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Autore: ginevrainalaska    01/03/2014    0 recensioni
-Stai scherzando, vero?- chiese Kurt sbalordito -Dei totali sconosciuti che hai incontrato per strada ti hanno invitata a casa loro per la vigilia di Natale, e tu hai anche preso in considerazione l'idea di andarci?-.
-Non capisco cosa ci sai di male- rispose l'ispanica con nonchalance-So badare a me stessa, Lady Hummel-.
-Questo non lo metto in dubbio- disse Kurt cercando di restare calmo e ragionevole, nonostante le totali assurdità che diceva la sua amica -Ma non puoi recarti da sola a casa di queste persone. Portebbero essere degli psicopatici, o dei serial killer, o degli psicopatici serial killer. Almeno, lascia che io e Rachel ti accompaginamo, per assicurarci che sia un posto sicuro-.
-Va bene, va bene, ma sia chiaro che voi due non siete le mie guardie del corpo. E comunque non sarò sola, ho invitato un amico che si trova a New York per Natale, e lo conoscete entrambi.-.
I due la guardarono incuriositi.
-E chi sarebbe?- chiese Kurt.
-Se avete intenzione di accompagnarmi, lo scoprirete presto- rispose l'amica sorridendo in un modo che fece temere il peggio ai due coinquilini.
Klainchel natalizia in cui Kurt e Blaine non si conoscono ancora.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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~New York era davvero una città folgorante, sotto ogni punto di vista. Se avevi bisogno di nuove occasioni, andavi a New York; se volevi ricominciare; andavi a New York; se cercavi la tua strada; andavi a New York. O almeno, così era sempre stato per Rachel Berry, anche quando abitava nella sua villetta in Ohio, con i suoi papà gay, ed era solo una delle tante aspiranti dive bloccata in una cittadina piccola e bigotta, con così tanti sogni, e così tanti grandi, che certamente non sarebbe bastato un cassetto a contenerli tutti. Era sempre stata New York. Ed adesso, finalmente, era lì: il suo primo Natale nella Grande Mela. E si prospettava meraviglioso, come lo aveva sempre sognato: il Gran Galà Di Natale organizzato dal suo prestigioso college, la NYADA, e lei e il suo migliore amico avrebbero partecipato e, con un po' di fortuna e un pizzico di intreprendenza, forse sarebbero anche stati invitati ad esibirsi. In effetti, si ritrovò a pensare Rachel mentre preparava l'albero, se ci fosse dovuta andare da sola, il tutto avrebbe perso un po' della sua magia. Ma con lei c'era Kurt, e Rachel non avrebbe mai ringraziato abbastanza per questo.

Kurt Hummel era nel pieno di una vera e propria crisi: improvvisamente il suo armadio, così colorato e chic, sembrava scialbo e privo di originalità; Kurt sapeva che era solo un impresione, era sempre così prima di un evento importante. Ma non importava, non aveva davvero tempo per lo shopping dell'ultimo minuto, il Galà era quella sera e il suo outfit, in un modo o nell'altro, sarebbe dovuto essere perfetto. Avrebbe trovato una soluzione, ci riusciva sempre. D'altra parte, era davvero soddisfatto dell'outfit che era riuscito ad elaborare per la sua migliore amica: convincere Rachel ad abbandonare per un po' i maglioni con gli animali e le gonne scozzesi non era stato facile, ma neanche lei aveva saputo resistere al meraviglioso e luccicante abito da sera procuratogli da Kurt, grazie al lavoro partime da Vogue.com. E poi, chiunque volesse ricominciare a new York, aveva bisogno di un totale cambiamento di look. Bhe, tutti a parte lui, il suo look era perfetto, talmente perfetto da riuscire a procurargli uno stage a Vogue.com. I pensieri di Kurt furono bruscamente interrotti dal campanello: qualcuno bussava alla porta in maniera davvero insistente, e Kurt aspettava solo che Rachel dicesse...

