Ziva si specchiò per l'ennesima volta. Non era mai stata una persona narcisista, ma fra poche ore avrebbe rivisto
l'uomo per cui da più di un anno aveva una cotta. Sospettava che fosse più di questo, anzi ne era sicura.
Se Vance non li avesse divisi avrebbe voluto avere una storia seria con lui. Ma ora non era possibile.
Rimirò le occhiaie che ormai da un mese le cerchiavano gli occhi. Tornare in Israele non era stato facile.
Prendere ordini da suo padre ancora meno. Rimpiangeva il rispetto e l'affetto che caratterizzavano il suo rapporto
con Gibbs. Lo considerava il suo mentore, quasi un padre. Lo aveva sentito poco negli ultimi mesi, ma le loro
telefonate erano state piene di 'stai bene?', 'come va?', 'sistemerò tutto questo Ziva'. Qualche anno addietro
lo avrebbe ritenuto impossibile, ma ora non era più così. Sapeva che Gibbs manteneva SEMPRE le sue promesse.
Abby e McGee li aveva sentiti più di frequente. Specialmente la ragazza aveva cercato di mantenersi in contatto
con tutti, e ormai aveva perso il conto di quante telefonate a 6 avevano fatto. Tutto questo la faceva sentire
bene. Si sentiva amata. Aveva trovato una famiglia all'NCIS che nemmeno la decisione di Vance aveva potuto
dividere.
E poi c'era Tony. Ora che ci pensava bene era stato colui con cui si era sentita di più. Si telefonavano almeno
una volta al giorno, cercando di non perdere quel rapporto speciale che si era instaurato tra loro.
Ricordava ancora quando lo aveva accompagnato all'aereoporto insieme a tutti gli altri. Tony aveva cercato di
salutare tutti con il sorriso sulle labbra, ma lei sapeva benissimo che era una montatura in realtà.
Aveva abbracciato Abby che piangeva, salutato Mcgee con una pacca sulla spalla e si era lasciato abbracciare da
Gibbs che gli aveva mostrato un'inusuale gesto di affetto.
Poi quando era arrivato a lei si era fermato di colpo.
Si erano guardati negli occhi cercando di comunicare con lo sguardo la miriade di emozioni che provavano in
quel momento. All'improvviso lui l'aveva abbracciata.
Ziva era rimasta per un momento immobile, troppo scossa per reagire. Poi aveva contraccambiato, respirando il
suo profumo e pensando in quel momento che l'avrebbe sempre portato con se. Prima di staccarsi Tony le aveva
sussurrato all'orecchio: 'Mi mancherai davvero'. Poi si era diretto senza voltarsi al cancello d'imbarco.
Una settimana dopo erano iniziate le telefonate. Era stato lui a chiamarla, sorprendendola. Ora viveva per
questo. A volte parlavano di sciocchezze, bisticciando e flertando come loro solito. Altre volte i toni
si facevano più seri e entrambi lasciavano intuire all'altro quanto quella situazione gli pesasse.
Poi qualche giorno prima, Tony le aveva comunicato che l'USS Regan sarebbe attraccata in Israele per qualche
giorno.
Ziva diede un'occhiata all'orologio. Fra un'ora l'avrebbe finalmente rivisto.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Tony scese dalla nave e la prima cosa che lei notò fu il fatto che era dimagrito. Con una borsa a tracolla lo vide
cercarla tra la folla. Decise di giocare un pò con lui e si spostò in modo che non potesse vederla. Poi gli si
avvicinò da dietro furtivamente e gli soffiò sul collo. Si sentiva un pò infantile, ma lui le faceva questo
effetto purtroppo.
Tony si voltò di scatto e appena vide che si trattava di Ziva, il suo viso si aprì in un luminoso sorriso. Dio
quanto gli era mancato. Il cuore cominciò a batterle all'impazzata e cercò di darsi un contegno, ma con scarsi
risultati. Se avesse avuto qualche dubbio sui suoi sentimenti per lui era stato completamente spazzato via
dalla sua presenza.
