Il cielo
era di quelli difficili da interpretare. Il tramonto era volto alla
fine,
eppure non era ancora notte.
A prua si
stagliava una figura scura ed imponente.
La brezza
marina e salmastra smuoveva i capelli del Pirata, mentre il suo sguardo
accattivante era catturato dalla scia delle onde che si faceva sempre
più
invisibile, risucchiata dalle onde scure e leggermente ambrate del Mare.
Sul ponte,
Elizabeth osservava silenziosa il capitano della Perla Nera, sentendosi
quel
peso, quel dolore ovattato con cui oramai era abituata a convivere da
tempo,
farsi ogni attimo più grave ed insopportabile.
Si
avvicinò
lentamente a Jack, sentendosi mancare il fiato ad ogni passo che faceva.
-Jack...
Attimi di
silenzio interminabili.
-Jack...
Ascoltami ti prego.
Senza girarsi,
il Capitano pronunciò impassibile le sue parole.
-E'
Capitano Jack Sparrow. E comunque non mi pare di aver detto che non ti
sto
ascoltando, no?
Interdetta
dalla risposta di Jack, che per altro, corrispondeva a ciò
che per ben più di
una volta aveva ribadito, che lei era "Miss Swann", abbassò
lo
sguardo.
Sparrow, li
per li, fece per ignorarla, dato che non aveva la minima intenzione di
essere
lui a fare il primo passo.
Anche
perchè, a suo avviso, era stata lei ad ingannarlo, e non
viceversa.
Un ragionamento
piuttosto... ragionevole, ecco.
Così,
proprio con queste parole la pensava Jack.
-Jack, ti
prego, perdonami. Lo sai che io... Beh, mi sono resa conto di quello
che avevo
fatto solo appena dopo averti perso.
A quelle
parole, Jack in un lampo fu davanti a lei, la sovrastava, guardandola
dall'alto, mentre quella luce soffusa del crepuscolo gli donava un
aspetto
ancor più seducente di quanto già non ne avesse,
facendo mancare il fiato a
Elizabeth, che non sapeva cosa aspettarsi.
-Cosa vuoi
da me, Miss Swann? Dove vuoi arrivare? Eh?!
La schiena
della donna si avvicinava sempre di più alla balaustra che
dava sul ponte, i
passi di Jack inghiottivano gli spazi vuoti che lasciavano i passi di
Elizabeth, costringendola ad indietreggiare sempre di più e
via via più
velocemente.
-Allora?
Rispondi. Dove vuoi arrivare?!
Spalle al
muro, il respiro di uno in quello dell’altro, il viso di
entrambi ad un soffio
di distanza.
Jack
avrebbe giurato di sentire il cuore di Elizabeth battere
all’impazzata, così
veloce da diventare quasi un mormorio confuso.
La donna,
oramai rapita dal fascino del Capitano, si avvicinò
ulteriormente al suo viso,
e sfiorò le labbra del capitano con la sua bocca.
A quel
tocco, Jack perse tutta la freddezza che era solito mostrare in alcuni
casi.
Socchiuse
gli occhi, catturando le labbra di Elizabeth tra le sue.
Seguì
un
intreccio passionale eppure dolce di labbra e lingua, le dita, i palmi
seguivano i profili dell’altro corpo, ora più
sinuoso, ora più poderoso e
forte.
Ad un
tratto, Jack allontanò le labbra ed il viso dal volto di
Lizze, quel poco da
lasciarla ancora boccheggiante.
Il capitano
sorrise, quel mezzo ghigno compiaciuto che sfoggiava non poche volte,
contento
e soddisfatto di come era riuscito a sedurre e ad estorcere le vere
intenzioni
di Elizabeth.
Lei lo
osservò, perplessa, la mente si era lasciata andare a
pensieri non poco
stimolanti e, privata d’improvviso di ciò che
bramava, era rimasta a bocca
asciutta.
-Allora,
Miss Swann, era qui che volevi arrivare, alla fine…
Jack la
guardò con finto stupore, assaporando quel gioco di possesso
che stava
inscenando, al solo scopo di riprendersi un po’ di orgoglio e
dignità, persi
quando ammaliato dal passionale bacio della donna, che lo aveva
lasciato ad un
destino a cui, una volta compreso, non avrebbe più potuto
sottrarsi.
-Lo sapevo,
gioia, che non avresti potuto resistere. La tua curiosità,
la tua maledetta
curiosità, ti ha tradito, e ora ti trovi bloccata.
Lo sguardo
di Elizabeth si era ancorato a quello di Sparrow, e sembrava voler
rimanere
rapito da quest’ultimo.