-Kurt! Kurt! Vai alla porta, sono occupata con le luci dell'albero!-. Questo.
Kurt corse nel salotto/cucina del loro monolocale a Bushwick, ma mai si sarebbe aspettato di ritrovarsi di fronte, aperta la porta, la loro coinquilina nonchè amica, Santana Lopez, con un sorriso sfolgorante e le braccia strapiene di pacchetti.
-Santana! Pensavo dovessi passare il Natale a Lima Hights con la tua famiglia-.
-Dovevo- disse l'ispanica facendosi spazio ed entrando-ma a quanto pare hanno annullato tutti i voli per una qualche tempesta che arriverà a breve, o roba del genere-.
-Santana! Che bello rivederti!- esordì Rachel raggiungendoli e abbracciando l'amica -Mi dispiace che il tuo volo sia stato annullato. Adesso dovrai passare la notte di Natale da sola-.
-Aspetta, che vuol dire da sola?-.
-Bhe, io e Kurt usicamo tra poco. Il Gran Galà della NYADA ci aspetta- rispose orgogliosa gonfiando il petto.
-Oh, pensavo restaste a casa- disse Santana cercando di nascondere la delusione-Oh, bhe , non importa. Non resterò a casa da sola, vuol dire che andrò a casa di amici-.
-Quali amici?- chiese Kurt curioso-Sei in città con noi solo da qualche settimana.
-Lo so. Ma tornando qui dall'areoporto ho incontrato dei ragazzi davvero simpatici che mi hanno pagato il taxi e invitato a casa loro per la vigilia-.
-Stai scherzando, vero?- chiese Kurt sbalordito -Dei totali sconosciuti che hai incontrato per strada ti hanno invitata a casa loro per la vigilia di Natale, e tu hai anche preso in considerazione l'idea di andarci?-.
-Non capisco cosa ci sai di male- rispose l'ispanica con nonchalance-So badare a me stessa, Lady Hummel-.
-Questo non lo metto in dubbio- disse Kurt cercadno di restare calmo e ragionevole, nonostante le totali assurdità che diceva la sua amica -Ma non puoi recarti da sola a casa di queste persone. Portebbero essere degli psicopatici, o dei serial killer, o degli psicopatici serial killer. Almeno, lascia che io e Rachel ti accompagniamo, per assicurarci che sia un posto sicuro.
Rachel lo guardò leggermente allarmata: sapeva che l'amica aveva paura di far tardi al Galà, ma questo era decisamente più importante.
-Va bene, va bene, ma sia chiaro che voi due non siete le mie guardie del corpo. E comunque non sarò sola, ho invitato un amico che si trova a New York per Natale, e lo conoscete entrambi.-. Santana  si ricordò di dover mandare un messaggio all'amico per dirgli di non venire più a Bushwick, ma di recarsi alla casa di quei ragazzi.
I due la guardarono incuriositi.
-E chi sarebbe?- chiese Kurt da parte di entrembi.
-Se avete intenzione di accompagnarmi, lo scoprirete presto- rispose l'amica sorridendo in un modo che fece temere il peggio ai due coinquilini.

Alla fine Kurt era riuscito a mettere su un outfit niente male, dando sfogo alla sua vena creativa sfruttando solo gli abiti che già aveva e annotandosi mentalmente che aveva un urgente bisogno di shopping. Purtroppo prepararsi per bene richiedeva tempo, e lui, Rachel e Santana lasciarono il monolocale fin troppo tardi. Quando poi saltò fuori che la casa dei cosidetti amici si trovava dall'altra parte della città (e lontanissima dalla NYADA), i due coinquilini non accolsero così lietamente la notizia. Dovevano prendere il metrò per recarsi lì e aveva anche cominciato a nevicare. Mentre chiudeva le porte del monolocale alle loro spalle, Kurt non potè far altro che pensare che era proprio una bella nevicata...

