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Autore: Nanek    27/02/2014    12 recensioni
Tratto dalla storia:
-Mi spieghi chi stai fissando?- continua lui, ma io continuo per la mia strada, fino ad arrivare al mio intento, riavere gli occhi di Luke Hemmings verso i miei.
Lo vedo sorridere di nuovo, abbassa lo sguardo solo un secondo, poi lo rialza.
Solleva la mano e mi saluta.
Mi sento arrossire, distolgo lo sguardo, ricomincio a pulire il bancone.
Altri occhi mi stanno fulminando: Ashton.
-Ma dimmi un po’, da quando in qua tu vai dietro ai minorenni?- ammicca, io non rispondo: idiota.
-June Irwin, per l’amor del cielo, Luke Hemmings ha tre anni in meno di te, ha solo diciassette anni, non ti sembra di essere un tantino nonna per lui?-
-Ashton Irwin, perché invece di rompermi le palle su cose che non esistono, non vai a dormire?-
che scocciatura di fratello.
-June, lo stavi spogliando con lo sguardo-
-Tu invece dovresti guardare meno siti porno e più libri di scuola, va a casa ora, mi stai scocciando, io sto lavorando.-
rispondo nuovamente, dando le spalle a mio fratello, sistemando le bottiglie.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 32

Back in High School

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*LUKE’S POV*

Gennaio 2020.

-Lune! Pinguina del papà vieni qui! Devo metterti la crema!- la rincorro per la spiaggia, il mio scricciolo dalla pelle fin troppo bianca e il costumino rosso a pallini bianchi, i capelli biondi in una treccia, la sua risata mentre corre più veloce che può per sfuggirmi.
-Non sono una pinguina! Sono una tigre!- si ribella, continuando a correre, facendomi ridere.
-Invece sei una pinguina e appena ti prendo non sai quanta crema ti metto!- quasi la minaccio, mentre lei continua a correre, ridendo, quasi chiedendo aiuto, mentre June, siede sull’asciugamano sotto l’ombrellone e ci guarda stupita: si starà chiedendo chi è il più piccolo tra i due, già lo so.
Oggi è davvero una bella giornata, il sole picchia come non mai e quella pelle così bianca si ustionerà!
-Dai Lune per piacere! Non vorrai diventare un pomodoro?!- e mia figlia si dirige verso la madre, nascondendosi dietro la sua schiena.
-Su Lune, ascolta il papà, prima che collassi per la corsa degna di una maratona- mi deride, mentre nostra figlia scoppia a ridere, si posiziona davanti a lei –Mi fai il massaggio mamma?- hai capito la furbetta.
June le sorride, mi chiede di darle la crema e comincia a massaggiare la pelle della nostra bambina.
Mi stendo sull’altro asciugamano, guardo la mia June, mia moglie, guardo Lune, la mia bambina con gli occhi chiusi e il viso più rilassato che mai, guardo le due persone più importanti della mia vita e sorrido.
Sorrido perché sono davvero la persona più felice al mondo, sorrido perché questa giornata ci voleva proprio: io e le mie due donne, nessun altro, al mare, cosa posso volere di più?
-Mamma posso andare a raccogliere le conchiglie?- chiede la piccola, June annuisce, dicendole di non entrare in acqua, di non allontanarsi troppo, le solite cose che Lune non ascolta neanche dato che corre verso la riva facendo sbuffare la mamma.
-Uguale a te, mai che mi ascoltate- borbotta, seguendo nostra figlia con lo sguardo: non l’avrà ascoltata, ma Lune non si azzarderà ad andare lontana, eseguirà quello che le ha chiesto, è una brava bambina.
Intreccio la mano di June alla mia, per poi alzarmi, andandomi a sedere dietro di lei, avvolgendola con le mie braccia, facendo combaciare il mio petto con la sua schiena.
Le bacio le spalle e vedo formarsi sulla sua pelle quei brividi.
-Luke… siamo in spiaggia- mi riprende subito, mentre io continuo, baciandole il collo, bisbigliando sulla pelle che a me poco importa essere in spiaggia o in casa, ho una moglie troppo irresistibile per poter stare fermo a fissarla, non sono mica un liceale sfigato costretto ad ammirarla da lontano: sono suo marito ora, lei è mia.
-Dai mi fai il solletico- si lamenta ancora, quando sente le mie mani scendere sui suoi fianchi: il suo punto debole che io mi diverto a stuzzicare.
-Ribellati Irwin, sto aspettando- la istigo ancora, mordicchiando appena la spalla e ricevendo da lei uno sguardo divertito e una spinta: ecco che mi fa distendere, le mani sul mio petto, il viso che si avvicina velocemente per unire le nostre labbra e togliermi il fiato.
Le sue mani che mi stuzzicano, le mie che le sfiorano la schiena, quelle labbra di cui ho sempre bisogno e…