Sperò che Tony dicesse qualcosa per spezzare il silenzio, ma non fece nulla. Continuava a guardarla profondamente
e dolcemente, come se fosse la cosa più importante di questo mondo. All'improvviso si risvegliò dal suo torpore
e si ricordò di avergli preso un caffè mentre lo aspettava.
"Tieni" gli disse recuperando la voce. "Fa freddo qua fuori...non ti preoccupare non è avvelenato" concluse
maliziosamente.
Tony rise di gusto capendo l'allusione ad uno dei loro primi incontri. Prese il caffè e rispose facendole
un occhiolino: "Mi dispiace ma non ho una pizza da condividere. Ma posso rimediare stasera con un invito a cena."
Okay, l'aveva invitata a cena giusto? Non se lo era sognato. Peccato che fosse troppo tardi, pensò tristemente.
"Uh..un semi appuntamento con Anthony Dinozzo, che onore!" gli rispose lei scherzando. "Ma presumo che vorrai
cambiarti. Vieni, ti porto al mio appartamento."
Ziva per telefono aveva insistito che lui passasse quei pochi giorni a casa sua. Non c'era ragione che alloggiasse
all'ambasciata. Qualche ora dopo però rimpianse il suo gesto amichevole.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
"Tony posso entrare?" chiese Ziva bussando alla porta del bagno. Sentì un lontano 'Si' e così abbassò la maniglia.
Lo spettacolo che le si presentò davanti fu completamente inaspettato. Lui era davanti allo specchio, intento a
pettinarsi, con solo un asciugamano legato in vita. 'Oh avanti Ziva' si disse, 'non sei certo il tipo che si
scandalizza!'. Effettivamente non lo era ma vedere l'uomo dei suoi sogni erotici conciato in quel modo
faceva il suo effetto. Seguì con lo sguardo le goccioline che dal petto gli scivolavano lungo il ventre. Si
leccò le labbra in modo involontario.
Tony accorgendosi del silenzio si voltò e le chiese noncurante: "Che c'è?"
Ziva si riscosse dai suoi pensieri peccaminosi e distolse lo sguardo in tutta fretta. "Niente" disse timidamente.
Poi appoggiò gli asciugamani sul lavandino e si affrettò a dirigersi fuori dalla stanza.
Tony abbassò lo sguardo sul suo petto e capì. Con un balzo la bloccò contro la porta, chiudendola e non
permettendole di uscire. "Ti fa effetto vedermi così?" le chiese lui giocosamente.
"Assolutamente no!" fu la secca risposta di lei.
"Bugiarda" le sussurrò lui all'orecchio.
"Ti dispiacerebbe lasciarmi uscire?" gli chiese seccata, cercando di divincolarsi.
"Mmm..quanta fretta. Perchè non ti giri così mi dimostri che non ti faccio effetto?" la sfidò.
Ok Ziva, si disse, puoi farcela. Non vorrai certo darglierla vinta vero? Si girò mantenendo un freddo auto controllo
che neanche lei sospettava di avere e lo guardò negli occhi come se niente fosse. "Contento, latin lover?"
"Quasi" sorrise lui. "Ma chissà cosa faresti se io mi togliesse l'asciugamano...' detto questo cominciò ad appoggiare
le mani sulla spugna.
Ziva deglutì. Questo gioco stava diventando pericoloso. Se si fosse tolto quell'unico indumento non avrebbe più
risposto di lei. E data la situazione non era certo il caso. Si girò di scatto e finalmente libera, uscì dal bagno.
Meglio darglierla vinta piuttosto che combinare qualcosa di irrimediabile.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Tony e Ziva tornarono nell'appartamento di lei dopo una bellissima serata passata insieme. Avevano flertato e si erano
divertiti all'inverosimile. Non ricordava da quanto non aveva riso così. Sempre se era mai successo. Per tutta la sera
avevano accuratamente evitato di parlare di Vance. Quei momenti rubati passati assieme non dovevano essere rovinati da ricordi
troppo dolorosi.
All'improvviso Tony si posizionò dietro di lei e le mise le mani sulle spalle, mettendola in allerta.
"Che fai?"
