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Autore: finnicksahero    28/02/2014    0 recensioni
Mi sono sempre chiesta come si sono conosciuti Finnick e Annie, e durante l'ora di Chimica è nata questa storia. Dal testo:
-Piacere Finnick- dico porgendogli una mano, lei si volta verso di me ancora con il broncio sulle labbra e tende una mano -Annie Cresta-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo Venticinque.


-Finnick?- chiamò la voce roca e profonda del padre di Annie, ero al tavolino della mia cucina, le mani strette al legno graffiato e rovinato da Annie, scossi la testa uscendo da quell'incubo ad occhi aperti, alzai lo sguardo da quel marrone frastagliato da linee color nocciola.
Il padre di Annie era sullo stipite della cucina, dietro di lui Mags che stava borbottando qualcosa, aveva in mano un pezzo di corda rotto, sospirai, Annie aveva rotto anche quelllo, feci un sorriso tirato al padre della mia ragazza e gli feci cenno di accomodarsi, lui lo fece e si sedette davanti a me, raddrizzai la schiena e mi preparai alla solita raffica di domande sulla salute della figlia.
Aspettai invano, lui si prese la testa fra le mani e la scosse, rimasi di pietra -Signore, i medici dicono che Annie, la vera Annie sta lottando per uscire da questo stato- dissi, lui annui con le mani premute in faccia -Finnick ma tu ci credi veramente che lei tornerà da noi?- chiese con voce ovattata, era profonda e calda assomiglia un poco alla mia, abbassai lo sguardo sulle mie mani rovinate e callose, avevo delle nuove croste per via dei pugni dati al muro durante la notte, le chiusi a pugno impedendogli di tremare così visibilmente -Signore- iniziai, l'uomo mi guardò dritto negli occhi -Si realtista, lei tornerà da noi?- chiese, la voce era carica di emozioni così intense che rabbrividi, c'era la paura, la rasegnazione ma si sentiva la speranza che cercava di uscire dalla sua bocca rovinata e screpolata, non riuscii a distogliere lo sguardo e scossi un poco il capo -No signore, non credo che lei tornerà- sussurrai, poi chiusi gli occhi per impedirgli di diventare lucidi.
Dopo aver riaccompagnato il padre di Annie a casa sua e aver sentito delle urla isteriche provenienti dalla camera della mia amata, andai alla stazione, aspettando non so cosa, forse un'aiuto o solo dio sa cosa, ma ero la, solo con qualche vecchio mendicante pelle e ossa, li guardai e pensai che forse era meglio che anche io mi accasciassi a terra e aspettassi senza dignità una morte degna di un cane.
Qualcuno si infilò nella panca accanto a me, alzai lo sguardo dalla corda che stavo intrecciando e notai i capelli bianchi roccioli che scalava dal grigio scuro al bianco, sorrisi e appoggiai la mia testa alla sua fragile spalla -Mags- sussurrai con voce piena di dolore, lei mi accarezzo il volto con delicatezza le sue dita grinzose e callose erano tutte storte, per via della vecchiaia, rimasi a prendere le sue carezze come se al mondo non esistesse niente di più bello. E forse era proprio così.
-Vuole vederti- biascicò, mi tirai su di scatto e guardai nei suoi occhi cerchiati da rughe profonde e rese tristi da quello che aveva passato, la gola mi si era seccata -Chi?- chiesi sentendomi uno scemo, lei guardò i binari come fosserò il suo sogno, come se potesse farla finita li su due piedi, forse ci pensava realmente ad uccidersi, ma poi tonai le mani strette pugno e capii che stava avendo un flashback, tutti ne avevamo, non erano mai piacevoli.
Rimasi seduto tenendo la mano di Mags aspettando che gli passi quel momento fosse passato quando, la mano si rilassò un po' gliela accarezzai con tenerezza, era ruvida al tatto, come una vecchia corda, -Chi vuole vedermi?- sussurrai, lei sospiro e mi guardò negli occhi, capii all'istante.
La porta della camera di Annie era di un color castano molto scuro, sentivo delle voci e dei singhiozzi, un nome soffocato ripetuto più e più volte 'Shon' feci un respiro tremante e bussai, tutto all' improvviso tacque, aspettai sulla porta tremante, forse aveva cambiato idea, era meglio che girassi i tacchi e tornassi alla mia casa, ma prima che potessi fare qualcosa la porta si aprii, una donna struccate con degli occhiali a farfalla mi fissava con occhi sbarrati color della cioccolata, feci per aprire bocca ma la voce della mia amata usci fuori come il vento in una giornata calda -E' lui? Finnick sei tu?- chiese, sorrisi e mi tappai la mano con la bocca, le lacrime arrivarono convinte ai miei occhi ma le trattenni, mi morsi un labbro convulsamente -Si Annie sono io- sussurrai, lei gattono alla porta e mi fissò, sembrava una bambina piccola che aveva appena visto qualcosa di bello e pericoloso, trattenni il fiato.
Si alzo in piedi e notai che era dimagrita e sembrava ancora più bassa di quel che era realemente, camminava tremando, alzo una mano e mi tocco il petto, poi un dito inizio a salire fino alla gola, le sue unghie affilate mi pungevano il pomo d'Adamo, arrivò alle labbra e le traccio con tutto il polpastrello, così per il naso e per gli occhi, i suoi occhi verdi erano vacui e lontani, ma si accesero e sembrava più presente, si avvicino a me, appiattendo i suoi seni al mio petto -Allora hai mantenuto la promessa- mi sussurrò poi chiuse gli occhi e mi abbraccio, io affondai la faccina solcate da piccole goccie argentee nei suoi ricci castani più scompigliati del solito e sorrisi fra le lacrime, alcune entrarono nella mia bocca e le madai giù, lei era qui.
Era presente, sarebbe tornata e io lo sapevo avevamo fatto un giuramento e lo avremmo mantenuto -Si Annie, io tornerò sempre da te e tu da me- sussurrai più a me che a lei, insieme ci appoggiammo al muro e cademmo fino a terra abbracciati e in lacrime.
  
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