-Allora, Kurt, faremo in fretta, salutiamo, ci assicuriamo che siano brave persone e poi ce ne andiamo dritti dritti al Galà!-.
Sarà stata la dodicesima volta che Rachel lo ripeteva. Erano finalmente entrati nel vialetto della villetta, dopo il lungo viaggio in metrò e l'interminabile camminata per raggiungere la casa, mentre la nevicata diventava stranamente sempre più abbondante.
-E se non ci sembrano brave persone?- chiese Kurt.
-Bhe, ci portiamo Santana con noi al Galà, in qualche modo faremo, ma noi dobbiamo andarci! E dobbiamo fare presto, Kurt! E non possiamo fare troppo tardi e...-
-Santo cielo, Berry, rilassati! L'hai detto così tante volte che tra un po' le mie orecchie pur di non sentirti più si staccheranno dal corpo e parrtiranno per Lima Hights da sole-.
Arrivati sulla soglia bussarono alla porta, sperando che  venisse aperta presto, perchè il vento diventava sempre più forte, la nevicata più abbondante, e il gelo abbastanza intenso da intorpidirti le ossa. Il ragazzo che poco dopo aprì la porta aveva tratti orientali e, appena riconobbe Santana, rivolse loro un sorriso smagliante.
-Buona vigilia! Io sono Wes. Entrate o lì fuori morirete d'ipotermia prima che Blaine inizi a cantarvi una cover di Katy Perry- disse ridendo. Kurt si chiese chi fosse Blaine, ma non se lo fece ripetere due volte e piombò in casa, dove l'atmosfera era certo più calda e rassicurante.
-Ciao, Wes- esordì Santana entrando in casa seguita da Rachel -questi sono i miei amici nonchè coinquilini, Kurt Hummel e Rachel Berry. Hanno insistito per accompagnarmi perchè pensano che siate degli psicopatici serial killer-.
Wes scoppiò a ridere, ma Kurt e Rachel scoccarono all'amica uno sguardo omicida e abbassarono la testa imbarazzati, nonostante il loro pensiero non fosse poi così irragionevole.
-Bè, non hanno poi tutti i torti. Mi devo scusare- disse in modo più formale -è il primo Natale che io e il mio coinquilino passiamo a New York e non conosciamo praticamente nessuno. L'idea di passarlo solo noi due non era così allettante, così quando abbiamo conosciuto Santana oggi, non ho resistito a invitarla qui-.
-Non preoccuparti, è solo che...- Kurt non potette far altro che fermarsi non appena sentì una voce provenire dall'altra stanza.
My heart stops when you look at me,
Just one touch, no baby, I believe

-Chi è che canta Katy Perry la vigilia di Natale?- chiese Rachel scoppiando a ridere.
Nonostante le risate della migliore amica, Kurt non potè fare a meno di pensare che fosse la migliore versione acustica che avesse mai sentito di Teenage Dream. E che quella voce, così calda e profonda, fosse bellissima. E che doveva assolutamente scoprire a chi appartenesse.
-Scusa- disse Wes ridendo- è Blaine, mio amico e coinquilino, che non può fare a meno di cantare Katy Perry anche mentre cucina- disse alzando la voce verso l'ultima parte per farsi sentire anche nell'altra stanza. A quel punto entrò nella stanza un ragazzo particolarmente basso (era poco più altro di Rahcel, il che la dice lunga), con delle folte sopracciglia triangolari (Rachel non aveva idea del perchè fosse la prima cosa che avesse notato) e degli occhi color caramello, con sfumature nocciola e marrone scuro. Sorrise loro e, dopo le presentazioni, li invitò ad entrare nel salotto. Se il primo pensiero di Rachel era per le sopracciglia, quello di Kurt fu che quel ragazzo aveva uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto.