"Ti voglio solo togliere la giacca" le rispose semplicemente. Ziva un pò nervosa glielo permise. Era tutta la sera che
si comportava in modo galante e malgrado a una parte di lei facesse piacere, l'altra si chiedeva il motivo di tutto
ciò. "So che molto probabilmente mi prenderò un'occhiataccia per questo.." cominciò lui, "ma sei bellissima."
Ziva si voltò lentamente e gli disse un 'grazie' a fior di labbra. Vide che Tony spostava il suo sguardo intenso dai
suoi occhi alle labbra. Perchè ora? Si chiese lei. Perchè deve accadere quando le cose sono così complicate? Quando lui fece
per chinarsi ber baciarla, lei si scansò dirigendosi verso la finestra. Guardò il cielo stellato cercando di calmare il
battito del suo cuore.
Sentì Tony sospirare dietro di lei. "Dobbiamo smetterla."
"Di far cosa?" chiese fingendo di non capire.
"Di non affrontare questo...quello che c'è tra noi."
Ziva fece una risatina sarcastica. "Veramente in passato io ho tentato in tanti modi di fartelo capire...ma quando iniziavo
il discorso tu facevi l'idiota."
"Lo so. E mi dispiace per questo. Ma credo che non fossi pronto...oppure cercavo di negarlo a me stesso."
"Ora è troppo tardi" rispose lei triste.
"Non è vero" la contraddisse lui. "Questa situazione non durerà in eterno."
"Anche se non lo farà, quando torneremo nel team ci sarà sempre la regola di Gibbs a ostacolarci. Meglio rimanere amici
per il momento e dimenticare questo discorso." Fece per dirigersi in camera ma la voce di Tony la bloccò.
"Ora sei tu che stai scappando, perchè?"
"Perchè è meglio così" gli rispose voltandosi a guardarlo.
"O forse perchè hai paura di soffrire?" Ziva non replicò. Aveva colto nel segno perciò sarebbe stato inutile farlo.
Lui la guardò dolcemente e cominciò ad avvicinarsi. "Io non so che cosa succederà in futuro. Può darsi che dopo
questi pochi giorni insieme non riusciremo più a stare così vicini. Ma sono sicuro di un'unica cosa: che ti voglio e che
ho bisogno di te come non ho mai avuto bisogno di nessun altro. In questi mesi mi sei mancata da impazzire. Dopo il
nostro 'addio' all'aereoporto ho dovuto chiamarti dopo una settimana perchè non ce la facevo più, anche a costo di
sembrare ridicolo. E credo..." disse ormai a pochi centimetri dalle sue labbra, "che se questi pochi giorni sono
tutto ciò che possiamo avere, dovremmo sfruttarli al meglio."
Ziva non rispose. Tutto quello che fece fu afferargli la nuca e baciarlo appassionatamente. Lui rispose con altrettanta
foga e uniti si diressero in camera da letto.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Il team si stava ormai abbracciando da diversi minuti. Erano tornati insieme grazie ad un caso alquanto difficile. Vance aveva
capito che lavoravano meglio quando erano uniti piuttosto che separati e aveva deciso di dar loro una seconda possibilità.
Ziva dopo aver ricevuto un caloroso abbraccio da Abby, si voltò sentendosi osservata e vide Tony che la stava guardando
intensamente. D'un tratto si ricordò di quei pochi giorni in cui erano stati una coppia. Si era sentita felice come mai era
stata nella sua vita. Non si erano mai detti di amarsi, ma era stato palese dai loro gesti, dai loro baci. Quando lui era
tornato ad imbarcarsi sull'USS Regan aveva sentito quasi un senso d'abbandono, e sospettava che anche per Tony fosse stato
lo stesso. Avevano continuato a sentirsi per telefono, cercando però di evitare di fare accenno ai giorni passati insieme perchè
il ricordo faceva troppo male.
E ora cosa sarebbe successo? Sarebbero tornati ad essere colleghi facendo finta che non fosse successo niente? Dubitava che
ci sarebbero riusciti. Forse però avrebbero dovuto tentare per il bene del team...oppure avrebbero potuto fregarsene della
regola di Gibbs e frequentarsi all'insaputa di tutti. Sorrise all'idea e guardò Tony fare altrettanto. Avevano già deciso.
FINE