Isa-kun, dove pensi che si vada dopo la morte?
Da nessuna parte, dottore. Presumibilmente sottoterra.
Materialista!
Studio la materia. Non potrei credere in null’altro.
 
Il letto era vuoto. Le lenzuola immobili, vuote. Come se non ci fosse mai stato nessuno. 
Era la stanza giusta, eppure non ne ebbe la certezza. 
Isa lasciò i fiori sul cuscino, e chiuse la porta alle sue spalle.
Prima di andarsene controllò il numero della camera
Era quella giusta.
 
Dottore, le sue medicine.
No, basta così. Penso di averne prese abbastanza.
 
Isa conosceva perfettamente il processo. L’aveva studiata. La morte.
E adesso l’aveva anche vista.
Ma aveva preferito tenere tutto ciò fuori dai suoi studi.
L’odore delle flebo in quella stanza lo nauseava. Le cose in laboratorio invece avevano tutt’altra parvenza.
Quella stanza era l'inferno. Avrebbe girato le spalle e sarebbe fuggito via, molte altre volte. E sarebbe tornato indietro, solo per farlo ancora.
 
Mi sarebbe piaciuto sapere se ci fosse altro, oltre i miei studi.
C’è sempre altro, dottore.
Grazie, Isa-kun.
 
Adesso ha dimenticato il numero della camera.
Non importa.
Tanto non ci passerà mai più. Nemmeno per sbaglio, nemmeno inciampando. 
 
 
 
 
 
Scusate dottore.
Ho mentito. 
Io oltre non vedo niente.  
 
 
 
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