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Autore: OmbraOro900    28/02/2014    2 recensioni
Questo brano racconta un piccolo stralcio dei pensieri di Peeta, mentre pianta le primule nel giardino di Katniss (che ho scritto mentre viaggiavo in metro, quindi piuttosto istintivamente). Spero vi piaccia.
"Tutto è cominciato con una strana sensazione, come se qualcosa mi tirasse lo stomaco, ma adesso so cosa significa, perché l’ho già provato in passato, prima che il veleno annebbiasse i miei ricordi e i miei sentimenti."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti. Sono alla mia prima pubblicazione qui su EFP e non so ancora bene come funziona. Spero che questo piccolo stralcio dei pensieri di Peeta, mentre pianta le primule nel giardino di Katniss (che ho scritto mentre viaggiavo in metro, quindi piuttosto istintivamente) possa piacervi. Nonostante faccia tutt'altro nella mia vita, la scrittura è rimasta la mia passione, ma finora non avevo mai sentito un parere. Eccomi qui, allora. Quindi leggete e recensite!
 
 
Non la vedo dal giorno dell'esecuzione di Snow, trasformatasi nell'esecuzione della Coin. Non so per quale motivo Katniss abbia cambiato idea, né quale sentimento l'abbia portata ad odiare quella donna. Forse è successo tutto per colpa della disperazione. Forse no. Ma non mi importa delle ragioni. Quello che mi ha davvero colpito è stato il suo sguardo, pieno di dolore, ma anche di decisione. Quegli occhi tanto amati una volta, resi poi diabolici dalle torture, sospettosi ora che sto riprendendo coscienza di me. Quegli occhi racchiudevano tutto il dolore di un popolo, tutta la disperazione portata da questa guerra. Ora come ora non riesco a trovare un filo logico che colleghi tutto ciò che è successo, ma è normale, dicono. Dopotutto non riesco a trovare una logica nemmeno nei miei pensieri, nei miei ricordi. Pian piano, però, una luce sta emergendo, qualcosa che mi fa vedere più chiaramente, che mi permette di distinguere i ricordi veri da quelli modificati, ma sono ancora molto confuso. Posso affermare con certezza, però, che questa luce non è altro che il mio amore per Katniss, che gradualmente riemerge. Tutto è cominciato con una strana sensazione, come se qualcosa mi tirasse lo stomaco, ma adesso so cosa significa, perché l’ho già provato in passato, prima che il veleno annebbiasse i miei ricordi e i miei sentimenti. L’ho sentito tornare chiaramente, quando le sue labbra si sono posate nuovamente sulle mie, dopo l’attacco degli ibridi. Le ho sentite disperate, ma sicure nella speranza che dentro di me ci sia qualche barlume del vecchio Peeta. Quel ragazzo che alla sua richiesta di starle accanto, di restare con lei, ha risposto “sempre”. Ed è per questo che sono qui ora, a scavare nel suo giardino. Non so se gradirà il mio gesto, non so se mi è permesso farlo, ma è l’unica cosa che spero la faccia uscire dallo stato depressivo in cui il dolore l’ha trascinata. Prima di tornare mi sono informato, chiedendo ad Haymitch di lei, del suo stato d’animo. Naturalmente non mi aspettavo un “benone”, ma il suo stato mi ha comunque lasciato senza parole. Katniss non vive più, non sta affrontando la morte di sua sorella, ma lascia che il tempo le scivoli addosso, aspettando una fine che non verrà, a cui io non permetterò di arrivare, non ora. Come prima delle torture a cui sono stato sottoposto, ora so di cosa ha bisogno Katniss: non le servono conforto, né parola vuote, ma tutto ciò che le serve è una scintilla che la svegli, che le ricordi che ci sono ancora cose per le quali la vita è ancora degna di essere vissuta. Non mi veniva in mente niente fino a ieri sera, quando, passeggiando per il sentiero appena fuori dalla recinzione, vidi degli alberi su cui crescevano delle primule. Prim. E allora ho capito: l’unico modo per svegliare Katniss è farle capire che non è sola nel suo dolore, che c’è qualcuno disposto a condividere le sue sofferenze. Che ci sarà qualcuno che resterà con lei. Sempre.
  
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