mormorò con un sorriso.
- Sono contento tu abbia fatto amicizia con lui – fu la risposta di Blaine.
Troppo veloce.
Dannatamente cliché.
Bugiardo.
Un piccolo bugiardo adorabile.
- Ti amo – disse, così dal nulla – E non vedo l’ora di venire a vederti il giorno del diploma – confessò – ho sempre avuto il kink per te vestito di rosso. Sarà quella foto che mi ha mandato Tina con te vestito da Babbo Natale… - concluse, immaginandosi già una sessione di sesso bollente con Santa Claus.
- Ti aspetto all’aeroporto? Ti va? Ne ho anche già parlato con Burt, così non deve chiudere l‘officina. Ora che… - incespicò un attimo – Ora che sta ingranando bene con delle nuove commesse, mi diceva.. – cercò di salvarsi all’ultimo.
Sapevano entrambi come avrebbe dovuto terminare la frase “Ora che Finn non c’è più”. Il ricordo era ancora troppo fresco, però, e parlarne in quel modo faceva ancora male.
- Sarò quello vestito benissimo che esce dalla porta degli arrivi – mormorò Kurt – okay? -.
Conclusero la telefonata poco dopo, salutandosi e ripromettendosi di sentirsi su skype la sera successiva.
Santana emerse dal bagno, fasciata da uno dei suoi micro pigiami e con un asciugamano azzurro in testa.
- Hai già scelto il film? – chiese, evidentemente determinata a non trattare oltre l’argomento.
L’interpellato negò con un cenno del capo.
- A te la scelta –.
Si ritrovarono a vedere Bridget Jones seduti sul divano, ridacchiando di battute e scene improbabili, addormentandosi poco dopo la prima metà in una posizione che – il giorno seguente – avrebbe creato loro qualche problema e – nel caso di Kurt – pure qualche battutaccia.
Il ragazzo fu il primo a svegliarsi, intorno alle cinque e mezzo del mattino seguente. Mormorando qualche maledizione si alzò, coprì Santana con il plaid dimenticato sulla poltrona e – claudicante – si diresse in bagno deciso a concedersi una doccia bollente che – o almeno lo sperava – gli avrebbe in qualche modo rilassato i muscoli. Prima, in ogni caso, afferrò il telefono per scrivere un messaggio a Blaine.
“Serata passata a guardare Bridget Jones e i suoi mutandoni indecenti. Mi sei mancato, pure se a giorni ci vediamo. Mi è mancato avere una spalla su cui appoggiare la testa, una mano da stringere mentre lei si faceva esaminare le mutande, il tuo braccio attorno alle spalle. Non vedo l’ora che tu venga a stare qui, pure se probabilmente litigheremo per chi piega il bucato e chi non ha lavato i piatti. Ti amo, anche se a volte non te lo dico e spesso te lo dico quando forse non è il caso. Ti amo e non vedo l’ora di sposarti, di passeggiare con te sull’Avenue e di scegliere con te quella che sarà la nostra caffetteria preferita. Ora la smetto, prima di indurti al coma diabetico che – visto quello che mangi a colazione, Blaine…e non credere che non lo sappia – non è proprio il caso. Ti amo ti amo ti amo. A stasera, futuro signor Anderson-Hummel”.
Si buttò sotto l’acqua bollente giusto in tempo.
Santana, incurante della privacy altrui, entrò in bagno.
- Scusami Ladyface ma mi scappava.. – borbottò – Dio la schiena… -.
L’altro ringraziò il cielo dell’esistenza delle tende da doccia, prima di prendere il bagnoschiuma e iniziare a insaponarsi con cura.
- Avrà trovato qualcuno da cui stare? – fu Santana a rompere il silenzio.
Kurt sospirò, prima di sciacquarsi la schiena.
- Credo di sì, a me non ha detto nulla ma sai com’è fatta… deve fare le sue uscite in grande stile… - mormorò, cercando di mandare giù il magone.
- Mh… - fu la risposta poco convinta della latina, prima di uscire dal bagno – metto su del caffè. Vuoi? -.
Dopo nemmeno un quarto d’ora Kurt uscì dalla doccia e sorrise alla risposta di Blaine.
“Come mai già in piedi? ;) Giusto perché tu lo sappia, io laverò ogni singolo piatto a patto che tu pieghi anche il mio bucato :P Cerca di resistere ancora due giorni, poi non ti permetterò di allontanarti da me se non per andare in bagno – docce escluse ;) – futuro signor Hummel-Anderson. Ti aspetto stasera, meglio se poco vestito… Ti amo ti amo ti amo. Fearlessly & Forever”.