Mentre entravano nel salotto, Blaine disse: -Ah, Santana, è venuto un ragazzo dicendo di essere tuo amico e che l'avevi invitato tu. Così alto e con quel berretto nero, Wes pensava fosse un rapinatore-. Entrando in salotto, Rachel e Kurt riconobbero subito ''l'amico di Santana''. Kurt pensò che avrebbe dovuto capirlo quando l'ispanica gli aveva parlato dell'amico, quando Blaine aveva detto ''così alto''. Perchè in fondo, non conoscevano tante persone alte, e forse il più alto era proprio Finn Hudson. Rachel, invece, restò semplicemente paralizzata alla vista di Finn, sbatteva solo le palpebre continuamente, come si aspettasse che il ragazzo sarebbe scomparso da un momento all'altro. Kurt capì che doveva prendere in mano la situazione.
-Finn, è stupendo vederti!- disse avvicinandosi per abbracciare il fratellastro.
-Anche per me fratellino- rispose quello ricambiando l'abbraccio.
-Perchè non mi hai detto che eri a New York?-. Questa volta a parlare fu Rachel, che non si era mossa di un passo.
-Bè, è stata una decisione dell'ultimo minuto. Una regalo a sorpresa di mia mamma, voleva venissi a trovarvi. Ho avvisato solo Santana perchè volevo farvi una sorpresa- disse inceppando un po' nelle parole -Non sei contenta di vedermi?
Rachel rimase un attimo interdetta, prima di aprirsi in un sorriso -Certo, certo che lo sono-. Era la prima volta che rivedeva Finn da quando si erano lasciati. I due rimasero fermi a fissarsi sorridendo per qualche attimo che sembrò eterno, creando un palpabile imbarazzo nell'aria.
-E' un bene che tu abbia avvisato Santana- disse Kurt per smuovere le cose- altrimenti non ci avresti trovati a casa e non saresti neanche venuto qui-.
-Sì, una bella fortuna- concordò Santana.
-Ragazzi, credo di dovervi dire che...- iniziò Wes prima che Rachel lo interrompesse.
-Scusate ragazzi, ma adesso che ci siamo accertati che non volete uccidere Santana e che non mangiate cibo umano o non siete ricercati dall'fbi, è ora di andare. il Galà ci aspetta e non possiamo far tardi...-
-Rachel, veramente...-
-Grazie davvero dell'ospitalità, Wes, ma dabbiamo proprio andare-.
-Io stavo cercando proprio di dirvi...-
-Questo- disse Kurt che nel frattempo si era come incantato davanti al televisore acceso, alzando il volume: Tutte le persone sono invitate a restare in casa e non uscire per nessuna ragione. La tempesta di neve, concentratasi in particolare a New York e dintorni, ha intasato tutte le strade e autostrade, e lasciare le proprie abitazioni potrebbe risultare notevolmente pericoloso. Rachel rimase paralizzata per qualche secondo, alla fine dell'annuncio della giornalista, prima di piombare davanti alla finestra per controllare la situazione. E quel che vide non fu per niente piacevole. La neve era così fitta che non riusciva a scorgere il marciapiede di fronte, e un enorme mucchio era piazzato proprio dinanzi alla porta d'ingresso. Rachel non aveva mai odiato tanto quella ghiacciata sostanza bianca che da piccola amava tanto.
-Bè, non sarà un po' di neve a fermarci- disse cercando di sembrare sicura, e Kurt rimase semplicemente senza parole quando capì che Rachel stava davvero per provare ad aprire la porta. Per fortuna Finn fu più veloce.
-Sei impazzita? Vuoi ucciderti?!- disse piombandole addosso e fermandola.
Rachel lo guardò per qualche secondo indignata, anche se sapeva perfettamente che il ragazzo aveva ragione. Ma lei non poteva arrendersi.
-Dobbiamo provare a telefonare. Chiedere aiuto, o potremmo telefonare la NYADA e provare ad avvisare oppure...-
-Rahcel, non c'è linea telefonica, ho controllato- la interruppè Santana mettendo fine alle sue speranza.
