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Autore: Alexis__94    24/06/2008    2 recensioni
Si può davvero realizzare un sogno?...anche se dopo mille dolori e pianti, sorrisi e gioia...si può davvero avverare un sogno? tutto attraverso le righe della mia Fan Fic! Baci Ale!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alexis 1° Capitolo

Il viaggio era stato abbastanza lungo e presto sarei tornata alla mia amata casa dove avrei trovato mio padre e mia madre, ansiosi come ogni volta che partivo per una vacanza. Erano le 14:30 ed ero sicura che fra un ora sarei tornata a casa ma non avrei trovato nessuno visto che i miei lavoravano, così decisi di andare in una città vicino a casa mia così per fare acquisti. Arrivata a Rimini scesi dal treno e con il mio unico bagaglio, uno zaino, mi avviai verso un centro commerciale, e cominciai a guardare le diverse vetrine. Una prometteva bene come vestiti, ma guardando i prezzi rinunciai subito ad entrarci, un altro vendeva morbidi cuscini, lenzuola colorate, ma in quel momento non avevo intenzione di rifare il guardaroba al mio letto. Dopo una mezz'ora avevo già comprato 7 magliette e 3 paia di pantaloni, così decisi di fare una pausa e concedermi un bel gelato, mi avvicinai alla gelateria e aspettai il mio turno, dopodichè presi il mio gelato e andai a sedermi su un muretto. Mentre consumavo la mia merenda, guardavo la città e la gente che passava con disinteresse, un gruppo di ragazzi stavano chiaccherando tra loro ed a volte qualcuno di loro lanciava risate fragorose, una bambina mangiava dello zucchero filato mentre la madre parlava con un signore vestito elegante. La gente camminava tranquilla e sembrava che la maggior parte fosse felice come dei bambini che giocavano in un parco lì vicino. Uscita dal supermercato ormai era il tardo pomeriggio così decisi che era il momento di tornare a casa sicura di aver ritrovato i miei ad aspettarmi. Presi un treno e durante il viaggio guardai fuori dal finestrino e vedevo il paesaggio scorrere veloce, non si riusciva a capire quali fossero gli alberi, le montagne e le colline. Il cielo era abbastanza sereno sapendo in quale mese eravamo.
Era il 9 Gennaio e sapevo che molti ragazzi erano tornati a scuola dopo le vacanze, ma i miei mi avevano iscritta  ad una scuola dove si ritornava il 12 Gennaio così avrò tempo per finire alcuni problemi di matematica. Finalmente il treno si fermò, uscii svelta dalla stazione e quel freddo vento sulla mia pelle, la pioggia sulle mie scarpe e quelle solite nuvole cariche di pioggia che erano perennemente sulla città: ero tornata a casa ero tornata dal mio passato, nella mia città natale. Corsi al riparo e cominciai a godermi quei flashback del mio passato. Jesi era una piccola città nelle Marche. Piccola ma accogliente, una città dove l'inverno era pieno di pioggia e l'estate si moriva di caldo. Andai verso il parcheggio a cercare la mia macchina pensando a dove l'avevo lasciata, poco più in là oltre il bar della stazione trovai la mia formidabile 'Punto' nera. L'avevo comprata usata, visto che non potevo permettermi di meglio, ma era unica e indistruttibile. Se quella macchina era sopravvissuta a 10 incidenti era poco! Io fortunatamente non avevo mai sperimentato quel tipo di esperienza. Salii sulla macchina e mi ritrovai a mio agio al suo interno, quel profumo di pelle e la morbidezza del volante, tutto così molto familiare. Accesi il motore ed il rombo del motore vecchio mi fece ricordare tutte quelle volte che facevo l'indifferente mentre tutti si giravano verso di me per capire chi guidasse questo rottame! Feci retromarcia velocemente, attenta però a non colpire qualche macchina che passava, svoltai a destra e mi diressi verso la strada che mi riportava a casa.