-Ma che schifo ragazzi! Insomma!- sentiamo esclamare, sobbalzando dallo spavento, diventando rossi come se il sole ci avesse ustionato d’un tratto: e le figure di Ashton, Michael con in braccio la piccola Lune e la mano davanti ai suoi occhi per evitarle “traumi”, Abby e Calum si mostrano ai nostri occhi, imbarazzati come non mai.
Proprio qui dovevano venire?!
-Ciao a voi ragazzi, che ci fate qui?- balbetta June, ricomponendosi, mentre i ragazzi arrossiscono un po’ e Abby la riprende.
-June, hai una tetta scoperta, copriti, anche se le hai minuscole- e la mia June diventa di mille colori, sistemandosi per bene, facendomi sorridere appena.
-Possibile che voi due siate sempre a limonare? Un po’ di contegno- esulta zio Ashton, che si becca una fulminata da parte della sorella: ed ecco che Lune chiede il significato della parola “limonare”.
-Ashton, sei una zucchina!- lo rimprovera June, facendo scoppiare a ridere i presenti, compreso me.
-Possiamo unirci a voi? Così evitiamo a questa bimba eventuali traumi- domanda Mike, coccolandosi la piccola Lune, che ha la testa appoggiata alla sua spalla e lo tiene stretto.
-Da quando tu, Michael Gordon Clifford, vai al mare? Credo sia un miracolo- annuncio e la mia risposta arriva in seguito a una risatina da parte di Abby: ecco la motivazione di tutto, persuasione.
Si siedono vicino a noi, piantando il loro ombrellone, sotto il quale si piazza, logicamente, il signor Clifford, che con la sua pelle così candida potrebbe brillare di luce propria: bianco cadaverico, tanto che Abby gli suggerisce minimo una protezione 50, che si diverte a spalmargli sulla schiena, massaggiandolo così lentamente, così sensualmente, che Michael per me ha bisogno del bagno in pochi minuti; ma lui, arrossendo, la invita a essere più veloce, come se avesse letto nei miei  pensieri.
-Sue dove l’avete lasciata?- chiede June verso Ashton, il quale, mentre si spalma la crema fa spallucce, borbottando qualcosa che capisce solo lui.
-Oggi è via con le sue vecchie compagne di ballo- spiega meglio Calum, guardando Ashton come in segno di approvazione: lui annuisce.
-Dove andavano di bello?- chiede ancora, curiosa.
-Qua in spiaggia- confessa Calum, assicurandosi uno sguardo fulmineo da parte di Ashton: ecco svelato il motivo per cui sono qui, spionaggio, ne sono quasi sicuro, non hanno altri motivi.
-Ahn, quindi qui nei paraggi…- allude June, intuendo pure lei il loro piano nascosto, sorridendomi e facendomi l’occhiolino.
-Zio Ash non la puoi chiamare la zia Sue? Così facciamo il bagno insieme- propone la piccola Lune, con la sua tenera ingenuità, ma in risposta, riceve un viso triste da parte dello zio, che decide di giocare la carta della vittima.
-Ma non ti basto io? Non ti piace più stare solo con me?- ecco, la solita espressione da cucciolo bastonato, le labbra verso il basso, gli occhi super tristi e la mia bambina, presa dal senso di colpa, lo avvolge in un abbraccio, cingendogli il collo e baciandogli la guancia.
-Ma no Zio. Ti voglio bene, va bene anche se ci sei solo tu- piccolina mia, ma cosa mi tocca vedere?
-Ma lo Zio Ash può soddisfare la tua richiesta, non essere triste Lune- puntualizzo, sentendomi fulminare: ma poco importa, mi piace mettere Ash in difficoltà.
-Magari dopo la chiamo, va bene Lune?- le chiede guardandola negli occhi, guadagnandosi la parte sua un altro bacio sulla fronte, le manine di mia figlia sulle guance.
-Lune, allo zio Ashton dai così tanti bacini, ma lo zio Calum?- ecco, un altro qua che gioca a fare la vittima: li ucciderei tutti, povera la mia piccina.
Ed eccola che gli si avvicina, andandogli in braccio, coccolandolo e giocando a tracciare il bordo del tatuaggio, facendolo ridere dal solletico.
-Dai andiamo in acqua!- le suggerisce sollevandola, facendola sorridere di gioia: ci guardano e ci sfidano –L’ultimo che arriva paga i gelati!- e la mia bambina non può essere più felice di così, i miei amici la usano tipo bambola, la riempiono di mille attenzioni, ne sono quasi geloso.
Corriamo tutti in acqua, l’ultimo, è Michael, che voglia di correre non ne ha per niente: sempre il solito pigro, il nostro Clifford, il quale entra in acqua con una lentezza tale da farmi comparire la prima ruga sul viso, ci impiega un’eternità.
Ma per fortuna esiste la cara Abby, sempre pronta a dargli una botta di vita: tanto che si avvicina e comincia a bagnarlo, ricevendo uno sguardo prima fulmineo, poi divertito, che lo conduce a prenderla in braccio e a immergerla sott’acqua, la bacia, ride, il nostro Mike innamorato è la cosa più bella al mondo da vedere, è dolce, è tenero, è il nostro piccolo innamorato.
-Anche voi ragazzi, contengo!- li riprende Calum, pronto a coprire lo sguardo alla piccola Lune, che si lamenta, perché sembriamo sempre nasconderle qualcosa.