-Mi dispiace tanto, ragazzi, ma siete bloccati qui- disse Blaine.
E nonostante Kurt desiderasse da una vita essere a quel Galà, esibirsi davanti al corpo insegnante della NYADA, non potè fare a meno di esultare interiormente a quelle parole.

-Non può succedere davvero. Ditemi che non sta succedendo davvero- ripetè Rachel per la quindicesima volta. Erano seduti tutti in cerchio sul tappeto ai piedi di un piccolo divano di pelle, nel salotto della villetta di Wes e Blaine.
-Bypassando le continue lamentele della mia amica- intervenì Santana -credo che dovremmo sfruttare questo tempo per conoscerci meglio-.
-Credo sia un'ottima idea. E ci tengo a dirvi che mi dispiace un mondo che siate rimasti bloccati qui- disse Blaine.
-Blaine, hai già chiesto scusa due volte, davvero, non è colpa vostra- rispose Kurt sorridendogli. Blaine gli sorrise di rimando e si ritrovò a pensare che il suo nome sembrava davvero qualcosa di strano e meraviglioso pronunciato da Kurt.
-Devo ancora finire la cena, e non vi ho offerto niente da mangiare. Vado in cucina, ma vi avviso, non sono un granchè come cuoco-.
-Diciamo pure che, se potessi, ordinerei delle pizze- puntualizzò Wes.
-Kurt è fantastico in cucina- buttò lì Rachel con aria innocente.
-Davvero?-gli occhi di Blaine, improvvisamente illuminati, si spostarono su Kurt-ti...ti andrebbe di aiutarmi?-.
Kurt rimase piacevolmente sorpreso da quella proposta.
-Io, ehm, certo. Certo- rispose alzandosi e raggiungendo Blaine in cucina.
-Sai cosa pensavo?- esordì Finn -dovresti mostrare a tutti noi ciò di cui sei capace. Intendo cantando. Io lo so, ma Wes non ha mai avuto l'onore di sentirti-.
-Prepariamoci ad un altro episodio del Rachel Berry Show-disse Santana appoggiandosi al divano, ma Finn potè scorgere un sorriso appena accennato sulle labbra dell'ispanica.
-Grazie mille ragazzi, ma non credo sia il caso- rispose Rachel.
-Andiamo- inclazò Wes -so che non siamo esattamente all'altezza del corpo insegnante della NYADA, ma dovresti darci un' occasione-.
-Va bene, va bene. Non si dica mai che Rachel Berry abbia rinunciato ad un'occasione per esibirsi- disse recuperando un po' del suo buon umore -ma che ne dite se rendessimo questo assolo un duetto?- aggiunse guardando Finn di sott'occhi.
Finn restò un attimo come intontito prima di dire-Sì, credo si possa fare. Ma quale canzone?-.
Rachel sorrise con aria misteriosa-Credo che tu la conosca-.

-Non ci credo che tu la conosca!- disse Blaine ridendo mentre tagliuzzava le carote.
-E' la mia datrice di lavoro a Vogue. Bè, in realtà non so se si può parlare di lavoro visto che non vengo nemmeno pagato. Ma, bè, questo ed altro per la moda!- rispose Kurt sospirando.
Blaine rise e si fermò a guardare per l'ennesima volta gli occhi di Kurt. Erano di un azzuro davvero spettacolare, ma con tratti verde acqua e blu scuro; era impressionante. Ma doveva smetterla di fissarlo così, altrimenti il ragazzo avrebbe potuto davvero prendere in considerazione l'idea che fosse uno psicopatico serial killer.
-Comunque- disse all'improvviso Kurt -la tua era davvero una bellissima versione di Teenage Dream. Hai davvero una voce stupenda-.
