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Autore: Mikhan    28/02/2014    1 recensioni
"Che c'è devi dirmi che non senti la stessa cosa che sento io? Non era una cosa scontata? Non c'era bisogno che venissi fino a qui per dirmelo, non mi sembra di averti dato il permesso di seguirmi, oltre tutto vorrei sapere come hai fatto a trovarmi?" dico rossa in viso.
"Lo hai nel tema di prima media, questo è il tuo posto preferito, dove vieni quando vuoi sentirti meglio, così ho pensato che dopo quello che era successo saresti venuta qui."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi hanno umiliato, sono talmente umiliata che non riesco nemmeno a respirare, so solo che sono rossa e le lacrime vogliono uscire, il mio viso brucia, le mie mani sono strette in pugni.

Sento le risate intorno a me, sono cattive, chi avrebbe mai potuto pensare che delle risate potessero fare tanto male.
La mensa ormai è piena di gente che ride di me, mi alzo dalla sedia su cui sono seduta, non corro, non scappo, non posso dargli quella soddisfazione, la soddisfazione di vedermi ferita a tal punto da dover scappare, vado verso la ragazza che ha in mano il mio diario privato, che ha appena letto davanti a tutti, il ragazzo accanto a lei non ride, strano, dovrebbe essere proprio lui a ridere, lui di cui ho parlato tanto al mio diario.
Lui mi guarda in un modo strano, c'è un certo senso di pietà nei miei confronti.
"Adesso basta Trish" dice lui.
"Come Luke, non vuoi saperne di più, su quanto questa cosetta è morbosamente innamorata di te?" dice lei.
Io li guardo, non lo voglio, non voglio riprendermi il mio diario, non so cosa vorrei fare, il mio primo istinto è di tirare un pugno su quel faccino perfettamente truccato, ma mi trattengo.
"Credi di essere migliore di me?" le chiedo invece.
"Cosa?" domanda lei stupita.
"Credi di essere meglio di me?" ripeto a voce più alta. Cala il silenzio.
"Credi di essere migliore di tutti solo perchè sei popolare? La gente ti odia, ma forse tu credi sia meglio avere un gruppo di schiavi al tuo fianco piuttosto che degli amici, forse pensi di essere stata furba avendo letto il mio diario davanti a tutti, ma mi hai solo liberato di un peso, anzi tienitelo, leggilo, spero troverai di tuo piacimento le pagine in cui parlo di te come una stronza colossale"
Mi volto senza lasciarle il tempo di rispondere e esco dalla mensa. Percorro un lungo corridoio e esco da scuola, fanculo tutti.
Metto il casco e salgo sulla mia moto nera, c'è qualcosa di confortante nella velocità, molti non lo capiscono, ma a volte è l'unico modo che ho per essere libera.
Con la moto raggiungo presto la spiaggia che a quest'ora è piena di gente tra cui il mio amico Jake che è alle prese con la tavola, tolgo il casco e le scarpe, tra i piedi sento la sabbia fine, amo il profumo del mare, mi avvicino al chioschetto di Jake e decido di aspettarlo lì mentre sfida le onde.
Mi chiedo sempre cosa si provi ad affrontare un'onda, cosa si prova a sfidare la natura, a scontrarsi con qualcosa di cui non puoi prendere il controllo, non ho mai provato a fare surf, credo che non faccia per me, quando non riesco a controllare qualcosa divento talmente insicura da perdere il controllo anche su me stessa.
"Sapevo saresti venuta qui" dice qualcuno alle mie spalle riscuotendomi dai miei pensieri.
"Luke" sussurro.
Lui si avvicina, sedendosi accanto a me a fissare il mare. Non so cosa dire, non sono imbarazzata o altro, solo sorpresa.
"Ti starai chiedendo che ci faccio qui, vero?" si gira verso di me stringendo il pircinig al lato del labbro inferiore tra le labbra. Non è possibile che sia così maledettamente bello.
La sua è una domanda retorica quindi non rispondo sapendo che continuerà a parlare.
"Sai." Si stringe nelle spalle. "Caty..."
"Che c'è devi dirmi che non senti la stessa cosa che sento io? Non era una cosa scontata? Non c'era bisogno che venissi fino a qui per dirmelo, non mi sembra di averti dato il permesso di seguirmi, oltre tutto vorrei sapere come hai fatto a trovarmi?" dico rossa in viso.
"Lo hai scritto nel tema di prima media, questo è il tuo posto preferito, dove vieni quando vuoi sentirti meglio, così ho pensato che dopo quello che era successo saresti venuta qui."
"Che buona memoria che hai, ti ricordi quello di cui i temi dei tuoi compagni parlavano in prima media"
"No, non dei miei compagni, di te"
"Doveva essere scritto bene allora"
"Non lo era poi tanto, il punto era che era il tuo e io cercavo sempre di sapere il più possibile su di te" adesso si gira e mi fissa con i sui occhi azzurro cielo. Io non riesco a metabolizzare le sue parole, cercava di sapere il più possibile su di me? Io gli interessavo?
"Cerchi ancora di sapere il più possibile su di me?" chiedo.
"Si, ho raccolto un sacco di informazioni in questi anni, ma non le ho mai chieste a te" continua a fissarmi, io devo abbassare lo sguardo.
"Perchè?"
"Pensavo che non ti sarei mai piaciuto, non che ci fosse qualcosa di te che me lo facesse pensare, insomma sei sempre gentile e cortese con tutti, ma non racconti quasi niente di te agli altri." sorride.
"Vuoi chiedermi qualcosa?" Non riesco a guardarlo negli occhi quindi guardo la sabbia che faccio scivolare sui piedi.
"Posso baciarti?"
"Cos..."
Le sue labbra si appoggiano sulle mie, certo, certo che puoi baciarmi penso, mentre le sue labbra morbide si muovono insieme alle mie.
Così mentre lui mi bacia e mi stringe forte non riesco a trattenermi dal pensare che devo essere grata a quella ragazza di aver letto il mio diario.
  
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