Siamo immersi nell’acqua tutti insieme, io tengo la mia bimba, finalmente, tutta per me: mi pace giocare con lei, mi piace fissare questi occhioni blu che tanto mi ricordano sua madre, mi piace baciarle queste guance così morbide, queste guance che quando ride, danno vita a una piccola fossetta: mi piace la sua risata, mi piace sentirmi chiamare “papà”, mi piace quando si aggrappa a me e mi fa capire di non volermi lasciare andare mai.
-Ma quanto siete uguali voi due?- domanda Ashton, immerso con June aggrappata dietro di lui, sembra un koala, è sempre così appiccicata a suo fratello: sembra quasi strano pensare che molti anni fa riuscivano a scambiarsi solo insulti gratuiti.
-La piccola Lune ti somiglia molto Luke, però, è molto più bella- commenta Calum, ricevendo da parte mia un sorrisetto maligno: sempre così dolce il mio caro Hood.
-Per me è uguale a June, soprattutto come carattere, parla già tanto- commenta Abby, ricevendo una schizzata da parte dell’amica.
-Voglio vedere come sarà tuo figlio Abby, mi auguro un tipetto come Mike, se no, prego per il povero Clifford!- la prende in giro June, facendo spalancare gli occhi a tutti noi.
-Sei incinta?!- esclama Calum, notando che Mike accarezza con troppa tenerezza il ventre di lei.
-No! O almeno… non ancora- dice a voce un po’ più bassa, arrossendo, facendomi respirare di nuovo: questa sorpresa mi stava già sconvolgendo un po’.
-Che significa non ancora, Michael e Abby?- interviene Ash, guardandoli così attentamente da consumarli.
-Non sono incinta, ma… diciamo che… è una cosa alla quale stiamo pensando…- commenta ancora, lasciandoci spiazzati: chi l’avrebbe mai detto? Mike che vuole diventare papà, Abby vuole diventare mamma, la cosa mi spiazza davvero.
-Perché queste cose le dobbiamo scoprire solo perché June parla troppo?!- commenta Ash, ricevendo dalla sorella uno schizzo con l’acqua, dando origine alla loro mini lotta, nella quale Ashton tenta di affogarla, lei urla, beve acqua e mi supplica di intervenire, mentre io… continuo a ridere di lei occupandomi di Lune.
-Hemmings, sta sera facciamo i conti- mi minaccia, facendo ridere tutti.
-Attento Luke, sta sera ti frusta!- allude Calum, mentre Lune interviene ancora, con il suo animo così tenero e ingenuo.
-Ma le fruste non le abbiamo! E la mia mamma vuole bene al mio papà- gli dice convinta, sorridendo e incitandolo a prenderla con sé, allungando le braccia verso di lui, il quale la accoglie con un sorriso tenero, cominciando a giocare come un bambino.
Mi avvicino a June, la quale, offesa, mette il broncio e incrocia le braccia al petto –Vai via, stupido Hemmings- mi dice, mentre io la avvolgo, portandola più vicina possibile a me, baciando quelle labbra che si ostina a tenere chiuse per dispetto, ma che io bacio comunque, le sue labbra sono così irresistibili.
-Dai piccioncini, usciamo che ho freddo: ho anche dei gelati da pagare, mi sembra- commenta Mike, richiamando l’attenzione della piccola Lune, la quale lo guarda super contenta.
-Voglio un bacio però, Lune, non me ne dai mai- la incita lui, mentre mia figlia, tende le mani nella sua direzione, per essere presa in braccio e per lasciargli baci sulle guance.
-Mia figlia non è fornitrice di baci gratuiti, ficcatevelo in testa- commento, mentre tutti scoppiano a ridere.
-Papà geloso- commenta June, prendendomi la mano, incitandomi ad andare con loro, Mike offre il gelato: è una specie di miracolo.
 
