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Autore: Blue Drake    01/03/2014    0 recensioni
• Una passeggiata sotto il cielo di Parigi, un cielo coperto di stelle, con la buona compagnia di un'amica preziosa.
Un incontro non atteso con un mondo nuovo, sconosciuto e stimolante.
Una seconda possibilità, non si concede forse a tutti? •
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Pierre Gringoire
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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PARIS LA BELLE

en l'an de Dieu Mil Quatrecent Quatrevinght Deux









Sotto le Stelle di Parigi”




Les portes de Paris

Déjà se ferment sur la nuit

La nuit de tous les cris

De tous les rires

Et de tous les désirs”




Passeggiava mollemente lungo le vie secondarie della città, quelle poco affollate, quelle dove le rare luci delle bettole ancora aperte giungevano a fatica e filtrate dall'aria umida e pesante delle lunghe sere d'inverno. Passeggiava con il mento sollevato, il naso puntato all'insù, verso un cielo stranamente poco nuvoloso, senza badare a dove poggiava i piedi, evitando più d'una volta di cadere solo ed esclusivamente per pura divina volontà.

«Djali, Djali, guarda anche tu, guarda un po' lassù», incitava il giovane a mezza voce, svagato ed un po' sognante. «Ma dico io, non ti sei forse divertita abbastanza a sgambettarmi fra i piedi, per oggi?», borbottava poi, evitando d'un soffio l'ennesimo ruzzolone. «Oh, mia dolce Djali, le vedi, non è vero? Le vedi anche tu? Come possono essere tanto luminose? Come il fuoco, sì, ma fuoco bianco, quasi che il ghiaccio bruciasse... Hey! Mi farai rompere una gamba, accidenti a te! Cammina un poco più avanti, o appena più indietro. Magari al mio fianco, che dici? Diamine, ma perché proprio nel punto in cui cammino io, ma dico!».

E così continuava imperterrito, lungo la propria strada, nonostante le innumerevoli avversità, ingenuamente incurante dei tranelli diabolicamente orditi dalla silenziosa compagna di viaggio.


A volte si chiedeva se fosse stata una saggia decisione l'idea di rimanere a Parigi, visti gli ultimi sviluppi. Ma dove altro avrebbe potuto andare, oramai? Certo, il suo vecchio maestro era pur morto – in circostanze piuttosto misteriose, per di più. Ed avevano da poco impiccato sua moglie – solo di nome, invero: sfiorata un'unica volta e non ne rammentava un'ottima esperienza. Così non possedeva più nemmeno una vaga parvenza di famiglia a cui fare ritorno. Ma in fondo si sa, gli artisti son creature bizzarre, non son certo animali da branco. A tal proposito ricordava, non senza un pizzico di latente malinconia, che quello che per una manciata di mesi aveva funto per lui da branco era stato duramente decimato, tanto che coloro i quali erano fortuitamente sopravvissuti dovevano aver pensato bene di cambiare aria. Quindi, perché non aveva anch'egli seguito le loro orme, il loro buon esempio?

Orbene, in verità non si riteneva in immediato pericolo di vita. Le guardie del Re non sembravano interessate alla sua persona – per lo meno, non al momento. Non era ricercato e non aveva debiti – e seppure li avesse avuti non avrebbe avuto di che ripagarli. Vantava, anzi, un certo credito nei confronti della Capitale, ché non aveva certamente scordato il compenso per aver scritto e messo in scena quel famoso mistero, invero così poco apprezzato dal volgo e tuttavia fatto davvero con un certo gusto dell'arte e tutti i crismi. Oh no, il Prevosto o chi per esso gli doveva qualcosa, che diamine! Malgrado ciò, e a dover dirla proprio nuda e cruda, non si sentiva propriamente incline nel presentarsi di fronte a qualche signore al fine di rivendicare le spettanze dovute poiché non era del tutto persuaso che avessero dimenticato le sue estemporanee comparse in luoghi ove non avrebbe mai desiderato rimetter piede, primo fra tutti la Bastille Saint-Antoine, magari ai piedi sciupati di Sua Maestà Luigi XI il Re di Francia, ecco.

E poi c'era Djali, perbacco! Come avrebbe mai potuto dimenticarla? Non poteva averne la certezza, d'accordo, ma c'era pur sempre la probabilità che la sua fedele compagna fosse tutt'ora ricercata, e questo sì rappresentava un enorme problema, un problema che non era ancora riuscito a risolvere, per quanto si lambiccasse giorno e notte – più di notte, invero. Questo grattacapo, questa incognita, lo obbligava a farla uscire di casa solo ed unicamente dopo l'imbrunire, ed a frequentare vecchie stradicciole con poca vita, a bassa concentrazione di popolo. Oh, si sentiva così triste ed in colpa per questo! Avrebbe voluto poterle concedere grandi prati, intere colline di scintillante erbetta fresca, piuttosto che grigi ciottoli umidicci e viuzze buie. Ma quella sera c'erano le stelle e si sentiva ispirato, quasi eccitato, tant'è che non riusciva a distogliere gli occhi da quel bel cielo, nemmeno se il rischio era di rompersi l'osso del collo.




Les portes de Paris

Déjà se ferment sur la nuit

La nuit de tous les crimes

De tous les rires

Et de tous les désirs”

   
 
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