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Autore: Soleil Jones    01/03/2014    2 recensioni
Questa Flashfic è stata scritta il 10 febbraio 2014, un giorno prima dell'11 che, per noi hetaliani è il compleanno di Kiku Honda e che, per i giapponesi, è festa nazionale.
Premetto che è la primissima volta che tratto Giappone, che questa storiella è nata mentre il professore di storia sproloquiava sulla Turchia -E quindi mentre io scrivevo su un foglio a random col telefono sulle gambe come unica fonte di chiarimento per eventuali dubbi- e che... Che... Basta, direi.
Lo so, la sto pubblicando quasi un mese dopo l'evento, ma ero tremendamente insicura e l'avevo copiata sul cellulare, sperando di poterla postare da lì ma, ahimé, il codice html e il telefono non si son voluti conoscere.
Okay, ho finito! Vi lascio alla storia, ditemi voi che ne pensate!
Sol F. Jones
PS: Per capirla appieno, bisogna prima aver letto la mia One-Shot "Due facce della stessa medaglia".
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Giappone/Kiku Honda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Bondage
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In guerra non v'è né il padre né il fratello.
Solo un uomo e la sua spada.
Solo il rosso del sangue e il verde della terra.
Solo il vinto e il vincitore.
 
 
¤ Asia - Giappone - anno 660 a. C. - data 11 febbraio - Ore 6:00 ¤


Silenzioso come di consueto.
Quell'uomo di esile statura e mole che li aveva guidati fino a quel momento non spiccicava mai parola, non parlava più dello stretto necessario.
Beh, del resto Kiku era sempre stato molto taciturno, non aveva mai avuto bisogno di sfoderare l'essere chiacchierano tipico dei bambini per apprendere il valore del dovere e dell'onore.
Mai aveva avuto valori a lui più cari, eppure in quel momento poco vi pensava.
Si asciugò un rivolo di sangue, colante dal labbro inferiore, con il dorso della mano destra assottigliando lo sguardo color pece; sentiva un tremendo pizzicorio agli angoli degli occhi.
Che gli spiacesse?
Come poteva spiacergli di essere diventato un uomo a tutti gli effetti? Anche se la sua fedele spada, intrisa di sangue ormai secco, pareva sembrare dieci volte più pesante del normale, ora era una Nazione a sé.
Il peso di un'arma poteva davvero, dunque, appesantire la sua stessa anima a tal maniera?
La risposta gli parve scontata, sentiva quel piccolo ma fastidioso senso di malinconia stuzzicare la sua pazienza dal momento in cui, poche ore prima, aveva abbandonato il contatto con lo sguardo di Yao.
Inutile negarlo.

 
«Stai crescendo così in fretta Giappone! Sono proprio orgoglioso di te, aru!»
 
Le persone più silenziose, si dice, sono coloro che provano forse troppe cose, che non lasciano trasparire.
L'affetto di un fratello squarciato da una spada era evidentemente troppo grande per un ragazzo appena divenuto uomo.
Da sotto l'armatura, estrasse il suo ciondolo, tracciandone le poche figure presenti con pollice.
- L'alba! -
- Signore, guardi! Un nuovo giorno sta nascendo. -
Kiku ritrasse lo sguardo dai caratteri incisi quasi ad arte sull'oro del suo medaglione per poi rivolgerlo alla sua destra; il cielo pareva essere tinto di rosso.
Un rosso vivo che pian piano svaniva, attorniante quella sfera luminosa, troppo bella per essere ammirata troppo a lungo e che, poco a poco, si sollevava in cielo pronta a compiere il duo dovere.
Anche un qualcosa di tanto bello e maestoso aveva dei doveri. Già.
- Sta nascendo il Sole. - Mormorò il giapponese e, nel medesimo istante s'udì il levarsi del pianto di un neonato in lontananza.
E il Sole era ora alto in cielo.
- Viva il Paese del Sol levante! -
Una goccia di rugiada, allora, lavò via la goccia di sangue colata sulla figura dell'astro Re dei cieli, incisa al centro del medaglione di Kiku.
Una lacrima in contrasto col sorriso del giapponese che, quell'oggi 11 febbraio dell'anno 660 a. C. era divenuto libero.
 
«Sempre, anche se le nostre Nazioni sono diverse, anche se parliamo lingue diverse, anche se scriviamo differentemente. Io osserverò sempre la stessa Luna che osservi tu, aru!»
 

 
In guerra v'è solo il vinto e il vincitore.
Ma ambedue rimangono capaci di provare amore.
Biondo o moro, alto o basso, magro o grasso,bianco o nero,
vivono entrambi sotto lo stesso Sole, sotto lo stesso cielo.


 

Angolo autrice

Buona sera caro lettore!
Si, arrivo soo ora a pubblicare questa cosa, nata durante l'ora di storia, su un quaderno, e poi trascritta su telefono.
Ma per Kiku questo è altro!
Dunque, preciso che per me è la primissima volta che tratto Giappone.
Che quindi forse avrò fatto strafalcioni da record e che, hm, ah ecco!
"Paese del Sol levante" non è altro che il significato del nome "Giappone", per altro adottato non subito dalla Nazione.
E che per quanto riguarda il medaglione, per capire meglio, dovreste aver letto la mia One-Shot "
Due facce della stessa medaglia".
Bene, spero tu mi possa dare un parerinoinoino, anche per migliorarmi, e che ti sia piaciuta questa sclerata (Fatta col cuore), tu che stai leggendo.
Detto ciò, a presto!

 
Sol F. Jones
  
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