-Calum, mia figlia si sta sporcando tutta, sei pessimo- commento, notando che la piccolina ha tutta la mano sporca del ghiacciolo sciolto, la bocca tutta rossa per il gusto scelto, fragola come sempre, e lui, invece, perde tempo a fissare le ragazze in bikini che passano, lo guardano e sorridono: il fascino di avere un bambino con sé.
-Vieni qui piccolina- la chiama dolce Abby, trascinandola via, cominciando a pulirla, con l’aiuto di June.
-Sai Luke- dice Ashton dal nulla –Mi sono sempre chiesto una cosa- lo blocco.
-Non stiamo giocando a verità o penitenza, non risponderò- lo zittisco, facendolo ridacchiare.
-Giuro non è nulla di sconcio, è solo pura curiosità, devo farti questa domanda da… una vita!- esclama, richiamando l’attenzione di tutti –Dai ti prego, non voglio morire con questo dubbio!- alzo gli occhi al cielo.
-Avanti Irwin malefico, parla- e lui sorride come un bambino.
-Giuro non è davvero nulla di che… ma pensavo: tu ti sei preso questa cotta per June l’ultimo anno di liceo; ma… dico: lei è venuta nella tua stessa scuola, hai avuto la possibilità di vederla per un po’, possibile che tu l’abbia notata, per caso, solo quando lei è tornata per appendere un foglietto per le ripetizioni? Quando lei era già all’Università?- la sua domanda è un tonfo al cuore, è un salto nel passato, mi fa arrossire, fa ridacchiare Mike e Cal, mi fa sentire osservato da Abby e dalla diretta interessata: questa domanda è davvero molto interessante, perché nessuno me l’ha mai chiesta, perché a nessuno è mai saltato in mente di chiedere, perché…
-No Ash, non l’ho notata solo quel giorno-


*Flashback*
L’unica ragione per cui Luke Hemmings riusciva ad alzarsi ogni mattina alle sei e mezza, faceva colazione e si dirigeva verso quel vecchio liceo, era l’avere Calum e Mike ad aspettarlo: le borse nere sotto gli occhi, la poca voglia di chiacchiere, gli sguardi spenti e ancora un po’ troppo assonnati, ma loro erano lì, per il loro primo giorno di liceo e anche per l’ultimo, erano lì ad aspettarlo, sempre.
Luke se lo ricorda bene quel fatidico primo giorno.
Non erano emozionati, non si guardavano intorno come tutti gli altri, loro avevano solo tanto sonno, non vedevano l’ora di tornare a dormire, non interessava loro stare lì, il liceo non era niente di che, solo una scuola ancora più complicata, la scuola che li vedrà crescere, che vedrà spuntare sulla loro faccia brufoli e acne a non finire, il liceo non era una cosa troppo emozionante.
La loro divisa poi, la odiavano già, ridicola.
A dare il colpo di grazia a tutta quell’atmosfera, era il fatto di aver incrociato con lo sguardo quel cretino di Ashton Irwin, che camminando a testa alta per i corridoi, sfoggiava il suo sorriso per far collassare ogni ragazza che incontrava: non c’era ancora Sue a bloccare il suo atteggiamento da autentico idiota, Sue a quel tempo, era troppo presa dal ballo e dalla sua squadra.

