Burning pain
“no,
non preoccuparti
per me…è solo un dolore straziante che mi brucia
e mi lacera dentro…non ho di
che lamentarmi, tu sei fatto così.
Sei
sempre stato così:
un secondo prima sei qui con me…l’attimo dopo non
ci sei più e io sento come se
ogni momento in cui non sei con me mi conficcassero una lama nel
cuore…ma in
fondo a te che importa? Io e te siamo vittime di uno strano destino
tanto
odiato e pianto che insieme abbiamo imparato ad amare e ad accettare.
Ma io…come posso
accettare tutto questo?
Prima
ti prendi la mia
vita, poi te la porti via e non mi lasci neanche dire
un’ultima parola, non un
rimprovero, non un addio.
Come
abbiamo potuto io e
te, così diversi, diventare una cosa sola?
Mi
trovo seduta su un
pavimento vuoto, freddo. I miei piedi nudi premono su un lastricato ghiacciato sul
quale avrai
camminato migliaia di volte. Addosso ho quella vestaglia che ti piaceva
tanto,
una pura casualità, mentre l’accarezzo con lo
sguardo fisso nel vuoto. Piango,
lo sai? Piango, piano le lacrime scendono, mentre avevo promesso a mio
figlio
che se lui fosse stato forte, allora lo sarei stata anche io e solo
così tu
saresti stato felice... Che bugiarda che sono! Lui adesso è
lì che mi sta fissando
e ripete con tono compassionevole
“mamma…”.
Ed
è questo che mi fa più
male…Maledetto, per questo ti odio ancora di più,
Vegeta! Dovevi esserci tu qui
a vedere tuo figlio trattenere a forza le lacrime per uno come te,
maledetto! E
io non posso fare altro che abbandonarmi a questo infimo piacere che mi
danno
le lacrime quando toccano il pavimento.
C’è il silenzio negli occhi del tuo bambino, forse ancora speranzoso di rivederti, non è ancora rassegnato al fatto che non avrà più suo padre. Le lancette di quell’orologio che odiavi scorrono, il ticchettio che ti infastidiva tanto adesso tortura anche me facendo tornare alla mente memorie che mi fanno male. Si, Vegeta, mi fa male il fatto che tu non sia qui con me su questo dannato pavimento che mi congela. Il nostro amore era sbocciato in modo semplicemente casuale, forse è stato invidiato, e il tuo ego ha completamente eclissato quel malessere che tanto mi assaliva e che adesso è tornato a prendersi gioco di me, a martoriarmi…io…sono di nuovo sola ad accarezzare i capelli di un bambino che mi appartiene e che appartiene anche a te, che tu lo voglia accettare o no, l’unico ricordo vivo che ho di te, una parte della mia vita, senza la quale morirei… ti amo, maledetto bastardo.”
Spero vi sia piaciuta come one shot,
vi prego lasciate un commentino:)