Si vestì con un sorrisino idiota sulle labbra, che sbiadì nel momento in cui lesse il messaggio che Rachel gli aveva appena inviato.
“Spero che tu e la tua coinquilina vi siate divertiti. Io sto benissimo, finalmente. Senza vibrazioni negative e con tutto lo spazio che voglio. Non c’è il caso ti preoccupi per me, ci vediamo alla Nyada”.
Si morse un labbro, prima di rispondere.
“La mia coinquilina si è vista tirare addosso un sacco di odio immotivato, Rach. Sai che generalmente mi tengo fuori dalle vostre beghe ma se hai paura non puoi dare la colpa a lei, solo perché sta tentando di farcela. A dopo”
La risposta dell’amica lo fece ridacchiare.
Paura?! Io non ho paura, e noto che il suo influsso negativo ti sta già facendo male. Fai attenzione, Kurt. Lo dico per il tuo bene.
Uscì dalla stanza giusto in tempo per evitare che Santana bruciasse il caffè – che poi, come era dannatamente possibile bruciare persino il caffè? – e ne versò due tazze, lasciando una terza tazza vuota sul lavello.
- La Nana non comparirà per colazione, Lady Hummel, lo sappiamo entrambi -.
Proprio in quel momento qualcuno bussò.
Con un sorrisetto Kurt andò ad aprire, rivelando una Danielle evidentemente stanca ma sorridente.
Bellissima.
- Colazione – annunciò la bionda, prima di entrare con ancora il trolley con sé e appoggiarlo a lato.
Santana si alzò e le si avvicinò.
- Che ci fai qui? – mormorò, evidentemente confusa.
L’altra sorrise, ormai abituata a quei modi un po’ rudi.
- Avrei preferito un “mi sei mancata” ma me lo farò andare bene. Sono tornata un po’ prima e ne ho approfittato per portarvi la colazione, ecco tutto – concluse, passandole il sacchetto e sfilandosi la giacca.
Si voltò nuovamente e sfiorò le labbra della latina con le proprie, prima di prenderla per mano e sedersi a tavola.
Kurt le allungò una tazza di caffè, prima di prendere il proprio cornetto integrale.
- Dani sei un angelo, persino la composta di frutta a parte – mormorò – Tu devi dare un paio di lezioni a Blaine, fidati… - concluse, prima di addentare il dolce.
Notando l’espressione di Santana, prese la propria colazione e si diresse in camera.
- Vado a cambiarmi – mormorò ben cosciente di essere già vestito, lasciando le due da sole.
La latina addentò il proprio krapfen, prima di stringere la mano dell’altra.
- Te l’ha detto -.
Danielle si sedette vicino alla fidanzata.
- Era preoccupato per te, tutto qui – le sorrise – e onestamente cercavo una scusa per sparire da quel posto quanto prima… - concluse con una strizzata d’occhio, poi le si avvicinò e le sfiorò le labbra con le proprie.
Quando Kurt uscì dalla propria stanza le trovò sul divano, strette sotto la coperta, a fingere di guardare un talk show.
- Ti copro io al Diner – le annunciò Kurt – ricordati solo di andare alle prove – le urlò, prima di uscire dalla porta scambiandosi uno sguardo d’intesa con Dani.
Non appena il ragazzo si chiuse la porta alle spalle, le due si scambiarono uno sguardo di intesa, alzandosi in contemporanea.
 
Due ore dopo, Danielle guardava Santana dormire – ancora completamente nuda e a malapena coperta dal lenzuolo – con un leggero sorriso sulle labbra. Avrebbe preferito passare il resto della mattinata sul divano a capire cosa fosse successo ma conosceva abbastanza Santana da sapere quanto avesse bisogno di un contatto fisico per sentirsi di nuovo bene. Con un sospiro le si accoccolò vicino,persa nei propri pensieri.
Probabilmente con chiunque altro avrebbe fatto il diavolo a quattro, si sarebbe sentita usata e l’avrebbe chiusa lì. Non con Santana, non con quella ragazza senza filtri, troppo sincera per non soffrirne e spesso brutale per la stessa ragione.

Sorrise quando sentì la mano della latina stringere la sua e per un attimo la sensazione della loro storia come di una relazione a scadenza le parve un’ipotesi troppo remota per spaventarla.
- Grazie – mormorò Santana nel sonno – Ti amo – borbottò poi, prima di girarsi e nascondere il viso nella piega del collo dell’altra.
Ridacchiò, prima di stringerla a sé e cedere al sonno.
Quello valeva come primo ti amo?
   
 
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