Ashton Irwin era più grande di loro, di due anni rispetto a Luke e Calum, di uno rispetto a Michael: era già un “veterano” in quel liceo, aveva già la sua fama, le sue oche che gli andavano dietro e aveva un faccino troppo perfetto per non essere notato, i brufoli su di lui non stonavano, a lui la divisa cadeva a pennello, a lui i capelli stavano bene anche con una bufera, Ashton Irwin era impeccabile.
Impeccabile e stronzo, dato che a Luke, Mike e Calum non rivolgeva neanche un cenno con il capo: anche loro, nel loro piccolo, erano un po’ conosciuti, ma niente di che, anzi, la loro “fama” era un po’ derisa: i video che giravano su Youtube non erano esattamente qualcosa di cui vantarsi, erano fonte di prese in giro, la maggior parte delle quali, provenienti solo dalla bocca di Irwin, questo era il suo lavoro, prenderli in giro, far ridere le ragazzine che gli andavano dietro, mentre loro, troppo assonnati per ascoltarlo, facevano spallucce e camminavano per i corridoi, volevano raggiungere i loro banchi per poter dormire un po’.
Si abituarono presto ad Ashton e ai suoi giochetti e, presto, cominciarono anche a difendersi un po’ di più, giusto per non sembrare davvero i tre sfigati dell’intero liceo: anche perché Luke, nonostante la faccia sempre assonnata, cominciava ad avere un viso sempre più bello che attirava lo sguardo delle ragazze; Mike, nonostante la poca voglia di studiare, appariva molto più simpatico di Ashton senza bisogno di prendere in giro qualcuno e Calum, era semplicemente così adorabile che tutti ci tenevano ad averlo come amico.
Sempre nel corso del primo anno, successe quella cosa che Luke conserva sempre nei suoi ricordi, quell’incontro un po’ strano, quell’incontro che conoscono solo Mike e Calum e che, fino ad ora, non ha mai condiviso con nessun altro.

Si ricorda bene quel giorno, si ricorda bene la sua noia durante l’ora di matematica, si ricorda bene di aver chiesto di uscire con la scusa del “credo di non sentirmi bene” e di essere uscito, avviandosi alle macchinette.
Aveva sonno, non era una novità, ma quel giorno più del solito: era andato a dormire alle tre del mattino, si era perso a giocare a Fifa e, dopo tre ore e mezza, la sveglia l’aveva riportato nel mondo reale in modo fin troppo brusco: necessitava di un caffè, necessitava di qualcosa di forte.
In coda però, c’era già qualcuno, il che lo fece sbuffare.
Si avvicinò, mettendosi dietro quella che doveva essere una studentessa: la treccia castana scendeva lunga sulla schiena, la gonna come tutte le studentesse, ma la grazia di un camionista.
-Porca puttana dammi i miei soldi!- imprecava, dando colpi alla macchinetta, facendo sospirare Luke, che continuava ad assistere alla scena senza muovere un muscolo.
Solo quando la ragazza indietreggiò e gli pestò il piede, diede un segno di vita, urlando quel “ahia!” che fece spaventare a morte la tipa davanti a lui.
-Scusami! Non ti avevo visto!- cercò di giustificarsi lei, guardandolo negli occhi, puntando le sue iridi blu contro le sue, facendolo arrossire un po’, facendolo balbettare un –Non fa niente, vuoi una mano?- si offrì, senza sapere che fare per davvero.
La macchinetta non si decideva a restituire i soldi, il pulsante non funzionava, non c’era molto da fare.
-Cosa volevi prendere?- chiese lui.
-Un cappuccino, ma mi mancano dieci centesimi, per questo tento di riavere i miei soldi- spiegò lei, con il viso un po’ imbronciato, un viso che portò Luke a sospirare e a compiere quel gesto: inserì lui quei dieci centesimi mancanti, privando a se stesso del caffè di cui aveva bisogno, schiacciò il bottone del cappuccino e la macchina cominciò a funzionare, preparando quella bevanda.
-Ciao- la salutò in seguito, senza neanche aspettare i suoi ringraziamenti: le diede le spalle e si incamminò per i corridoi, tornando in classe, senza aggiungere altro.

