Passarono diversi giorni in casa, alla fine Chanel decise di farmi prendere un po’ d’aria fresca.
-Dai scansafatiche muoviti che oggi usciamo io e te- mi disse levandomi le coperte e accendendo la luce, sperai che avesse un bel itinerario perché se non fosse stato cosi mi sarei rimessa a dormire.

Aprii un occhio, lei mi guardò e sorrise poi incalzò –dai che andiamo al bar 101- sapevo con chiarezza che aveva intenzione di farmi rivedere quella ragazza, non mi era chiaro il perché ma decisi di prepararmi, lei era in Jeans e maglietta bianca con gli stivali neri alti fino al ginocchio, era bellissima sembrava quasi appena uscita da una sfilata di alta moda, i capelli ricci incorniciavano un viso cosi semplice e la matita nera sottolineava i suoi splendidi occhi chiari.
Io invece avevo le mie solite scarpe da ginnastica un pantalone della tuta che mi aveva imprestato sua madre verde acqua e una felpa, imprestata da Chanel, nera come il giubbotto.

Una volta pronte prendemmo il bus, dopo 5 fermate eravamo arrivate vicino al bar, scendemmo e qualche passo più in la c’era il bar.
Ci sedemmo fuori, lei ordinò una cioccolata calda e io un caffè macchiato freddo, quando ci arrivarono iniziò fare uno dei suoi soliti giri di parola, che fa quando non  sa da dove iniziare; -vedi Marco è un ragazzo un po’ em… forte di carattere…ma non gli devi dare peso Sonia…- cercava altre parole per giustificarsi forse ma io la interruppi – senti Chanel  io non sono Lesbica, ho appena visto il mio ex baciarsi con una mia ormai ex anche lei amica, sono cose che segnano- la guardai dritta degli occhi, lei rispose teneramente –solo non voglio che se un giorno ti innamorassi di una ragazza ti faresti tanti problemi-