-Eh
già, mia cara. Niente e nessuno può resistere al
Capitano Jack Sparrow, neanche te.
A quel punto,
Jack si allontanò a grandi falcate verso la
parte estrema della prua, tornando ad osservare le onde, ora diventate
di un
blu indecifrabile e fin troppo scuro.
Ma in
verità non gli interessava per nulla il mare, non in
questo momento, non in questo attimo.
In un certo
senso, aspettava pazientemente che Elizabeth
reagisse alla sua provocazione, anche se forse sapeva cosa aspettarsi,
mentre
le sue labbra, quasi in armonia con i suoi pensieri, si incresparono in
un
ghigno divertito.
Di colpo, quasi
risvegliata da un sogno, Elizabeth si mosse,
scosse appena la testa, in un movimento impercettibile, e si
avvicinò a
Sparrow, riacquistando poco a poco consapevolezza, mentre
già pensava a come
reagire.
Anche le sue
labbra furono impossessate da un sorrisetto
complice, mentre avanzava verso il Capitano, che la scrutava con la
coda
dell’occhio.
-Allora,
Capitano… Cosa hai intenzione di fare ora che hai
scoperto le mie intenzioni?
-Una
possibilità sarebbe lanciarti in mare, però non
mi
piace l’idea di perdere un così bel
cappello…
Detto questo,
si girò verso Lizzie, sfilandole il cappello
“mascolino” dai capelli, tenendolo poi
sottobraccio, per poi rivolgersi di
nuovo alla donna.
-Bene, ora
posso anche lasciarti andare.
Elizabeth, che
fino a quel momento era riuscita a stare al
gioco, pur non comprendendolo completamente, ora osservava Jack un
pò spaurita,
dato che aveva imparato a prendere Jack sul serio più quando
sembrava che
scherzasse che quando era veramente serio.
Jack fu in un
attimo di fronte a lei, la prese per i fianchi
e l’appoggiò seduta alla balaustra della nave
all’estrema prua, lasciandola
leggermente perplessa, mentre si avvicinava a lei con il viso sempre di
più.
-Allora…
Ora che siamo ai limiti, mia cara, come intendi
sfuggire? O ti bagni un pochettino, oppure… Mah, non so.
Pensaci tu. Non sono
mai stato bravo a risolvere certe questioni.
Rise appena,
divertito dalla situazione in cui aveva
costretto Elizabeth.
Lei, presa un
po’ dalla paura, un po’ dall’attrazione,
tirò
fuori la spada dal suo fodero, puntandola alla gola di Jack.
Sparrow ne
prese la lama con due dita, e l’abbassò oltre le
sue spalle, per poi farla cadere a terra con un colpo secco che
arrivò a dare
al manico.
-No, no,
Lizzie… Così non va però.
Impara… Mi potrai anche
uccidere, ma mai insultarmi. Chi sono io?
Ora Elizabeth
cominciava a capire, e stette al gioco.
-Il Capitano,
il Capitano Jack Sparrow.
-Bene, gioia,
cominci a capire. Non male, facciamo
progressi.
Si
avvicinò a lei, al suo viso, fino a poter sentire il
soffio del suo respiro.
-Impara a
giocare, ora.
Avvicinò
le sue labbra alle sue, senza però toccarle,
attendendo una sua reazione.
Elizabeth, a
quel punto, trovandosi in una situazione
difficile, tentò un diversivo, e posò
l’indice della mano destra sulla bocca di
Jack, seguendone poi lentamente il profilo.
Jack sorrise,
soddisfatto.
Scostò
il dito dalle labbra e ne prese la mano, portandola
al petto, con le dita di lei che toccavano per metà il
camicione e per metà il
suo petto.
Elizabeth si
avvicinò ulteriormente al suo viso, e poggiò le
labbra su quelle di Jack, e facendo scivolare la mano dal petto alla
nuca.
Entrambi
socchiusero gli occhi, nello stesso attimo, mentre
Jack si ritrovò a far scivolare lentamente Elizabeth
giù dal parapetto, mentre
le sue mani risalivano una lungo il profilo della sua schiena e
un’altra
sfiorava i ricci di Lizzie.
Il bacio si
tramutò in un avvinghiarsi continuo di passione
e desiderio. Mentre i passi del capitano indietreggiavano lentamente,
accompagnati da quelli di Elizabeth, che avanzavano allo stesso tempo.
Lentamente,
dopo lunghi ed intensi attimi di intrecci
passionali, Jack si ritrovò ad osservarle gli occhi, quasi
perso nello scuro ed
intenso colore di questi ultimi.
-Come la
mettiamo con l’enunco?
-Per
Will… Non mi dispiace.