Destino però, volle far sì che Luke vedesse quella ragazza ovunque: per i corridoi, in giardino, in palestra, la vedeva ovunque, come se fosse un’ossessione, ma lei… non vedeva lui: non l’aveva mai beccata a ricambiare il suo sguardo, non l’aveva mai salutato, mai degnato di un cenno, si era già dimenticata di quel ragazzo che le aveva offerto un cappuccino dal nulla, senza un perché, e la cosa, nel cuore di Luke, lo feriva e non poco: se inizialmente non ci faceva caso, in seguito divenne una vera e propria ragione di vita, il non essere notato o semplicemente ricordato da lei era come una lama sullo stomaco, gli faceva male, lo rendeva triste e neanche lui capiva il perché.
Parlò di questa ragazza con Michael e Calum, la descriveva come la sua nuova ossessione, come se non ci fosse nessuna ragione al mondo se non lei: quante volte la incrociava per i corridoi, quante volte lo sguardo di lei appariva così spento e indifferente, come se non notasse lo sguardo di lui, quanto male gli faceva non ricordandosi della sua gentilezza.
-Ti sei preso una cotta, complimenti- esultò Calum al sentirlo, mentre Mike, mangiando il suo pranzo, borbottò un –Ma chi è? Come si chiama?- e Luke fece spallucce: non sapeva il suo nome, non aveva avuto modo di scoprirlo.
In quell’istante, come se il destino stesse davvero giocando con la sua vita, la ragazza tanto misteriosa fece la sua comparsa in mensa: la solita treccia lunga, i soliti occhiali da vista, il vassoio davanti a sé, accompagnata da un’altra ragazza, che le parlava a raffica, che la faceva sorridere e annuire.
-Lei- bisbigliò Luke, indicandola ai suoi amici, che si voltarono all’unisono per fissarla –Idioti! Magari senza essere beccati subito!- li rimproverò, vedendoli girarsi nuovamente verso di lui.
-Carina sì, credo di averla vista da qualche parte- commentò Calum –Se vuoi mi informo- propose, ricevendo da parte di Luke un –Grazie- il più serio possibile: l’agitazione provata al sentire quelle parole era davvero tanta, ma con lei nello stesso posto, era meglio evitare manifestazioni di pura gioia rendendosi ridicolo.

E le informazioni che Luke cercava, arrivarono verso la fine del suo primo anno: i suoi informatori erano della autentiche lumache, ma d’altronde, non bisognava dare troppo nell’occhio, erano già presi in giro da troppa gente, un altro motivo per deriderli non era l’ideale.
E quella mattina, i visi di Michael e Calum erano davvero i più tristi in assoluto: si avvicinarono a Luke, borbottavano tra di loro, lo fissavano ed avanzavano, incerti sul da farsi: ma Luke non ha mai avuto troppa pazienza e li costrinse ad arrivare al sodo.
-Abbiamo… una notizia buona e… due cattive- disse di getto Michael, facendo inarcare il sopracciglio al biondo, il quale, optò subito per le due cattive notizie.
-Così quella buona mi tira su di morale!- disse in un sorriso, un sorriso che però, non venne ricambiato dai due amici.
Fu Calum a cominciare il discorso.
-Sappiamo chi è la ragazza misteriosa: è più grande di noi, ha tre anni più di te, diciassette- deglutì, mentre Luke sorrise un po’ stupito: una più grande, bel colpo!
-Si chiama June Julie… Irwin- confessò Michael e Luke sbiancò.
-Irwin… che brutto cognome…- balbettò appena, ma l’amico lo precedette –Luke, è la sorella maggiore di Ashton Fletcher Irwin, il rompi coglioni- e le gambe di Luke quasi tremarono: non poteva essere vero, non lui, non proprio Ashton, come ha potuto prendersi una cotta proprio per sua sorella?! Il colmo.
-Dio…- rispose soltanto, dandosi dell’idiota, sospirando, cercando di non pensare al fatto che lei e Ashton condividessero la stessa casa: era così diversa, era così… non come Ashton! O forse sì? O forse era davvero come lui? Data la sua mancanza di gentilezza nei suoi confronti, dato che non lo degnava neanche di uno sguardo.
-Avanti, spara l’ultima brutta notizia- disse ancora e Calum sospirò, prima di confessare.
-Hai presente… quell’idiota di Sam Harris?- domandò incerto.
-Sì, come dimenticare lui e il suo caloroso benvenuto qui a scuola?- commentò Luke ironico: questo ragazzo, giusto per accogliere quelli del primo anno, aveva deciso di organizzare scherzetti per tutti loro: e Luke, si era ritrovato la sua povera chitarra con due corde tagliate e una scritta con l’indelebile sul dietro “Hemmo1996 sfigato”, il che fece infuriare Luke come una bestia, la sua chitarra, guai a chi la toccava.
-Ecco lei… lei e Sam stanno… insieme- concluse Calum velocemente, mentre il cuore di Luke si fermava, non batteva più, incredulo, senza parole, sconvolto: quella ragazza non solo era sorella del più idiota della scuola, ma era pure la fidanzata del re dei Cretini, l’animo di Luke era passato a miglior vita.
-Ma la bella notizia è: sai Aleisha? Quella in classe con noi: bionda, occhi azzurri, bella da far paura?- chiese Michael, Luke si limitò ad annuire, ancora troppo sconvolto.
-Beh, lei ha una cotta per te! Non sei felice? Lei vale mille volte di più di quella June, sorridi Luke!- continuò Calum, mentre Luke annuì appena e senza aggiungere altro, se ne andò verso la classe, con June Julie Irwin in testa e nel cuore.