-Oh. Grazie -disse Blaine visibilemente sorpreso (e visibilmente felice per il complimento) -Sai- disse continuando -spero che la musica possa diventare il mio futuro un giorno, in un modo o nell'altro. Per questo sono venuto a New York. Immagino sia lo stesso per te-.
-Sì, infatti- rispose Kurt -Broadway è tutto ciò che ho sempre sognato. Ma in ogni caso, anche se non riuscissi a sfondare, credo che New York sia comunque la città a cui appartengo. Sai, qui mi sento davvero a mio agio, in tutti i sensi. Non posso dire lo stesso di Lima-.
E Blaine annuì comprensivo, perchè poteva capirlo, capirlo davvero. Non è che Westerville, la cittadina da cui veniva, fosse esattamente una metropoli aperta e cosmopolita.
-A Lima ho trovato il coraggio di essere me stesso, giorno dopo giorno, nonostante tutti e tutto- disse Kurt continuando, come se adesso che aveva aperto quei ricordi, niente riuscisse a fermarlo -Ho avuto degli amici fantastici, ma a volte avevo la sensazione che nessuno riuscisse a notare quello che stavo vivendo-.
-Come se gridassi, e nessuno riuscisse a sentirti. Come se tutti credessero che nulla sarebbe mai stato diverso- intervenne Blaine, sentendo sulla pelle ogni parola detta da Kurt
-Esattamente- sussurrò Kurt ammirato.
-Io ho capito che il pregiudizio era solo ignoranza, Kurt. E l'unico modo per uscirne era rifiutarsi di essere una vittima-.
-Avrei voluto che qualcuno me lo dicesse allora- disse Kurt con un sorriso velato di malinconia.
-Ma ce l'hai fatta comunque. Sei stato più forte di quanto io sia mai stato- disse Blaine sorridendogli. Kurt vide qualcosa in quegli occhi così vivi, che lo convinse che il ragazzo fosse sincero.
-Grazie, Blaine. Sì, hai ragione, ce l'ho fatta- disse recuperando il buon umore- E qui sento di non dover più lottare. Intendo, so che ci saranno ancora tante sfide da affrontare, ma mi sento me stesso a 360 gradi, senza mai dover chiedere scusa per essere ciò che sono. Libero di poter essere un unicorno insomma- disse sorridendo nostalgico ricordandosi di Brittany e sorprendondosi di aver detto tante cose ad un ragazzo conosciuto solo da qualche ora-.
Blaine gli sorrise comprensivo, prima di chiedere:-Un unicorno?
-Qualcuno che è speciale e non ha paura di dimostrarlo- disse scrollando le spalle, come se fosse ovvio.
-Oh, allora sì, credo che tu sia proprio un unicorno- disse Blaine sorridendo.
-Credo lo sia anche tu- disse Kurt sottovoce, ma Blaine riuscì a sentirlo come se Kurt lo avesse gridato. E mentre lo guardava preparare il dolce, realizzò che desiderava davvero baciare quel ragazzo conosciuto da qualche ora.

Kurt e Blaine rientrarono nel salotto con la cena proprio mentre nell'aria si diffondevano le ultime note di Last Christamas, e Santana e Wes applaudivano entusiasti. Rachel non avrebbe mai immaginato che una canzone di Natale potesse risvegliare tanti sentimenti passati, ma forse la cosa più difficile da ammettere fu proprio che non erano mai passati davvero. Finn riuscì solo a restare immobile guardando dolcemente quella che, non importa il luogo in cui abitasse o quanto tempo  fosse passato, sarebbe  sempre stata la sua ragazza.  -Mi sei mancata, Rachel-.
-Anche tu Finn- rispose la ragazza abbracciandolo. E mentre si ritrovava tra quelle braccia così familiari, che l'avevano accolta tante volte in passato, realizzò che non importava cosa sarebbe successo in seguito o quale strada avessero scelto, Finn sarebbe sempre stato la sua casa.