Dopo circa una mezz'ora ero davanti casa mia e la guardavo in tutto il suo fascino...piccola, gialla, con il tetto a mattoni e le finestre dove il sole rifletteva tutta la sua luce, presi subito i miei bagagli e corsi il più fretta possibile verso la mia casa, suonai a lungo il citofono e aspettai che qualcuno rispondesse, alla fine sentii la voce di mia madre poco squillante ed esaltata rispetto alle altre volte, ma lasciai stare subito pensando che forse era stata solo la mia immaginazione oppure dal citofono si sentiva male, mi affrettai a rispondere:" Mamma sono io!! Alexis", mamma mi aprì e mi disse con voce affettuosa:"Bentornata!". Entrai in casa e salutai il mio gatto Träne che mi fece le fusa sulla gamba, appoggiai la sacca a terra e corsi subito ad abbracciare i miei, ma trovai solo mia madre. Normale. Molto probabilmente mio padre era rimasto a lavorare fino a tardi perchè qualcuno di importante era rimasto lì da lui a parlare un pò. Mia madre lavorava in una scuola elementare come maestra di Italiano, mentre mio padre insegnava in una università. Avevo i genitori insegnanti ma sinceramente io ancora non avevo idea di quello che avrei fatto, adesso dovevo ancora finire le superiori e poi ci sarebbe stata l'università. Dopo aver abbracciato mia madre le chiesi:" Mamy, dove è papà? E' rimasto a lavorare?", mamma mi fece cenno di no con il capo ed io chiesi un pò proccupata:"Ma allora dov'è?" mamma mi disse un pò dispiaciuta:"Non può stare qui a salutarti dopo 7 mesi che non ci sentiamo perchè deve insegnre a Berlino...che uomo" e rise. Io più tranquilla dissi:"Fa niente, so che ci è andato perchè gli piace il suo lavoro! Gli telefonerò più tardi.", poi poco dopo aggiunsi:"Credo che andrò a farmi una doccia mi sento uno straccio!!", mamma sorrise e disse:"D'accordo! Io vado a finire a preparare la cena!", io con occhi luccicanti chiesi:" Che cucini di buono????" e mia madre sogghignando disse:"Pollo!!" e io saltando di gioia urlai:"Siiiiii!!! Ti adoro mamma!!!" e dopo averle stampato un bacio sulla guancia e un abbraccio stritolatore mi recai verso il bagno dove cominciai a farmi la doccia.
Guardai l'orario e vidi che erano circa le 4 del mattino, quella notte dormivo male, qualche ora di sonno tra un incubo e un altro non ero riuscita a dormire molto. Mi alzai e disiorentata andai verso la cucina, presi il latte e ne presi un sorso direttamente dal cartone. Poi con tutta la forza che trovai in me stessa ritornai in camera e mi buttai nel letto per dormire, alla fine la notte fu tranquilla. La mattina mi sveglia verso le 11 ma il sonno perso lo avevo recuperato tutto e quando mi svegliai un incubo mi chiedeva di essere ricordato ma ricordavo solo scene, rumori, quindi lasciai stare e dopo una bella lavata alla faccia e dopo essermi vestita andai in cucina a mangiare qualcosa, trovai mia madre di buon umore, infatti l'avevo proprio sorpresa mentre fieschiettava una canzone che non avevo mai ascoltato. Presi il latte e cereali e versai il tutto nella mia tazza preferita color nero con scritto "ALEXIS" in viola, me l'aveva comprata mio padre durante un suo viaggio di lavoro a Parigi. Cominciai a mangiare quando il telefono cominciò a squillare andai a rispondere e chiesi:"Pronto?"mi rispose mio padre che mi disse:"Ciao Alexis!!! Ho una sorpresa per te...vedi visto che faccio l'insegnate qua..ho due biglietti per far venire te e tua madre e potete rimanere per ben un anno!!! Che ne dici?? volete venire??", io felicissima gli dissi di aspettare un attimo e mi volti verso di mamma le spiegai un pò le cose e mamma disse che andava benissimo!"Si papà va benissimo grazie..un grosso bacio aspettaci ciao!!!"e dopo averlo salutato abbracciai forte mia madre...finalmente! Berlino il mio sogno...fin da piccola desideravo andarci e così cominciai a studiare molto bene tedesco così che un giorno quando ci sarei andata lo avrei parlato benissimo, adesso il mio sogno diventa realtà. Con un gridolino di gioia dissi "Berlino sto arrivando!!"

  
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