*Fine Flashback*

Raccontare questo vecchio episodio, scatena nei presenti facce piuttosto strane: Ashton con gli occhi spalancati, Abby che sospira e quasi non ci crede, Calum e Mike che ridono divertiti e June… che si affretta ad abbracciarmi.
-E-eri tu?- mi domanda sussurrando –Eri tu quel ragazzino delle macchinette? Io… oddio, non ci credo!- commenta, mentre io le bacio la guancia.
-Ti giuro Luke non volevo… io… ti ricordavo diverso, lo giuro. Abby vero?- chiede alla sua amica, come ulteriore aiuto.
-Sì mi ricordo. Me ne avevi parlato, me lo ricordo- interviene e il silenzio cala.
-Beh, poi il resto della storia lo sapete immagino- commento.
-Mi dispiace Luke- bisbiglia June.
-Dovevi vedere la sua faccia quando ti sei diplomata June, era sconvolto- mi deride Michael.
-Ma per fortuna sei tornata, con quel foglietto delle ripetizioni- le bacio la fronte.
-Ecco perché sapevi chi era mia sorella! Hai capito il giovane Hemmings!-esclama Ashton, come se si fosse ripreso dallo shock.
-Già. E meno male che il destino ha voluto darmi una mano- dico ancora, portando le labbra su quelle di June –E chi l’avrebbe mai detto? Sposati e con una figlia, il destino è strano- sorrido, mentre la piccola Lune si siede in braccio a me.
-Ti devo un caffè, Luke- dice June, baciandomi le labbra, sorridendo con me in questo bacio.
Il destino è davvero strano a volte, ma guarda dove ci ha portato, guarda quanta felicità ci avvolge.
Questo è per sempre June, te lo giuro.

 


Note di Nanek
Hey…
Che dire lettrici? Sono già depressa: questo è il penultimo capitolo T.T
Vi giuro, non so cosa dire, non so davvero che parole usare, ma è davvero quasi finita, la mia piccina è quasi finita e sono già in paranoia =(
Questo capitolo è… un tonfo al cuore, come lo è per Luke mentre racconta questo episodio: Luke e June quando non si conoscevano, lei che non se lo ricordava neanche!! June ha bisogno di occhiali nuovi, si sa! Luke invece è davvero tanto dolce, il nostro piccino <3
La giornata in spiaggia è davvero awww :3 voglio l’estate sigh. Poi Lune è un amore di bimba <3 tutti gli zii le vogliono bene <3 e uno in particolare, mi fa uno strano effetto… meglio non divagare :D
Care lettrici, oggi non vi metterò anticipazioni, il prossimo è il gran finale, la sorpresa ci sta, non credete?
Non sto qui a dilungarmi oltre: vi ringrazierò tutte nel prossimo e ultimo capitolo, dalla prima all’ultima ;)
Vi ringrazio cmq, per ogni cosa che avete fatto per questa storia, ringrazio le recensioni per lo scorso capitolo, vi ringrazio per le visite che continuo a ricevere e che mi fanno venire le lacrimucce =( vi ringrazio davvero di cuore, spero che il finale vi possa far emozionare tanto quanto lo faccia a me, spero di trovarvi nel continuo, e: non dimentichiamoci che su Twitter, quando posterò l’ultimo capitolo, darò inizio all’hashtag #SoOutOfReachMemories e spero di trovarvi anche lì <3
Vi lascio una OS su Ashton sfornata da poco, che se avete voglia di leggere, è questa qui ;) È come non sembra spero vi piaccia <3
Con questo chiudo, vi prometto che settimana prossima avrete il grande finale, lo giuro ;)
Grazie davvero di tutto <3 vi voglio bene <3
Nanek
 

 
  
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