Il resto della serata trascorse tra risate, canzoni, tra cui una particolare versione di Baby, it's cold outside improvvisata da Kurt e Blaine (le loro voci suonavano straordinariamente bene insieme), una cena ottima (soprattutto merito di Kurt) e infiniti giri di ''Obbligo o verità  (in cui alla domanda ''Prima cotta'' Kurt e Rachel avevano risposto in coro ''Finn'', scoppiando a ridere); alla fine si addormentarono esausti sul divano e sul tappeto del salotto. E neanche si accorsero che nessuno aveva nominato il famoso Galà per il resto della serata.

-Buon Natale a tutti- disse Santana appena sveglia, stiracchiandosi e tirando un cuscino a Kurt -Svegliati Lady Hummel, o finirai per sbavarmi addosso-. Kurt si alzò lentamente, seguito a ruota da Rachel, Blaine, Finn e Wes. Rachel si accostò alla finestra, per accertarsi che la tempesta fosse finita: c'era una marea di neve ovunque, ma il vento e la nevicata si erano fermati, ed uscire poteva considerarsi sicuro.
-E' proprio ora di andare- disse Rachel poggiando una mano sulla spalla di Kurt.
-Credo che Rachel abbia ragione- concordò l'amico- Grazie mille. Per tutto- disse soffermandosi a guardare Blaine, che sorrise e abbassò lo sguardo.
-Allora ci rivediamo presto- disse Finn.
-Oh, non essere sciocco, tu vieni a casa con noi- disse Rachel prendendolo per mano, mentre Kurt annuiva sorridendo.
-Sarai il benvenuto nel nostro minuscolo appartamento fin quando lo vorrai-concordò Santana -ma prima di andare devo assolutamente fare una cosa- disse scomparendo nell'altra stanza.
-Ragazzi, è stato bellissimo avervi qui. Ieri sera è stata fantastica, la migliore vigilia di sempre- concluse Wes.
-Già, la migliore. Ma mi sono appena reso conto che non ti ho dato il mio regalo di Natale- disse Blaine un po' impacciato avvicinandosi a Kurt.
-Oh, bè, ci siamo conosciuti solo ieri sera, quindi non credo che...- disse Kurt prima che le labbra di Blaine si poggiassero sulle sue, lasciando un leggero e veloce bacio a stampo.
-Oh, hai un ottimo gusto in fatto di regali- disse Kurt sorridendo e arrossendo non appena le labbra di Blaine si staccarono delicatamente dalle sue. Blaine rise e li salutò, giusto un attimo prima che Santana ricomparisse nella stanza. Doveva assolutamente rimettere a posto la spina del telefono, prima che qualcuno se ne accorgesse e realizzasse che la linea non se n'era mai andata. Doveva ammettere che aveva pensato che una volta arrivati lì, avrebbe dovuto pregare i suoi amici di restare e la presenza di Finn ( procurare un biglietto all'amico non era stato facile nè tanto meno fargli promettere che non l'avrebbe detto a nessuno) avrebbe fatto il resto, ma la tempesta di neve era stata un vero e proprio colpo di fortuna. Gli amici così avevano passato una Vigilia decente, altro che Galà della NYADA. La sua idea poteva sembrare un po' egoistica, ma Santana Lopez era davvero mossa da buone intenzioni, e voleva bene alla sua famiglia newyorkese, anche se non l'avrebbe mai ammesso apertamente.

Mentre lasciavano la casa di Wes e Blaine, con la promessa di tornare presto, Rachel e Kurt si resero conto che non era stato il primo Natale newyorkese che avevano sempre sognato, nè quello che avevano progettato. Eppure si sentivano davvero soddisfatti e felici, come se tutto avesse assunto un nuovo e più limpido colore. Perchè a volte è proprio la vita, con l'aiuto di un'amica invadente e una nevicata improvvisa, a farti i regali più belli.

  
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